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Autore: dorea_black_potter    07/10/2012    3 recensioni
Cato è morto e vede tutto quello che ha fatto. Dovrà scegliere se andare all'inferno o al paradiso.
Ad aiutarlo nella scelta ci saranno due persone a lui molto care.
Una persona che gli ha insegnato molto nella vita e un'altra che gli ha insegnato ad amare.
Prima one-shoot su di lui spero che vi piacerà.
Aspetto con ansia quanche recensione.
Dorea_Black_Potter
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cato, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cato
Sono morto da qualche ora e adesso mi ritrovo in un posto veramente strano. Cammino nell’erba fresca, o almeno è quello che penso non sono sicuro che sia erba, perché nel Distretto 2 non ce n’è ma da come è descritta sui libri sembra proprio così. Intorno a me vedo un sacco di fontane ma sono solo, provo a chiamare qualcuno ma non mi risponde nessuno fino a quando non vedo un uomo alto e smilzo. Assomiglia così tanto al mio maestro di quando andavo ancora a scuola
“Maestro, è davvero lei?” lui annuisce con la testa e io non ci penso due volte e corro ad abbracciarlo lui lo ricambia ma non è la solita stretta di quando ero piccolo adesso è meno forte come se lo stesse facendo per farmi un piacere
“Maestro che succede c’è qualcosa che non va?” mi sento strano perché glielo chiedo con voce innocente
 “Dimmelo tu, Cato da quando sono morto che ne hai fatto del bambino spensierato di un tempo?” mi sento a disagio perché so che dalla sua morte sono cambiato. Lui era l’unica persona che amavo veramente e quando Capitol City lo fece uccidere cominciai a odiare tutto e tutti.
“Ha ragione sono cambiato, ora sono molto più forte” dico per giustificare tutte le cose orribili che ho fatto
“Giusto sei diventato forte fuori ma dentro? Vieni con me Cato voglio mostrarti qualcosa” lo seguo e ci avviciniamo ad una delle fontane
“Guarda dentro” mi suggerisce il maestro “Che cosa vedi?” chiede,
 guardo dentro e vedo:
 “Vedo Peeta, maestro” lo guardo negli occhi “E cosa hai fatto a questo povero ragazzo?” riguardo l’immagine e vedo il biondo dipingersi il corpo, intravedo anche la ferita che gli ho causato sulla gamba e mi sento da una parte in colpa e dall’altra mi sento fiero di me “Guarda che hai fatto a questo povero ragazzo, no dirmi che sei fiero di avergli fatto del male” lo guardo e vedo nei suoi occhi tutta la disapprovazione
”Io, no maestro.” Rispondo abbassando lo sguardo
“Vieni” e mi porta davanti ad un'altra fontana. Guardo dentro e vedo tutti i volti dei ragazzi e delle ragazze che ho ucciso o ferito gravemente nel corso della mia breve vita da quando il maestro è morto.
“Descrivimi che cosa vedi” mi dice
“Vedo tutte le persone che ho ferito gravemente e ho ucciso nel corso degli anni da quando lei è morto signor maestro” rispondo “E dimmi come ti sentivi quando facevi del male a questa gente?” guardo i suoi occhi ma subito dopo me ne pento perché hanno ancora quel velo di delusione
 “Lei mi ha insegnato di dire sempre la verità e quindi le dirò che mentre compivo quelle azioni mi sentivo bene perché sapevo che lo meritavano e quelli con cui ho gareggiato negli Hunger Games sarebbero morti lo stesso prima o poi e quindi mi sono sentito anche felice di non aver prolungato la loro morte dolorosa.”
“E ora cosa senti, Cato? Provi ancora le stesse emozioni oppure ti senti diverso?”
Ci penso un po’ su e intanto guardo tutti i volti delle persone a cui ho fatto del male, alcuni muoiono subito, altri invece hanno una morte lenta e dolorosa
“Io…non lo so maestro. Ho sempre pensato di aver fatto la scelta giusta nell’uccidere tutta quella gente ma alla fine mi sbagliavo.”
 Il maestro comincia a camminare senza guardarmi così lo seguo fino a quando non arriviamo davanti a due cancelli che come per magia sia aprono da soli. Da una parte c’è una luce intensa e delle nuvole, dall’altra c’è una nube nera e il pavimento è infuocato.
“Dovresti aver capito che queste due sono le porte nel paradiso e dell’inferno, naturalmente dovrai scegliere tu stesso la porta in cui dovrai rimanere per sempre, ma credo che tu sappia già la risposta.” Mi dice il maestro, annuisco e dico a fil di voce “L’inferno” mi dirigo verso la porta infuocata e per un momento penso a Katniss, la persona che ho odiato di più, la ragazza di fuoco, chi l’avrebbe mai detto che sarei rimasto a marcire nel fuoco. Un mezzo sorriso mi appare fra le labbra. Sto per varcare le soglie del cancello quando la voce del maestro mi ferma
“Cato, ragazzo mio torna un attimo qui, ti sei dimenticato di guardare nell’ultima fontana” gli sorrido “Non credo che farà molta differenza” lui ricambia il mio sorriso “Ne sei sicuro?” lo guardo perplesso e decido di avvicinarmi alla fontana.
Guardo dentro e sento un tuffo al cuore, nella fontana c’è il volto di Clove. Rivedo il giorno in cui ci siamo conosciuti e anche il giorno in cui abbiamo combattuto insieme, le immagini sono veloci fino a quando non arriva il giorno della nostra ultima mietitura il nome di Clove viene detto così forte da rompermi i timpani poi viene scelto un certo Clastor, vedo me stesso che guarda Clove agitato e poi mi offro volontario come tributo. Le immagini scorrono di nuovo velocemente fino alla morte di Clove che invoca il mio nome e io corro velocemente alla fine quando muore sento “Resta con me”. Poi rivedo il volto di Clove sorridente.
 “Cato, che cosa provi esattamente per questa ragazza?” mi giro verso di lui
“Maestro credo di volerle bene, non come un’amica ma qualcosa di più. Non le posso garantire di amarla perché alla fine io stesso non conosco il vero significato della parola amare. Sono andato volontario per questo motivo per proteggerla e mi nascondevo nelle dicerie che ero entrato perché sapevo di poter vincere.” Mi giro e vicino al maestro c’è Clove avvolta in un vestito rosso, rosso come il sangue di tutte le persone che abbiamo ucciso,ma non mi importa, corro e l’ abbraccio forte.
“Cato posso chiederti una cosa?” mi chiede Clove mentre siamo ancora abbracciati “Certo, chiedimi tutto quello che vuoi” le rispondo entusiasta
“Ti sei pentito di aver ucciso tutta quella gente?” la lascio di colpo e la guardo in quei occhi dove fin da piccolo mi perdevo, con lei voglio essere sincero almeno adesso l’ultima volta che la rivedrò perché so benissimo che lei ora sta in paradiso mentre io finirò all’inferno
“Mi chiedi la verità? Si sono pentito, non pensavo che sarei diventato così ma alla fine non posso farci nulla giusto?” Clove mi sorride e guarda il maestro che le sorride a sua volta poi torna a guardarmi
“Cato vieni con me” sono un po’ perplesso così le chiedo
“Dove?” e lei mi risponde
“In paradiso naturalmente” come se fosse la cosa più naturale del mondo
 “ Ma come non sono stato condannato a marcire tra le fiamme?” lei mi sorride a trentadue denti
“Già ma ti sei pentito e il Signore che sta in fondo alle nuvole ti ha perdonato da molto tempo. ” mi tende la mano che io afferro subito e insieme ci dirigiamo verso il cancello della felicità dove staremo per sempre insieme.

  
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