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Autore: Eternal_Blizzard    05/10/2012    2 recensioni
«Facciamo un gioco?» propose, lasciando interdetto l’altro.
«Un gioco?» ripeté poco convinto e Ranmaru annuì, sorridente.
«Adesso pensiamo a chi della squadra sarebbe la migliore guardia del corpo! Per te, s’intende» propose soddisfatto della trovata. Era curioso di vedere cosa ne sarebbe venuto fuori e a giudicare dall’espressione stupita, anche Shindou lo era.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ma stavo pensando…» iniziò a dire Kirino, lanciando un’occhiata a Shindou rapidamente per poi appoggiarsi con entrambi i gomiti al davanzale della finestra della loro classe ormai vuota, dato che lezioni erano finite. «Tu sei ricco, Shindou. E anche nobile, se non sbaglio» disse con nonchalance, osservando le nuvole. «Allora perché non hai delle guardie del corpo?» si decise a domandare, poggiando il mento sul palmo della mano. Shindou si fermò sulla porta siccome, come gli altri, stava per andarsene a casa, ed inclinò il capo perplesso.
«Mah, ricco sì, nobile…» rispose pacatamente. Non aveva mai ben capito a dire il vero se il suo sangue fosse blu o meno, ma a giudicare dai discorsi della madre, almeno in parte lo era. «Comunque, non ne ho mai avuto bisogno e mai ne avrò. Spero» fece spallucce. Prima che potesse andar via, però, il rosa lo bloccò con un’altra domanda.
«E perché no? Sarebbe figo avere una scorta personale» disse il ragazzo con sguardo sognante, sorridendo all’idea. Non sarebbe stato affatto male avere delle persone al proprio servizio per protezione, a suo avviso.
«Se non servivano a Kidou in passato, figurati a me» ridacchiò il castano. A quella risposta, l’amico si voltò di scatto, puntandogli il dito contro e scuotendo il capo.
«Ma ti dico che tu hai il fattore “nobiltà”! Kidou non era un “ricco divenuto”, da quel che mi hai detto?» indagò. Il ragazzo coi capelli mossi sospirò, andando a posare la cartella su una sedia e poggiandosi ad un banco. Kirino non sembrava intenzionato a far finire presto il discorso, quindi tanto valeva mettersi comodo.
«Sì, è così, però…» cercò di trovare un argomento a favore della sua tesi di non aver bisogno di “protettori”, ma si risolse a dire un semplice “non ne voglio”. «Non mi piacerebbe l’idea che delle persone debbano rischiare la loro vita per me. Non che accadrebbe, ovvio, ma già solo il fatto di dovermi stare dietro ventiquattro ore al giorno…» si grattò la testa storcendo le labbra. «Sarebbe noioso per loro e seccante per me» annuì. Kirino si mostrò, dopo qualche attimo di riflessione, concorde con l’amico e quello si sentì libero di staccarsi dal banco e riprendere la cartella, così da potersi avviare verso casa. Tuttavia, appena posò la mano sulla sua tracolla, il compagno di classe schioccò le dita. «Facciamo un gioco?» propose, lasciando interdetto l’altro.
«Un gioco?» ripeté poco convinto e Ranmaru annuì, sorridente.
«Adesso pensiamo a chi della squadra sarebbe la migliore guardia del corpo! Per te, s’intende» propose soddisfatto della trovata. Era curioso di vedere cosa ne sarebbe venuto fuori e a giudicare dall’espressione stupita, anche Shindou lo era. Questo però, persa la sorpresa inziale, scosse la testa contrario.
«No, no. Sarebbe troppo strano pensare a voi come miei sottoposti» rifiutò, ma il ragazzo coi codini gli si avvicinò, serio, puntando i brillanti occhi azzurri in quelli grandi e castani del nobile.
«Che ti costa assecondarmi? Hai da fare?» chiese ancora, portandosi le mani ai fianchi imbronciato. L’amico sospirò rassegnato ed scosse il capo, dapprima storcendo le labbra e poi piegandole in un sorriso. E sia; un giochino così scemo non poteva durare troppo o comunque far danno a nessuno. Kirino ritrovò il sorriso ed alzò l’indice. «Allora, cominciamo! Vediamo… direi di iniziare con Tenma!» asserì convinto. Decisero di immaginarlo, ma… semplicemente non riuscirono. Tenma era un ragazzo d’oro, per carità, e quando parlava di “Calcio” – con la C maiuscola – diventava estremamente serio, specialmente se questi “piangeva”, ma… Già quando gli era stata data la fascia di capitano non era sicuro di sé, come poteva esserlo per un’altra persona? Desistettero presto, quindi, dal figurarsi un Tenma in giacca e cravatta nera, con occhiali da sole ed auricolare nell’orecchio che si guardava intorno in cerca di pericoli da evitare per il suo protetto. «Kariya allora?» propose quindi, ma anche lì scosse la testa, così come l’amico.
«Indubbiamente meglio di Tenma, ma… Non so quanto sia disposto a dare la vita per qualcuno» annuì Shindou, per poi riflettere. «Anche Shinsuke, è da escludere» sentenziò.
«Stazza?» chiese Kirino con un mezzo sorriso divertito ed ottenne un cenno affermativo del capo, in risposta.
«Kageyama ha dei calci potenti, ma… anche lui è piccolino…» si grattò il mento il castano, mentre Kirino gli metteva un indice di fronte al volto.
«Senti, a parte alcuni, sono tutti “piccoli”, quindi escludiamo quel fattore…» disse, per poi riflettere. «Non sarebbe male quindi, Kageyama. Per di più impara in fretta» annuì, ma Shindo non era ancora convinto.
«Un bodyguard mica si vede dai calci. Ok che si potrebbe allenare, ma è troppo… svampito» sentenziò. Che poi non era una sua colpa poverino, era anche giusto che lo fosse a dodici anni. «Hamano?» propose allora.
«Ce lo vedi? Davvero?» chiese allibito il rosa. Hamano era svampito quanto Hikaru e non aveva nemmeno una grande potenza, quindi non era neanche da considerare veramente. «A questo punto è meglio Hayami, che almeno è bello alto» scosse la testa storcendo le labbra, ma l’altro rise.
«Sarà pure lungo, ma gli basta una folata di vento per volare via… Al primo tocco si romperebbe» enunciò il ragazzo dai capelli mossi, alzando una mano. «Per lo stesso motivo direi di escludere anche Aoyama» annuì.
«Mi chiedo se quei due mangino regolarmente…» ponderò l’amico, per poi agitare una mano. «Senti, togliamo anche Ichino a questo punto. …E Kurama» dispose, venendo però bloccato.
«Accidenti! Se non fosse per la stazza, Kurama ci starebbe bene col carattere iracondo che si trova! Menerebbe tutti!» s’illuminò Shindou, che però si rabbuiò subito. «Anche se probabilmente non accorrerebbe in mio soccorso nemmeno a pagamento» storse le labbra. Non che si odiassero, ma non avevano un così buon rapporto, no? Magari l’avrebbe aiutato se l’avesse visto coinvolto in una rissa per strada – e non era nemmeno detto – ma a prendersi una pallottola per lui non riusciva proprio a concepirlo.
E lì si domandò seriamente perché stesse prendendo tanto sul serio il gioco di Kirino, arrivando a pensare certe cose prive di senso. Restava il fatto che a riportarlo nuovamente sull’argomento fu la voce dell’amico.
«Sangoku non sarebbe male… ma lo vedo più come tranquillo impiegato padre di famiglia. La vita pericolosa non credo faccia per lui» fece spallucce.
«Indubbiamente. Così come Amagi: è grande, ma… una guardia del corpo dovrebbe essere veloce… E poi è troppo buono» si grattò la testa. Avevano tutti i loro punti di forza, ma ne avevano altrettanti deboli che li annullavano, quindi non si riusciva a venirne a capo.
«A questo punto, il migliore è colui che rimane, ossia Kurumada…» sentenziò Kirino. Shindou sorrise, battendo un pugno sul palmo della mano.
«Ma certo! Non è un colosso, ma i muscoli ce li ha ed è anche abbastanza veloce! Con il Dash Train sarebbe a cavallo!» esultò. Non perché dovesse veramente farlo, ma finalmente si era arrivati ad una soluzione e questo lo rendeva automaticamente libero di tornare a casa.
«Oppure… Beh, Kurumada sarebbe perfetto, son d’accordo, ma… Male che vada ci sarei anche io, no?» si offrì allora il rosato, lasciando il compagno a bocca aperta. «Sì, insomma, abbiamo valutato tutti, mancavo giusto io» si giustificò, sorridendo appena. Il castano lo fissò qualche istante e nella sua mente di fece largo un’immagine, che scacciò subito: Kirino con un lungo abito medievale rinchiuso in una torre protetta da un drago, in attesa del cavaliere che correva a salvarla. …cioè, salvarlo. Evitò di rendere pubblico ciò che si era appena figurato e sgranò gli occhi, schioccando le dita. Ma certo, come aveva potuto non pensarci prima? Non avrebbe avuto tanto bisogno di una guardia del corpo quanto di una sottospecie di cavaliere! Erano più leali, almeno in passato.
«Tsurugi!» espose, quasi ovvio.
«Tsurugi cosa?» Domandò Ranmaru, ma poi realizzò. Storse le labbra, vagamente piccato dall’essere praticamente stato ignorato, ma poi si passò un dito sotto il naso concorde. «Mh, forse nemmeno lui sarebbe male…» concesse. «Ma caratterialmente davvero pensi che non ti lascerebbe morire?» inarcò un sopracciglio, con Shindou che faceva un amabile segno delle corna.
«In effetti non ce lo vedo a difendermi» ammise il nobile, che prese la cartella e si riavvicinò alla porta. «Però non so perché, sento che sarebbe la persona giusta a cui affidarmi» disse, sorridente. Come se non gli potesse capitare nulla di male, con lui. Mah, forse per la faccia truce che incute timore, doveva essere per quello. «Adesso vado per davvero. Ci sentiamo dopo!» salutò.
Appena uscito dalla classe, però, si scontrò con qualcuno che realizzò solo in seguito essere Tsurugi. Si domandò cosa ci facesse ancora a scuola, ma evitò di fare domande.
«Senpai» inarcò un sopracciglio il blu, senza scusarsi o domandargli se si fosse fatto male. Il castano lo squadrò un attimo, massaggiandosi la parte dove aveva sbattuto e sospirando.
«Certo che si comincia bene… Il primo a farmi male è il mio cavaliere» storse le labbra.
«Che hai detto?» chiese l’altro, non avendo compreso la frase, ma il più grande scosse la testa e gli fece cenno di non preoccuparsene, imbarazzato di quello che voleva fosse solo un pensiero. Non poteva credere di averlo detto. O anche solo pensato in effetti.
«Non ho detto nulla. Ci si vede domani, bodyg-» tossì troncando la parola finale, scuotendo la testa. Kirino l’aveva deviato con quel discorso. Salutò con un cenno della mano e si avviò verso l’uscita sotto gli occhi del kohai alquanto perplesso. «A domani» fuggì.


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...Ho usato per la prima volta il codice automatico di EFP. ...E' LA COSA PIU' COMODA DEL MONDO. Non metterò mai più l'html a mano ;^;
Ma a parte ciò. Di solito se scrivo one shot le inizio, le mollo, le riprendo convinta di trovare una fic lunga circa due pagine e scopro che, solo all'inizio della storia, ho già fatto quattro pagine. Questa era venuta di due precise, ma revisionandola ho modifcato delle cose e sono venute due pagine e tre righe. Che odio.
Btw non devo dirvi ciò. Solo che... innanzitutto, a mio avviso shindou qui è OOC, non so perché ma... ci tengo a muovere Shindou e qui... boh. E niente, avevo pensato questa cosa e l'ho scritta, tutto qui. ...solo che è venuta molto "dialogata" rispetto alle storie che iacciono a me, ma... non so, amo le descrizioni e tutto, ma mi vengono fuori cose così. MAH.
Vabbè, ho mal di testa quindi no sonemmeno che sto scrivendo, perciò vi mollo, sperando non mi venga in mente il solito ps come tutte le volte.
Grazie a voi che avete letto o recensito questa fic e naturalmete quelle vecchie!
Spero vi piaccia almeno un po',

Ryka
  
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