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Autore: BeeMe    03/10/2012    2 recensioni
La battaglia era cominciata, Theodore sentiva i pianti di chi aveva già perso qualcuno e le risate malvagie che accompagnavano ogni morte.
Theodore non voleva combattere, non l’aveva mai voluto.
Primo Posto al contest Di Momenti Perduti e Sorrisi Dimenticati
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Deadly Lullaby



It's funny how, the walk of life,

Can take you down without a fight.

 

La battaglia era cominciata, Theodore sentiva i pianti di chi aveva già perso qualcuno e le risate malvagie che accompagnavano ogni morte.

Theodore non voleva combattere, non l’aveva mai voluto.

Sua madre glielo rinfacciava sempre, gli diceva che era un codardo, ma Theodore non aveva mai imparato a uccidere.

Ci aveva provato, si era buttato nella mischia quando i Mangiamorte erano arrivati, ma non era riuscito a pronunciare quelle due parole che per sua madre significavano tutto.

Avada Kedavra.

Erano state la sua ninnananna fin da bambino, una ninnananna che lui non riusciva a cantare.

Quando sua madre era morta era stato suo padre ad iniziare a cantare.

Avada Kedavra.

E piano piano Theodore Nott era sprofondato nell’ombra, si era rinchiuso in se stesso senza permettere a nessuno di aiutarlo.

Si sentiva incompreso perché in fondo nessuno lo capiva davvero.

Nessuno capisce chi sta precipitando nell’abisso.

 

So many years, can lay behind,

Regretfully until it's time,

To realize the moment,

When you turn around.

 

Theodore non parlava con tante persone.

Inizialmente qualche Serpeverde aveva cercato di avvicinarlo, ma poi se n’era andato subito. 

Nessuno parlava con lui per più di un minuto, chi per paura del padre del ragazzo chi per paura di Theodore in sé.

Il giovane mago nascondeva più segreti di quanti alla gente piacesse conoscere.

Poi era arrivata lei.

A Elizabeth non interessava se Theodore non riusciva ad uccidere, a lei piaceva scrivere storie che il ragazzo leggeva di nascosto, seduto alla luce fioca del fuoco quasi morto nella Sala Comune.

Un notte lei si era svegliata e l’aveva scoperto.

Theodore aveva avuto paura, ma Elizabeth non si era arrabbiata tanto e lentamente Nott aveva iniziato a fidarsi di lei.

La chiamava quando si sentiva solo, ma a volte cercava il suo viso fra quello dei suoi compagni solo per vederla sorridere.

E un giorno lei gli aveva sorriso.

Stava scrivendo come ogni sera e la sua piuma si era spezzata in due.

Theodore aveva visto la tristezza invaderle il volto e si era affrettato a prestarle la sua.

Non pensava che un sorriso potesse splendere tanto, ma quello di Elizabeth aveva scaldato tutta la Sala, tutto l’universo, aveva illuminato il suo cuore.

 

I'm coming home to breathe again,

To start again,

I can come home,

From all the places I have been,

With nothing but a voice within,

That calls me.

 

Theodore si rese conto di amare Elizabeth quando qualcuno, in mezzo alla battaglia che avrebbe deciso la sorte di Hogwarts, gli fece notare che la ragazza era scomparsa.

Non era morta, Theodore lo sentiva in fondo al suo cuore, ma non era nemmeno al suo fianco.

Il ragazzo non la vedeva da nessuna parte e una voce sottile nella sua testa lo implorava di tornare a casa.

“Qui non puoi fare niente. Tu non sai uccidere Theodore, loro invece ti uccideranno senza rimorso se gliene darai l’occasione.”

Avrebbe potuto ricominciare una nuova vita, indifferentemente da chi avrebbe vinto la battaglia, sarebbe stato al sicuro.

Ma Theodore non poteva andarsene senza Elizabeth.

Lei gli aveva insegnato a vivere, ad andare avanti senza curarsi di ciò che pensavano gli altri.

Lei gli aveva detto che quelle due parole che non riusciva a pronunciare non gli avrebbero mai salvato la vita, ma gliel’avrebbero dannata.

Theodore si aggrappò a quelle parole e iniziò a correre su per i corridoi della scuola fino ad arrivare nella Sala comune di Serpeverde.

Elizabeth era lì, con il suo solito taccuino stretto al petto e la piuma che lui le aveva regalato fra i capelli.

Il suo sguardo era diverso, più consapevole della morte imminente, in un certo modo più adulto.

Ma dietro quella facciata non c’era più niente, Elizabeth non era lì con lui, si era smarrita nel suo mondo fatto di fiabe e principi azzurri.

In quel momento Theodore capì di che cosa aveva paura quel giorno nella Sala Comune.

Aveva avuto paura di perderla.

 

I'm coming home to breathe again,

To start again,

I'm coming home,

From all the places I have been.

 

 

Theodore l’aveva sollevata piano, quasi avesse avuto paura di romperla, e aveva iniziato a scendere piano le scale per tornare in giardino.

Non voleva che Elizabeth soffrisse, che qualcuno le facesse male.

Lei si era aggrappata alla sua camicia stringendola febbrilmente fra le mani e continuava a ripetere una cantilena che Nott non riusciva a decifrare.

Theodore era arrivato davanti al grande portone d’ingresso della scuola quando Elizabeth smise di parlare.

Senza la voce della ragazza a coprirli, Theodore poté benissimo sentire i passi che si avvicinavano veloci.

Non fece in tempo a girarsi che Bellatrix Lestrange pronunciò le uniche due parole di cui Theodore aveva paura.

Le disse canticchiando, facendogli ricordare le folli ninnananne di sua madre, ma questa era una canzone mortale, da cui non si tornava indietro.

Theodore vide il raggio verde passargli accanto e colpire l’unica cosa al mondo a cui ancora tenesse.

Elizabeth chiuse gli occhi un attimo prima di morire e Theodore vide la vita abbandonarla.

La ragazza gli scivolò dalle mani, ma lui non riuscì a fermarla.

La vedeva mentre precipitava verso terra, ma le sue braccia sembravano paralizzate.

Quando Elizabeth toccò terra Theodore si accasciò accanto a lei.

La battaglia non gli importava più, voleva solo raggiungere Elizabeth, ma era troppo lontana.

Bellatrix rideva, amava più vedere le persone soffrire e Nott sarebbe stato troppo felice nel morire.

Fu la sua risata a svegliarlo dalla trance in cui era caduto.

Una parte di lui era morta con quella ragazza che scriveva storie alla luce del fuoco, ma Theodore Nott aveva ancora qualcosa da fare prima di sprofondare completamente nell’abisso.

Theodore doveva vendicare Elizabeth.

Quando si rialzò da terra Bellatrix Lestrange non c’era già più, ma Theodore sapeva che non era l’unica ad aver ucciso qualcuno quella notte.

Elizabeth sarebbe stata felice comunque.

Uomini vestiti di nero stavano continuando ad entrare nella scuola, ma Theodore non voleva che quegli assassini si avvicinassero di più a lui o ad Elizabeth.

La sua mano trovò la bacchetta nella stessa tasca interna dove riposava da ore e le parole di sua madre gli tornarono alla mente.

Avada kedavra.

E Theodore le ripeté più volte possibile, osservando sottili raggi verdi portare la morte verso quegli uomini senza più un cuore.

Suo padre era tra loro, Theodore lo sapeva, ma non gli importava più.

Lui voleva solo tornare da Elizabeth.

Improvvisamente sentì qualcuno sussurrargli all’orecchio quelle fatidiche due parole, ma non riuscì a vedere in faccia il suo assassino.

Era finita.

Theodore chiuse gli occhi mentre l’incantesimo lo colpiva e cadde a terra senza un lamento.

Era a fianco di Elizabeth, la sfiorava con un braccio.

In fondo Theodore era felice: lei lo stava aspettando.

E lui non vedeva l’ora di tornare da lei, di tornare ad essere felice.

 

I’m coming home.


 



 

Grammatica: 10

Il testo è pulito, non ho trovato alcun errore.

Stile: 10

E’ scorrevole e piacevole, fa leggere la storia con facilità e spensieratezza, andando a contrapporsi al contenuto della fan fiction. Crea un bel contrasto.

Mi è piaciuto il modo in cui cambi scena, soffermandoti sulle parole della canzone e il modo in cui lei cambia lentamente la concezione di Theodore.

Originalità: 14

E’ la prima volta che leggo una storia simile su Theodore e la cosa non mi è dispiaciuta per niente. Hai dato una sfumatura del tutto differente al carattere del ragazzo, che io avevo immaginato in tutt’altro modo. Anche il fatto che si sia innamorato di una ragazza timida e poco appariscente mi ha attratto, soprattutto per il fatto che scrive e che, quindi, quasi tutte noi possiamo immedesimarci in lei.

Inoltre credo che fosse inevitabile che morissero, ma ci sono rimasta davvero male xD

Caratterizzazione personaggi: 12

Credo che Theodore rispecchi abbastanza fedelmente quello dei libri, schivo e non proprio socievole, anche se tu gli hai dato qualche sfumatura in più, arricchendo i vuoti lasciati dalla Row.

E’ terribile il modo in cui è stato cresciuto, tra una madre mostruosa e un padre anche peggiore, sempre col peso di essere inadatto e sbagliato.

Invece Elizabeth è un po’ troppo semplice. E’ un personaggio fragile, che ama scrivere, quindi ha anche una certa sensibilità, che dimostra col terrore delle ultime scene, ma davvero non riesco a capire perché sia finita a Serpeverde. Perché è una Serpeverde, no?

Inoltre ho davvero apprezzato il fatto che lui non riuscisse a pronunciare la Maledizione Senza Perdono e che ne abbia paura, denota una grande intelligenza. Non sottovaluta niente, sa giudicare da sé, senza affidarsi unicamente a quello che gli è stato insegnato, anche se ne soffre. E lei aveva ragione, quando gli diceva che se avesse usato quell’incantesimo si sarebbe dannato per sempre, si sarebbe perso, perché è quello che è successo alla fine, no? L’ha persa e ha perso una parte di se stesso e allora è riuscito a uccidere. Mi chiedo se l’abbia fatto davvero per vendicare solo lei, ma non anche per se stesso, una sorta di rivincita personale.

Dà molto a cui pensare il fatto che lui sappia che tra i Mangiamorte ci può essere il padre, ma non se ne cura, non è spaventato, dispiaciuto, colpisce indiscriminatamente. 

Gradimento personale: 9

La storia mi è piaciuta davvero, ho trovato interessante vedere Nott sotto un diverso punto di vista e anche il modo in cui si sono evolute le vicende.

Mi ha sorpreso trovare un OC, anche perché ha un nome che mi ricorda un’autrice che mi piace molto :) 

Purtroppo noto che il tuo giudizio non è particolarmente lungo, ma avendo trovato la storia ben scritta e priva di errori ed essendomi dilungata negli altri punti, credo di aver detto tutto.

Punti bonus: 9

Ti ho assegnato cinque punti per l’utilizzo della canzone e quattro per aver usato Theodore, che mi è particolarmente piaciuto. 

Totale: 64

  
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