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Autore: Marty_E_Lara    07/10/2012    0 recensioni
Lara, una ragazza di 14 anni, è una persona socievole e ha una vita qualunque, ma il suo futuro non sarà così normale.
Martina, una giovane 15 enne, con un passato terribile e un presente difficile, cerca di crearsi una vita propria, lontana dalle violenze del padre; presto, però, si renderà conto che non puoi sfuggire al passato.
Il caso le ha fatte incontrare, impareranno che il destino si costruisce con le proprie mani e nessuno può decidere del futuro altrui.
*siamo Martina e Lara, un giorno abbiamo deciso di iniziare questa storia, frutto della nostra fantasia*
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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buona lettura da Lara


Non me la sento di ritornare a casa con mia madre, non riuscirei a sopportarla dopo questa giornata stressante di scuola, ma devo per forza andare.
Saluto Martina ed esco frettolosamente dall’aula perché devo prendere il pullman, una cosa che odio con tutta me stessa: gente che ti lancia occhiate strane, ti critica per ogni cosa, dover stare tutti ammassati gli uni sugli altri, in un piccolo spazio, e soprattutto dover sopportare le ragazze che urlano come delle oche.
Scendo le scale, correndo, ma mi ritrovo una massa di persone davanti che mi rallenta; piano piano riesco ad andare avanti e ad uscire dalla scuola, ritrovandomi nel parcheggio dei pullman: cerco il mio.
Z 183
E’ il secondo pullman a destra, il più pieno.
Entro e mi faccio largo, cercando di raggiungere un palo per aggrapparmi, ma è impossibile con tutte queste persone. Per fortuna una ragazza si è fatta più avanti, permettendomi di appoggiarmi al finestrino: la ringrazio in silenzio; a questo punto poso la cartella e mi metto le cuffiette con volume al massimo, cercando di distrarmi e di non sentire tutte quelle urla e quei pettegolezzi.
Il ‘’viaggio’’ verso casa dura più o meno 15 minuti, ho tutto il tempo per pensare e rilassarmi con la musica, anche se è molto difficile con tutte queste persone che spingono e mi vengono addosso. Riesco a farmi catturare del tutto dalla musica, mi perdo in pensieri e riflessioni…

 
Chissà cosa sta facendo mia madre, non mi avrà nemmeno preparato il pranzo scommetto.
Noi due non abbiamo un buon rapporto da quando ha divorziato da mio padre, tutto da quel giorno è più difficile e sembra non esserci uscita; lei, però, non si mette nemmeno d’impegno per ristabilire i rapporti con me. Sembra quasi fregarsene, pensa solo a se stessa: esce tutte le sere con le sue ‘’amiche’’, frequenta mille uomini e li porta anche a casa senza disturbarsi a presentarci; dopotutto, però, sarebbe inutile: per mia madre loro sono ‘’una botta e via’’.
Non che mio padre sia una persona migliore: non vuole più vedere né me  né mia madre.
NESSUNO SA’ IL MOTIVO.
E’ solo colpa sua se mamma ha deciso di lasciarlo: lui la tradiva con la vicina di casa, non che sua compagna attuale.
Mia madre pensa di superare il dolore uscendo spensieratamente con le amiche e facendo sesso con il primo che capita, questo è un problema sua, ma poi riversa le sue frustrazioni su di me, come se io fossi la causa del suo stato emotivo.


 
Mi stacco dai miei pensieri, notando che siamo alla terza fermata: la mia è la quarta, quindi sarà meglio che mi prepari a scendere; mi manca ancora un lungo tratto di strada, sembra che questa tortura non abbia mai fine.
Guardo fuori dal finestrino mentre spegno la musica e a un tratto il pullman si ferma: sono arrivata.
Mi faccio largo tra le persone e scendo di fretta da quell’inferno. Finalmente sono libera e l’aria fresca mi accarezza il viso.
Appena scendo mi dirigo verso la piazza e noto che c’è una donna che mi guarda. A una prima impressione non la riconosco, ma poi capisco chi è: MIA MADRE.
 
«Cosa ci fai qui?»
Domando, assumendo un tono serio.
«Devo incontrare Paola qui al bar per bere un caffè, tu vai a casa a piedi ti raggiungo dopo, quando ho voglia»
Per la cronaca, Paola è la sua migliore amica da più di 10 anni.
«Pensavo mi fossi venuta a prendere, ma sono stata una sciocca: tu non faresti mai una cosa del genere, FIGURIAMOCI!>>
Inizio a ridacchiare nervosamente.
«Muoviti vai a casa altrimenti…»
Cerca di minacciarmi, ma non mi fa paura.
«Altrimenti cosa? Non ho detto o fatto niente di male! Ora vado via e ti lascio alla tua amica che evidentemente è più importante di TUA FIGLIA!»
  Rispondo urlando, attirando l’attenzione di molti passanti.
Lei rimane in silenzio ed io mi avvio verso casa con gli occhi lucidi per il nervoso, o forse per la tristezza di avere una madre che non mi dimostra mai amore.
  
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