Gift butterfly 

 

 
Era una mattina calda e secondo il piccolo Fred, era una giornata perfetta per acciuffare insetti.
«Fred, non mi hai ancora detto a cosa ti serve quella calza di mamma tagliata a metà» diceva George, mentre si tirava su ripetutamente i calzoncini rossi che gli scendevano quasi fin giù alle caviglie.
«Guarda» Fred ammiccò e indicò qualcosa sotto la maglietta.
George, guardando bene, riconobbe la bacchetta di Bill.
Fred fece l'occhiolino di nuovo ed indicò una farfalla con grosse ali arancioni.
George capì al volo cosa avesse in mente il gemello e così batté le mani entusiasta e disse «Sei geniale Fred!»
A quel punto, Fred, prese la bacchetta ed agitandola fece svolazzare la calza tagliata che però, arrivata a mezz’aria, si ripiegò su sé stessa finendo in un punto troppo distante da loro e la farfalla, spaventata, scosse le ali ritmicamente e volò via andandosi a posare su di un melo.
«Per la barba di Merlino! Hai visto George? Quell’ insettaccio è scappato»
George gli mise una mano sulla spalla e disse con tono solenne «Fred, quella farfalla sarà nostra!»
«Allora andiamo. Ma fammi un favore… non parlare più in quel modo, altrimenti sembri una brutta copia di Percy. Ed è quanto dire» rise ed iniziò a correre sgambettando.
L’erba incominciava ad essere più alta, tanto che i filamenti erbosi gli arrivavano fin sopra la pancia.
Continuando ad andare avanti, tra il verde del prato si vedevano solo due teste rosse che vagano cercando di raggiungere il melo.
La farfalla si stava riposando sulla corteccia scura a metà dell’albero.
I due gemelli per arrivarci si arrampicarono sul tronco ruvido e si scorticarono anche le ginocchia, ma nulla li fermò, perché dovevano riuscire a prendere quell’insetto dalle grandi ali arancioni.
Fred allungò il braccio, sporgendosi più che poteva; era quasi riuscito a sfiorare le ali, ma la farfalla volò via di nuovo, ma questa volta andò oltre il recinto del giardino.
I due fratelli rimasero a bocca aperta a guardare quelle grandi ali arancioni sparire oltre le siepi fino a quando non la scorsero più.
«No… è scappata!» esclamò George dispiaciuto.
Fred, una volta saltato giù dall’albero, disse «Vedrai George, un giorno prenderò quella farfalla e te la regalerò per il giorno del nostro compleanno»
«Grazie, ma… Freddie vedi di regalarmela viva» rise sotto i baffi ricevendo uno schiaffetto dietro la nuca.
«E tu cosa mi regalerai? Sentiamo…»
«Mmmh… non so! Ma penso il solito pacchetto di caramelle» e sorrise ancora.
Poi, sempre sgambettando, si incominciarono ad avviare verso la Tana, pensando ancora a quel fantastico insetto.

§*§*§

George, si stava dirigendo verso quello stesso albero, ma ora, l’erba gli arrivava sotto al ginocchio e l’albero non sembrava più così enorme.
Si poggiò con la spalla al tronco e si mise a osservare il cielo azzurro; pensò a quel giorno di tanti anni prima, facendo un grosso sospiro.
Ad un tratto una farfalla dalle grandi ali arancioni, si posò sul dorso della sua mano. Lui la guardò sorpreso con un leggero sorriso sulle labbra, poi tornò a guardare il cielo dicendo quasi con un sussurro: «Freddie, alla fine sei riuscito a regalarmela viva»
Poco dopo, la farfalla volò via verso l’orizzonte e, George, giurò di aver sentito dire nel vento: “Buon compleanno”.