Capitolo 4
Forse era
rimasta così per ore.
Anni.
Secoli.
Nemmeno
lei lo sapeva. Era semplicemente e puramente sconvolta.
Quello
che ava visto era paradossalmente strano. Non era
normale. Non nei suoi schemi.
Anzi,
sicuramente fuori da essi.
Entrò in
Sala Grande per la cena. Harry era seduto accanto a Ginny. Parlavano di
Quidditch. Ron con Seamus discuteva della prossima gita a Hogsmeade che si
sarebbe tenuta il giorno seguente.
Decise
per un po’ di dimenticare le sue preoccupazioni e le bislacche teorie sul biondo
Serpeverde e partecipò animatamente alla discussione. Si sedette accanto a
Neville, prese un po’ di Pollo e iniziò a mangiarne una coscia. Ron dal lato
opposto del tavolo, davanti a lei, faceva lo stesso, divorando i brandelli di
carne e continuando a discutere di Zonko mentre masticava.
“E’
disgustoso Ron. Potresti essere un po’ più… meno animale?”
mormorò con scetticismo Ginny.
“Non
sofo affraitoai quello che
fac…!”. Hermione roteò gli occhi “prima di parlare
come un cavernicolo che non mangia da mesi e si sta strozzando con il cibo...
INGOIA.”.
Lentamente Ron deglutì mandando
giù il boccone con un po’ di succo di zucca.
“Ah…
donne… ghghg… lo so che alla fin fine mi trovano attraente vero Seam.
Soprattutto tu Herm…” e ammiccò all’amico alla sua
sinistra.
“RONALD
WEASLEY, sei l’essere più disgustoso di questo mondo!”.
Se doveva stare con delle bestie tanto valeva tornare
in Sala comune a leggere un po’ no?
Si alzò
dal tavolo facendo cadere delle zucchine lesse e rimettendosi la borsa in spalla
filò per i corridoi con l’intenzione di leggere il suo nuovo tomo di Natiche
Rune in santa pace.
Finalmente
eccola.
Hermione
era scesa a cena e quindi aveva finito la ronda.
Perfetto.
Aveva
aspettato che arrivasse per iniziare a mangiare.
Voleva
bene a Hermione. Forse più che bene.
Si, sicuramente più che semplice
affetto era
quello che provava Ron Weasley per Hermione Granger.
E stava cercando di farsi notare
ultimamente. Eseguendo i compiti.
Studiando
di più.
Ma nulla era
servito.
Hermione
invece di avvicinarsi come un chiodo di ferro ad una calamita si allontanava
come mandata via dal polo opposto.
Quella
sera si sentiva particolarmente euforico.
Aveva
finito i compiti. Il giorno seguente sarebbe andato a Hogsmeade e lì sicuramente
avrebbe conquistato Hermione regalandole una civetta.
Forse le
sarebbe piaciuto non contare sempre su Edvige o suoi gufi della
scuola.
Ne aveva vista una marrone,
bellissima, dal manto soffice e macchiettato di striature color
crema.
Aveva due
profonde iridi dorate, come quelle di Hermione.
Era
andato all’Emporio Gufo nell’ultima uscita che avevano fatto e con la scusa di
dover correre assolutamente al bagno si era allontanato da Harry ed Hermione
mentre ammiravano gli ultimi articoli di Zonko.
Vagava da
quasi un’oretta per le piccole vie innevate, con la speranza di trovare qualcosa
di speciale per
Aveva
passato in rassegna diverse gabbie. Un allocco nero come la pece, a parere della commessa velocissimo e molto affidabile, una civetta
delle nevi come Edvige ma con due bellissimi occhi blu, un gufo dalle lunghe ali
ramate, abile nel trovare i destinatari senza essere
scoperto.
E poi,
non ancora soddisfatto, si illuminò di gioia alla vista
della bella civetta dagli occhi profondi, identici ai suoi e ne era rimasto
incanto.
Quale
migliore regalo per Hermione?
L’aveva
fermata con una piccolissima caparra usando i pochi galeoni che si era portato quel giorno per Mielandia e il negozio di
scherzi, e aveva detto alla commessa che entro il mese successivo sarebbe
ripassato a portarla via.
Aveva
risparmiato galeoni giorno dopo giorno fino ad arrivare
ad una cifra poco inferiore a quella richiesta. Alla fine Fred e George gli
avevano concesso un piccolo prestito (richiedendo poi per la restituzione molti
interessi).
Ed ora era pronto per sorprenderla.
Si, era davvero pronto.
Gli occhi
gli si illuminarono quando vide Hermione sedersi avanti
a lui, con la camicia perfettamente inamidata e la cravatta stretta fino a
mozzarle il respiro.
Stava
veramente morendo dalla fame. Hermione prese del pollo con le
zucchine.
Prese
anche lui una coscia di pollo e l’addentò. Iniziò a
mangiare con foga. D’altronde era a digiuno da due giorni
no?
Ginny
iniziò subito a rimproverarlo… “E’ disgustoso Ron.
Potresti essere un po’ più… meno animale?”.
Ehi,
stesse zitta lei che quando era piccola spiaccicava la pastina preparata da
Mamma Weasley sul muro della cucina facendola andare su tutte le furie!
“Non
sofo affraitoai quello che
fac…!” cavolo.
Troppo
tardi si accorse di aver fatto una cosa che Hermione
odiava. Forse più di tutte.
Parlare
con la bocca piena.
Cavolo.
Decise di
recuperare un minimo di
autostima.
Forse
Hermione si sarebbe calmata…. O
no?
“Ah…
donne… ghghg… lo so che alla fin fine mi trovano attraente vero Seam.
Soprattutto tu Herm…”.
Non seppe
nemmeno come se ne uscì con una battuta tanto idiota e superficiale. Seppe solo
che la bocca dopo avere mandato giù carne di pollo e succo di zucca sì aprì e
fece uscire le parole da sola.
E seppe solo che Hermione si era
alzata rispondendo a tono dal tavolo facendo roteare zucchine da tutte le
parti.
Stupido
Weasley.
Ma
d’altronde cosa poteva aspettarsi da il figlio di due
maghi del genere?
Come
al solito aveva sicuramente fatto qualcosa di insano,
visto che
Ma cosa cavolo
faceva?
Si
metteva a spiare
Si diede mentalmente del matto.
O forse
si, lo era oramai, visto il modo in cui Pansy gli si
appiccicava come un piovra ad uno scoglio…
“Dracuccio… che ne dici di andare
in dormitorio? Sai… solo noi due…”
Con fare
comunque regale Draco alzò scettico un
sopracciglio.
“Oh,
sicuro Pansy, Io andrò in dormitorio. MA SENZA di te.
Sono stato abbastanza chiaro?”.
Era stato
rude vero.
E non c’era nemmeno motivo di
esserlo. Spesso Pansy gli aveva fatto certe proposte e lui aveva accettato di
buon grado. Ma non aveva proprio voglia di averla
attaccata tutta la sera…. E poi aveva bisogno di un
antistress per sfogare la sua rabbia no?
“Cosa c’è Draco? Ti sei stufato di me? Da quando compi una di
quelle tue missioni “speciali” per il Signore Oscuro mi
trascuri sempre di più.”.
In
silenzio Il Serpeverde si alzò dal tavolo indagando su Blaise con il suo sguardo
argentato.
Raccolse
velocemente le sue cose e si diresse nella Sala Comune di
Serpeverde.
Rimase in
silenzio per tutto il tragitto, mormorò solo la parola d’ordine (“Unicorno”) quando entrò nella buia e fredda sala attraverso
il ritratto.
Non mosse
le corde vocali nemmeno quando Blaise, dopo averlo
velocemente raggiunto, iniziò a fargli domande indagatorie sul suo
atteggiamento.
Si tirò
semplicemente le tende a baldacchino intorno al bellissimo letto pensando che
forse una pausa il giorno dopo gli ci sarebbe proprio
voluta.
Sarebbe
andato a Hogsmeade, per un giorno, piccolo e innocente giorno di libertà dal suo odioso
compito.
E gli serviva anche un nuovo
gufo.
Il suo
era stato ferito da un Tersthal di quel babbanofila mezzo gigante del
guardiacaccia. Avrebbe preferito una civetta, forse…
Ma tutto ciò avvenne in silenzio.
Ultimamente, tanto, era quello che
Draco Malfoy faceva più spesso.
Rimanere
in silenzio a pensare…
Appena
vide una chioma fulva maschile sputare dal ritratto della Signora Grassa Hermione chiude pesantemente il suo tomo di Artimanzia e dando velocemente la buonanotte a Ginny corse nel suo
dormitorio.
Sentì la
voce di Ron gridare già dalle scale qualcosa come “’Notte ‘Mione…”, ma la ignorò semplicemente.
Si
cambiò, spense la luce, e piena d’interrogativi s’infilò sotto alle coperte, pronta per una gita ad
Hogsmaeade.
Ed ecco il 4° capitolo. La storia
sarà piuttosto lunghettina… credo sui venti e qualcosa
capitoli, se non di più, quindi armatevi di
pazienza!
Ecco i
ringraziamenti.
Sana87àSi mia cara… nel prossimo capitolo
si vedranno sfrecciatine a destra e a manca…Soprattutto per il fatto del gufo.
Ma non ti anticipo nulla! Grazie per la recensione!
ISO
YunaàEh, si
povero Draco… ma possiamo sempre andare noi a consolarlo
no?
Baci
Iso
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