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Autore: Beautiful Lie    04/10/2012    2 recensioni
Gli direi che il modo in cui suona mi tiene compagnia tutto il giorno, che non dovrei essere così contento di vederlo appoggiato all’ultimo lampione della strada con l’archetto tra le dita intirizzite e la giacca troppo leggera già spruzzata di neve.
Perché questo è quello che viene fuori quando qualcuno mi chiede di scrivere storie su palloncini e cioccolata calda. Scommette, più che altro. Se vi va, lasciate una traccia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Collezione di rumori
When all have left me
And hope has disappeared
You'll find me here.

 

Quando sprofondo tra le braccia della poltrona non posso fare a meno di sussultare. È strano che sia spaventato dallo sbuffo di un oggetto così innocuo, io che passo gran parte della mia vita cercando di ignorare le urla provenienti dal soggiorno. Forse è per questo che sono i suoni più impercettibili a rimbombarmi nella testa: un singhiozzo, un bicchiere frantumato, il ticchettio dell’orologio. È quando tutti questi piccoli rumori mi sembrano impossibili da sopportare che apro la finestra e appoggio la tazza di ceramica sul davanzale. C’è un uomo con un buco nella giacca, suona il violino.
Un giorno o l’altro vorrei trovare il coraggio di farmi raccontare la sua storia, di come è finito nei dintorni di Regent’s Park. Lui sorriderebbe come fa ogni volta che qualcuno lascia tintinnare poche sterline all’interno della custodia e mi risponderebbe che lavorava in un circo, che gli piaceva tanto fare palloncini ai bambini e la sua forma preferita era quella di un aereo, perché così avrebbero potuto volare via anche se non erano stati gonfiati abbastanza.
Gli direi che il modo in cui suona mi tiene compagnia tutto il giorno, che non dovrei essere così contento di vederlo appoggiato all’ultimo lampione della strada con l’archetto tra le dita intirizzite e la giacca troppo leggera già spruzzata di neve.
Rabbrividisco al primo soffio di vento che oltre al fumo della cioccolata porta via anche la sensazione di oblio che mi impedisce di impazzire. So che se accostassi la finestra invece di chiuderla riuscirei quasi a sentire le ultime note della melodia, ma io preferisco sempre lasciarle in sospeso. Se la tazza non fosse ormai così fredda gliela porterei di certo.
«La prossima volta,» mi dico. Ed è strano come io ci creda davvero.


 
Note più o meno inutili:
Qualcuno mi ha sfidata a scriverla, perciò eccomi qui. È il frutto di un’ora di lavoro, quindi non molto considerando che sono più lenta di una lumaca zoppa. Gli oggetti che dovevo usare erano: lampione, palloncino, cioccolata calda, aereo, Londra, neve. In prima persona presente. (Un incubo, insomma.) Dovreste andare anche voi a bere la cioccolata calda appoggiati al davanzale. È bello, ne sono sicura nonostante non l’abbia mai fatto. (?) Grazie mille per la lettura! ♥

  
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