Bra guardò distratta fuori, attraverso l’ampia
vetrata del soggiorno. Il cielo si era tinto di un allegro azzurro
pastello. Le goccioline che scivolavano giù dalle foglie
degli alberi erano ormai l’unico ricordo della tempesta
appena passata. Sorrise soddisfatta, ora sarebbe finalmente potuta
uscire. Corse veloce in camera e sollevò, compiaciuta, la
borsa di plastica, stracolma di vestiti. “Questa volta ho
davvero superato me stessa!”
Raggiunse sua madre in salotto; stava osservando divertita una
simpatica foto di famiglia.
“Mamma io vado. Torno per cena”
Bulma acconsentì con un semplice cenno della mano. Non aveva
bisogno di spiegazioni.
Sapeva bene dove era diretta sua figlia. Infatti, Bra, puntuale come un
orologio, il primo sabato pomeriggio di ogni mese, portava al centro
commerciale alcuni vestiti che ormai non indossava più.
Erano per un progetto di beneficenza proposto da un gruppo di ragazzi,
al fine di aiutare i bimbi più bisognosi della
città dell’Ovest. Questo non era, però,
l’unico scopo della giovane principessa. Il ragazzo che si
preoccupava di raccogliere i fondi per finanziare
l’iniziativa era veramente carino. Il direttore del centro
commerciale aveva messo loro a disposizione uno dei magazzini, proprio
perché una di quei volenterosi ragazzi era sua figlia.
Bra s’incamminò, verso la fermata
dell’autobus, che non tardò ad arrivare.
Come ogni sabato pomeriggio, il centro commerciale pullulava di gente.
Arrivata a destinazione, Bra scese dall’autobus ed
entrò.
All’interno giochi di luci e colori facevano da sfondo a voci
divertite e curiose, stupite oppure deluse.
La giovane sayan raggiunse con passo svelto la scala mobile che portava
giù nei magazzini.
Voltò lo sguardo e lo vide: il motivo delle sue continue
visite al centro commerciale stava discutendo con un uomo in borghese,
probabilmente il direttore, e sembrava piuttosto preoccupato.
Bra gli passò di fianco e gli sorrise, ma non ricevette
alcun cenno in risposta. Sembrava davvero scosso, quindi decise di
perdonarlo.
Appoggiò il borsone per terra, diede un’ultima
occhiata al ragazzo: niente da fare, aveva scelto il momento sbagliato!
Quel poveretto le fece quasi compassione: ora era seduto, la testa tra
le mani. Probabilmente non aveva gradito la visita del direttore.
Sicuramente se gli avesse parlato non avrebbe ottenuto neppure uno
straccio di numero!
Delusa, fece per andarsene, quando sentì una voce curiosa
chiamarla:
“Bra?”
Si voltò sorpresa:
“Goten!”
“Sai, non ti ci vedevo a far
beneficenza…!” La prese in giro
“Guarda che io ho un cuore d’oro!”
Rispose, apparentemente offesa
“Non ho mai affermato il contrario! Tuo fratello è
a casa, vero?” Chiese lui fiducioso
“Si, perché?” Bra, invece, era piuttosto
curiosa
“Ti va se dopo ti accompagno? Così rimango un
po’ da voi”
“Fa pure! Perché non vieni a viverci? Tanto non
farebbe molta differenza, sei sempre alla C.C.” Rispose Bra,
sprezzante
“Scusate ragazzi, se non è troppo disturbo, vi
spiace uscire? Oggi il direttore preferisce chiudere il magazzino in
anticipo.”
Una bella ragazza dai lunghi capelli biondi li stava osservando
annoiata, probabilmente da una buona manciata di minuti; ora,
però, pareva infastidita.
Era stata una giornata impegnativa, non vedeva l’ora di poter
riabbracciare il suo ragazzo che l’aspettava a casa, e
magari, concedersi un bagno caldo.
“No, figurati! Magari, siccome finisci di lavorare un
po’ prima, stasera potremo uscire insieme. Così ci
conosciamo un po’ meglio. Basta che mi dai il tuo numero
e… Ahi! ”
Goten guardò sorpreso Bra, mentre si massaggiava delicato la
guancia. La giovane sayan lo aveva appena colpito, disegnandogli un bel
5 di un rosso vivace.
Intanto la ragazza bionda aveva tolto il disturbo, tanto imbarazzata,
quanto divertita.
“Ma dico, sei diventata matta???”
Piagnucolò Goten, che non riusciva a capire il motivo di
tale reazione.
“Ma non la vedevi quella ragazza??? Poverina era
imbarazzatissima! Evidentemente non sapeva come dirti che CON TE NON CI
SAREBBE MAI USCITA! Ma, almeno lei avrebbe cercato di essere
più delicata di te!” Bra era furiosa, ma nelle sue
parole c’era quel pizzico di gelosia, che, però, a
Goten sfuggì.
“Anche tu, in quanto delicatezza, ti meriti un bel
0--!”
“Ti diverte provocarmi?” Ora Bra era al limite. Lo
avrebbe volentieri strozzato.
Poi un cigolio, seguito da un tonfo, che le fece dimenticare quel
desiderio incontrollabile.
Un brutto presentimento, poi una corsa improvvisa e disperata verso la
fonte di quel rumore. Pugni violenti contro la porta antipanico,
sperando che qualcuno potesse sentirla.
Niente da fare, era rimasta chiusa con Goten in quel magazzino che
tanto conosceva, ma che ora era diventato una prigione. La loro
prigione.
Possibile che la ragazza bionda si fosse dimenticata di loro?
Ringrazio tanto tanto tanto per le recensioni e, soprattutto per i
preziosissimi consigli.
Spero che la storia così risulti più scorrevole e la lettura più piacevole.
Purtroppo sono andate perse alcune recensioni,
sighç_ç, quindi mi scuso tantissimo e vi invito a
recensire di nuovo!
Un grazie in anticipo! Eri