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Autore: Dysia    06/10/2012    0 recensioni
STORIA SPOILER SU QUELLO CHE SUCCEDERA' TRA I DUE PERSONAGGI DELLA STORIA.
Elizawin Van Kroes è nata strega, successivamente trasformata in sirena da una maledizione molto potente. Riesce solo a controllare gli effetti, trasformandosi quando viene a contatto con l'acqua. Yuri Ivanov, detto "Carnage" è un demone dell'accidia. La loro storia è tra le più chiacchierate fra i corridoi: lei solare e allegra, lui perennemente annoiato e apatico. Una decisione presa cambierà per sempre le loro vite e quelle delle persone che li circondano.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Comune giornata scolastica, comune lezione pallosa. Mi rigiravo la penna tra le mani, sbuffando. Quando sarebbe finito tutto questo? Lanciai uno sguardo distratto al mio foglio, c'era qualche appunto ma la maggior parte erano disegni appena abbozzati e scritte. Notai che sapevo solo scrivere Yuri, il nome del mio ragazzo. Sospirai ancora una volta, cercando di reprimere uno sbadiglio. Avevo parecchio sonno, nonostante fosse mezzogiorno, accidenti. Ero proprio una pigrona senza cura, come lui. Alzai lo sguardo dal foglio e lo cercai con lo sguardo, lui era qualche banco avanti a me e come se mi avesse visto, si girò e mi sorrise. Sorrisi anche io, arrossendo. Stavamo assieme da un po', eppure certe cose non cambiavano mai, ogni volta che incrociavo i suoi occhi era sempre la stessa emozione della prima volta. La ricordavo ancora: sul ponte della scuola. Ero emersa dall'acqua e mi aveva scambiato per un pesce, che idiota. Mi scappò da ridere, mentre abbassavo lentamente lo sguardo verso il foglio. Poggiai il viso sul palmo della mano sinistra perchè la destra era occupata a scarabocchiare, sorrisi dolcemente senza rendermene conto. Gli avevo passato la magia, quel giorno, rischiando di fargli avere un orgasmo. Dio, che ridere, la sua espressione era impagabile. Non avevo mai conosciuto nessuno come lui, era un po' ottuso a volte, e molto inesperto nel campo sentimentale però...era Yuri e io lo amavo semplicemente per questo. Il suono della campanella mi riportò alla realtà e sbadigliando, chiusi quaderni, radunai libri e mi alzai lentamente dal banco. Andai direttamente da Yuri che era ancora seduto, probabilmente non aveva sentito la campana, troppo preso dai suoi pensieri. Mi chinai e gli diedi un veloce bacio sulla guancia.
- Ehi bell'addormentato, è ora di pranzo.- lui voltò lentamente la testa e mi guardò, con i suoi occhi grigi, dove il vuoto regnava. Sorridendo teneramente gli accarezzai piano i capelli.

- Non mi ero accorto che fosse finita l'ora, ragazza-pesce, tutto qui.- Anche ora che eravamo fidanzati da parecchi mesi continuava a chiamarmi ragazza-pesce. Non so bene quando iniziò fra noi, fu così spontaneo, semplicemente un giorno ci ritrovammo a baciarci. Al ricordo sentivo ancora le farfalle nello stomaco, amavo Yuri, lo amavo con tutta me stessa! Risi leggermente mentre lui si alzava, senza fretta. Poggiai i libri sul banco e lo presi per i fianchi, avvicinandolo a me.

- Baciami.- gli dissi sorridendo. Tra noi si usava dirlo, eravamo troppo pigri persino per baciarci. Lui mi guardò, inclinando la testa, sembrava confuso.
-Uhm, okay.- disse semplicemente e mi diede un timido bacio sulla guancia, per poi voltarsi e guardare altrove. Alzai gli occhi al cielo, lo feci voltare con l'indice e lo baciai dolcemente sulle labbra. Lui ricambiò subito e mi strinse a sè.
-Intendevo così.- esclamai ridendo, poggiandomi a lui. Eravamo una coppia strana; gli opposti si potrebbe dire. Io ero solare, alta, bionda, con vivaci occhi verdi e molte forme. Lui era sempre pensieroso, basso, con i capelli neri, occhi grigi e spenti, magrissimo al limite dell'anoressia. Lo amavo così com'era, niente di più e niente di meno. Lui abbassò di poco lo sguardo e mi fissò le tette, suo solito, sorridendo. Tornò a rivolgere lo sguardo ai miei occhi ma era confuso.
-Amore, hai le tette più grosse?- Mi chiese con espressione interrogativa. Aggrottai la fronte, sopresa e abbassai lo sguardo anche io, controllando dalla scollatura.
-Dici? Non fare l'idiota.- risi e lui fece lo stesso.
-Dico sul serio, pesce. Sembrano più tonde...- interruppe la frase e con una mano mi tastò il seno, incurante che qualcuno potesse vederci, ma ormai la classe era vuota. Mentre palpava aveva un'espressione concentrata sul suo bel volto.
-Sì, hai le tette più grosse. E più piene.- sentenziò, con un sorriso soddisfatto in volto. Ero confusa. Forse stavano per arrivarmi le mie cose, ma non tenevo mai il conto dei giorni. Mi limitai ad alzare le spalle e a prenderlo per mano.
-Andiamo, muoio di fame.- sorrisi e lo trascinai per i corridoi, diretti alla Sala mensa. Lui sbuffò leggermente ma mi seguì ugualmente, trascinando i piedi. Era spesso annoiato e la cosa non mi dava fastidio, io ero sempre allegra anche da parte sua! Ormai gli studenti si erano abituati alla nostra bizzarra relazione, non facevano più caso a noi. Il primo periodo non potevamo passare insieme nei corridoi, attiravamo troppi sguardi indiscreti. Eravamo abbastanza riservati come coppia e la cosa piaceva a entrambi. Salutai alcune facce note, tra cui Mysia e Daphne che discutevano e si tiravano il cibo addosso. Che cretine, mi sarei mangiata anche loro di quanto ero affamata. Yuri era sempre zitto, ogni tanto stringevo la sua mano per vedere se fosse ancora lì con me oppure no. Ogni volta ricambiava la stretta immediatamente e mi veniva voglia di abbracciarlo per non lasciarlo mai più. Prendemmo posto in un tavolo un po' isolato e iniziai a giocherellare con un panino, staccando un pezzo della crosta e addentandolo. Yuri mi guardava fisso, ma ormai non mi sentivo più a disagio, sapevo che stava pensando. Mangiava pochissimo, mentre io ultimamente divoravo tutto ciò che mi trovavo di fronte, tranne alcune cose che decisamente mi davano la nausea. Per esempio quel giorno, un odore di pesce fritto mi solleticò il naso, facendomelo arricciare. Cambiai lentamente espressione, che divenne sempre più schifata. Mollai il panino che stavo smembrando e mi portai una mano davanti alla bocca. Lui inclinò la testa e mi guardò un po' preoccupato, aggrottando la fronte. Mi alzai di scatto, fuggendo di corsa con una mano a coprire la bocca. Lui si alzò immediatamente dopo di me, seguendomi.
-Liz! Liz! AMORE, DOVE VAI?- mi urlò, correndomi dietro. Non riuscivo a parlare, però mentre correvo gli feci un gesto con la mano di aspettare. Lui si bloccò, forse un po' ferito dalla situazione, non capiva. Mi guardò semplicemente correre via da lui. Arrivai al bagno femminile più vicino e spalancai la porta, inginocchiandomi di fronte alla tazza. Fu questione di pochi secondi, ero riuscita a sollevarmi i capelli con una mano e un ultimo conato si fece sentire, facendomi vomitare. Ero molto debole e assonnata in quei giorni. Eppure non capivo, mangiavo anche troppo bene, dormivo come un ghiro e non facevo particolari sforzi. All'improvviso un'idea mi balenò in testa. No, no, non poteva essere. Mi stavo sicuramente sbagliando. Tirai lo sciacquone e mi alzai, tremante. Andai al lavandino e cercai di usare più magia possibile per potermi sciaquare la faccia o almeno la bocca, senza trasformarmi in una sirena. L'acqua iniziò a scorrere e mi sciacquai la bocca, ma evidentemente la magia usata era troppa, perchè caddi a terra priva di sensi. Dopo parecchie ore, mi svegliai. Guardai pigramente fuori dalla finestra, era buio pesto e avevo una fame da lupi. Ero svenuta e nessuno era venuto a cercarmi...Nemmeno Yuri.
Yuri! L'avevo piantato in asso senza dirgli nulla! Dovevo andare da lui.
Mi alzai lentamente, aggrappandomi alla parete fredda. Camminavo piano, usando ogni parete come appiglio, non mi reggevo in piedi. Non potevo smaterializzarmi dentro la scuola ma comunque non ce l'avrei fatta, ero troppo debole. Mi ricordai dei miei pensieri prima di svenire. Percorrendo la strada che portava al Dormitorio Demoniaco, pensai più attentamente. Da circa tre settimane avevo la nausea, dormivo troppo per i miei standard, mangiavo come un maiale e Yuri mi aveva detto che le mie tette erano più grosse e...piene.
Quando avevamo fatto sesso l'ultima volta? Una settimana fa circa. Ora che ci pensavo, non avevo il ciclo da due mesi. Tutto fu così spaventosamente orribile, così reale. No, doveva esserci un'altra spiegazione. Mentivo a me stessa, eppure non avevamo mai usato protezione, pensando che fra creature come noi non potesse accadere...evidentemente ci sbagliavamo, di grosso. Iniziai a piangere e corsi fino alla sua stanza, spalancando la porta. Lui era seduto sul letto a leggere un libro con Zero sulla sua spalla. Mi fiondai tra le sue braccia, in lacrime. Lui non mi chiese nulla, spiazzato. Zero spiccò il volo, guardandomi indignato. Mi strinse in un abbraccio fortissimo, mentre io singhiozzavo contro il suo petto.
-Sssssh, amore. Che succede? Hanno ucciso un pesce davanti a te?- mi guardò sorridendo, pensando che la sua soluzione fosse quella giusta. Alzai lentamente la testa dalla sua camicia e lo guardai con i miei occhioni arrossati e pieni di lacrime, disperata. Il suo sorriso gli si gelò sulle labbra. Mi strinse più forte, mentre io con un gesto secco della mano feci chiudere la porta con la magia. Mi accoccolai a lui e quando pensavo di essermi calmata, decisi di parlare. La consapevolezza si faceva strada nella mia mente e presi a singhiozzare più forte. Lui mi baciò i capelli, accarezzandomi.
-Sono incinta.- mormorai fra i singhiozzi, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi. Non sapevo cosa sarebbe successo ora. Mi avrebbe lasciata? Lo avremo tenuto? Lo avrei tenuto e cresciuto da sola? Sarebbe rimasto con me? Continuavo a piangere, senza riuscire a smettere. Azzardai a guardarlo, era impallidito e mi fissava come se fossi pazza.
-Questo è...ovviamente uno scherzo. I-io sono un demone. T-tu sei una strega mezza pesce, è impossibile che...Liz, non è divertente.- disse infine, sospirando. Mi staccai da lui bruscamente, spingendolo via.
-Credi che sia uno scherzo? Credi che sia una fottutissima burla?- iniziai ad urlargli contro, puntandogli un indice contro il petto e premendo. -Io sono sconvolta! Oooh, come vorrei che non fosse reale.- mi presi la testa fra le mani e continuai a piangere rumorosamente, tirando su col naso.
-Wow- era stato lui a parlare, riportandomi bruscamente alla realtà. Aveva un tono meravigliato, chissà che cazzo pensava in quel momento, ci si poteva aspettare di tutto da lui.
-Avremo un bambino.- pronunciò con lo stesso tono di prima, ma più dolce. Alzai lentamente lo sguardo e incontrai il suo, sorrideva. Io tremavo ma non avevo intenzione di avvicinarmi a lui, altrimenti sarebbe stato più doloroso dirgli addio. Lo guardai un po' stralunata.
-Avremo?- gli chiesi, confusa. Lui inclinò la testa, come sempre.
-Certo. Se non sbaglio il padre sono io, no? Quindi direi di sì, avremo un figlio!- esclamò felice, guardandomi con un sorriso enorme stampato sulle labbra. Io boccheggiai, scioccata. Mi asciugai lentamente le lacrime e lo guardai scuotendo la testa.
-Vuoi tenerlo?- gli chiesi, sempre più allibita. Lui divenne subito serio e mi guardò quasi schifato.
-Non dirmi che hai pensato di non tenerlo.- mi disse con voce piatta, incrociando le braccia. Io risi, mentre le lacrime solcavano di nuovo le mie guance. Mi feci più vicina a lui e lo abbracciai stretto.
-Pensavo che...non mi avresti voluta...che non CI avresti voluti.- mi corressi, con voce dolce. Lui sbuffò.
-Ecco perchè sei idiota.- ricambiò l'abbraccio, accarezzandomi i capelli.
-Ecco perchè ti amo.- dissi sorridendo e lo baciai sulle labbra. Mi accoccolai al suo petto, sdraiandomi quasi completamente. Ero felice. Ero con la persona che più amavo a questo mondo, lui aveva appena accettato il fatto che saremo stati in tre di lì a poco. Non potevo desiderare di meglio. Poi avevano anche il coraggio di chiedermi perchè amavo alla follia questo ragazzo!
-Da quanto lo sai?- mi chiese improvvisamente, poggiando piano il mento sulla mia testa e lasciandoci un bacio appena accennato.
-L'ho scoperto oggi. A pranzo sono corsa via perchè ero nauseata, sono arrivata in bagno e ho vomitato, come faccio da circa un mese. In bagno sono svenuta perchè ho usato troppa magia, per quello sono stata via per molto tempo. Ho fatto due più due e sono venuta a dirtelo. Credo di essere in un mese e mezzo, massimo due.- sorrisi e giocai con le nostre mani. Lui si irrigidì sotto di me.
-Quindi ti diventeranno le tette ancora più grandi!- esclamò esaltato dalla prospettiva che la mia quarta abbondante potesse ingrandirsi ancora. Risi, divertita.
-Esatto amore.- dissi tra le risate.
-Oh Liz, quanto ti amo.- mi prese il volto tra le mani e mi baciò, senza fretta. In quel momento c'eravamo solo io, lui e il nostro piccolo. Quel bacio significava molto per me, mi aveva fatta sentire amata a suo tempo, mi aveva fatto capire che non ero sola in un momento così difficile. Ci staccammo e lo guardai, sorridendo e accarezzandogli piano una guancia. Lui proprio come un gattino che fa le fusa, strofinò la gote sul mio palmo aperto e io risi. Inaspettatamente mi poggiò una mano sulla pancia, accarezzandola lentamente.
-Secondo te cosa potrebbe essere amore?- gli chiesi, poggiando la mia mano sulla sua. Lui ci pensò un po' su.
-Demone, assolutamente. Non può essere un pesce. E se fosse femmina che nome ti piacerebbe darle?- mi chiese, curioso.
Il nome, di già? Sorrisi, vedendo il suo inaspettato interessamento e pensai a dei possibili nomi.
-Mi piacerebbe Morgana. Tu come vorresti chiamarla?- lo guardai e lo baciai sulla guancia, stringendomi ancora di più a lui.
-A me piacerebbe Alice.- mi disse sorridendo. Storsi la bocca, pensando al nome da lui proposto. Non era male, assolutamente ma volevo qualcosa di speciale per lui o lei.
-Alice Ivanov.- provai ad accostare i nomi, suonava benissimo. Gli sorrisi entusiasta.
-Dio, è bellissimo!- esclamai quasi meravigliata. Lui rise e mi morse il naso.
-Puoi chiamarmi Yuri, piccola mortale.- Lo guardai ridendo e afferrai un cuscino, prendendolo a colpi. Lui rise e cercò di pararsi.
-Amore! Gli Dei non si prendono a cuscinate!- rise ancora e io lo imitai, senza smettere con le cuscinate. In quel momento iniziò una lotta all'ultimo cuscino, finchè lui mi immobilizzò i polsi e si ritrovò sopra di me. Non avevo smesso un secondo di ridere e mi sporsi per baciarlo, non mi sarei mai stancata di baciare quelle labbra perfette. Rise anche lui ma ricambiò ogni mio bacio, con dolcezza. Poi ricordo soltanto di aver poggiato la testa sull'unico cuscino rimasto al suo posto e di essermi addormentata profondamente. La mattina venni svegliata da un peso sul mio viso. Ancora rincoglionita, aprii gli occhi, strizzandoli leggermente per mettere a fuoco. Il peso era il braccio di Yuri che stava beatamente posato sulla mia faccia. Senza molte cerimonie, lo spostai bruscamente ma lui non diede segno di essersene accorto, grugnì qualcosa e si girò di lato. Sorrisi, intenerita e mi avvicinai a lui. Gli spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e gli mordicchiai piano il lobo, solleticandolo con la lingua. Intanto avevo passato un braccio attorno al suo fianco libero, lui inconsapevolmente cercò la mia mano nel sonno. Mi fermai a guardarlo, era bellissimo. Indossava solamente i boxer ma sapevo già a memoria ogni centimetro del suo corpo, inutile dire che non c'era una parte che mi dispiacesse. Forse l'altezza ma...un Yuri alto, non sarebbe stato il mio Yuri. Gli lasciai una scia di baci umidi sul collo, sperando che si svegliasse. Lo vidi rabbrividire nel sonno e stringere più la mia mano. Allora decisi di fare la stronza. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai con voce preoccupata.
-Amore...amore! Svegliati! Sta nascendo! Ho bisogno di te!- lo vidi agitarsi e aprire quasi subito gli occhi, mi guardò un po' confuso. Io lo osservavo con un sopracciglio alzato e un ghigno in faccia.
-Che cazzo hai detto? Non me lo ricordo.- mi disse con voce impastata, massaggiandosi piano il viso. Scoppiai a ridere e lo baciai.
-Niente, volevo solamente darti il buon giorno.- sorrisi e lo baciai ancora. Lui mi strinse forte e io sorrisi. Notai di essere ancora vestita, certo, non aveva neanche avuto la decenza di spogliarmi.
-Potevi almeno spogliarmi.- esclamai sbuffando.
-E perchè? Sono troppo pigro, lo sai.- rispose con voce annoiata e mettendosi a sedere. Si chinò verso di me e diede un delicato bacio alla pancia.
-Buon giorno anche a te.- disse semplicemente, sorridendo. Io alzai un sopracciglio, ancora una volta. Ero intenerita e avevo una voglia assurda di coccolarlo ma mi trattenni.
-Si sta ancora formando, non può sentirti.- dissi scettica, attirandolo verso di me per un altro bacio veloce.
-Poco importa. Basta con questi baci, Liz!- esclamò leggermente infastidito e mi allontanò da sè. Dovevo sospettarlo, ero stata troppo dolce. Si alzò dal letto e prese della biancheria pulita da un cassetto.
-Vado a farmi una doccia.- mi disse un po' brusco. Io abbracciai un cuscino e ci sprofondai con il viso, incrociando le gambe.
-Va bene amore mio.- dissi in modo dolcissimo, tanto che lui si voltò e mi sorrise, per poi sparire dietro la porta del bagno. Mi lasciai cadere pigramente sul letto e gettai una fugace occhiata all'orologio, era ancora presto, c'era tempo per oziare. Mi passai una mano fra i capelli e fissai il soffitto. Come lo avrei detto agli altri? Come l'avrebbero presa? Le ragazze sicuramente sarebbero state molto gelose, Yuri era molto popolare e ambito fra loro. Peccato che fosse MIO. E che aspettassi un bimbo da LUI. Oddio, un figlio! Da Yuri! Era una grossa responsabilità, probabilmente non sapevamo nemmeno a cosa andavamo incontro. Il tempo per abituarci non mancava, tuttavia sarebbe stato consigliabile farlo al più presto.

  
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