Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Shizue Asahi    04/10/2012    4 recensioni
-E’ tuo?- gli chiese, con voce cantilenante, allungando le mani verso di lui.
Neville vide gli occhi sporgenti e la pelle lucida a bitorzoluta di Oscar e saltò in piedi.
-Oscar!- esclamò sorpreso e Luna lasciò che il rospo gli saltasse addosso. Neville gli carezzò la testa e Oscar emise un basso gracidio di apprezzamento, prima di infilarglisi nel taschino del maglione.
Luna li osservò, con gli occhi aperti all’inverosimile e i capelli che le ricadevano scomposti sulle spalle, annodandosi con le catenine che portava al collo.
-Grazie.- farfugliò il Grifondoro, grato. –Dove l’hai trovato?- chiese subito dopo.
Luna inclinò la testa verso sinistra e schiuse le labbra in un piccolo ovale.
-Oh, era in Sala Grande, Patty Tacher l’ha trovato nei suoi fiocchi d’avena.- fece una piccola pausa, avvicinando la punta del naso al taschino dove c’era Oscar. –E’ un ottimo conversatore, una volta ripulito dall’avena. Interessato ai Nargilli.- concluse ed Oscar gracidò una seconda volta, come per confermare quanto appena detto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nickname: Shizue Asahi
Titolo: Di ravanelli ed erbamenta
Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Pairing: Neville/Luna
Lista: A
Rating: Verde
Genere: Slice of live, Romantico, Fluff
Avvertimenti: Missing Moments,
NdA: Ho modificato alcune cose presenti nel libro, per far quadrare tutto. “Erbamenta” è volutamente scritto tutto attaccato.

 

 

Di ravanelli ed erbamenta

 

 

Hogwarts, 12 novembre 1992

 

Un sottile strato di brina ricopriva i vetri delle ampie finestre, rendendo la vista del paesaggio sfuocata e un po’ fiabesca. Era una domenica particolarmente fredda e gli studenti di Hogwarts si erano rintanati nelle proprie Sale Comuni, giocando agli scacchi dei maghi o ancora sommersi tra le coperte dei loro letti. Solo pochi si aggiravano per il castello, diretti verso la biblioteca o il campo di Quidditch. Qualcuno si era attardato nella Sala Grande, da cui proveniva un allegro vociare.
Neville incespicò nei propri piedi e per poco non cadde su una delle armature del primo piano. Una donna, stretta in una pelliccia vaporosa e con un ridicolo cappello, non riuscì a trattenere un risolino divertito e fu costretta a nascondersi dietro la cornice del suo quadro, per non perdere il poco contegno che le rimaneva. Dalla parte opposta della parete, tre uomini coi colletti inamidati borbottarono nervosamente e lanciarono un’occhiataccia a Neville, che si affrettò ad allontanarsi.
-Oscar?- chiamò il Grifondoro, con una nota di imbarazzo nella voce. Quando fu abbastanza lontano dai quadri, si piegò sulle ginocchia, avvicinando la testa a una fessura della parete. -Oscar?- ripeté speranzoso.
Un grosso ragno peloso uscì dalla crepa, osservò con gli otto piccoli occhi il viso paffuto di Neville, per poi dileguarsi rapidamente.
Il bambino si ritirò su e percorse il corridoio del primo piano trascinando i piedi, con la cravatta della divisa che ciondolava a ogni suo movimento e il naso arrossato per il freddo.
Si lasciò cadere su uno dei primi gradini delle scale che portavano al secondo piano, sperando che queste non decidessero di cambiare proprio in quel momento.
Si strinse qualche ciocca di capelli tra le dita intirizzite, chiamando ancora, con voce fievole, Oscar, ma questo non si fece avanti. Si imbronciò, sospirando. Un giorno avrebbe scoperto dove caspita finisse, quel rospo!
Un gruppo di Corvonero del primo anno gli passò vicino, risalendo le scale. Neville arrossì, intravedendo un paio di gonne ondeggiare e si coprì gli occhi con i palmi delle mani. Li scostò solo quando avvertì qualcosa solleticargli la nuca.
Riaprì gli occhi e un ammasso color paglia gli bloccò la visuale. Un ricciolo biondo gli sfiorò il naso, costringendolo ad arricciarlo.
Sollevò il viso, incontrando un paio di occhi color pastello. Luna Lovegood gli sorrise e agli angoli della bocca le si formarono due deliziose fossette.
-E’ tuo?- gli chiese, con voce cantilenante, allungando le mani verso di lui.
Neville vide gli occhi sporgenti e la pelle lucida a bitorzoluta di Oscar e saltò in piedi.
-Oscar!- esclamò sorpreso e Luna lasciò che il rospo gli saltasse addosso.  Neville gli carezzò la testa e Oscar emise un basso gracidio di apprezzamento, prima di infilarglisi nel taschino del maglione.
Luna li osservò, con gli occhi aperti all’inverosimile e i capelli che le ricadevano scomposti sulle spalle, annodandosi con le catenine che portava al collo.
-Grazie.- farfugliò il Grifondoro, grato. –Dove l’hai trovato?- chiese subito dopo.
Luna inclinò la testa verso sinistra e schiuse le labbra in un piccolo ovale.
-Oh, era in Sala Grande, Patty Tacher l’ha trovato nei suoi fiocchi d’avena.- fece una piccola pausa, avvicinando la punta del naso al taschino dove c’era Oscar. –E’ un ottimo conversatore, una volta ripulito dall’avena. Interessato ai Nargilli.- concluse sorridente, per poi ritornare dritta. Intravide con la coda dell’occhio le orecchie di Neville, completamente rosse per l’imbarazzo, prima che Oscar emettesse un secondo gracidio, come per confermare quanto appena detto.
Luna rise, annuendo convinta e a Neville iniziarono a colorarsi anche le guance.
Il Grifondoro fece per aggiungere qualcosa, ma una ragazzina bassa e grassottella strattonò Luna, borbottandole qualcosa all’orecchio, prima di trascinarla via.
La bambina ebbe appena il tempo di allungare il braccio e agitare la mano verso Neville, in segno di saluto.
Oscar gracidò ancora, contrariato.

 

 

Hogwarts, 18 gennaio 1994

 

La neve gli arrivava fino alle caviglie, impacciandolo nei movimenti. Poco più avanti alcuni suoi compagni di Casa si affrettavano a raggiungere il castello, intirizziti, stretti nei propri cappotti, con le sciarpe che ondeggiavano a ogni  movimento e i cappelli di lana che assumevano pose bizzarre in cima alle loro teste.
Neville sospirò, avvertendo Oscar agitarsi nella tasca interna del suo cappotto, al sicuro e al caldo.
Ebbe un brutto presentimento quando intravide con la coda dell’occhio Padma Patil e Calì Patil arrancare nella neve, cercando di raggiungere Hogwarts più in fretta possibile e, istintivamente, anche lui affrettò il passo, imitandole.
Quando una palla di neve gli sfiorò una guancia, ebbe la conferma dei suoi timori e per qualche secondo fu incerto sul buttarsi lui stesso nella neve, per evitare dolorosi colpi, o continuare una fuga disperata verso il castello. Quei secondi gli furono fatali: una seconda palla di neve lo colpì alla testa, facendolo cadere a faccia in giù. Oscar emise un gracidio di protesta, ritrovandosi quasi schiacciato.
Seamus e Dean risero, rotolandosi nella neve e Neville riuscì a rimettersi in piedi prima che qualcuno tentasse nuovamente di colpirlo. Questa volta fu abbastanza rapido da schivare la palla di neve, ma cadde all’indietro. Un paio di ragazzine, che, come lui, cercavano di raggiungere il castello, emisero dei gridolini, cercando di non venir trascinate giù e una per poco non lo strangolò, nel tentativo di liberare il proprio piede dalla sciarpa di Neville.
Il Grifondoro si ritrovò a pancia in su, con la punta delle orecchie che sfiorava la neve gelida. Poco lontano da lui la battagli continuava e quando sentì le grida di Calì capì che lei e la sua amica non erano state abbastanza rapide.
A un soffio dalla sua testa si fermarono un paio di stivali colorati, da cui facevano capolino delle pesanti calze verdi. Non ebbe bisogno di chiedersi chi fosse. Quando i lunghi capelli gli sfiorarono le guance, riconobbe il profumo di ravanello ed erbamenta che emanavano, ancora prima di vedere il viso di Luna.
La Corvonero inarcò le sopraccigli sottili e una piccola ruga le solcò la fronte candida.
-Che stai facendo, Neville?- domandò, con gli occhi acquosi e il naso arrossato per i freddo.
Neville boccheggiò ed ebbe l’impressione che la sciarpa lo stesse ancora strangolando.
-Sono stato colpito.- spiegò dopo svariati secondi.
Luna, allora, osservò alcuni Grifondoro che si davano battaglia a colpi di palle da neve. –Oh.- esclamò, come se si fosse appena resa conto di qualcosa di stupefacente, che si stava svolgendo proprio sotto il suo naso.
-Quindi sei morto?- continuò, punzecchiandogli il braccio con un dito. -Non si direbbe.-
Neville sbiancò quando qualcosa di inconfondibilmente bianco le colpì una spalla.
Luna lo osservò perplessa. –Sono morta anche io, ora?-
-A quanto pare sì.- balbettò Neville, ancora disteso a pancia in su.
La Corvonero, allora, si lasciò cadere a peso morto nella neve, a faccia in giù, e i capelli le si riversarono sulla schiena.
Neville le sfiorò una mano come a volerle chiedere se stesse bene e Luna agitò il viso nella neve, in risposta.
Aspettarono un po’, infreddoliti, osservando i combattenti che man mano si arrendevano al freddo e si ritiravano, diretti verso i camini delle loro Sale Comuni. Quando anche Seamus e Dean smisero di colpirsi, Neville tirò un sospiro di sollievo e Luna rise.
-Sei uno strano Grifondoro!- affermò, rigirandosi a pancia in su. Spalancò braccia e gambe e iniziò ad agitarle freneticamente.
Quando Neville si rimise in piedi, la osservò stranito. -Che stai facendo?- le chiese.
-Un angelo di neve.- rispose pronta, agitando per un’ultima volta le braccia.
Neville la aiutò a tirarsi su, afferrandole le mani guantate.  
Osservò la sagoma indefinita e buffa ai suoi piedi e poi Luna. La neve le era rimasta tra i capelli, il viso le si era colorato per il freddo e il cappello le premeva sulle orecchie, schiacciandole in una posa innaturale, rendendole simili a quelle di un elfo domestico.
-Ti piace?- gli domandò con lo sguardo perso nel vuoto.
-Sì, è molto bello.- dichiarò, farfugliando. –Andiamo, però.-
Si avviarono verso il castello e per tutto il tragitto Neville si chiese che caspita fosse un angelo.

 

 

Hogwarts, 30 settembre 1995

 

I tappi di Burrobirra, che componevano la sua collana, le sfioravano il collo e la pelle del petto, andandosi a nascondere sotto la stoffa del colletto inamidato. I capelli biondo sporco le ricadevano su una spalla, in una voluminosa treccia e numerose ciocche le sfioravano il viso. Gli occhi tondi erano persi nel vuoto e Neville si sentì particolarmente a disagio e in colpa, mentre la osservava.
-Come fai?- le chiese a un tratto e Luna parve riscuotersi. Appoggiò il Cavillo sul ripiano del tavolo e osservò il Grifondoro stralunata.
-Oh, ciao, Neville.- gli concesse dopo qualche secondo, spostandosi una ciocca bionda dagli occhi. –A fare cosa?- riprese subito dopo.
Neville le sorrise impacciato, rigirandosi tra le mani il vaso della Mimbulus Mimbletonia.
-A leggere al contrario.- rispose, indicando il Cavillo.
Luna socchiuse le labbra in un’espressione più sorpresa del solito. –E’ più facile di quanto sembri.- asserì, per poi portare l’attenzione sulla pianta che Neville aveva tra le mani.
-Cos’è?- chiese, avvicinando il viso al vaso.
-E’ una Mimbulus Mimbletonia, me l’ha regalata mio zio.- precisò e Luna lo trovò particolarmente divertente.
-Hai cambiato voce e sei diventato più alto.- osservò Luna, dopo qualche secondo.  –Che cosa fa?-
-Per difendersi dai nemici emette la Puzzalinfa, ecco, guarda.- recuperò una piuma dalla borsa e punzecchiò la Mimbulus Mimbletonia.
Un getto di Puzzalinfa li colpì entrambi e Neville divenne rosso fino alle orecchie, mentre Luna si toccava il viso sporco e i capelli improvvisamente collosi.
-Beh, darebbe del filo da torcere ai Nargilli.- disse con tono pacato, prima di riprendere la lettura di un articolo particolarmente interessante sul Cavillo.

 

 

Hogwarts, 13 dicembre 1996

 

La Guferia non era mai stata facile da raggiungere, soprattutto d’inverno. La scala a chiocciola che risaliva la Torre Nord, fino a raggiungerla, era impervia, una serie infinita di scalini che si ghiacciavano e nessuno si prendeva mai la briga di togliere il ghiaccio. Neville pensava che fosse un compito del custode, ma non gli sarebbe mai saltato in mente di andarlo a dire a Gazza. In ogni caso non gli era mai dispiaciuto andarci, soprattutto quando, l’anno prima, aveva trovato una piccola scritta, nascosta dietro il trespolo di un barbagianni particolarmente scontroso. Nel legno di una delle imposte erano incisi i nomi dei suoi genitori, con uno scarabocchi simile a quei disegnini che Romilda Vane lasciava scivolare nelle tasche di Harry, ogni qualvolta le capitava di incrociarlo nei corridoi o a lezione.
Osservò i capelli di Luna dondolarle sulla schiena, seguendo i suoi movimenti. A Neville piaceva molto guardarli, piaceva molto Luna in generale e quando se l’era vista saltellare nella propria direzione ne era stato più che felice, quasi quanto lo era di accompagnarla a far visita a Nagisto, il suo gufo.
-Sta nevicando.- constatò la Corvonero, fermandosi all’altezza di una delle finestre che si alternavano per tutta la lunghezza sella torre.
Socchiuse le labbra in un sorriso radioso. –Mi piace la neve.- aggiunse poco dopo, annodandosi una ciocca particolarmente arruffata al dito guantato.
Neville si trovava un gradino più in basso rispetto a Luna e la superava in ogni caso di un paio di centimetri. Aveva il collo avvolto in una sciarpa con i colori della sua Casa e un cappello troppo grande calato sulle orecchie.
Quando la strattonò nella propria direzione, per poco non caddero entrambi per il tornante delle scale. A Luna sfuggì una piccola esclamazione di stupore e Neville, preso dal panico, schiaccio il proprio naso contro quello di lei, per poi arrossire vistosamente. Tentò di nuovo e pensò che era bello, anche se gli faceva male il naso e le labbra di Luna erano umide e non smettevano di agitarsi.
Quando la lasciò andare cadde il silenzio e lei lo osservò dubbiosa, studiandogli la curva del naso arrossato, le sopracciglia scure e gli occhi bassi. E poi rise e  Neville per poco non scivolò per terra, colto da un improvviso sollievo.
Luna si protese in avanti, poggiando le proprie labbra sulla punta del naso di Neville.
-Nagisto non sarò contento, sai? E’ un tipo geloso.- disse pacata, riprendendo a salire le scale.
Neville rimase interdetto per qualche secondo, mentre i capelli di Luna ricominciavano a dondolare.
-Potremmo fare un angelo di neve.- suggerì, rimanendo ancora al proprio posto. Gli piaceva vedere Luna camminare.

 

 

Hogwarts, 2 maggio 1998

 

Un cumulo di macerie si ergeva in bilico, minacciando di crollare da un momento all’altro. E per poco non cadde anche lui, quando Luna gli si avventò addosso, stringendolo spasmodicamente. I capelli arruffati, ricoperti di polvere, le nascondevano il viso. Qua e là facevano capolino delle macchie di sangue e i vestiti erano laceri in più punti. Neville la scostò un po’ da sé e le sorrise. Il tepore di quel corpo gli era familiare, era rassicurante e il profumo di ravanelli ed erbamenta era rimasto invariato, constatò, tuffando il viso tra i capelli di Luna. E poi cadde, le gambe gli cedettero, ma Luna lo sostenne.

 

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shizue Asahi