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Autore: mad_locked    02/10/2012    3 recensioni
[Tom Hiddleston]
I vicini. Potevano essere tanto invadenti (come la signora del civico 28), gentili (come la famiglia del 32A), acidi (come il professore del 15B), o sfuggevoli e quasi inesistenti come l’uomo che le abitava giusto accanto.
L’aveva visto si e no cinque volte da quando abitava lì (ed erano più o meno 4 anni), sempre di spalle e da lontano, quindi per lei poteva benissimo essere un alieno che veniva da Marte, in incognito sulla Terra per spiare le abitudini degli essere umani.
/ff senza pretese su Tom Hiddleston - rating verde, ma cambierà in futuro *rotola nel suo angolo oscuro*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Photobucket Prologo - Il vicino è tornato
Il sole splendeva tra pigre nuvole grigie che passavano, trasportate dalla brezza fredda dell’autunno; l’inverno era alle porte e quasi si poteva sentire l’odore nell’aria frizzante per le strade affollate.

Un mattino di settembre che come tanti altri nella vita di Flo stava passando all’insegna del disordine, tra plichi di fogli, montagne di manoscritti e un computer portatile aperto in cima a quella montagna di Confusione.
 
La vita di un editor non era certamente tra le più ordinate al mondo, e Floris Anderson non era una donna molto amante dell’ordine. Assolutamente. La sua piccola casa era stipata di mobili di legno scuro carichi di libri, specchi ricoperti di post it e una scrivania ricolma di lavoro da svolgere, alla quale lei ora era diligentemente seduta con gli occhiali appoggiati sul naso e una matita che le teneva ferma la massa disordinata di capelli color mogano.
 
Flo era una donna normale, 1.60 m con fianchi generosamente rotondi che mostravano bellamente la sua decina di chili in più rispetto al suo (in teoria) peso forma. Non le scocciava essere sovrappeso, in fondo aveva un abbondante giro petto che molte si potevano solo sognare, a lei davano fastidio più che altro tutti gli stecchini che si vedeva passare davanti quando metteva il naso fuori dalla sua tana confortevole: al supermercato, da Starbucks, in edicola e sì, anche sul suo posto di lavoro.
Nonostante lavorasse principalmente a casa, due o tre volte alla settimana doveva andare fisicamente alla sede della casa editrice per controllare lavori, parlare, guardare scartoffie noiose e accertarsi soprattutto che nessuno l’avesse dimenticata in quella marea di inchiostro e carta che le inviano regolarmente a casa.
Casa.. per lei quella parola aveva un suono familiare, confortevole, caldo. Non appena aveva avuto uno stipendio stabile - e generoso - aveva subito spiccato il volo dal nido di casa sua e si era scelta una casetta a schiera in uno dei quartieri più tranquilli di Londra, in modo da avere tutti i servizi a portata di mano.
 
Era una zona rispettabile, alto locata e tranquilla, ed era fiera di potersi permettere un posto come quello, il quale era stato debitamente arredato e agghindato secondo il suo gusto personale, se così si poteva definire.
Libri ovunque, coperte, poltrone e divani comodi, e cuscini. Il paradiso per una persona malata di lettura e scrittura come lei.
Spesso i suoi orari erano impossibili, anche se di norma era una persona regolare con una routine molto rilassata, ma lei era una persona tranquilla e i vicini non avevano mai avuto da ridire nulla, nonostante fosse sicura che qualche domanda riguardo il via vai di corrieri se la fossero fatta.
I vicini. Potevano essere tanto invadenti (come la signora del civico 28), gentili (come la famiglia del 32A), acidi (come il professore del 15B), o sfuggevoli e quasi inesistenti come l’uomo che le abitava giusto accanto.
 
L’aveva visto si e no cinque volte da quando abitava lì (ed erano più o meno 4 anni), sempre di spalle e da lontano, quindi per lei poteva benissimo essere un alieno che veniva da Marte, in incognito sulla Terra per spiare le abitudini degli essere umani.
Forse stava guardando troppe puntate di Doctor Who, ma davvero per lei poteva essere chiunque e il fatto che praticamente nessuno nell’isolato ci avesse mai parlato non la sollevava di certo. Ovviamente era un uomo d’affari che girava il mondo per concludere contratti multimilionari e quella era solo una casupola di ripiego in confronto alla mega villa che poteva avere alle Hawaii o al super appartamento a Dubai.
 
Flo si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi: quando iniziava a spaziare troppo al di fuori delle bozze che stava correggendo era ora di staccare e farsi una bella tazza di tè fumante con il latte. Andò in cucina, riempì il bollitore e lo mise sul fuoco mentre si preparava tazza, bustine di tè, zucchero e latte. La finestra della cucina dava sul giardino di fianco alla casa che si affacciava quindi direttamente sulla casa accanto, e quando i suoi occhi caddero sulla finestra dirimpetto alla sua pensò che forse stava sviluppando un certo senso di telepatia inconscia.
 
Le tapparelle erano alte, le tende leggermente scostate e una sagoma scura e alta si muoveva tranquilla e sfocata dietro la stoffa color bianco avorio.
 
Sì, il vicino della porta accanto era tornato.





NdA: Buonasera a tutti. Eccomi qui con la mia prima storia; non è la prima scritta ma è la primissima pubblicata >-<
Questo è solo il prologo, per vedere come va la storia ma sto già scrivendo il prossimo capitolo ;) Ho intenzione di aggiornare una volta ogni 1 o 2 settimane, così da avere abbastanza spazio di manovra per scrivere materiale decente ^^
Ovviamente non penso di ricevere qualche recensione ora che ho scritto così poco, ma spero che qualcuno in futuro legga e mi sappia dare qualche consiglio :3
*rotola nel suo antro per tornare a scrivere*
  
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