Alla C.C. In attesa che Cell faccia il suo annuncio in televisione, immaginando che Bulma fosse già lì la notte prima...

Hope you like it!

Sophya^^.

“Quella Bulma.”

Era notte fonda, i lampi del temporale illuminavano soltanto a tratti l'ampio salone della Capsule Corporation e lui proprio non ne voleva sapere di prendere sonno.

L'ennesimo sorso di quella bevanda amarognola e dissetante; cominciava a sentire un certo calore pervadergli il corpo.

Un altro lampo, più vicino, seguito da un boato assordante.

Dei passi leggeri alle spalle, i suoi passi.

-Hei... Che fai ancora sveglio?-

-I fatti miei.-

-Capisco... Vedrai Cell si farà vivo...-

-Mph...-

Le sue mani, morbide, attorno al torace di acciaio e il battito cardiaco che accelera senza controllo.

-Togliti dai piedi.-

Nessuna risposta, solo le sue labbra morbide sul collo taurino appena sotto la nuca.

-Vegeta....-

Non poteva permetterle di andare oltre, loro due non stavano più insieme; l'aveva detto lei, l'aveva detto quel giorno, prima che lui partisse per lo spazio.

Stare insieme... Non capiva ancora bene il significato di quelle parole e forse non l'avrebbe mai capito.

Si era voltato bruscamente, la bottiglia si era schiantata al suolo in mille pezzi e la birra si era sparsa sul pavimento in una pozzanghera giallognola proprio ai suoi piedi.

I suoi occhi cerulei resi blu profondo dalla luce fioca del temporale, i suoi capelli, un colore introvabile in qualsiasi parte della galassia lui avesse visitato e... Le sue labbra.

L'avrebbe fatto impazzire... Quella Bulma...

Si era avvicinata, imprudente ed impertinente, era troppo vicina.

Il suo dolce respiro gli solleticava il naso, le sue mani ora premevano dolcemente sui suoi pettorali.

Un altro tuono, il suo lieve sussulto, solo la scusa per avvicinarsi ancora.

Doveva respingerla, subito o sarebbe stato troppo tardi.

L'ennesimo fulmine colpiva il tetto dell'edificio difronte, un nuovo sussulto di lei.

Il contatto, morbido, dolce, inebriante... E quel dannato battito cardiaco che proprio non la voleva sapere di rallentare.

Quella Bulma... La sua Bulma.