Ebbene sono
qui, again. Non vi mancavo, lo so, ma
tant’è…
As usual:
“I personaggi non sono miei, ma di
mamma Row
e niente è stato scritto a scopo di lucro.”
Profezia
Narcissa era
seduta al tavolino da toeletta e si stava pettinando i lunghi capelli
biondi,
compiendo un gesto che era divenuto un rituale da quando il Signore
Oscuro era
risorto e che ripeteva ogni volta che Lucius veniva convocato al Suo
cospetto.
Uno, due, tre,
quattro…
In genere era la
sua
Elfa a occuparsene, ma in questi particolari momenti per Narcissa
pettinarsi
diventava un bisogno e contare i colpi di spazzola una
necessità.
Quindici,
sedici, diciassette…
Con quel gesto
meccanico esorcizzava i suoi demoni e le sue paure, l’ansia
di non veder
tornare da lei suo marito, o, peggio, di vederlo tornare morente, la
preoccupazione per una missione quasi suicida affidatagli e il timore
per una
possibile imminente marchiatura di Draco.
Trenta,
trentuno, trentadue, trentatré…
Andava avanti a
contare e a spazzolarsi finché Lucius non tornava,
finché non la rassicurava,
finché non la stringeva tra le braccia e facevano
l’amore.
Quarantacinque,
quarantasei, quarantaset...
Un improvviso
ticchettare alla finestra la interruppe; Narcissa lasciò
scivolare la preziosa
spazzola intarsiata – vecchio regalo di Lucius –
mentre fissava la fonte del
rumore: il grosso gufo reale dei Lestrange la scrutava attraverso il
vetro con
i suoi enormi occhi gialli, attendendo di entrare.
Lentamente si
alzò e
con pochi passi vacillanti si avvicinò: Lucius non era
ancora rientrato e lei
già presagiva il peggio. Le mani le tremavano mentre slegava
la pergamena dalle
zampe dell’animale e ne leggeva il contenuto.
Lucius
entrò nella
stanza proprio in quel momento, eccitato come uno scolaretto alla prima
gita
senza i genitori.
-
Narcissa, porto grandi notizie… -
-
Lo so, - rispose atona lei, interrompendolo; quella spiacevole
sensazione di
gelo lungo la spina dorsale non accennava a sparire, quasi fosse il
presentimento
di una sciagura imminente.
Suo
marito la guardò con aria interrogativa, aspettando
spiegazioni che, nel
momento in cui gli venne porta la lettera, non tardarono ad arrivare.
Lucius
decifrò velocemente la calligrafa spigolosa di Bellatrix e
commentò asciutto:
-
Tua sorella è gelosa che il comando della missione sia stato
affidato a me. -
Tra
i due calò nuovamente il silenzio finché Narcissa
non lo ruppe:
-
Può darsi che sia così…-
-
Sicuramente è così. -
-
Sì, conosco bene Bella, indubbiamente è gelosa,
però… - s’interruppe di nuovo,
indecisa se esternare i propri timori.
Si
avvicinò di più al marito, prendendogli le mani
tra le sue e fissandolo
intensamente negli occhi.
-
…Però? – la incoraggiò lui.
Narcissa
sospirò prima di staccarsi da Lucius e rivolgere la sua
attenzione alla
finestra:
-
Lucius, ho una brutta sensazione, ecco tutto. Ho paura di non vederti
più
rientrare da quella porta. -
Lui
scosse la testa e le sorrise dolcemente, come si permetteva di fare
solo con
lei.
-
Devo solo farmi consegnare una profezia da Potter, è un
ragazzino… -
-
Ha la stessa età di Draco. Eppure a Draco vuoi fare prendere
il marchio. -
-
Sì, ma non è la stessa cosa. Non hanno lo stesso
tipo di istruzione, per
cominciare; – ribatté ostinato, poi decise di
lasciar perdere.
In
poche rapide falcate raggiunse la moglie alla finestra e la strinse in
uno dei
suoi rari abbracci. La sua voce si addolcì quando riprese a
parlare:
-
Non mi succederà nulla, Cissy.-
La
girò verso di sé, sempre stringendola tra le sue
braccia, e la baciò
delicatamente prima sulle labbra e poi sulla fronte, staccandosi subito
dopo e
riprendendo il solito contegno.
Narcissa
rimase a guardarlo impotente, mentre varcava la soglia della loro
camera,
diretto al Ministero.
-
Stai attento, - gli disse in un ultimo tentativo di ritardare
l’inevitabile.
Lui
si fermò sulla soglia, prima di risponderle:
-
Andrà tutto bene. Tra qualche ora sarò di nuovo
qui, te lo prometto. –
E
senza voltarsi sparì oltre la porta, mentre Narcissa
sussurrava, ormai solo a
se stessa:
-
Non fare promesse che non puoi mantenere… -
Piccolo
Angolino Buio dell’Autrice:
Ebbene,
siamo giunti alla fine della mia prima (e spero non unica, visto che li
adoro)
Lucius/Narcissa. Non so se i personaggi siano completamente IC, ho
cercato di
renderli il più possibile fedeli a quelli di Mamma Row,
anche se con un
personaggio complesso come Narcissa la cosa si fa difficile.
Una
(non troppo) piccola noticina sul titolo: ha il suo perché,
dal mio punto di
vista. Premetto che ci ho messo qualcosa come un mese e mezzo a
sceglierlo
perché non trovavo mai quello giusto e poi, finalmente, un
po’ di tempo fa, mi
è arrivata l’illuminazione. Perché
“Profezia”?
Per due motivi, fondamentalmente: il primo è che –
come avrete intuito – il
dialogo tra Lucius e Narcissa avviene poco prima che Mr. Malfoy vada al
Ministero per prendere la Profezia su Potter e l’Oscurissimo;
il secondo è il
punto su cui si incentra l’intera storia, cioè il
brutto presentimento di
Narcissa, che, alla luce dei fatti, può essere quasi
interpretato come una
profezia. Il terzo motivo è che era un titolo figo e
“Bad Omen” non mi piaceva.
u.u
Curiosità:
questa storia doveva in origine essere una shot comica sulle
chiacchiere da
letto dei nostri coniugi Malfoy. Poi da dove mi sia venuta questa
tristezza non
lo so, nel frattempo miao. u.u
Rima