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Autore: antonyhammett    06/10/2012    1 recensioni
Il silenzio che piacevole rumore , letto così sembrerebbe una contraddizione ma sta di fatti che è una delle più dolci verità , nulla è in grado di comunicare più del silenzio ,tuttavia è proprio questo che spesso fa calare un velo di angoscia in noi poiché al silenzio nulla si può nascondere e quelle voci nella nostra mente che sopprimiamo col caos di tutti i giorni vengono a galla nel momento di quiete.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il silenzio che piacevole rumore , letto così sembrerebbe una contraddizione ma sta di fatti che è una delle più dolci verità , nulla è in grado di comunicare più del silenzio, tuttavia è proprio questo che spesso fa calare un velo di angoscia in noi poiché al silenzio nulla si può nascondere e quelle voci nella nostra mente che sopprimiamo col caos di tutti i giorni vengono a galla nel momento di quiete. Ero solo in casa e le continue voci che mi dicevano di uccidere e di vendicarmi rimbombavano nella mia testa, da quando mi era stata portata via passavo ogni giorno in contatto col mondo dell’aldilà sperando di riuscire prima o poi a contattarla, ero diviso da un profondo dolore e da una inappagabile sete di vendetta, in cuor mio speravo un giorno di riabbracciarla o almeno di risentire quella sua dolce voce e quel profumo che ancora dimorava nella mia testa. Dopo l’ennesimo tentativo fallito di mettermi in contatto con lei tramite l’utilizzo della tavola ouija, decisi dopo  ben 6 mesi di provare a continuare a vivere e ritornare nel mondo esterno.
La folta barba e i biondi capelli ancor più lunghi quasi nascondevano quel viso oramai scavato dalla disperazione e dalla pazzia, le braccia bendate dal gomito in giù celavano gli innumerevoli tagli e una lunga veste gli innumerevoli sigilli che mi avevano fatto tanto sperare.
Senza nemmeno pensare all’odore che emanavo o a come apparivo uscì finalmente di casa, all’università mi davano per disperso e i miei oramai ex amici non sapevano nemmeno se io fossi vivo o morto,  scesi lentamente le scale , i grandi occhiali da sole nascondevano le mie occhiaia e le grandi cuffie distoglievano la mia attenzione dal mondo esterno col quale non volevo aver ancora alcun contatto. Gli sguardi penetranti della gente mi scivolavano addosso come burro , non mi era mai importato di quello che gli altri pensavano di me, figurarsi ora che la mia vita non aveva nemmeno più un senso, per strada camminavo quasi come uno zombie di fatti il mio corpo proseguiva dritto il suo cammino ma la mia mente era completamente scollegata, finchè un piccolo negozietto attirò la mia attenzione più che altro fu la donna che vi era fuori , non fu tanto il suo aspetto fisico ma l’atmosfera che emanava a convincermi a stoppare la musica e ad entrare.
Era uno di quei tipici negozietti gotici , vendeva le solite cose teschi tavolette e persino dei vestitini, eppure qualcosa mi aveva attirato , perché di tanti negozi che vi sono a stoccarda proprio quello avevo scelto.
La giovane commessa con tono gentile vedendomi assorto nei miei pensieri non esitò a chiedermi cosa desiderassi , in primo luogo non sentì nemmeno la sua voce ero troppo concentrato a trovare cosa mi aveva convinto ad entrare in quel negozio, poi al secondo richiamo quella voce come una luce che in una grotta spazza via il buio illuminò la mia mente , di fatti non era il negozio ad emanare quell’atmosfera così familiare bensì quella ragazza , di scatto mi voltai e fissandola negli occhi percepii una certa familiarità , finchè non notai il tassello che univa tutti i pezzi , era una collana messicana identica a quella che indossava lei il giorno della sua morte.
Sorpreso da ciò le chiesi subito il suo nome “mi chiamo michelle” mi rispose , nulla a che fare con lei , forse era un semplice caso e la mia mente oramai malata aveva fatto qualche associazione di troppo così deluso ringrazia e uscì da quel negozio per far ritorno a casa.
Senza nemmeno rendermene conto stava iniziando a calare la notte ed ero un bel po distante da casa, la mia mente non riusciva a non pensare a quella ragazza e a quella collana, con tanti negozi esistenti a stoccarda, con tante persone che possono esservi, avevo incontrato propri una ragazza che portava la sua stessa collana , una coincidenza troppo evidente, ma si sa spesso alla vita piace tendere questi scherzi era inutile pensarci.
La vita notturna a stoccarda non era mai stata molto attiva, infatti quando le tenebre calavano tutto in città si spegneva e ognuno faceva ritorno nella propria dimora, io procedevo con un passo lento e  il grido triste delle cornacchie sottolineava la mia solitudine, solitudine che presto però venne interrotta da un gruppo di ragazzi che mi accerchiò e iniziò a pormi domande assurde . Il mio istinto mi consigliò di non considerarli nemmeno e di continuare dritto per la mia strada , tuttavia una pinta di troppo fece imbestialire uno di loro che senza che io dicessi nulla prese e mi gettò a terra, purtroppo le mie condizioni fisiche non erano delle migliori e così tentai attraverso le parole di convincere quella banda di ragazzi a lasciarmi in pace: “ragazzi lasciatemi in pace per favore non ho alcuna intenzione di cercare guai” e uno di loro rispose “ tu non li hai cercati ma sono loro ad aver trovato te” così mi iniziò a spingere a destra e sinistra “per caso l’acqua non ti funziona in casa emani un odore fetido” con tono ironico poi aggiunse” se sei così sporco la tua ragazza non te la darà mai” , giunto a quel punto non ressi e mi immobilizzai e fissandolo dritto negli occhi gli dissi” non osare nominarla “ e lui rispose “ io non la nomino infatti me la faccio direttamente” , la mia mente vide nero e il braccio si mosse da solo andando in contro al viso di quell’energumeno, bonf lo scaraventai in terra , peccato che era accompagnato da altri 4 amici e uno di loro decise bene di estrarre il coltello che teneva nascosto e di colpirmi allo stomaco, immediatamente sentì il basso ventre ribollire e la veste bagnarsi , la vista si offuscava le gambe tremavano e in pochi secondi mi ritrovai steso in una pozza di sangue sotto lo sguardo sbronzo di quelle persone che lentamente si allontanavano incoscienti di cosa fosse successo. La lama era penetrata buoni 10 cm nel mio corpo colpendo diversi punti vitali, chissà forse c’era del positivo in questo almeno morendo avrei potuto riabbracciare lei , colei che mi aveva dato il piacere di vivere. Ormai senza speranze e forze appoggia il capo al freddo asfalto e attesi il momento fatale che mi avrebbe portato via dalla vita terrena.
  
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