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Autore: aniasolary    06/10/2012    6 recensioni
(AU, IC) La vita è una strada in cui inciampare e cadere e farsi male. Poi ci si rialza. E si apre gli occhi.
E le lucciole seguono la luce. Jacob e Bella a Parigi alla fine del 1800; una storia semplice in cui sono sempre loro. In cui Bella prenderà una decisione sbagliata che la farà andare via per sempre…
"Ma come faccio ad andare via se non riesco nemmeno a camminare senza inciampare ad ogni passo se non ci sei tu che mi tieni la mano?"
Arrivata seconda al contest Only Jacob and Bella AU "Si sarebbero amati in qualunque storia fossero andati a finire"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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lucciole

Lucciole

 

 

Sono andata via per sempre. Ma come faccio ad andare via? Non riesco nemmeno a camminare senza che tu mi tenga la mano, inciampo ad ogni passo.

 

Ma le lacrime non spegneranno il maledetto incendio che le ha portato via i genitori e non faranno tornare Jacob da lei.

Bella incontra gli occhi castani di Alice. E la linea tremante di un sorriso imperla di luce il suo viso. La sua unica, carissima amica.

«Alice… »

«Forse vuoi… che lo mandi a chiamare. C’è Jasper che mi aspetta giù, sono tutti via.»

Bella socchiude gli occhi e la vede attraversare la soglia della porta. La guarda e il sorriso non scompare. Eppure, per la prima volta, gli occhi color cacao e zucchero di Alice Cullen mostrano qualcosa di diverso. Una cornice d’acqua cade delle sue ciglia. Alice corre nel corridoio: sembra un lume che avanza nella notte, nel vestito dorato. E le lucciole la seguono anche se sono lontane, a volare nel cielo.

***

 

Parigi, 1894

 

Fredda è la notte d'inverno.

Ma mai il freddo è stato più pungente, prima di questo buio.

Lei se n'è andata per sempre.

Se la ricorda come se l'avesse appena guardata. Gli occhi che brillano di lacrime sul punto di cadere, scuri, marroni e deboli. Lei volta sempre la testa, e quando lui riesce ad afferrarla per il mento la lacrima è già caduta, indomabile e spietata, brillante come una gemma preziosa.

Ma questo è solo un disegno sbiadito nella sua testa.

Lei se n'è andata per sempre.

«Jacob. »

Sente dei passi ansanti che si avvicinano a lui, il rumore dell'acqua quando viene schizzata, una pozzanghera a schernirli nella vecchia luce che sono ancora i lampioni delle strade buie di Parigi.

«Voglio stare da solo. Solo. E non voglio vedere nessuno. »La sua voce è così roca e graffiante che potrebbe tagliare qualcosa meglio della lama di un coltello.

Ma è davvero vivo, quello che è rimasto di lui? Forse avrebbe dovuto aspettarselo, la conosce bene. E lei gli ha parlato con addosso quel vestito rosso che la faceva sembrare una dea della notte, la stessa notte che è calata su di lui e che lo fa gelare. Perché Bella ha promesso il suo amore ad un altro.

«Lei... »

«Da solo, ho detto. »

« Deve dirti una cosa, vuole vederti. »

«Non ha già detto tutto? »

«Ha mentito. »

Jacob Black si tocca la camicia sporca, aperta a metà. I pantaloni luridi, una cordicella intorno al suo polso, come una specie di bracciale, un ciondolo a forma di quadrifoglio, perché l'amore non è una condanna. È una promessa.

Alza il viso verso il cielo.

Nero.

Chiude gli occhi.

Fuoco.

«Dov'è? »E la sua voce somiglia a una preghiera.

Sta già correndo. Perché se lei se n'è andata per sempre, lui la cercherà per sempre.

Alice apre la porta e l'interno della casa non luccica più.

«Ultima stanza, secondo piano a sinistra. Non fare rumore.»

Aguzza la vista, trova le scale. Sente la di nuovo la voce di Alice e la ragazza gli porge una candela.

 

Corre verso di lei. Le è stato lontano un paio di mesi che sembravano secoli, per mettere insieme quei pochi soldi per il viaggio di ritorno a casa. La tenuta nel Tennessee. Perché era il sogno di Bella e allora era anche il suo.

 

Bella, amore mio. Come trema la tua voce quando non riesci a guardarmi negli occhi e inciampi nelle parole. Perché la tua voce era ferma mentre dicevi a tutti che volevi sposarlo? Ti vedo ancora sporca di fango, tanto tempo fa, nella tenuta. Sporca di fango inzuppato ad acqua, come i tuoi occhi lucidi.

 

Ma Edward era soldi e sicurezza e il fratello adottivo che poteva entrare nelle sue stanze la notte. Jacob le aveva scritto sessantasette lettere… tutte senza risposta.Rosalie le aveva bruciate nel fuoco.

Jacob apre la porta, si è dimenticato di bussare e avrebbe dovuto.

Dio, è lei.

Il suo profilo crea un’ombra a forma di cuore sul muro. I capelli sembrano neri, ma c'è sempre quel riflesso di rosso. Lei si volta, gli occhi grandi e liquidi, la bocca ancora sporca di rossetto: sembra che abbia appena mangiato le fragole, come quando era piccola e le rubava dai cestini.

Lui allunga una mano verso di lei e si sfiorano. Non vuole lasciarla mai più.

 

Bella trema e piange e tiene gli occhi aperti anche se lacrime sgorgano, dalle ciglia al viso, come un fiume in piena. La diga si sta crepando per lasciarlo passare.  Ha gli occhi aperti, spalancati. E i brividi quando lui le prende le mani e le accarezza il viso. La mano grande e color bronzo sul bianco che sì, riesce a vedere perché ogni cosa è sfumata ma la sua luce è lui.

«Bells… quanto sei messa male senza di me?»

Non sa nemmeno come questo sia possibile, perché è promessa ad Edward. È solo ora che sa che non soffrirà mai il gelo, che nessuno la lascerà mai più guardare il fuoco che divora la sua vita. È solo adesso che si accorge che qui, ora, era la cosa che aspettava più di tutte.

«Jake.»

Sente le sue braccia calde avvolgerla, un tepore improvviso anche se la sua camicia è sporca di neve. Bella poggia la testa sul suo petto.

«Tu sei andato via e non volevo restare da sola, J-Jake. Ma adesso lo so che io sono sola ovunque e con chiunque se non ci sei tu.»

Sente le mani di Jacob salire sul suo collo, raggiungerle il mento. Si ritrova a guardarlo negli occhi, sospira. E non piange più.

«Non ti lascerò mai.»

Jacob le prende il viso fra le mani.

«Mai.»

Avvicina le labbra alle sue, il respiro caldo a solleticarle la pelle in un’aura di vapore del profumo della terra e dell’erba, legno, alberi, ricordi lontani tenuti insieme da tanti sogni, ciottoli sulla strada per arrivare qui, in questo momento. Lo sente sorridere. Il rumore del suo respiro che riconosceva tutte le volte in cui giocavano a nascondino, alla fattoria, perché lei riusciva sempre a sentirlo.

«Non piangere più.»

Ma poi Jacob la guarda negli occhi. E i suoi sono neri e scuri e acqua da cui bere per vivere. Quando li chiude Bella li vede ancora, nella sua mente. Ma quando sente le sue labbra sulle sue sa, nel nero che non le ha mai fatto paura, che il mondo gira verso la direzione giusta. Jacob la bacia e Bella respira. Respira e sente il vento, il cuore batte forte e trema insieme a lei. Bella socchiude gli occhi e l’ombra del buio lo accarezza. Solo una sfumatura più chiara, quella della candela, ad illuminargli il viso e gli occhi. Forse delle lucciole, quelle che non li hanno mai abbandonati e che seguivano sempre la scia della loro vita quando erano insieme. Nella tenuta del Tennessee da bambini, davanti alla finestra dell’Orfanotrofio, tutte le sere dopo il tramonto.

Bella scende a toccarlo sul collo, ad aprire la camicia. E la camicia si apre e Bella accarezza le spalle dello stesso colore del bronzo, tese e lucide. Riesce a respirare. E non sa se è perché adesso il corpetto non c’è più. E il vestito rosso è ora solo fili e ricordi e lacrime. I fili sottili che si attorcigliano insieme alle perle della collana che ha sfilato per la rabbia, danzano nella polvere che è sempre stata la sua vita quando credeva che Jacob non sarebbe tornato mai più. Sente la sua bocca scendere sul seno, e si morde la lingua. Perché lui la stringe, e le mani sono fra i suoi capelli, e la lingua scende e risale, e Jacob apre gli occhi e la guarda. Ora ritorna, alla stessa altezza dei suoi occhi. E Bella respira piano, la pelle bianca a specchiare il suo corpo bronzeo. Occhi negli occhi, a fondersi, mentre Jacob la sente sotto le dita e Bella può ascoltare tutto quello che non dice perché è come se avesse il suo cuore in mano. Lei inarca la schiena e si aggrappa alle sue spalle, lo graffia e a lui sfugge un gemito. Gli chiede scusa, lui fa “shhh” fino alle sue labbra. E poi Bella stringe le gambe intorno al suo bacino, le mani intrecciate. Perché se è un sogno tutto finirà e saranno cicatrici tutte le parole, e i sospiri, e le promesse. E Bella sarà andata via per sempre.

Ma lei affonda le unghie nella sua schiena e dice il suo nome come se fosse l’unica parola che conosce. Lo dice con sorpresa, la voce spezzata, cocci che solo Jacob può rimettere insieme. Ed è un cullare dolce che fa male, perché Bella si morde le labbra e cerca la bocca di Jacob. E la sua lingua la lava dello sporco che aveva dentro. Le promesse che ha fatto ad altri non sono niente, solo parole in un mondo di libri e guerre e viaggi e sogni; nel mondo vero loro, Bells e Jake, corrono insieme sulla loro strada, dove il punto di arrivo sarà solo una nuova partenza… e lui rallenterà il passo, perché non la lascerà mai sola. E c’è il sapore del sangue in quel bacio in cui si chiamano senza parlare e il sudore scivola sulla pelle, un’altra tempesta perché fuori nevica e c’è una tormenta. Fa freddo ma il freddo non esiste più. E Il sogno ha gli occhi neri, la bocca carnosa e il profumo di un bosco lontano.

Jacob.

Jacob che si accascia su di lei e le prende di nuovo il viso ed è un bacio disperato, ancora, perché se fosse andata via per sempre lui l’avrebbe cercata per sempre: ma ora sono lì, insieme. E insieme la riconoscono, la linea che va verso la direzione giusta. Parigi, il Tennessee, la casa di Charlie e Renée, qualunque posto da cui si può ripartire mano nella mano. Come quando erano bambini e correvano nel prato e Bella si sporcava il vestito e Jacob la prendeva in giro.

Dov’è il fuoco, adesso?

Nel cuore.

E non fa più male.

 

***

È mattina quando Bella si sveglia, ancora nuda nelle coperte bianche come la sua pelle. Si porta una mano sul cuore e chiude gli occhi. Lui la sta aspettando. Indossa il primo vestito che trova e porta con sé il libro di fiabe che Reneé non riusciva mai a leggere fino alla fine e che Charlie raccontava a modo suo. L’unica cosa che si era salvata dell’incendio perché lei lo portava sempre con sé.

Ora niente brilla sulla sua mano. Bella tiene l’anello fra due dita, per farlo splendere  alla luce del sole che filtra dalle finestre. Quando Edward la abbraccia non si allontana.

«Mi dispiace tanto, Edward.»

Lui sorride in quel modo che riflette tutti i sorrisi degli altri, perché di suo ora non c’è niente. Ma lo ha sempre saputo, li ha sempre guardati, e ha sempre cercato di capire che cosa ci fosse di così grande per non essere davvero abbastanza. Un fruscio. Angela passa con il tè, i capelli castani e lisci, gli occhi scuri e allungati come quegli animali che vivono nelle foreste. Bella la guarda, un rossore a darle il colore di una rosa. Edward si passa una mano fra i capelli, le dice grazie. Bella si sente il cuore battere di una sconosciuta felicità. Anche quando abbraccia Alice e la sua maman. Ma il suo cuore la chiama perché lui è lì ad aspettarla.

 

***

 

Jacob ha il cappello buono, una camicia pulita, una giacca vecchia di suo padre che gli va stretta, e va bene così. Si dice da solo che deve stare fermo. Ma poi la vede correre e lascia tutto, valige e ceste e la prende fra le braccia prima che inciampi nel cestino più piccolo che non ha nemmeno notato. Il treno stride sui binari, è l’inizio di un viaggio. Bella cammina a piccoli passi, a guardarsi intorno, come se mancasse ancora qualcosa, Jacob invece guarda lei e  il cuore gli salta in gola.

«Hai aspettato tanto? »

E Bella adesso può correre come tutti gli altri. Nel vestito lungo e con le scarpe alte. Le mani sporche di inchiostro per le lettere che ha scritto.

«È tutta la vita che aspetto, Bells.»

«Cosa? »

Salgono sul treno e le persone si fanno piccole, e Parigi è un arcobaleno di grigio e polvere e luccichii, i tutù delle ballerine della Scala che lei ha guardato a teatro con sua madre, le fragole che Jacob portava sulla sua testa nelle ceste. Bella distoglie lo sguardo e lui la trova. La abbraccia. Quando Jacob parla, i sogni si possono toccare e hanno un profumo.

Lasciano indietro strisce di sole. Lucciole.

«Ora.»

*

*

*

*

Storia seconda classificata al contest Only Jacob and Bella "Si sarebbero amati in qualunque storia fossero andati a finire" *.* Ringrazio tantissimo Noemi, la giudicia, che ha indetto questo contest fantastico <3 <3 <3 E grazie a jakefan che mi ha betata <3 <3 <3

Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui. Ricevere i vostri pareri mi renderebbe davvero felice <3

Grazie **

A presto

Ania

   
 
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