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Autore: MartinaAnna    06/10/2012    0 recensioni
Ecco ciò che succede quando nella nostra testa girano vorticosamente tante parole che non riusciamo ad acchiappare, quando il dolore e la paura di perdere qualcuno sono così forti, così atrocemente visibili, che non permettono a niente di scalfire il vetro che ti separa dalla realtà che ti precludi.
NB: recensioni più che ben accette!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un pomeriggio, piccole bruciature si sono sistemate sulle mie braccia, sempre più vicine, fino a ferirmi. Fino a farmi male. Continuo ad alzare le spalle, perchè davanti ai miei occhi si sono aperti mondi mai visti prima: mondi fermi ancora ai sogni e alle speranze, mondi che vedo crollare senza potermi muovere. Ed è più l'impossibilità di agire a ferirmi che l'immobilità degli altri. Mi sento neutra ed esausta. Come se avessi perso qualsiasi tipo di carica e non fosse rimasto nient’altro che un involucro che non è più in grado di provare sentimenti. Non riesco a piangere né ad arrabbiarmi. Avrei bisogno di una sola risposta, invece mi vedo davanti sempre più domande: ma allora...? forse...? ma no, perchè...? come posso...? e se poi...? perchè non...? Forse, è perchè ci sono per tutti alti e bassi. Forse, è perchè credo di sapere già cosa gli altri pensino. Forse, è perchè semplicemente ho superato ogni limite concesso. Forse, è perchè sono io che non so reagire. Ciò che so -e che purtroppo non è affatto un "forse"- è che un giorno tutte queste domande troveranno per forza una risposta.
E la mia più grande paura è che l'illusione stia cominciando a svanire. Avrei bisogno solo di un po' più di tempo, qualche settimana, poi tutto cambierebbe. O no?
Prendo un lungo respiro e vado avanti, mi guardo dentro, controllo che sia ancora tutta lì la Martina che conosco, invece, non trovo una minuscolissima parte di me. Quella malinconica è svanita. Quella che s'intristiva per ogni motivo. Quella che aveva paura di tutti. Continuo a cercare, cacciando fuori ogni piccolo aggettivo, avverbio, nome, persona, ricordo e sentimento che abbiano mai vissuto nel mio cuore e nella mia testa. Non so chi vincerà la sfida. Non m'importa, sinceramente. Perché, al momento, né il cuore né la mente mi stanno aiutando a capire cosa diamine stia succedendo LI', lontano qualche kilometro da casa mia e da me. Non potrei comunque saperlo, né risolverei nulla, ma sicuramente capirei dov'è il problema. Forse non c'è tempo, forse ho sbagliato, forse ...
- Forse dovresti solo smetterla di piangerti addosso- mi dice il mio cervello. Il mio cuore, invece, sembra in stand by. Pulsa, lo sento nelle vene, nel respiro regolare, nel rumore delle orecchie sul cuscino. Tum-tum. Tum-tum. E' costante, dovrebbe tranquillizzarmi. Invece, mio malgrado, sono costretta ad alzarmi e a sedermi. Mi fa paura. Perché è un "tum-tum" sordo, senza l'eco chiassoso dei sentimenti.
E questa è una serata strana, senza suoni né rumori, e per me non è nella norma. Io, abituata a chiedermi di quale nota potrebbe risuonare il carattere delle persone, non sento quale melodia stanno strimpellando i miei sentimenti, stasera, semplicemente perchè non ne ho.
Sono così intristita -badate intristita non triste- e delusa da non riuscire a sentire nulla oltre al ronzio della tv o il ticchettio dei tasti del computer. Che poi delusa da chi ancora devo capirlo. Forse semplicemente dalla mia euforia che mi ha portato a illudermi troppo. E si sa, l'incanto è bello finché dura. E' come un film: t’immedesimi così tanto in un personaggio che quando esci dal cinema rimani in silenzio per un po', deluso di essere tornato nella realtà. Ecco, non mi sento molto diversa.
Sto camminando su un filo sottile, legato per un'estremità ad un albero imponente e sicuro e dall'altra alla fragilità dei sentimenti. E, pazza di una ragazza, sto camminando proprio verso quest'ultima figura. Sto lasciando la sicurezza di una sequoia per l'instabilità dei sentimenti, che, per quanto poetica possa essere, è comunque discontinua.
Tornando al filo...
Fino ad ora, mi era sempre sembrato di camminare piuttosto in equilibrio, certamente con botte che mi hanno fatto perdere l'equilibrio, ma mai come questa sera: mi ritrovo appesa a questo famigerato filo solo con le mani, con la paura di poter cadere all'improvviso nel vuoto nei prossimi giorni. Posso cadere, posso cadere, posso cadere e sprofondare...
- Ma puoi anche rialzarti, con un po' di sforzo- continua la mia mente. Non mi va di risponderle. All'improvviso, il cuore si sveglia e lo fa lui per me:
- Non senti che sta pensando?-.
- Ma io dico, invece di pensare, agisci! Cretina di una Martina!-.
Certo che un cervello che mi dice "agisci!" non deve essere molto normale... vabbè, è il mio...
- Pondera bene la situazione-, mi ripete invece Cuore.
Ma vi siete invertiti le parti per farmi confondere?
- Basta che si muove- ribatte Mente.
- Dalle tempo, ha due situazioni delicate da sbrogliare-.
- MA LA PIANTATE?- urlo a entrambi. Il loro coro è unico:
- Scusa-.
- Ora vado a mangiare, poi vedo che fare. Non sono in grado di pensare senza cibo nello stomaco- concludo. Sento Cuore assentire. Testa invece mi dice:
- Se pensi che sia giusto, okay-.
- Dovrei tornare ad illudermi?- chiedo. Entrambi alzano le spalle. - Ma allora, che parlate a fare?- esclamo, allibita.
- Ehi, sono modi?- si difende Mente.
- Ah-ha, ma sono davvero così pallosa?- gli chiedo. Cuore, la parte più tenera di me, dice:
- Combattiamo da quindici anni-.
- Capisco perchè, sai?- dico. Mente mi guarda e fa:
- Io sono te-.
- Anche io- precisa Cuore.
- Posso dirvi una cosa?- chiedo. Loro annuiscono. - Potete fare un po' di silenzio? Sto diventando matta-.
- Okay, va bene. Agisci!- urla Mente prima di sparire. Quella parola mi risuona per tutto il cervello.
- Pensa... - mormora invece Cuore.
- SI MANGIA!- commento io, sentendo un odorino di pizza niente male.
Sono ancora vuota, ma almeno riesco a ridere di nuovo.  
  
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