Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Subutai Khan    04/10/2012    2 recensioni
Dopo Calcutta un certo egiziano dai capelli buffi e a cui piace il fuoco si ritrova a riflettere un po' sul passato e sul futuro. Senza troppo impegno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mohammed Avdol
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Scusi hostess, mi può portare un bicchiere d’acqua per favore? Grazie”. La ragazza mi sorride e fa un cenno affermativo con la testa.
Ah, un po’ di pace finalmente.
Mi fa strano viaggiare seduto comodamente sul sedile di un aereo. Le ultime settimane sono state un tumulto unico.
Io, il signor Joestar, Jotaro e Kakyoin, a cui poi si è aggiunto quel pagliaccio di Polnareff, siamo stati braccati come ladri dagli stand nemici. A partire dal primo pezzo in aereo, quando quella dannata zanzara iperveloce stava per massacrarci tutti.
Materializzo sul palmo della mia mano sinistra un piccolissimo Crossfire Hurricane. Il fuoco dell’ankh crepita vivido, anche se nessuno gli dà importanza. Meglio non esagerare, anche se è pur vero che la gente normale non può vedere le fiamme stand. Per quanto sia abile nel controllare Magician’s Red rimane comunque il fatto che mi sono risvegliato da poco da un coma e porto sulla fronte la cicatrice di un proiettile e sulla schiena quella di una pugnalata. Superando certi limiti rischierei di far danni e questo non mi va proprio, no.
Sono stato veramente fortunato, là a Calcutta. Pochi centimetri qui, pochi centimetri là e ti saluto Abdul. Cibo per vermi, ecco cosa sarei diventato.
Sposto un poco la fascia che mi copre la fronte, non vorrei che qualcuno notasse il mio marchio di guerra. Purtroppo non ho avuto la possibilità di rivalermi su Hol Horse, quello che mi ha sparato in testa con la sua dannata pistola stand. Ho dovuto lasciare il piacere a Polnareff e Kakyoin, impegnato com’ero a sanguinare per terra.
Mentre spengo il Crossfire Hurricane tiro fuori il mio fidato mazzo dei tarocchi con l’altra mano.
Ora che ho finalmente dieci minuti per riflettere, non essendo impelagato in scontri all’ultimo sangue con gente strana che vuole uccidermi per soldi, mi viene da pensare al fatto che tutti gli stand finora emersi, sia i nostri sia quelli dei nostri nemici, abbiano un riferimento agli arcani maggiori.
Io sono il Mago, Jotaro è la Stella, il signor Joestar è l’Eremita, Polnareff è il Carro, Kakyoin è il Gerofante e via discorrendo.
Non c’è stata nessuna scelta ponderata, né tantomeno un grande disegno divino di chissà quale mistica natura. Un po’ di casualità e senso del teatrale. Ad esempio io ho scelto di chiamare il mio stand Magician’s Red, mentre Jotaro è stato omaggiato del nome da una pescata totalmente random dal mio mazzo.
Ho un po’ di timore pensando a che arcano può essere associato lo stand di Dio. Stando a quanto mi ha raccontato il signor Joestar Dio Brando è un vampiro immortale sopravvissuto per secoli in fondo al mare dentro una bara. E ha staccato la testa dal cadavere di suo nonno per attaccarci la propria, tutto quello che rimaneva del suo corpo. Un simile nemico non va assolutamente sottovalutato.
Alla Speedwagon Foundation non hanno potuto dirci di più, quindi tutto quel che sappiamo è quanto è stato in grado di dirci il vecchio Joseph.
Il tavolino del sedile di fronte al mio viene giù e decido di fare una piccola predizione su Dio, su di noi e sul nostro viaggio verso Il Cairo.
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Bene. Sembra che il mio incontro ravvicinato del terzo tipo con la morte in India sia stato solo l’antipasto e non ne uscirò vivo. E non solo io. I presagi sono pessimi.
Inoltre pare che lo stand di Dio sia il Mondo. E questo mi fa veramente, veramente paura. Un simile essere con il potere dell’ultimo arcano... brrrrrrr.
Oh beh, non è che ci aspettassimo una passeggiata di salute quando ci siamo imbarcati in questa impresa. Spero di non essere l’unico ad aver tenuto i piedi ben poggiati per terra.
Certo che è brutto essere un preveggente che non sbaglia mai. Fossi stato un ciarlatano avrei potuto dire “massì, non sono capace a fare questa cosa, sono tutte balle”. E invece no.
Studio la ventunesima carta cercando di cogliere qualche indizio che possa farmi intuire verso cosa stiamo andando incontro. Fallendo. Una donna quasi nuda con due bastoni per mano non mi fa capire granché.
Beh, in questo esatto momento non vale la pena crucciarsi per eventi futuri. Quel che deve accadere accadrà. L’unica cosa è che spero i Joestar riescano a sconfiggere la maledizione che affligge la loro famiglia da sin troppo tempo e che possano sopravvivere per godere della vittoria.
Mi rilasso chiudendo gli occhi e distendendomi quanto posso. Fra qualche ora atterreremo a Riyadh e da lì dovrò poi muovermi verso l’isola deserta prescelta per la riunione con gli altri. Polnareff sarà contento di vedermi e, questo lo posso dire senza i miei poteri di previsione, ci rimarrà male quando scoprirà che era l’unico a non sapere che sono ancora vivo.
Piccolo francese testa calda, un po’ mi sei mancato. Non troppo.
   
 
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