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Autore: CrissColfer_    06/10/2012    2 recensioni
Scostò la sedia di fronte alla scrivania, sedendosi in silenzio ed aprendo la lettera con un leggero sospiro.
Era nervoso, molto nervoso.
In quel momento, era convinto che avrebbe potuto vomitare anche l'anima.
"Caro Kurt,
Non so perché ho risposto a questa lettera, o a quelle precedenti.
Forse perché non faccio altro che pensarti, forse perché le nostre foto sono ancora sulla mia scrivania o forse per gr quando sono andato via da New York quella sera ho lasciato una parte del mio cuore a te.
Come stai?
Ti amo ed ho ancora bisogno di te.
-Blaine"
L'ultima parte era cancellata. Ancora una volta, una piccola lacrima fredda attraversò il suo viso.
Erano 2 anni, due lunghissimi anni che Kurt scriveva a Blaine e Blaine scriveva a Kurt.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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-È arrivata finalmente.-
Sussurrò Kurt mentre chiudeva la cassetta della posta, tenendo la busta di carta riempita di francobolli e sigillata accuratamente.
Il ragazzo sospirò, chiudendo in silenzio la porta alle sue spalle.
L'appartamento comprato due anni prima a New York era finalmente stato ristrutturato.
Le vecchie pareti erano pitturate di un bianco latte, le tende rosse scendevano perfettamente davanti ai quattro balconi che affacciavano su Broadway Junction ed il parquet perfettamente curato era di un lieve marrone scuro.
La camera di Kurt era completamente diversa da quella a Lima, ma non smetteva di rispecchiarlo in tutto e per tutto.
Un letto a due piazze riempiva il rialzo chiuso da 2 muri, che lo separavano dalla stanza di Rachel, di lato una scrivania con vari quaderni pieno di appunto e modelli, un armadio spazioso bianco chiaro e sopra il letto c'era una piccola bacheca con molte foto ricordanti la sua adolescenza.
Ricordava sempre la sua prima giornata a New York. In quel momento aveva capito che quella città poteva offrire tanto ad uno come lui e che quello resa sempre stato il suo destino, fin dall'inizio.
Ora non era legato a nessuno, non aveva un compagno da parecchio, ma di certo non era solo.
Finn e Rachel erano sempre con lui e Kurt spesso si sorprendeva che quei due stessero ancora insieme dopo tutto il tempo che era passato.
Le storie d'amore nate al liceo non duravano così tanto.
O almeno non per lui.
Scostò la sedia di fronte alla scrivania, sedendosi in silenzio ed aprendo la lettera con un leggero sospiro.
Era nervoso, molto nervoso.
In quel momento, era convinto che avrebbe potuto vomitare anche l'anima.

"Caro Kurt,
Non so perché ho risposto a questa lettera, o a quelle precedenti.
Forse perché non faccio altro che pensarti, forse perché le nostre foto sono ancora sulla mia scrivania o forse per gr quando sono andato via da New York quella sera ho lasciato una parte del mio cuore a te.
Come stai?
Ti amo ed ho ancora bisogno di te.
-Blaine"


L'ultima parte era cancellata. Ancora una volta, una piccola lacrima fredda attraversò il suo viso.
Erano 2 anni, due lunghissimi anni che Kurt scriveva a Blaine e Blaine scriveva a Kurt.
Entrambi però, non avevano detto a nessuno di quello che si scrivevano.
Sia Rachel, che Finn, che Sebastian o Jeff, sapevano che i Klaine non c'erano più, che si odiavano e che della loro storia era rimasto soltanto un cumulo di polvere portata via dal vento gelido invernale.
E Kurt ancora quella volta rispose.
Prese un foglio di carta e scrisse ancora senza dire cosa provava, senza scrivere che velocemente stava bloccando che lacrime che scendevano sul suo viso, per evitare di bagnare la carta e senza dire che lo amava da due fottutissimi anni.
Da quel:"Mi chiamo Blaine" a quel momento.
Prese la lettera di Blaine e stupidamente l'annusò.
Era incredibile che avesse il suo profumo, di quella colonia che tempo prima riempiva i suoi vestiti e che poi era svanita proprio come lui.
Sfilò da sotto il letto uno scatolone, poggiandoci l'ennesima lettera socchiudendo gli occhi con il viso addolorato.
Era impossibile amare la stessa persona per 4 anni, senza mai smettere di pensarla, sognarla e di piangere la sua assenza; ma Kurt lo stava facendo e l'enorme scatola colma dei suoi ricordi con Blaine poteva dimostrarlo.
Scosse la testa e chiuse la porta lasciando che Rachel notasse il suo falso sorriso.

"Caro Blaine,
Sono felice che tu mi abbia scritto, la tua mancanza si era sentita in questi due giorni.
Ti prego di non scrivere i tuoi sentimenti qui sopra, non voglio ricordare ciò che abbiamo passato rimpiangendo il fatto di non essere più l'amore della tua vita.
Hai già trovato qualcun'altro o il posto è ancora libero?
Ah e ti amo anche io, proprio come la prima volta.
Ma non cambierà le cose.
-Kurt"

E Blaine scosse la testa per l'ennesima volta.
Stava iniziando a pensare seriamente che scambiarsi lettere con il suo ex ragazzo era un errore.
Aveva provato di tutto per chiarire e migliorare la situazione.
Era tornato a New York, sotto casa di Kurt, sotto il suo ufficio.
Lo incontrava spesso e lo inseguiva, ma Kurt continuava a tenere lo sguardo basso senza rivolgergli la parola.
La prima lettera l'aveva inviata Blaine, il 24 Dicembre 2012.

"Caro Kurt,
Stavo scartando le caramelle di Natale e mi sei venuto in mente.
Ora potrei permettermi un anello vero, magari con il mio nome inciso all'interno.
Vorrei poter cambiare le cose. Scusa ancora...
-Blaine"

E Kurt l'aveva ricevuta due giorni dopo, una mattina in cui sorridente era andato ad aprire alla porta in pigiama, pensando che fosse Rachel.
Si era ritrovato con le ginocchia strette al petto, il respiro bloccato dai singhiozzi e le lacrime che imperterrite scendevano a bagnare il colletto del suo pigiama.
Prese una penna, della carta bianca trovata al momento e scrisse.
Scrisse tutto quello che poteva scrivere, scrisse che stava andando tutto nella merda più totale senza la presenza del suo ragazzo, che sentiva il peso del mondo sulle sue spalle; Il suo mondo che senza Blaine era crollato.
Ma la strappò. Lanciò la carta nel cestino affianco al letto e scrisse con la mano tremante senza fermarsi per asciugarsi gli occhi.

"Caro Blaine,
Questa lettera mi ha sorpreso e decisamente spezzato il cuore di nuovo.
Il tuo anello è qui, sulla mia piccola libreria, in modo che ovunque nella mia stanza si possa vedere.
Dopo tutto ciò che è successo non riesco ancora a perdonarti, anche se è passato tanto tempo.
Ti prego non scrivermi più.
O sarò costretto a rispondere di volta in volta quando sto cercando di andare avanti senza di te.
-Kurt"

 
 
Questo scambio di lettere durò per mesi.
Blaine ne scrisse altre 4, poi altre 2 e Kurt rispose finché di volta in volta ognuno sapeva il giorno in cui arrivava la lettera dell’altro.
 
“Caro Kurt,
Stanotte ho dormito con il tuo pupazzo, il piccolo cagnolino di Margaret Thatcher.
Sembra profumare di te in un modo davvero pazzesco.
-Blaine”
 
“Caro Kurt,
Questa mattina sono andato alla Dalton.
Attraversare quei corridoi mi ha portato alla mente tanti ricordi.
Mentre scendevo la scalinata principale, ho sentito qualcuno chiamarmi ed ho saltato un battito.
Nick poi mi ha abbracciato chiedendomi perché fossi così bianco.
Ci speravo tanto che fossi tu… Forse sarebbe tornato tutto come un tempo.
-Blaine”
 
“Caro Kurt,
Ieri sera Cooper ed io siamo andati a cena fuori.
Sembra strano dirlo, ma il nostro rapporto è migliorato e mi ha chiesto di te.
Non sapeva niente della nostra rottura, ma lo ha intuito.
Mi ha detto: E’ un ragazzo stupendo e tornerete insieme, fratellino. Vi amate.
Prego iddio che sia così.
-Blaine”
 
 
“Caro Kurt,
Ricordo quando il giorno dopo la prima di West Side Story mi dicesti che ti toglievo il respiro.
Adesso so cosa volevi dire.
Anche solo a scrivere il tuo nome, perdo aria.
-Blaine”
 
“Caro Kurt,
Ho voglia di scriverti per raccontarti tutto quello che mi sta accadendo.
Sento che senza la tua presenza qui, è come se avessi combattuto inutilmente una guerra infinita.
Sto odiando me stesso e me lo merito.
Mi merito tutto ciò che stai facendo e che sto facendo all’idiota dentro di me.
Perdonami.
-Blaine”

“Caro Kurt,

Ho perso il conto di tutte le lettere che sto scrivendo.
Cooper continua a sostenere che sia impazzito e comincio a credere che abbia ragione.
So che non vuoi parlarmi, ho sbagliato e ti chiedo di perdonarmi.
O forse hai ragione? Meriti di più di me?
-Blaine”

“Caro Kurt,

Ti amo ancora.
-Blaine”

“Caro Kurt,

Fa tutto schifo senza di te. S C H I F O.
Non riesco a credere che tu sia andato via davvero.
-Blaine”

“Caro Kurt,

sei sempre l’amore della mia vita.
-Blaine”
 
“Caro Kurt,
cerco di promettere a me stesso che ogni lettera sia l’ultima ma alla fine non è mai così.
Sei tutto quello che ho sempre cercato, e diavolo non riesco a capire perché ho fatto una cosa così stupida.
Avevo fra le mani l’angelo più bello del paradiso e l’ho lasciato volare via.
Torna da me, ti scongiuro.
-Blaine”

“Caro Kurt,

sono disperato. Non riesco ad andare avanti, non ti fai passare le mie telefonate quando sei a lavoro, non rispondi al cellulare o a queste stupide lettere!
Ti prego, sono ancora pazzo di te.

-Blaine”
 
Passarono i giorni, le settimane, i mesi.
Nessuna risposta da parte di Kurt. Blaine restava incollato alla finestra, aspettando che il postino arrivasse.
A volte evitava anche di restare a parlare al telefono con Jeff, ma non sapeva bene il motivo.
Finché un giorno, di prima mattina, sua madre bussò alla porta porgendogli una piccola busta di carta con sopra il suo nome.
Il francobollo segnava davvero New York.
 
“Caro Blaine,
Mi dispiace di non essermi fatto sentire, ma il lavoro mi toglie così tanto tempo che a volte non riesco nemmeno a respirare.
Io sto bene e tu? Le tue lettere mi erano mancate, e vorrei che salutassi Nick da parte mia.
-Kurt”
 
Gli si spezzò il cuore, tanto che infilò quella lettera nel comodino e strappò tutti i fogli che aveva scritto in precedenza.
Pagine di una vita, appunti vecchi di scuola dove sopra c’era sempre e solo il nome di Kurt.
Chiuse a chiave la porta e si maledì.
Si maledì per essersi lasciato andare pochi anni prima con un ragazzo che venendo mentre scopavano, aveva sussurrato il nome di un altro.
E Blaine aveva fatto lo stesso; il nome dell’amore della sua vita era uscito con facilità mentre restava con gli occhi socchiusi.
Cosa diavolo gli era saltato in testa? Blaine Anderson amava Kurt Hummel più della sua stessa vita ed avrebbe dato qualsiasi cosa per lui.
Come aveva potuto lasciarsi andare ad un attrazione…fisica?
Non rispose a quella lettera. Rimase semplicemente a darsi del vigliacco, dell’idiota ed ad odiare se stesso.
Fino a quando non ricevette qualcosa di inaspettato.
 
 
“Caro Blaine,
Ho mentito.
Non ti ho risposto semplicemente perché non avevo il coraggio. Vuoi sapere la verità? Non smetto di pensarti.
Il tuo profumo, i tuoi vestiti, tutto ciò che abbiamo condiviso. Ed è assurdo Blaine, assurdo che io continui ad amarti dopo tutto questo tempo.
Che stiamo facendo? Dimmelo tu, perché io non lo so.
-Kurt”
 
“Caro Kurt,
Mi dispiace, ed hai ragione. E’ tutto quello che posso dire.
Sono uscito con un ragazzo ieri sera, ma non sono stato tanto bene.
Ne le sue labbra, ne le sue dita fra le mie mi facevano sentire speciale come facevi tu anche solo guardandomi.
Meglio smetterla.
-Blaine”
 
 
-Cazzate…-
-Come prego?-sussurrò Rachel mentre rivolgeva uno sguardo al suo migliore amico, che era rimasto seduto al tavolo della cucina continuando a leggere la lettera di Blaine.
-Non parlavo con te-rispose lui freddamente, spostandosi un ciuffo di capelli dal viso e sospirando.
Rachel aveva già capito tutto.
Una lettera le era passata fra le mani e sapeva cosa stava accadendo.
Gli umori di Kurt, prima tristi e poi allegri, non stavano delimitando soltanto una fase isterica del suo migliore amico gay.
Ma esprimevano tutto il suo malessere riguardo a qualcosa che non riusciva a cambiare.
-Se ti riferisci a Blaine…Lui non ti ha mai detto cazzate. Chiunque sbaglia no? Chi non commette errori?-
-Mi ha tradito…-
-E tu con Chendler? Kurt, tesoro…Blaine è la tua anima gemella-
Detto questo, il ragazzo annuì. Spostò in silenzio la sedia, allontanandola dal tavolo e dirigendosi tacitamente nella sua stanza, chiudendo la porta dietro di se.
A quella lettera non rispose.
Lasciò passare un anno intero.
Lentamente, senza accorgersi di nulla, il tempo passava, le cose cambiavano sia a Lima che a New York.
Blaine era riuscito a trovare un lavoro come cantante in un locale fuori Westerville, e di mattina studiava letteratura inglese a Louisville.
Kurt invece lavorava ancora per Vougue.com, ma era riuscito a diventare vice direttore. Aveva capito che la moda era il suo destino e che non avrebbe più cambiato nulla della sua vita.
Quando un inaspettato giorno di Settembre, Kurt ricevette una nuova lettera proveniente da Lima.
 
“Caro Kurt,
Non hai più risposto, il che mi fa pensare che tu sia ancora arrabbiato. Per tutto…
Questa lettera è per sapere cosa stai facendo. Stai bene? Rachel? Il lavoro? Tengo ancora a te dopo tutto.
Io qui ho iniziato un corso di letteratura inglese, mi piace tanto.

Fammi sapere…
-Blaine”
 
“Caro Blaine,
Io qui tutto okay. La mia vita va avanti e Rachel sta progettando di sposare Finn verso Gennaio. Sono diventato vice capo di Vouge.com e niente…sono felice anche per te.
Sono fidanzato.
-Kurt”
 
Zac. Un taglio netto.
Aveva davvero perso tutto. Eppure non avrebbe dovuto sentirsi in colpa o sbaglio?
Blaine anche era fidanzato, con quello che poteva definirsi suo compagno di studi universitari.
Ma cosa c’era che lo bloccava apparte le lacrime che iniziarono a scendere velocemente al solo vedere quella parole?
Era innamorato del suo ragazzo, o almeno così diceva?
Cosa riusciva a tenerlo fermo lì?  Non lo capiva.
Ma era sicuro, che se solo avesse ascoltato il suo cuore, avrebbe preso il primo volo per New York, implorando Kurt di tornare suo.
Come un tempo.
 
 
“Caro Kurt,
Mi fa piacere. Invierò anche qualche regalo di nozze sia a te che ai Finchel.
Anche io lo sono.
-Blaine”
 
Passò del tempo.
Si sa che il destino riunisce le persone no? Si sa per certo che se due persone sono destinate a stare insieme, il fato riuscirà a farle tornare l’una dall’altro.
Per uno scherzo della sorte, per un equivoco, per qualcosa di indefinito Kurt andò a Lima da suo padre e Blaine a New York per un nuovo posto offerto dal padrone del locale dove suonava.
Presero il gate opposto, l’aereo contrario ma alla stessa ora senza vedersi.
Non si specchiarono ne nel colore dell’oceano, ne nel colore del miele dell’altro.
Kurt scese silenziosamente, facendo il giro per ritirare la valigia e Blaine poso la sua per farla pesare sperando davvero che non superasse il peso indicato.
Quando il suo sguardo notò un ragazzo con una sciarpa bordeaux al collo in difficoltà, saltò un battito.
“Non può essere, non può essere, non può essere”
Ma quegli occhi color del mare, quegli occhi che avrebbero potuto togliere il fiato anche agli angeli più belli erano inconfondibili.
Kurt passò al fianco del ragazzo moro, sistemando la sua valigia senza girare lo sguardo.
E Blaine abbassò gli occhi in silenzio, attendendo il suo biglietto.
Kurt lo aveva visto, aveva sentito il suo profumo da lontano e captò una lacrima che scendeva tacitamente sulla sua guancia fredda per il vento invernale, così l’asciugò subito.
Ironia della sorte, la canzone mandata in radio fece scattare un campanello nella testa di Blaine.
Teenage Dream. Ed allora capì.
Di fronte a se, la ragazza gli stava allungando il biglietto per la sua città, di lato l’amore della sua vita stava andando via.
Di nuovo due direzioni opposte, di nuovo due scelte.
Ma questa volta non c’era il giusto o sbagliato.
Non ebbe paura che suo padre lo avrebbe chiamato mille volte, non ebbe paura che forse sarebbe stato espulso dagli ultimi corsi o che magari Dean lo avrebbe tempestato di minacce.
In quel momento la direzione da seguire era a senso unico.
Cambiò il suo volo in fretta, prendendo il suo bagaglio mano e trascinandolo nel grande corridoio dell’aeroporto, avvicinandosi silenziosamente al ragazzo che stringeva faticosamente la sua valigia firmata.
Forse singhiozzava, forse no ma non ci badò molto.
Prese la maniglia della valigia, alzandola insieme a lui e notando poi lo sguardo di quello che si faceva confuso.
Il sorriso che Kurt si ritrovò davanti fu quello più caloroso e rassicurante che avesse mai potuto sperare di ottenere.
O anche solo di rivedere.
 
“Lascia che ti aiuti…”
 
E lui annuì. Prendendo la valigia insieme a quella di Blaine, sfiorando con il pollice la mano del ragazzo mozzafiato che aveva a fianco.
Probabilmente non tutto è per sempre, può darsi che l’amore non sia infinito.
Ma tutto quello che so, è che se si ama una persona, tanto da morire per essa, la distanza, l’età, i tradimenti, gli errori, le banalità sono solo un piccolo ostacolo per rafforzarsi.
Se due persone sono nate per completarsi, per riempirsi e rendersi una cosa soltanto sarà così per tutto il tempo necessario.
Niente di più, niente di meno.



Angolo dell'autrice:
Eccomi qui!c: torno con il cuore spezzato da una puntata TOTALMENTE ORRIBILE.
Alcune cose sono state davvero bellissime però, come teenage dream, ma sappiamo tutti che Blaine non avrebbe tradito Kurt! E' completamente OOC!
Ora vi lascio a questa piccola OS che mi ha fatto venir voglia di piangere a ripetizione ç.ç
Ringrazio la mia migliore amica, Alessandra Cimmino che mi ha sopportato e la mia piccola puffetta.
non mi scorderò mai di lei (LOL)
Mi recensite e dite cosa ne pensate? Baci <3
  
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