a volte mi chiedo se
la mia sensibilità
sia un pregio o un difetto.
voglio dire, sono un
intermediario, un
fottutissimo intermediario
del cazzo.
ho avuto la s/fortuna
di comprendere la futilità
e l'ipocrisia di questa società,
di questa vita,
senza però riuscire a
coglierne il vero senso,
il genio, il motivo
di tutto questo.
sono una via di mezzo,
troppo sensibile per
la metà ma troppo poco
per l'assoluto.
E, purtroppo, a quelli come me
il mondo li schiaccia,
ti pone davanti ad una scelta,
o con me o contro di me,
o ti arrendi o lotti.
ma io temo di non aver le
spalle necessarie per
questo, finirò presto come
una sottiletta se non
trovo rimedio.
non sono in grado di combattere
una guerra ad armi impari.
non sono il generale che credevo,
il guerriero a sangue freddo.
io sono io, punizione o pregio che sia,
non ce ne si può fare niente.
questo è il canto di una resa,
saluto orgoglioso il mio ribelle
e accolgo l'umile, il soldato.
su queste mie spoglie io piango,
mischiando queste lacrime
al fango.