Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Artemisia17    04/10/2012    1 recensioni
Le abitudini sono sgradevoli, i nemici possono usarle contro di te.
Le abitudini sono rassicuranti perchè ti fanno credere che tutto stia andando bene, quando sei perfettamente conscio che non è così.
Le abitudini sono parte integrante dell'umanità.
Tommen, Jaime, Tyrion, Cersei, Jon, Arya. Tutti loro le hanno. Volete conoscerle?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tommen era un bambino semplice. A differenza del sadico e viziato fratello, si accontentava di poco.
Aveva un bella moglie, ma soprattutto simpatica, che lo faceva giocare ogni volta che voleva.
Ser Loras gli stava insegnando a combattere come un vero cavaliere.
Sua madre si preoccupava di tutte le pressanti questioni di governo.
Il bambino era soddisfatto della sua vita. C’era solo un piccolo neo in tutto ciò. Da qualche tempo suo zio ser Kevan Lannister non gli faceva più apporre i sigilli reali. Qualche giorno prima lo aveva preso per le spalle, guardato negli occhi e spiegato che i sigilli reali erano molto importanti.
Tommen era d’accordo con ogni singola sillaba dello zio. Dopo aver pazientemente ascoltato la litania del cavaliere, aveva cortesemente chiesto di essere portato dal Concilio Ristretto per firmare dei documenti. Il Primo Cavaliere si era fatto scuro in volto.
Tommen era sempre stato il più piccolo della nidiata di Cersei, nonché quello meno amato.
Joffrey, con la sua arroganza e malignità, era sempre stato il preferito della madre. Tutti i più bei giocattoli, armi, cavalli, andavano sempre a lui. Tommen non l’aveva mai potuto sopportare. Ma amava la sorella maggiore, Myrcella. Era bella, dolce e delicata, tutti la amavano. Per cui, davanti a due fratelli così, il più piccolo era sempre stato messo da parte. Durante il regno del fratello, il bambino aveva notato che Joffrey non prestava molta attenzione, a dirla tutta non prestava nessuna attenzione al governo del regno mentre questo andava in rovina.
Così aveva segretamente pensato che firmare qualche foglio non sarebbe poi stato così male.
Certo, gli piaceva imprimere il suo anello nella ceralacca fresca, vedere la cera rossa fuoriuscire dai limiti come del sangue da una ferita, sentire la cedevolezza sotto il suo pugnetto chiuso di bambino.
E pensare che quell’azione così piacevole e divertente aiutava qualche suo suddito in difficolta, lo faceva stare bene.
Ormai era diventata un’abitudine.

Eccomi qui. Mi è piaciuto pensare che anche loro hanno, o avevano a seconda dei personaggi, delle abitudini. In questo racconto ho cercato di immaginare il motivo della mania di Tommen. Ne arriveranno molti altri. Buona lettura a tutti! E mi raccomando: recensite!
  
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