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Autore: Walpurgisnacht    05/10/2012    4 recensioni
Nerima è un paese diverso dopo Secrets. Incontrato gente, fatto cose, visto posti, rotto equilibri. Poi un ragazzotto con la bandana e il senso dell'orientamento di un opossum morto torna dopo un anno.
Avete preparato l'armatura per difendervi, vero?
[EIP fra _Mana e Kaos, seguito di Secrets of the Heart Split in Two]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La situazione lo aveva gettato nell'ansia e nello sconforto.
Che tu sia dannato, Ryoga Hibiki!
Mentre mirava al calendario sulla parete con gli shuriken, immaginandovi impressa la faccia di Ryoga in un improvvisato tiro al bersaglio, Konatsu passò in rassegna le possibilità che aveva per poter migliorare la sua situazione... e non erano poi molte.
Rapire la signorina Ukyo?
Uccidere Hibiki?
No, in effetti non erano molte. E soprattutto, erano pessime idee. Sapeva che erano pensieri dovuti solo al nervosisimo, quindi mise da parte gli shuriken e cercò di rilassarsi, controllando la resipirazione.
"E' permesso?"
Una voce conoscente proveniente dal piano di sotto lo distolse dalla meditazione. Curioso, tornò ad acquattarsi vicino alle scale, chiedendo mentalmente perdono ad Ukyo per questo suo continuo origliare.

"Akane?"
"Scusa se piombo qui senza neanche averti avvisata ma... dopo quanto è successo, volevo sapere come stavi."
"No, figurati. Non disturbi mai. È che, come noterai da te, al momento non sono esattamente presentabile" fece la padrona di casa cercando di riassestarsi un attimo.
"Lo vedo" rispose Akane ridacchiando.
"Uuuuuh. Lingua lunga come sempre, tu".
"Sai com'è" continuò la più giovane delle Tendo avviandosi verso il bancone, dove poi si sedette "mi sembrava potessi aver bisogno di una mano date le condizioni in cui stavi versando".
Lingua lunga, irrispettosa e senza filtro.
"Posso prepararti qualcosa?".
"No grazie, mi sono già ingozzata a sufficienza prima".
"E gli altri?".
"Ranma è a casa e per quanto riguarda i cinesi... boh. Non sono la loro balia. E adesso basta con le divagazioni, cara la mia Kuonji. Quale tornado si è abbattuto sulla tua testa per ridurti così? Sembravi reduce da una serie di colpi apoplettici".
Ukyo alzò le braccia, quasi a commentare silenziosamente la sfortuna nei riguardi della gente che frequentava. Come per dire "ma guarda tu che brutta gente che entra nel mio ristorante", per capirsi. Si versò un altro bicchiere di sakè e ne offrì uno ad Akane che, inusualmente, accettò.
"Non penso che lo berrò, comunque. Era solo per non essere scortese".
"Figurati, per quel che conta. Che è successo, eh? Niente. Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa? Cosa ti fa pensare che quel demente di Ryoga mi abbia invitata fuori precisando che non lo fa per causarti gelosia?".
"... oh" fu l'intelligente commento di Akane, spiazzata dalla cosa. "E tu?".
"Io? Non lo so. E' la situazione più assurda in cui mi sono trovata da parecchio tempo a questa parte... forse perchè sono sempre stata abituata a correre dietro al ragazzo che amavo, e non ad avere spasimanti alle costole..."
"Si, è una gran rottura" commentò Akane, avvezza ad avere spasimanti piuttosto insistenti e fastidiosi, mentre annusava dubbiosa il suo sakè.
"Che cosa dovrei fare, secondo te?" chiese Ukyo, sbuffando.
"Accetta."
"Akane... sii seria, per favore."
"Ma sono seria!" insistette "Davvero, che male c'è se esci con Ryoga? Con Konatsu non è andata, ok, ed è tempo di guardare avanti. E poi Ryoga è carino, ed è un bravo ragazzo..."
Ukyo si trattenne dal raccontarle l'iniziale reazione di Ryoga, giusto per non distruggere l'immagine idilliaca che aveva di lui.
"Non lo so Akane, davvero... è un situazione troppo strana. E poi, mi dispiacerebbe per Konatsu..."
"Ma non puoi passare la vita a dispiacerti per lui, prima o poi dovrai andare avanti e lui dovrà farsene una ragione!"
Ukyo sbuffò, indecisa sul da farsi. Che avesse ragione lei?
"Non è che tu abbia tutti i torti, in effetti..." si trovò a considerare guardando il proprio bicchiere colmo fino all'orlo. Poi lo afferrò e se lo sgolò tutto d'un fiato, di fronte allo stupefatto sguardo di Akane.
"Ehi. Non ti facevo così avvezza all'alcool".
L'altra scrollò le spalle, noncurante. Nell'ultimo periodo aveva scoperto che quel sakè, proveniente da Okinawa, le piaceva davvero molto e si era ritrovata in più di un'occasione a berlo, spesso e volentieri da sola. Ma si era accorta, durante la precedente chiacchierata con Ryoga, che era più piacevole ubriacarsi in compagnia.
"Perché non mi fai compagnia? Dai, un bicchierino non ha mai ucciso nessuno" disse melliflua, cercando di convincere la sua riottosa amica. La quale, più per spirito di solidarietà che per vera voglia di assaggiare, decise di accontentarla e tracannò.
"Ma... ma questo sakè è eccellente! Versamene un altro, per favore!".
Ukyo strabuzzò gli occhi. Akane... apprezzava? Non se lo aspettava proprio. Ma una compagna di sbornia era proprio quello che ci voleva, pertanto acconsentì di buon grado e riempì nuovamente entrambi i bicchieri.
Fra una chiacchiera e l'altra sulla situazione fra la signorina Kuonji e il signorino Hibiki la situazione degenerò presto. Akane Tendo scoprì che, oltre a Ranma Saotome, amava quel particolare tipo di sakè.
"E quindi *hic* io dico che dovreshti ushire con *hic* lui" biascicò Akane, mezza riversa sul bancone.
"Mah, ho ancora dei dubbi..." rispose Ukyo, meno sconvolta dell'amica. Pur non essendo niente di eccezionale, infatti, la sua soglia alcolica era più elevata. Anche se barcollò leggermente mentre raggiungeva la sua unica cliente che, oramai, stava delirando a ruota libera sulla vita, sull'universo e su tutto quanto.
"Macchè dubbi e dubbi!" commentò Akane, alzando un pò il tono di voce, e sbattendo una mano sul bancone. Ukyo osservò perplessa la crepa sul legno, ma l'alcol che le scorreva nelle vene la rendeva più accomodante al riguardo, almeno per il momento.
"E' giunta ora che ti lashi andare Ukyoh" disse Akane, alitando in faccia all'amica "e ti concentri sulla ricerca della tua felishità!"
"Tu dishi...?"
"Io dicoh!"
Trascorsero lunghi attimi di silenzio, in cui Ukyo riflettè sui consigli di Akane, mentre quest'ultima si dedicava al sake con un pò troppo trasporto.
Forse Akane non aveva tutti i torti.
Era giusto che pensasse finalmente a se stessa, e se Konatsu ne avesse sofferto... beh, era grande abbastanza da sopravviverne. Avere riguardo per lui non significava dover negarsi qualcosa di pacevole per non ferirlo.
L'avrebbe superato, prima o poi.
"Si, forse hai ragione... magari è la volta buona, chissà..." disse, accorgendosi di star parlando da sola: Akane era crollata addormentata sul bancone.
"E forse è meglio che chiami Ranma per portarti a casa..." commentò, avviandosi verso il telefono con passo malfermo.
"Non serve telefonare. Ti aiuto io con lei" disse una voce alle sue spalle.
Konatsu.
Oddiossantissimobenedettocrocifisso. Ha... ha sentito tutto?
Lui, quasi le avesse letto nel pensiero, continuò dicendo "Ho sentito. Scusa se ho origliato, non avrei dovuto. Ma ero troppo curioso e preoccupato e agitato e...".
Lei fece un passo nella sua direzione per cercare di calmarlo, si notava come stesse rapidamente perdendo il controllo e si sapeva cosa succedeva in simili situazioni. Non era affatto nella situazione più adatta per tentare di rassicurarlo a parole, quindi optò per usare i gesti tipo accarezzargli i capelli, cingergli una mano in vita e cullarlo come se fosse un bimbo piccolo.
Tutto molto bello. Se non fosse stato che, alterata com'era, Ukyo prese con un piede dentro l'altro piede capitombolando a terra.
"Kami! Ti sei fatta male?" chiese precipitandosi su di lei che aveva battuto la testa piuttosto forte. Pareva svenuta.
Il panico si impossessò del kunoichi: aveva due ragazze prive di sensi per le mani e non sapeva assolutamente cosa fare. Passò qualche minuto nell'isteria totale, poi ebbe un lampo di lucidità e si disse che la soluzione migliore era di recuperare aiuto. Chiunque sarebbe andato bene, non era il momento di fare gli schizzinosi.
Si precipitò fuori dall'Okonomiyaki Ucchan e corse a perdifiato verso il dojo dei Tendo.
Bussò e attese che venissero ad aprirgli. Quando di fronte a lui apparve Ranma fece un sospiro di sollievo.
"Konatsu? Che ci fai qui?".
"Ho bisogno di aiuto" disse Konatsu, cercando di calmarsi "con la signorina Ukyo e la signorina Akane..."
"Aiuto? Cos'è successo?" chiese Ranma, subito all'erta temendo eventuali pericoli, ma Konatsu cercò subito di frenarlo.
"Niente di grave, davvero" disse, poggiando una mano sulla sua spalla per attirare la sua attenzione "sono solo... ubriache."
"Sono... cosa?" sgranò gli occhi Ranma, incredulo. Da che conosceva entrambe, non le aveva mai viste bere un goccio d'alcol. Akane, poi... era curioso e al contempo inquieto di vederla in preda all'euforia alcolica.
"Facciamo che mi spieghi tutto mentre ci avviamo al ristorante di Ukyo, ok?"
"Uh ok, forse è meglio..." commentò Konatsu, mentre si avviavano verso il locale.

"Mettimi giù Ranma, ce la faccio benishimo da solah!" commentò per l'ennesima volta Akane, mentre il fidanzato cercava di sollevarla e metterla a sedere. L'aveva trovata riversa sul bancone mentre borbottava qualcosa sulla giovinezza che sfioriva, e sul fatto che Ukyo meritasse la felicità. Peccato che quest'ultima non la ascoltasse nemmeno, svenuta com'era sul pavimento. Quando Konatsu cercò di svegliarla ne ottenne solo dei versi insensati, che poco a poco formarono discorsi tipo "Konatsuh perdonami", "E' giushto che ognuno viva la sua vitah" e cose del genere, il tutto accompagnato da una dose massiccia di fiatella satanica.
"Cavolo ci sono andate giù pesante!" commentò Ranma, rigirandosi tra le mani la bottiglia vuota di sakè. Si voltò verso Konatsu, intento a sistemare Ukyo su una sedia.
"Ma cos'è successo che le ha ridotte in questo stato?
Konatsu sospirò. Voleva raccontare tutto a Ranma? Tutto tutto, compresa la sua opera di spionaggio dei fatti privati di Ukyo da cui, purtroppo per lui, era escluso? Poi si disse che, essendoci in ballo anche la sua fidanzata, era legittimo che sapesse. Si lisciò un secondo i capelli cercando le parole adatte.
"Se devo essere sincero... sì, devo essere sincero, non posso mentirti... mi riempiresti di botte se lo facessi... beh, ecco... per farla breve ho sentito tutto e... ossantocielo, mi dai un minuto per riprendere fiato? Al momento non riuscirei a spiegarti nulla".
L'altro acconsentì grugnendo. La piega presa dalla situazione, per quanto non fosse niente di davvero pericoloso, non gli piaceva granché.
Il kunoichi si versò un bicchiere d'acqua bevendolo a piccoli sorsi mentre, dopo essersi seduto, cercava di recuperare un ritmo di respirazione più normale.
"Ok, credo di esserci" riprese poi, decisamente più stabile "Dunque, io ho sentito praticamente tutto da quando quello coi canini sporgenti... Ryoga, giusto?". Al suo cenno affermativo proseguì "Ecco, da quando lui è ritornato qui e mi ha spiattellato sulla faccia la tremenda notizia".
A Ranma venne automatico alzare un sopracciglio e lo invitò a spiegarsi meglio.
Altro sospiro. "Vedi, pare che lui abbia chiesto alla mia padrona di... di uscire assieme. Un'uscita romantica".
Ci fu un secondo di silenzio.
Poi il codinato sorrise con un riflesso incondizionato.
E scoppiò a ridere come una iena.
"Quel marpione di Ryoga! Era ora che si facesse avanti!" rise, dandosi una manata sul ginocchio.
Konatsu lo guardò sbalordito. Non immaginava tanto supporto per Ryoga da parte di Saotome; da quel che ricordava i due non andavano poi così d'accordo...
"Sono proprio contento, anche per Ukyo! Era ora che si trovasse qualcuno..." commentò Ranma a ruota libera "e poi li ho sempre visti bene insieme, non so perchè..."
A quelle parole, Konatsu abbassò lo sguardo, intristito.
E finalmente Ranma si accorse dell'enorme gaffe.
"Oddio Konatsu perdonami... non volevo..." balbettò, ma il kunoichi scosse la testa, accennando un sorriso.
"Non devi preoccuparti, davvero, io sto bene!" mentì "E poi è normale che tu sia contento per il tuo amico..."
"Konatsu non raccontare balle, lo vedo pure io che stai soffrendo come un cane" lo zittì, ammettendo candidamente di non essere molto acuto in situazioni del genere "e poi sono stato indelicato, mi spiace..."
Konatsu non disse nulla, limitandosi ad arrossire.
La situazione aveva preso una piega davvero assurda.
Ranma osservò Konatsu in silenzio, per poi fissare le due ragazze ancora svenute.
Si morse un labbro, indeciso sul da farsi.
Voleva aiutare Konatsu, ma non sapeva come - e soprattutto, sapeva di non essere esattamente la persona più adatta per le questioni di cuore. Ora come ora il kunoichi aveva bisogno di consigli, e lui non aveva idea di cosa dirgli. Se fosse stato un combattimento, avrebbe potuto sfoderare tutta la sua esperienza in materia... ma in amore, oh no. Era decisamente il peggiore.
E poi... forse non era proprio il caso di immischiarsi.
L'istinto gli diceva che non erano fatti suoi, e che dovevano vedersela da soli. E di solito il suo istinto aveva pienamente ragione.
Poi, ebbe un'idea.
"Konatsu, ascolta" disse dolcemente "io sono la persona meno indicata per parlare di affari di cuore, e credo che se mi intromettessi farei più male che bene... ma forse so chi può consolarti e darti qualche consiglio."
Konatsu rimase in silenzio a osservarlo, poi annuì.
"Prima di rivelarti l'identità di questa persona, però, dovresti darmi una mano con 'ste due sconsiderate dedite all'alcool selvaggio" disse sornione, pregustando il divertimento nella faccia del kunoichi che, esattamente come aveva previsto, si immusonì. La smorfia di delusione sul suo volto aveva un non so che di esilarante, almeno per il gusto umoristico di Ranma.
"Dai, non fare così" lo rassicurò bonariamente "anche perché, se mi aiuti, avrai l'occasione di vedere a chi mi sto riferendo. Tu prendi Ukyo, io prendo Akane. Sai, per non scambiarci cose che non vanno scambiate". L'occhiolino lo mise di miglior umore.
Se le caricarono in spalla e uscirono. Non mancarono di attirare l'attenzione dei passanti, specialmente a causa delle due fanciulle che continuavano a emettere suoni poco identificabili, ruttini e amenità simili.
Konatsu riconobbe la strada che stavano percorrendo.
"Ma... ma così...".
"Oh sì, è proprio come pensi".
"Ma io la conosco questa persona del mistero?".
"Fammi pensare. Uhm... no, mi sa di no. Ti assicuro che però sarai contento di conoscerla. È una delle ragazze più dolci e comprensive che conosca. E io, modestamente, ne conosco parecchie".
"Se lo dici tu" concluse, dubbioso. Ma, in fondo, cosa aveva da perdere? Nel peggiore dei casi un po' di tempo.
Quando Ranma aprì la porta di casa Tendo Konatsu borbottò qualcosa sottovoce, che per sua fortuna sfuggì alle pur aguzze orecchie dell'altro.
Poggiarono Akane in camera sua e Ukyo nella stanza degli ospiti. Poi Ranma gonfiò il petto e urlò "Kasumiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!".
Lei emerse dalla cucina, col suo solito grembiulino e il suo solito sorriso. La solita Kasumi, pensò Ranma con un pizzico di soddisfazione nel vedere che alcune cose non sarebbero mai cambiate.
"Ecco la tua consulente per le questione amorose. Konatsu, lei è Kasumi Tendo ed è la maggiore delle sorelle di Akane. Kasumi, lui è Konatsu e lavora per Ukyo. Avrebbe bisogno di un paio di dritte riguardo la sua vita sentimentale". E detto ciò si dileguò fischiettando.
   
 
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