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Autore: mizuki95    02/10/2012    1 recensioni
[Kill me baby]
Fan fiction sulla coppia shoujou-ai SonyaxYasuna dell'anime "Kill me baby". "Lei era un’assassina. Un’assassina che frequentava un liceo come tutte le altre ragazze della sua età. Niente di strano o quasi, no? Aveva un’amica, Yasuna, con il quoziente intellettivo di un criceto, una collega dell’Organizzazione in cui lavorava, Agiri, che si dimostrava sempre una ciarlatana come ninja, e passava le giornate impicciata nei pasticci creati da quelle due. Alla fin fine, erano giornate gradevoli. Eppure sapeva, sentiva che c’era qualcosa che non andava."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buona sera! Allora, che posso dire? Bè, prima di tutto che la fan fiction non brilla di originalità. Si vede che mi sto arruginendo...ma comunque, parliamo d'altro! Ho deciso di scrivere questa fan fiction dopo aver visto una striscia su Pixiv, che raffigura più o meno quello che ho scritto. L'idea di partenza era davvero bellina, ma su carta è venuta uno schifo. Per cui non voletemene se non sarà la storia pluff o smut, non ricordo come si dice, che vi aspettavate! Per quello dovrete attendere ancora un po'! Questa "What if?" prende spunto anche dal mio pensiero perverso nato durante la visione dell'anime di Kill me baby, ovvero come sarebbe la storia se entrambe fossero state killer professioniste. Con la morte di Yasuna, risponde trollando il mio cervello sadico. Se sapete come potrei aggiustarla grammaticalmente (sono reduce da una giornata di studio, penso di aver fatto errori che non ho notato e continuo a non notare), ditemelo! Ora vi lascio alla lettura, ma promettetemi di non tirarmi contro uova o alcunché! Sono arruginita, è da una vita che non scrivo! xD
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«
Please, kill me…baby…»
 
Lei era un’assassina. Un’assassina che frequentava un liceo come tutte le altre ragazze della sua età. Niente di strano o quasi, no? Aveva un’amica, Yasuna, con il quoziente intellettivo di un criceto, una collega dell’Organizzazione in cui lavorava, Agiri, che si dimostrava sempre una ciarlatana come ninja, e passava le giornate impicciata nei pasticci creati da quelle due. Alla fin fine, erano giornate gradevoli.

Eppure sapeva, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Non riusciva a capire cosa fosse quella sensazione, tuttavia questa si fece sempre più forte con il passare del tempo.

Lo comprese solo quando fu chiamata in un’aula della scuola da Yasuna, e scoprì che colei che l’aveva invitata fosse una killer spedita da qualche altra organizzazione per ucciderla. Nella mente le si accese una lampadina che illuminava la scritta “trappola”, e ricordò tutto.

Aprì davvero gli occhi, e vide ciò che il subconscio le aveva rimosso dalla mente: una Yasuna morente tra le braccia, il tradimento di Agiri che aveva portato le due killer in una località sconosciuta e isolata da cui si vedeva il mare.

«Finalmente mi…rispondi, baby?» disse la flebile voce della bruna che teneva delicatamente tra le braccia, guardandola «Non sforzarti, Yasuna! Ti porto via da qui!» esclamò la bionda con gli occhi lucidi, ma l’altra fece finta di non ascoltarla e attaccò a parlare «Sarebbe stato…bello, vero? Non essere delle assa…assassine…Mi sarebbe davvero piaciuto v-vivere come una…normale studentessa liceale…e tu? Saresti stata sicura…mente un blocco di ghiaccio, lo so c-he sei…sei fatta così, tu…saresti s-stata lo stesso un…killer…Ma io, sai…io ti sarei stata v-vicina comunque…ti avrei chiamato “Sonya-chan, So…nya-chan”… e saremmo state solo questo…» 

«Ti prego, non sforzarti!» bottò Sonya con le lacrime che si rincorrevano sulle guance sporche di terra e sangue, ma Yasuna proseguì, anch’essa con gli occhi grondanti di lacrime «D -delle studentesse liceali…io mi sarei comportata da cretina, e tu mi…avresti sempre ripresa, s-sempre…perché saresti stata mia amica, Sonya…ed io la tua…» «Zitta, ti prego…non voglio sentirti parlare così!» «Invece d-devi, Sonya…perché devi farmi un favore…».

Dalla giornata non si sarebbe mai capito che da qualche parte del mondo, in una regione sconosciuta, dove due ragazzine apparentemente simili alle coetanee ma sporche del sangue di tante persone, stava accadendo qualcosa di terribile; il cielo era soleggiato, c’erano brevi e rare folate di vento…ma in mezzo a tanta tranquillità, una ragazzina che in altre situazioni avrebbe ancora avuto moltissimi anni da vivere, chiese alla partner di lavoro e di vita l’ultima cosa al mondo che questa si sarebbe aspettata di sentire udire dalle sue labbra «Please, kill me…baby…».

Le lacrime di Sonya triplicarono, e le era impossibile controllare i singhiozzi. La ragazza non osava nemmeno ribattere, perché sapeva quanto fosse testarda la bruna e che quella frase sarebbe stata la fine di tutto. Di un’amicizia nata per caso, di una collaborazione nata in altrettanto modo, di un sentimento che era ancora difficile classificare…

Tutto accadde molto velocemente: il bacio che diede sulle labbra della ragazza morente, il sorriso di questa allargarsi sulle sue labbra ed il terribile rumore emesso dalla pistola che Yasuna aveva estratto dalla tasca dei pantaloni e si era rivolta al cuore.

«Sei una bambina impaziente, Yasuna…quando vuoi qualcosa, la vuoi il prima possibile…» mormorò Sonya tra le lacrime, per poi abbandonarsi ad un pianto pieno di dolore, di rabbia e di disperazione. Quando riuscì a trovare le forze di mettersi in piedi, iniziò a scavare meccanicamente nel terreno.

La mente le si era svuotata, tranne per due soli pensieri che attuò il prima possibile. Il primo era quello di seppellire Yasuna, cosa che fece molto prima che il cielo cambiasse il colore azzurrino che aveva assistito alla morte della ragazza. Il secondo, era quello di eliminare una volta per tutte la causa principale della morte della bruna: si avviò decisa e con il cuore confio di vendetta e dolore verso l'interno dell'isola, con il solo ed unico scopo di uccidere la traditrice, Agiri.

THE END

  
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