Note dell’autrice: Questa fanfiction è stata
scritta ispirandomi al prompt 035 – sesto senso della
Big Damn Table del sito
fanfic100_ita (http://community.livejournal.com/fanfic100_ita/).
La mia tabella per la coppia Sirius/Remus è sul mio livejournal: http://vahly.livejournal.com/#item1262
You
È come percepirti, qui, accanto a me, sentire il tuo odore
intenso, udire il rumore dei tuoi passi.
Non so come spiegarlo, non so nemmeno se sto impazzendo, o se davvero una parte
di te è qui, con me.
Ho l’impressione di averti accanto, nascosto in un angolo dal quale mio
osservi, nonostante io non posso vederti. E mi volto di scatto, per poi
ridacchiare nervosamente, e darmi dello stupido, perché so che non ci sei…
Forse è solo un desiderio inconscio, un frutto della mia mente, il percepire il
tuo lieve e freddo tocco quando la notte ti penso, e
non ho il coraggio di voltarmi per scoprire che tu non ci sei.
È solo un ricordo, solo un sciocco desiderio rinchiuso
dentro di me da quando ti ho perso, o sei veramente qui?
Di certo il mio è solo egoismo, non posso chiamarlo altrimenti… perché
preferirei saperti intrappolato per sempre qui, come spirito, piuttosto che
credere che tu sia andato oltre e che abbia lasciato per sempre questo mondo…
solo per saperti accanto a me…
E forse ci sei davvero, forse sei davvero tu quello che sento
poggiarsi a me quando piango, forse è davvero la tua presenza che percepisco
prima di ogni notte di luna piena… ed anche se la mia mente si rifiuterà di
convincersene del tutto, voglio sperarci, voglio crederci per quel che posso,
perché è ciò che mi fa stare meglio, immaginarti ancora al mio fianco, a
vegliare su di me, come se mi amassi ancora, come se mi amassi veramente…
perché se non è tuo l’amore che percepisco al mio risveglio, di chi è? Se non ti dovessi rivedere, dopo la mia morte… in che cosa
potrei sperare ancora?
E mentre me lo chiedo, chiudo gli occhi e provo ad
immaginarti qui, su di me, che mi abbracci come per voler dire che sono tuo, e
lo sarò per sempre.
Sento dei passi, e un sospiro sommesso.
Sei tu Sirius?
Sei tu?
Sono i tuoi passi, quelli che fori dalla porta si avvicinano lentamente alla
mia stanza?
Sei tu ad aprire lentamente la porta?
No, non potresti aprire una porta, non puoi più farlo…
Tengo gli occhi chiusi, mentre una persona si avvicina e si sdraia accanto a
me. Le sue mani sono fredde, ma il suo tocco non è etereo e intenso come il
tuo.
Non voglio aprire gli occhi, e mi volto dall’altra parte, sforzandomi di
fingere di non sentirla piangere.
E davanti a me, come sempre, ci sei tu, Sirius.
Davanti a chiunque ci sarai per sempre tu…
Aspettami…
Aspettami…