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Autore: LovleySev394    02/10/2012    3 recensioni
Le sue mani si agitavano nell’aria come se stessero tentando di aggrapparsi a qualcosa mentre il battito incessante del suo cuore aumentava tanto da rendergli difficile il respiro. Delirava, dicendo parole senza senso, quasi mormorando mentre le sue labbra si muovevano veloci molte volte senza che da esse uscisse alcun suono.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mrs Lovett
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi gelidi mi avrebbero mai visto?
La sua mente perversa avrebbe mai divagato su di me in quei momenti d’agonia?
 Sarebbe mai successo in quelle ore in cui la sua mente non rispondeva più a nessun comando e il puro inconscio si era insinuato nella sua anima e nel suo corpo?
Le sue mani si agitavano nell’aria come se stessero tentando di aggrapparsi a qualcosa mentre il battito incessante del suo cuore aumentava tanto da rendergli difficile il respiro. Delirava, dicendo parole senza senso, quasi mormorando mentre le sue labbra si muovevano veloci molte volte senza che da esse uscisse alcun suono.
Teneva gli occhi spalancati come uno spettro e mi guardava fisso senza però riuscire a vedermi, mentre io china su di lui tentavo di calmarlo. Ero stanca, i miei occhi si chiudevano ormai da soli, non ostante io fossi  decisa a tenerli aperti… avevo vegliato su di lui tutto il giorno e la notte prima, poi tutto il giorno di nuovo e ora la notte… ma la situazione non pareva migliorare… quella dannatissima febbre aveva degenerato trasformandosi in chissà che cosa… non sapevo che fare, mi veniva da piangere, avevo provato di tutto per farlo stare meglio e ogni tanto mi sembrava, mi pareva che fosse finalmente uscito da quella specie di coma, ma poi niente… ripiombava di nuovo nella più terribile agonia affondando nelle profondità del inconscio mentre il suo cuore batteva così tanto che non più di una volta avrei giurato di perderlo per sempre. Il medico era venuto, si: “Non supererà la notte” così ha detto… ieri pomeriggio… ma lui è ancora qua e non ho più il coraggio di chiamare il medico per farmi dire un'altra volta che non ce la farà. Con un rantolo si accascia su un lato e giace così. Subito la mia mano si affanna cercando di percepire il battito del suo cuore nel suo petto… ma non sento più nulla, il suo cuore è fermo, no, no, no non può essere. Mi affanno cercando di farlo respirare, le lacrime già cominciano a uscirmi dagli occhi mentre con una frenesia incontrollabile gli tasto il polso e gli passo una mano sulla fronte. Ma d’improvviso si tira su di scatto mentre il respiro gli si libera nel petto e il cuore riprende a battagli. Seduto sul letto inizia a prendere dei respiri profondi mentre io mi accascio per terra piangendo per lo spavento: “Non ce la faccio più, non ce la faccio più…”, dico tra un singhiozzo e un altro. Tentando di farmi forza lo guardo di nuovo, ma questa volta il cuore mi balza in petto: mi sta guardando. Mi sta guardando veramente è voltato verso di me e… mi sta vedendo!
“Come state? Riuscite a sentirmi?”, chiedo credendo quasi di sognare.
Apre la bocca, ma non ne esce alcun suono. Si lascia di nuovo cadere sul cuscino, tentando si respirare. “Signora Lovett…”, riesce a mormorare con un filo di voce. Io mi avvicino a lui ancora piangendo. “Non ditemi niente, non vi affaticate, ora ci sono io con voi”. Lui però parla di nuovo con un immenso sforzo. “Non ve ne andate, non lasciatemi solo”. Io gli strinsi fortissimo la mano per rassicurarlo. “Io sarò con te per sempre. Non ti lascerò mai. Te lo giuro”. Lui disse in un soffio. “Nellie….grazie…”. Io mi gettai sopra di lui abbracciandolo e tenendolo stretto, continuando a ripetere “No, no, io rimango con te non me ne vado, tu ce la farai, ce la farai”. Passai così l’intera notte. Tenendolo stretto mi lasciai andare al sonno. Quando mi svegliai sollevai subito lo sguardo verso di lui. Non ebbi il bisogno di sentire il suo cuore, nemmeno il tempo di accorgermi che il suo corpo era gelato, non provai a farlo respirare, non tentai in tutti i modi di riportarlo in vita. Perché sapevo che era morto. L’avevo letto nei suoi occhi. Sweeney Todd era morto e non per mano di qualcuno che cercava vendetta, non per mano di uno dei suoi clienti o per mano del giudice… niente di tutto questo…. era morto per una banale influenza che era degenerata… senza nessun’onore, senza nessuna ingiustizia o ragione abbastanza forte. Era morto com’era apparso nella mia vita… ed ora era troppo tardi perché potesse volare in cielo. 
  
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