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Autore: Melabanana_    04/10/2012    4 recensioni
Sometimes you think you want to disappear, but all you really want is to be found.
Maki ha avuto una delusione d'amore e sta per passare la peggiore serata della sua vita... Ma per sua fortuna ci sarà qualcuno che la troverà e la salverà ♥♥
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La fic è ispirata alla canzone "You found me" di Kelly Clarkson e ad un fatto veramente accaduto alla festa dei diciotto anni di una mia amica xD La coppia principale è una delle mie OTP~ ♥
La frase iniziale non è mia, l'ho trovata su twitter.
{ by Roby }
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Carry/Maki, Dylan/Hiromu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sometimes you think you want to disappear, but all you really want is to be found.

 

.: you found me :.

 
Quando si era preparata ad andare alle festa dei diciotto anni di una delle sue migliori amiche, per di più in un locale di lusso, Maki non si aspettava certo di passare metà della serata sprofondata in una poltrona a fagiolo vicino ad una piscina.
Non era la prima volta che si sentiva uno straccio, ma era di certo la prima volta in cui si sentiva tanto patetica –aveva un aspetto orribile. Il suo vestito di tulle, scelto con tanta cura, era sciupato e le spalline erano scese lasciandole le spalle scoperte; Il trucco le si era sciolto, il nero del mascara macchiava le sue guance e il fazzoletto di seta che aveva usato per asciugarsi gli occhi.
Stupido mascara, avrebbe anche dovuto essere waterproof.
Non sarebbe stato male se la terra si fosse aperta e l’avesse inghiottita in quel momento. Probabilmente nessuno se ne sarebbe accorto, visto che stavano tutti sulla pista da ballo a divertirsi -sentiva la musica da lì.
Si sentiva solo un po’ in colpa per Rean, la festeggiata; Maki aveva scelto di sorridere e fingere di star bene per non rovinarle la festa, ma ad un certo punto non ce l’aveva fatta più ed era fuggita fuori dicendo che le serviva un po’ d’aria fresca.
Si era seduta e aveva pianto. Si sentiva così stupida e sola.
Qualcuno le sfiorò delicatamente la spalla scoperta, facendole alzare lo sguardo lacrimoso.
“Ciao.” mormorò Miura. Le sorrise dolcemente.
Maki guardò sorpresa il ragazzo in giacca e cravatta mentre questi si sedeva sulla poltrona vicino alla sua e con delicatezza le sistemava le spalline del vestito.
“C-che ci fai qui?” chiese tirando un po’ su col naso. “Dovresti essere di là a divertirti…”
Miura allungò una mano per asciugarle le lacrime mise al trucco dalle guance, poi parlò piano “Scusami, ma non riesco a divertirmi pensando che c’è una ragazza carina che sta piangendo tutta sola. Cosa è successo, tesoro?”
Maki sorrise un po’ sentendo quel vecchio soprannome. Tirò un lungo sospiro e lo disse.
“Sono stata scaricata.” ammise.
Miura allargò un po’ gli occhi, ma fu solo un attimo -Maki vide che cercava di rimanere composto anche se era evidente che la notizia lo aveva scioccato.
“E’ stato uno shock anche per me.” mormorò. “Ero convinta di essere un po’ più che la sua migliore amica…”
Si passò il fazzoletto sul viso e scalciò, imbronciata.
“Oh, insomma, lo sai no? Io e Nagumo stiamo sempre insieme! Chiunque avrebbe pensato… invece no. Mi ha scaricata alla grande.” si lamentò.
Miura sorrise, comprensivo. “Su, tesoro, calmati. Non devi arrenderti così facilmente… Se lui ti piace davvero allora devi continuare a combattere.” La incoraggiò.
Maki scosse il capo. “Miura… a lui piace Suzuno. Suzuno, capisci? Se fosse stato innamorato di una ragazza, allora sì che avrei combattuto… Ma se a lui piace un maschio, non posso fare altro che arrendermi…”
S’interruppe perché la voce le si era incrinata e le lacrime avevano ripreso ad inondarle il volto, e si premette di nuovo il fazzoletto sporco sugli occhi.
“Scusami, devo sembrare patetica…” pigolò, fra i singhiozzi.
Miura, che era rimasto in silenzio ad ascoltarla, le prese la mano fra le sue.
“Ma no. Stai reagendo in modo perfettamente normale.” Sospirò. “Sai, so come ci si sente… anche io sono innamorato da tanto tempo di una persona che non mi ricambia.”
Maki lo guardò sorpresa. “Davvero?”
“Davvero.” Miura sorrise, malinconico. “Su, ora datti un po’ di contegno. Stanno arrivando gli altri…”
Maki si voltò, spaventata. Miura aveva ragione; la musica si era fermata e il buffet era stato allestito, per cui fiotti di gente, compresi i ragazzi del Sun Garden, uscivano dal locale e venivano verso di loro.
“Oh no, oh no.” piagnucolò Maki coprendosi il volto con le mani. “C’è anche Nagumo! Dannazione.”
Miura non sapeva cosa dirle ancora per rassicurarla. Gettò uno sguardo intorno a sé, esasperato.
“Ti serve qualcosa per distrarti… devi fargli vedere che non te ne frega niente.” disse.
Maki annuì. “Ma cosa faccio?” chiese disperata. Miura si morse il labbro, poi s’illuminò.
“Mi è venuta un’idea…” mormorò. Il suo sorriso si allargò, aveva un strana luce nello sguardo.
Si alzò e le afferrò le mani, invitandola a fare lo stesso.
“Da quanto tempo è che non fai qualcosa di pazzesco?” esclamò.
Maki lo guardò confusa, ma Miura sembrava sicuro di sé. “Allora… ti va di farlo?” chiese.
La ragazza seguì il suo sguardo e finalmente capì a cosa si stava riferendo l’altro; il sorriso tornò ad illuminarle il volto, le guance le si accesero di rosso vivo e prese a tremare per l’emozione.
“Sì.” sussurrò, eccitata. “Facciamolo.”
Miura non aspettava altro.
“Fate laaaaargoooooo!” Il ragazzo lanciò un grido belluino e i due, insieme e mano nella mano, cominciarono a correre verso la piscina; arrivati al bordo, Miura la lasciò andare, ma solo per spiccare un salto e fare un capriola in aria prima di toccare l’acqua.
Maki si tuffò insieme a lui, tirando le ginocchia al petto; il vestito di tulle svolazzò per alcuni secondi e l’aria fredda le colpì le gambe nude, poi tutto il suo corpo si immerse nell’acqua. Toccò il fondo con la punta delle ballerine e si diede lo slancio per riemergere, gettando il capo all’indietro e prendendo una larga boccata d’aria. L’acqua rinfrescante la fece subito sentire più sollevata: oltre ad aver lavato via quel che rimaneva del trucco, aveva spazzato via anche la tristezza.
Si girò verso Miura per ringraziarlo, ma lui la anticipò con un sorriso che le fece capire che non servivano parole. I ragazzi intanto si accalcavano a bordo vasca per capire chi fossero quei due pazzi spericolati.
“Ehi, quello sì che sembra divertente!” esclamò Ai ridacchiando, mentre suo fratello la teneva ben ferma per evitare che li imitasse.
“Non ci credo…” commentò Hiroto scuotendo il capo. Midorikawa li fissava incredulo.
“Hiromu! Guarda che tu nella mia macchina conciato così non ci entri!!” minacciò il ragazzo dai capelli verdi. “Dico sul serio, te ne torni a piedi!”
“Non importa, posso anche non tornare! Resterei qui per tutta la notte!” rispose Miura ridendo.
Il ragazzo cercò di nuovo la sua mano, intrecciò le dita e sollevò le mani unite in alto, sopra la superficie dell’acqua, in modo che tutti potessero vedere. Quel contatto così saldo e caldo diede il coraggio a Maki di guardarsi intorno e osservare i volti degli altri invitati.
Rean sembrava stupita, ma non contrariata. Midorikawa continuava a fissare esasperato il suo migliore amico, probabilmente chiedendosi cosa gli passava per la testa. Intravide Nagumo che cercava di vedere meglio oltre la folla, e quando i loro occhi s’incrociarono il ragazzo dai capelli rossi abbassò il capo pieno di vergogna. Maki sorrise: lei era forte, in quel momento sentiva di possedere tutta la forza del mondo e Nagumo non poteva più farle del male.
Pensare che lei voleva solo restare sola… se ci fosse riuscita, avrebbe passato la serata peggiore della sua vita; invece Miura l’aveva trovata, e grazie a lui Maki ora stava bene.
Il suo vestito era rovinato, il trucco non c’era più e i capelli erano un disastro… ma Maki stava bene.
 
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Nelle ultime settimane non credeva di essersi mai sentita tanto sollevata.
Maki tirò un lungo sospiro e si strinse nell’asciugamano di spugna rosso che Rean le aveva fatto portare da alcuni inservienti del locale; nonostante le intenzioni di Miura di restare lì tutta la notte, dopo un po’ erano stati costretti ad uscire dall’acqua da uno dei proprietari del locale, che aveva fatto loro una bella ramanzina.
Era un po’ imbarazzata, avrebbe voluto sentirsi un po’ in colpa, ma la verità era che non riusciva a smettere di sorridere.
Nagumo e Suzuno le passarono accanto e lei gli fece distrattamente un cenno di saluto; stava cercando Miura con lo sguardo, e lo intravide Miura accanto a Midorikawa e Hiroto: i due stavano parlando e sembravano molto agitati, ma alla fine si rassegnarono e si avviarono verso il parcheggio.
Maki gli si avvicinò e gli bussò sulla spalla. “Ehi, Miura.” disse, piano.
Il ragazzo si voltò, era anche lui avvolto in un asciugamano di spugna.
“Allora, Midorikawa ti farà salire in auto o vai a piedi?” scherzò la ragazza.
Miura scrollò le spalle; aveva fra le mani la cravatta per strizzarla e la giacca appoggiata al braccio, cosicché alla fine indossava solo la camicia bianca e i pantaloni neri, e gli indumenti erano tutti appiccicati alla pelle.
“Mmm, sì, credo che non mi lascerà a piedi.” rispose con un sorriso.
Rimasero un po’ in silenzio. Maki stava per ringraziarlo, ma poi si rese conto che c’era qualcos’altro che avrebbe voluto dirgli e richiamò di nuovo la sua attenzione.
“Ehi, Miura…” cominciò esitante. Lui inclinò un po’ la testa, interrogativo.
“Mm?”
“Perché hai smesso di combattere per quella persona di cui eri innamorato?” chiese Maki curiosa.
Miura la guardò sorpreso, poi scoppiò a ridere.
“Oh, beh… Io non ho mai detto di aver smesso di combattere.” disse.
Prima che Maki potesse chiedere altro, Miura si sporse in avanti e la baciò sulla guancia.
“Io sto ancora combattendo, tesoro.” sussurrò dolcemente.
Maki gli scoccò un’occhiata incredula, improvvisamente lucida e consapevole, e avvampò.
“Miura Hiromu, se non vieni immediatamente qui ti lascio a piedi, giuro!!” urlò Midorikawa da lontano.
Il ragazzo non sembrò prendere minimamente sul serio la minaccia, anzi le parole dell’amico lo fecero ridere ancora di più. “Devo andare! Ciao ciao, tesoro!” le gridò, si girò e corse verso la macchina.
Maki restò imbambolata, con le dita premute sulla guancia ancora bollente, mentre un sorriso un po’ idiota le spuntava nuovamente sul volto.
 
 
 
 

xxx
 
**Angolo dell’Autrice**

Ciaoooo. :D
Ringrazio chiunque abbia letto questa fic fino al mio angolino ^^ Mi rendete molto felice.
Avevo voglia di scrivere qualcosa di fluffoso con Miura e Maki <3
La Miura*Maki è l’OTP het a cui sono più affezionata – e anche una delle poche che mi stanno ancora in piedi, dal momento che sto facendo un gran casino, lol. La amo profondamente, e mi piace pensare di essere stata una delle prime ad averla inventata non so se può essere chiamata crack perché in fondo Miura e Maki sono conoscenti però non ci sono fanart quindi boh (?) io l'avvertimento l'ho messo lo stesso, nel dubbio :'D
Ora visto che la BanMaki è una delle coppie più amate dal fandom molti vorranno linciarmi, ma non fa niente~ Sono pienamente soddisfatta di aver scritto questa shot.

La fic è ispirata alla canzone “You found me” di Kelly Clarkson e ad un fatto veramente accaduto alla festa dei diciotto anni di una mia amica –io non li conoscevo quei due tipi, ma li ho stimati un sacco~
 
Baci,
     Roby 
   
 
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