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Autore: AliceBlue    03/10/2012    2 recensioni
Occhi negli occhi. Mano nella mano. Respiri che si confondono, brividi...
Sterek
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era nascosto da grandi nuvoloni grigi quel giorno, la temperatura si era abbassata notevolmente nelle ultime settimane e camminavo solo, nel bosco, ripensando al litigio che avevo avuto con Scott la mattina stessa. Odiavo litigare con lui, anzi, odiavo proprio litigare. L'aria fredda di quel pomeriggio si insinuava all'interno della mia maglietta, procurandomi brividi per tutta la schiena. Fuggire nel bosco mi era sembrata un'ottima idea per scappare da tutto, per staccare la spina  un attimo, per riflettere. Continuavo a ripetermi in testa che litigare con il mio migliore amico non era stata la cosa migliore, ma in quei giorni ero stressato, non dormivo affatto bene e... Il mio orecchio catturò un rumore impercettibile, lieve, un frusciare di foglie bagnate. Il mio cuore perse un battito, mi sentivo osservato. Mi girai di scatto. I miei occhi catturarono i suoi e abbassai immediatamente lo sguardo. Odiavo la figura imponente davanti a me, odiavo la sua  autorità, il modo in cui riusciva a mettermi a disagio,la sua camminata,la mano che si passava tra i capelli scuri, quegli occhi verdi, profondi e vuoti allo stesso tempo, la sua voce, il suo nome: Derek Hale. Ma il motivo per cui maggiormente lo detestavo era che, nei miei sogni, comparivano molto spesso  i suoi occhi, le sue braccia che mi stringevano forte al suo petto, un sogno che mi accompagnava anche per il resto della giornata, a scuola. Da quando pensavo agli uomini?. Ma soprattutto, da quando pensavo a Derek Hale?. "Stiles!" disse e la mia riflessione fu interrotta bruscamente. Con tutta la forza che avevo, cercai di alzare lo sguardo dalle mie scarpe e di ammirare quegli occhi che tanto amavo e tanto detestavo. Nulla da fare. Il licantropo allora,sbuffando, mi chiese che stessi facendo da solo,nel bosco, con quel tempo che prometteva solo pioggia. "Nulla" fu la mia patetica risposta mentre, intimidito, giocavo nervosamente con l'orlo della  maglietta. Mi sentivo strano, avevo le gambe molli e solo la sua presenza mi metteva a disagio. Gocce d'acqua caddero all'improvviso sul mio corpo e alzai lo sguardo al cielo. La pioggia iniziava a precipitare sulle nostre teste con forte intensità e solo in quel momento lo guardai. Mi maledissi di esser lontano dalla mia jeep, parcheggiata al limitare del bosco. Credo che Derek avesse intuito che c'era qualcosa che non andava, il mio disagio, le mie braccia strette intorno al corpo per via del freddo. Camminò velocemente fino a quando i nostri sguardi non si allacciarono, le sue mani infilate come al solito nelle tasche dei jeans scuri e i capelli grondanti di minuscole gocce. "Vieni, ti porto a casa mia, è qui vicino, la pioggia non durerà molto..." fu la sua proposta e in quel momento pensai alla mia macchina parcheggiata nel bosco, ai minuti che avrai dovuto passare a correre per raggiungerla,sotto l'acqua, ai compiti di chimica che dovevo ancora svolgere... Non ricordo bene, ma forse fu la curva morbida delle sue labbra a farmi accettare.

Casa Hale era tale e quale a come me l'ero immaginata e lo era anche la stanza di Derek con quell'enorme letto al centro, la libreria a ridosso, la luce fioca della lampadina sopra le nostre teste. Lì dentro faceva sicuramente meno freddo rispetto a fuori, ma le mie nocche erano ancora gelide e i denti  battevano per il freddo, o per la paura. Derek cercò di mettermi più a mio agio e più al caldo offrendomi una sua maglietta asciutta e indovinate di che colore? Si, nera. Imbarazzato mi misi in un angolo della stanza per cambiarmi,dandogli le spalle e scoprendo la schiena. Un soffio freddo mi solleticò il collo, la nuca, mentre una mano si insinuava tra i capelli che avevo tagliato troppo corti. Che gli succedeva? Il mio cuore batteva all'impazzata, faceva le capriole, mentre il mio cervello non riusciva a pensare a qualcosa di logico. Il suo alito fresco si era sostituito con qualcosa di più dolce, le sue labbra. Le sentivo sul collo e sempre più giù, in mezzo alle scapole, la sua lingua si divertiva a far impazzire il mio cuore e non solo. Cercai di protestare a questo supplizio ma una mano mi chiuse la bocca mentre l'altra percorreva insaziabile la mia schiena procurando lievi scosse alla colonna vertebrale. Qualcosa come una lieve risata uscì dalle labbra del licantropo mentre odiavo il mio corpo che reagiva in quel modo alle sue carezze. Le mie braccia erano schiacciate contro la parete spoglia della stanza,inermi, mentre il naso cercava di respirare quell'aria sufficiente che la bocca  non riusciva a prendere. Il suo corpo era sesso allo stato puro, il suo odore forte di menta e corteccia umida mi inebriava, mi drogava. Ora le mani di Derek ispezionavano la zona dei lombi e ancora affamate, graffiavano la pelle bianca intorno all'ombelico, mai sazie. Protestai ancora muovendo le gambe, scalciando all'indietro, mordicchiandogli il palmo per quanto possibile. Credevo di avercela fatta perchè mi girò, mi liberò la bocca che prese subito aria, boccheggiando e mi guardò. Uno sguardo che non avevo mai visto dipinto sul suo viso, uno sguardo che aveva voglia del mio corpo, di me. Lo guardai anche io, con non so quale coraggio, intensamente. Verde e nocciola, respiri affannati. I suoi occhi percorrevano i miei e poi la mia bocca e accadde quello che per me, fino alla notte prima, era stato solo un sogno. Le sue labbra incontrarono le mie con baci pieni di desiderio e la sua lingua ispezionava la mia bocca,indugiando più volte sul palato. Le mie mani, si, le mie mani, si stinsero alle sue, mentre una  gamba era allacciata prepotentemente al suo fianco. Piccoli brividi percorrevano il mio corpo febbricitante e gemevo contro il suo petto, cercando di togliere quella distanza che i nostri corpi creavano. Buttai la testa all'indietro, la parte alta della fronte appoggiata alla parete fredda, mentre il mio collo ospitava la lingua di Derek, le sue mani che disegnavano cerchi immaginari sul mio petto mentre il mio bacino si premeva senza pudore contro il suo,eccitato. Riuscivo a strappargli qualche gemito ogni tanto, qualche leggero ringhio, mentre le sue mani esperte facevano uscire dal mio corpo dolcissimi suoni. Il nostro era più che altro un gioco di mani, toccavamo a vicenda i punti più sensibili dell'altro e la mia mano si era impossessata del lato sinistro del suo petto, dove ascoltavo i battiti del suo cuore, per sapere se provava quello che provavo io.Era qualcosa di nuovo,di inaspettato.Non provavo più paura per quel licantropo che tanto mi intimidiva, anzi,il mio corpo fremeva contro il suo,desideroso delle sue attenzioni, due figure che si muovevano all'unisono.Per la prima volta aprir bocca per parlare non serviva a nulla. Nella stanza non faceva più così freddo. Mani nelle mani, fiati che si univano e si confondevano, verde e nocciola.Intanto dalla finestra della casa, la luna mostrava intera la sua faccia.
  
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