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Autore: Bale    06/10/2012    2 recensioni
[PERSON OF INTEREST]
A volte il passato, inesorabilmente, ritorna...
SPOILER PRIMA STAGIONE
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E se Jessica non fosse morta?



A volte il passato, inesorabilmente, ritorna.
 
 





CAPITOLO I
 
Il sole era appena sorto, eppure Finch era già a lavoro. Si muoveva freneticamente per la stanza, aggiungendo dati alla sua bacheca. Una nuova vittima, un nuovo numero. Non ci avrebbe mai fatto l’abitudine, anche se quello era il lavoro che aveva scelto. Ogni volta che la macchina gli forniva un nuovo numero, lui iniziava a sentirsi irrequieto, nervoso, come se ad essere in pericolo fosse proprio lui stesso.

Si fidava di Reese. Aveva sempre portato a termine brillantemente ogni missione, magari a volte con metodi poco ortodossi, ma d’altronde era il risultato ciò che interessava ad Harold Finch.

Fece due passi indietro, osservando la bacheca da lontano, come per trovare il giusto distacco da quel nuovo caso. Poi sospirò.

Fu proprio allora che John Reese fece il suo ingresso nella biblioteca.

Vista l’ora si sarebbe aspettato di trovare il suo socio davanti al pc, magari a giocare a solitario.

E invece Finch era lì: sguardo preoccupato e mani tremanti, segni inequivocabili di una nuova missione.

-Sei preoccupato, Harold?-   chiese con tono più ironico che ansioso.

-Abbiamo un nuovo numero-

-Lo immaginavo-    borbottò Reese avvicinandosi alla lavagna.

Diversi post-it erano stati disposti con cura accanto ad un numero di previdenza sociale e un nome.

Reese sgranò gli occhi.

-Si tratta di una donna, un medico. Jessica Shephard. Lavora al North General Hospital, reparto di neurochirurgia-

Reese era ancora lì impalato, fermo davanti a quel nome scritto in stampatello con inchiostro nero.

No, non poteva essere. Doveva esserci un errore, o forse si trattava di un caso di omonimia.

-Non abbiamo una foto?-    riuscì a chiedere con voce roca.

-La sto stampando in questo istante. La nostra amica sembra essere molto riservata, ma per fortuna possiede una patente di guida-

John si voltò automaticamente verso la stampante di ultima generazione posta proprio alle sue spalle.

Stava sputando fuori una foto. Si trattava di una donna bionda. Era molto bella. Era Jessica, la sua Jessica.

Deglutì a fatica, cercando di capire cosa fare. Doveva dire a Finch la verità? Doveva dirgli che conosceva quella donna, che la amava da sempre?

Harold prese la fotografia appena sfornata dalla sua stampante e la appese al muro. Fece nuovamente un passo indietro, come per poterla guardare meglio.

-Questa donna ha qualcosa di familiare-

“Qualcosa di familiare?”

John non riusciva a capire. Poi all’improvviso, gli si accese la lampadina.

Finch aveva indagato su di lui prima di offrirgli quel lavoro. Doveva aver visto Jessica in qualche loro vecchia fotografia.

Guardò il suo socio e fece un profondo respiro: quella era l’occasione giusta per dire la verità.

-Mi meraviglio di te, Finch-   esordì ritornando in sé.

Il suo amico occhialuto si voltò a guardarlo senza capire.

-Tu questa donna la conosci e la conosco anch’io-

Anche nella mente di Harold si accese la lampadina.

-Questa è la tua…-    balbettò imbarazzato.

-E’ proprio lei-

John si sforzava di mantenere un tono distaccato, ma con scarso successo. Sapeva che a Finch non sarebbe sfuggita quella vena malinconica nella sua voce, ma non poteva farci niente.

-Allora, cosa sappiamo di lei?-

-Vuoi sapere se è sposata o fidanzata?-

Ancora una volta Finch aveva colto nel segno, ma Reese cercò di non darlo a vedere.

-Voglio sapere qualcosa in più su di lei per poterla proteggere. Non la vedo da anni, non so più nulla della sua vita-

Harold quasi si commosse sentendo quell’ultima frase, ma anche lui cercò di nascondere i suoi sentimenti.

In realtà si sentiva intenerito da quell’uomo di ferro che, per la prima volta, stava mostrando dei sentimenti umani.

-Non ho scoperto molto. La sua vita sembra essere tutta casa e lavoro. Non è sposata né fidanzata, sua madre vive nell’Ohio con sua sorella. Sembra essere da sola qui a New York. L’anno scorso ha salvato diverse vite e ha anche scritto degli articoli per delle importanti riviste di medicina-

-Non si dedica ad altro che al suo lavoro?-

Finch annuì.

-Era il suo sogno-   mormorò Reese   -Voleva diventare medico, salvare le persone-

-Anche tu hai questa passione, signor Reese. Quella di salvare le persone-

Harold sorrise. Era la prima volta che lo faceva o se lo aveva fatto in passato, John non lo ricordava. Fu un sorriso dolce, solidale, il sorriso di un amico.

-Mandami il suo indirizzo sul cellulare. Vado a dare un’occhiata-   ordinò, dirigendosi verso l’uscita.

-Credo che tu lo conosca già, signor Reese. Non ha mai lasciato la sua casa sulla trentasettesima-

Lo stomaco di John fece una capriola. In quella casa erano stati felici e lui ora l’avrebbe rivista proprio lì, in quella cucina, su quel divano, in quel letto.

Non disse un’altra parola. Imboccò l’uscita e sparì, lasciando Finch in una sconfinata tristezza.
   
 
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