My Best Friend

Accadde un pomeriggio d’estate.
La lontananza mi stava uccidendo; la distanza che mi impediva di vedere il mio migliore amico stava diventando un ostacolo insormontabile.
Erano passati due mesi da quando era dovuto partire per il suo nuovo tour e solo ora capivo quanto potessi tenere a lui.
È proprio vero che non ci si rende conto di ciò che si ha finché non lo si perde.
Ma io non l’avevo perso; era questo quello che continuavo a ripetere a me stessa: un giorno lui sarebbe tornato, ne ero sicura.
Quel pomeriggio però dovetti farmi forza; perché qualcosa,quel pomeriggio, scatenò la mia preoccupazione.
Al telegiornale avevano appena annunciato il peggioramento delle condizioni fisiche dell’idolo delle teen-agers Justin Bieber e a quelle parole il mio cuore aveva perso un battito.
Non poteva essere lui. Non poteva essere vero.
Subito mi venne l’istinto di chiamarlo: presi il telefono e digitai il numero che lui stesso mi aveva dato; attesi quegli interminabili secondi con l’ansia che pian piano s’impossessava del mio corpo…niente.
Squilli a vuoto, nessuna risposta.
Mi lasciai sprofondare sul letto e, con lo sguardo fuori dalla finestra, cercai di non pensare.
Iniziai ad osservare la gente in strada, persona per persona: la signora anziana a spasso con il suo cane, l’uomo d’affari in giacca e cravatta, i bambini che uscivano da scuola… tutti sembravano vivere nell’inconsapevolezza, nella serenità.
Decisi di distogliere lo sguardo, ma immediatamente prima qualcosa attirò la mia attenzione: una figura familiare camminava sul marciapiede.
In un attimo fu come se fossi stata catapultata in un sogno; un bellissimo ed inverosimile sogno.
Non ci pensai due volte; non attesi un minuto di più: di fretta spalancai la finestra e mi sporsi, iniziando ad urlare il suo nome.
Per un momento temetti di essermi sbagliata e di stare veramente solo sognando.
Ma non appena incontrai i suoi occhi capii di stare vivendo la realtà e un sorriso illuminò il mio viso.
Anche lui sorrise da lontano; si precipitò in strada e poi davanti alla mia porta.
Ero così felice di vederlo.
Non gli diedi il tempo di varcare la soglia che mi nascosi tra le sue braccia, finalmente serena.
Nessuno dei due parlò finché non sciogliemmo l’abbraccio.
A quel punto Justin, il mio migliore amico, fece qualcosa che non mi sarei mai immaginata; qualcosa che avrebbe segnato quel giorno per sempre e che prese posto nella mia vita come un ricordo indelebile e meraviglioso.
-Ti amo- disse.
Due semplici parole. Una breve frase. Un enorme significato.
Sul momento credetti di aver sentito male e per poco non scoppiai a ridere.
Guardai i suoi occhi e la sua espressione: non scherzava. E come avrebbe potuto? Come si potrebbe scherzare su una cosa come l’amore?
Istantaneamente mi pentii di aver dubitato della sua sincerità e volli sprofondare.
Perché mi stavo comportando così?
Non ebbi il tempo di ragionarci poiché sentii la sua mano calda a contatto con il mio viso e la sua voce ripetere quella frase, stavolta più sussurrata, più dolce.
Questo bastò a convincermi.
Non avevo mai fatto bene attenzione ai miei sentimenti; non mi ero mai posta il problema che questi avrebbero potuto trasformarsi in qualcosa di più forte e intenso.
Non avevo mai pensato a tutto questo, eppure in quel momento mi sembrò la cosa più naturale del mondo.
Perché in fondo era questo ciò che volevo; era questo che desideravo da un’infinità di tempo, senza saperlo.
Io amavo Justin; io amavo il mio migliore amico, e lui amava me.
Tornando alla realtà mi accorsi di non avergli ancora dato una risposta.
Presi coraggio e, proprio come avevo fatto poco prima, decisi di non pensarci due volte: seguii l’istinto.
Con un rapido movimento mi avvicinai a lui; allungai una mano e gli lasciai una carezza sul viso mentre le mie labbra cercarono il contatto con le sue.
La sua risposta fu rapida: lasciò scivolare le sue mani lungo i miei fianchi e approfondì il bacio, mantenendo la dolcezza e la sensualità di quel gesto.
Giocai a lungo con la sua lingua e lui fece lo stesso, finché non fummo costretti a staccarci per riprendere fiato.
Finalmente riuscii a specchiarmi nei suoi occhi color nocciola senza dover pensare a cosa dire o a cosa fare: tutto quello di cui avevo bisogno ora era lì davanti a me.

SO…BASICALLY

Helloooo! Come state?
Mentre io iniziavo la scuola, la mia ispirazione ha pensato bene di rimanere in vacanza (?)
Si è vero avete ragione, questa os fa pena.
Non vi do torto se state pensando che assomiglia molto a quella precedente (Memories Of Loving You) perché è vero.
Vi giuro che non l’ho fatto apposta e quando me ne sono accorta…l’ho voluta pubblicare lo stesso. (perchèèèèè????!!!)
Comunque, vi ricordate quando vi avevo spiegato che la maggior parte delle storie che avrei scritto sarebbero state prese dai miei “film mentali”/ sogni? Ecco, questa è tratta da un meraviglioso sogno fatto due sere fa.
Vi starete chiedendo: perché Justin? La Michela è una Directioner!
Bella domanda! xD non lo so nemmeno io! Diciamo che da qualche tempo mi sto appassionando anche a Justin Bieber. Mi piacciono un sacco le sue canzoni…e poi, beh dovete ammettere che NON è per niente male! xD
Forse dovrei farmi qualche filmetto mentale anche su Conor Maynard…magari ne uscirebbe un’altra one shot… O.o
Ok la smetto.
Anyway, quest’ultima storia fa schifo, lo abbiamo capito, quindi se avete voglia di soffermarvi e sacrificare cinque minuti del vostro tempo per leggerla vi ringrazio infinitamente. Siete fantastici/che!
Love you