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Autore: Rota    06/10/2012    3 recensioni
[Kasamatsu Yukio x Kise Ryota]
A chiamarlo col nome che gli era proprio, di sicuro Yukio non avrebbe accettato la sua proposta. Questo Kise lo sapeva per esperienza e deduzione, perché tanto stupido alla fine non era e si era reso conto che doveva in un qualche modo prendersi cura della timidezza e della ritrosia imbarazzata del suo fidanzato: lui era una persona amorevole e affettuosa, dopotutto.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oh capitano, mio capitano'
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*Autore: margherota
*Titolo: Oh capitano, mio capitano – Appuntamento
*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio
*Generi: Fluff, Sentimentale
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Flash fic
*Rating: Giallo
*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L)
*Challange: Staffetta in Piscina, Community Piscina di Prompt, Sfida 1
*Prompt: Primo appuntamento
*Note: Gnah, non potevo mancare (L)




A chiamarlo col nome che gli era proprio, di sicuro Yukio non avrebbe accettato la sua proposta. Questo Kise lo sapeva per esperienza e deduzione, perché tanto stupido alla fine non era e si era reso conto che doveva in un qualche modo prendersi cura della timidezza e della ritrosia imbarazzata del suo fidanzato: lui era una persona amorevole e affettuosa, dopotutto.
Per questo, quando era stato il momento di convincerlo a seguirlo, gli aveva detto che assolutamente aveva bisogno dell'aiuto di un senpai per riuscire a comprarsi le scarpe nuove perché un modello come lui certo non aveva un'esperienza tale da guardare l'utile piuttosto che il bello, il suo occhio si era abituato altrimenti. Dopo una sequenza di insulti più o meno assortiti e un paio di scuse campate per aria facilmente smontabili, Kasamatsu aveva acconsentito ad accompagnarlo al negozio di scarpe.
E alla gelateria subito dopo. E al negozio di cd musicali ancora. Sul lungo mare poi, a guardare bagnanti e bambini chiassosi. A dare da mangiare alle anatre nel parco.
Yukio aveva cominciato a protestare quando Kise ebbe la pretesa di introdurlo in un grande centro commerciale per giocare alle macchinette – quelle in cui, se eri particolarmente bravo e fortunato, potevi vincere anche peluches dalle dimensioni ed entità assai dubbie – e non valsero tutte le moine di Ryota, non valsero neanche le sue lacrime quando, con una frase fin troppo cattiva, Kasamatsu tentò di rimetterlo al suo posto.
-Non acconsentirò mai! Questo pomeriggio sta assumendo sempre più i connotati di un appuntamento!-
Il ragazzo più grande si rese conto di quanto aveva appena affermato nel momento esatto in cui l'altro lo guardò dritto negli occhi, un poco sorpreso. Per fortuna quello stupido era lui.
Yukio avvampò, divenendo di un rosso tendente al porpora, e sarebbe anche riuscito a scappare se solo Ryota non l'avesse acchiappato per la vita e l'avesse trattenuto a sé.
Tentò di calmarlo con parole gentili, ma l'unica cosa che ottenne furono i suoi pugni sulla testa e un'altra serie di insulti. Al ché, dato che la situazione non migliorava, decise di rischiare il tutto per tutto.
-Dal momento che sei qui, senpai, mi sembra giusto che tu concluda la questione nella maniera appropriata!-
Questo fermò Yukio per quei due secondi che permisero a Kise di continuare – e di sporgere appena le labbra verso il suo viso.
-Dammi un bacio, senpai!-
Lo spiazzò talmente tanto che per ben dieci secondi si pietrificò sul posto, incapace di intendere e di volere. Dopodiché gli tirò un pugno abbastanza forte da farlo staccare da sé.
Quello rantolò dal dolore, chiedendo pietà per la propria stupidità e la propria insolenza; ad un tratto, però, venne preso per la maglia e portato in alto, fino alla bocca del ragazzo più grande.
-Almeno fai una faccia meno idiota quando me lo chiedi!-
Fu così perfetto, nella brutalità e nella goffaggine del romanticismo alla Kasamatsu, che poi Kise non chiese davvero più nulla ma stampò un sorriso perenne sul proprio volto.
   
 
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