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Autore: My Pride    07/10/2012    3 recensioni
~ Raccolta di cinque flash fiction fluff incentrata sulla coppia ZoSan&San/Zo ♥
» 5. Shining stars
Sin da bambino, quand'era ancora a bordo del Baratie e prima ancora sulla nave da crociare sulla quale aveva lavorato, aveva sempre osservato il mare e si era perso nel contemplare le onde che si increspavano grazie al lieve venticello che si innalzava di tanto in tanto, ma mai come quella notte aveva trovato tremendamente interessanti le stelle e il colore bluastro del cielo che li sovrastava. Ed era ancora lì, adesso, ad ascoltare il suono dell'oceano e il respiro profondo di Zoro.
[ Partecipante alla «Fluff Fest» indetta dal forum Contest&Challenge Mania ]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Four seasons (with your love)'
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What a wonderful world

Titolo: What a wonderful world
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 825 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Piscina dei prompt: One Piece, Zoro/Sanji, "Non mettere più mano ai fornelli, Zoro. Di casinista ci basta già Rufy"
Humanity Strip: #07. Maglietta
Tabella/Prompt: Oggetti › 10. Cavallo a dondolo
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Equilibrio


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Sanji si era appena svegliato e già non capiva più niente.
    La sera addietro aveva alzato un po' il gomito, ma non si era preoccupato più di tanto, giacché erano anni che beveva in compagnia dei suoi compagni e, oltre ad un lieve mal di testa dopo esserci andato troppo pesante, non si era sentito mai veramente male. Il sake che aveva bevuto, però, non giustificava il fatto di trovarsi in una stanza che non aveva mai visto con le pareti color avorio e le lenzuola di velluto azzurro a coprire il suo corpo nudo e il materasso. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in quella situazione, e non si riferiva soltanto alla strana camera in cui si era ritrovato. Se lui era a letto, allora chi era l'artefice del bel profumino invitante che aveva cominciato a stuzzicare le sue narici?
    Aggrottando la fronte, Sanji diede una rapida occhiata intorno e recuperò dai piedi del materasso una vestaglia nera e, mentre si avviava in direzione di quell'odore, quasi gli venne da chiedersi se non fosse stata fatta su misura proprio per lui, dato che gli andava alla perfezione. Ogni sua domanda, però, morì nella parte più bassa del suo cervello non appena giunse in cucina e vide pancake, frittelle e quelli che avevano tutta l'aria di essere due piatti colmi di uova e bacon. Ma cosa...?
    «Alla buon'ora», sentì ridacchiare, accorgendosi solo in un secondo momento della presenza di qualcun altro. E non poté fare a meno di sbattere le palpebre nel rendersi conto che quell'uomo con quel discutibile grembiule con dei cavalli a dondolo stampati sopra era Zoro. «Ho preparato la colazione», soggiunse proprio quest'ultimo, e a quel dire Sanji non poté fare a meno di accigliarsi maggiormente.
    «Hai preparato che cosa?» gli venne spontaneo chiedere, rimediandoci una rapida occhiata da Zoro.
    «La colazione», ripeté, stranamente paziente per essere il marimo che conosceva.
    «N-Nay, aspetta... da quand'è che prepari la colazione, tu?»
    «Lo faccio ogni mattina da più di tre anni, idiota», sembrò quasi volergli precisare, sollevando un sopracciglio con fare scettico. Eppure quello che stava cominciando a non capirci più niente era proprio lui.
    «Marimo... tu non prepari mai la colazione», sussurrò quasi, come se stesse cercando di fare in qualche modo il punto della situazione. O forse di convincere se stesso che quella conversazione stava diventando più assurda di quel che aveva immaginato al principio. «Sono io il cuoco, qui. Sono io quello che sta sempre a preparare qualcosa da mangiare, non tu».
    «Che diavolo dici?» chiese Zoro, e l'espressione sul suo viso lasciò perfettamente intendere che non capiva davvero che cosa stesse blaterando. C'era decisamente qualcosa di sbagliato, lì, e non si riferiva soltanto al modo bizzarro in cui lo spadaccino lo fissava o allo stupido grembiule che, se fosse stato sano di mente, non avrebbe mai indossato. Che cazzo stava succedendo? «Da quando ti conosco non ti ho mai visto preparare nemmeno un panino, e adesso vuoi farmi credere che sei un cuoco?» soggiunse poi, riscuotendolo dai propri pensieri. Stava forse scherzando? «Hai di nuovo bevuto, Sanji?»
   
«Io non...» cominciò, ma si fermò non appena ricordò di aver bevuto la sera addietro e che quello scemo d'un marimo l'aveva addirittura chiamato per nome. Lui non lo faceva mai, dannazione. Che cosa stava succedendo? Avrebbe volentieri chiesto spiegazioni al diretto interessato se alle sue narici non fosse giunto qualche attimo dopo l'odore di qualcosa che bruciava e alle sue orecchie un'imprecazione sommessa, e sussultò non appena il tonfo metallico di un paio di pentole che cadevano si abbatté contro il pavimento, svegliandolo.
    Con gli occhi spalancati, Sanji si gettò qualche occhiata intorno e si rese conto di trovarsi nella cucina della Sunny e di essersi addormentato proprio lì, seduto su una sedia e con le braccia ancora incrociate sul tavolo. E fu proprio vicino al piano cottura che vide Zoro, intento a raccattare le pentole che lui stesso aveva fatto cadere dopo aver spento il fuoco, per quanto si fosse sporcato la maglietta
. «Marimo?» lo chiamò immediatamente, e stavolta fu il turno dello spadaccino di sussultare, tanto che si voltò verso di lui con fare accigliato.
    «Ohi», rimbeccò lui a mo' di saluto. «Mi era venuta fame».
    Ah, beh... quello lo vedeva anche da sé, ed era stata una fortuna se non aveva sprecato cibo. Altrimenti l'avrebbe fatto a pezzi e cucinato per cena.
«La prossima volta svegliami», bofonchiò, sollevandosi in piedi per sgranchirsi prima di avvicinarsi a lui. «E non mettere più mano ai fornelli, Zoro. Di casinista ci basta già Rufy», soggiunse, storcendo il naso nel vedere il disastro che aveva combinato quello scemo del suo compagno. Lui era uno spadaccino, non un cuoco, e avrebbe dunque dovuto fare ciò che gli riusciva meglio senza fare disastri.
    Qualche attimo dopo, però, Sanji sospirò ilare, scuotendo brevemente il capo. Per quanto l'idea che quello scemo d'un marimo si dimostasse tanto carino da preparargli la colazione ogni mattina lo allettasse, doveva ammettere di preferire decisamente la realtà. Era tutta una questione d'equilibrio, in fin dei conti.







_Note inconcludenti dell'autrice
Ho questa raccolta pronta da una vita, eppure non l'avevo ancora postata
Come le precedenti,
è stata scritta per la «Fluff Fest» indetta dal forum Contest&Challenge Mania, e sarà anch'essa composta da sei capitoli che ruoteranno intorno ad argomenti che ricordino in qualche modo l'autunno
Si alterneranno momenti fluff con momenti un po' assurdi, e diciamo che questo primo capitolo ne è in qualche modo la prova... insomma, ad un certo punto si può considerare in qualche modo fluff, no? x)
Provvederò il prima possibile anche ad aggiornare 
Like Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep) con il sesto capitolo, visto che avrei dovuto postarlo prima ancora di partire per il Romics e invece non l'ho fatto
Commenti e critiche sono ben accetti, ovviamente.
Alla prossima. ♥


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