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Autore: alicesimone    19/04/2007    7 recensioni
Il destino si compie, con un Harry deciso a mantenere una promessa... ce la farà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’estate tra sesto e settimo anno, Harry Potter aveva finalmente sconfitto Voldemort

Questa shottina è nata così, senza pretese e forse non da' molte spiegazioni su alcuni retroscena. Ma preferisco lasciarla com'è, senza rifletterci troppo su. Spero riusciate comunque ad apprezzarla.

Come sempre, i personaggi non sono miei, ma appartengono alla Rowling.

Non tiene conto del sesto libro.

 

 

Nell’estate tra sesto e settimo anno, Harry Potter sconfisse finalmente Voldemort.

 

 

Dalla morte di Sirius, aveva trascorso l’ultimo anno e mezzo a studiare e ad esercitarsi. Ormai era diventato veramente un mago potente, anche la Magia Oscura non aveva più segreti per lui. Inoltre era perfettamente in grado di compiere incantesimi senza bacchetta, aveva imparato a smaterializzarsi e si era esercitato a diventare un Animagus. In più, era riuscito a diventare un ottimo Occlumante, qualità che si era resa necessaria sia per evitare altre “intrusioni” da parte del Signore Oscuro, ma maggiormente per proteggere il suo segreto… qualcosa di cui nessuno, nemmeno i suoi due migliori amici o Remus, era a conoscenza.

 

Quando quella mattina si era svegliato, si era sentito come se un peso, che lo aveva sempre accompagnato, fosse improvvisamente sparito. Si sentiva l’adrenalina scorrere nelle vene.

 

Era arrivato il momento.

 

E così, in un pomeriggio di agosto era uscito dalla casa di Grimmeauld Place, senza farsi vedere da nessuno. Lasciando sul suo letto un semplice biglietto.

Le ultime notizie, che Severus Piton era riuscito a trasmettere prima di sparire nel nulla, avevano portato alla conclusione che Voldemort si stesse nascondendo a Malfoy Manor. La situazione si stava facendo pericolosa, lo sentiva. Non poteva aspettare oltre.

L’ultima settimana aveva trascorso il tempo quasi sempre rinchiuso in camera, a buttare giù appunti, mettere a punto le ultime cose. Era anche riuscito a procurarsi un mantello di quelli indossati dai servitori di quel mostro, grazie ad un suo contatto a Nocturne Alley.

Aveva incantato una passaporta, che lo avrebbe portato fuori dai cancelli della tenuta. Immaginava che ci fossero molti Mangiamorte, ma voleva che tutto finisse. In un modo o nell’altro.

 

Era semplicemente stanco.

 

Il suo unico pensiero era: in un modo o nell’altro deve finire!

 

Adesso era davanti al maniero, vestito come un Mangiamorte. Sapeva che c’era un’entrata segreta laterale. E poi? Che andasse come doveva andare. Non c’era più tempo per i “ma” e per i “se”, era il momento di agire. Per sé, per i suoi amici, per tutti coloro che avevano avuto fiducia… ma soprattutto per lui.

 

Amore, che strana parola. Se si guardava indietro, Harry sapeva bene di non aver mai amato veramente prima di conoscerlo davvero. Poi, uno strano caso del destino li aveva fatti avvicinare, per la prima volta senza la maschera che entrambi portavano. La passione era scoppiata improvvisa, travolgente. Senza via di scampo. Le bugie e i sotterfugi da allora erano stati all’ordine del giorno. E gli ultimi mesi dell’anno scolastico, da poco terminato, era trascorsi così: amandosi nelle aule in disuso, negli angoli bui o, quando andava bene ed avevano un po’ più di tempo da dedicare a loro stessi, nella Stanza delle Necessità; rivelandosi l’un l’altro, scoprendosi amici, complici… spiriti affini e anime gemelle.

 

Ma la realtà era sempre dietro l’angolo. L’estate vicina, il futuro incerto. E, per l’altro, gli obblighi familiari. Era nata così, in Harry, la consapevolezza e la necessità di dover affrontare il proprio destino e costruirsi un futuro, o almeno lasciarlo a lui, finalmente libero.

 

Ed ora si trovava lì, ad un passo da colui che gli aveva tolto tanto e stava cercando di privarlo di tutto.

 

Mentre con la Magia cercava di capire quali incantesimi proteggessero la casa e come fare a superare la barriera che la racchiudeva, poteva ancora sentire le sue parole. Le ultime che gli aveva rivolto prima che prendessero il treno per tornare a casa: “Qualunque cosa accada, non cederò. Ma tu torna da me ed io farò altrettanto. Perché ti amo!”. Una promessa, un giuramento.

 

Per la prima volta, da quando si era svegliato quella mattina, ebbe paura… che potesse essere troppo tardi.

 

Uno volta dentro, doveva cercare di arrivare il prima possibile a Voldemort e soprattutto senza farsi scoprire. E volendo evitare di fare incantesimi prima che si rendessero necessari, si tolse dalla tasca il mantello dell’invisibilità.

 

Ancora una volta, mentre girava per il Manor, con la mente tornava ai suoi incontri segreti, alle mani del suo amante che percorrevano la sua schiena lentamente, ai gemiti soffocati contro la spalla, ai baci dolci come il miele, al piacere intenso che gli provocava lo scivolare in lui o sentirlo dentro di sé.

 

Poi una porta attirò la sua attenzione. Solo una sensazione, ma Harry aveva imparato che spesso le sue intuizioni erano giuste. Era nei sotterranei, la zona più adatta. Un grande salone, con un lungo tavolo ed una specie di trono a capotavola. Nessuno all’interno, ma sicuramente era lì che si riunivano. Notò, quasi per sbaglio, una porticina laterale e fu come se una lampadina si fosse improvvisamente accesa nella sua mente. Era lì.

 

Quando entrò nella stanza si accorse subito che Voldemort non era solo. C’era anche Lucius Malfoy e, naturalmente, Nagini. Si voltarono verso la porta, non vedendo però nessuno.

L’attenzione di Harry fu attirata dalla presenza di un’altra persona, incatenata al muro. Con i vestiti a brandelli e sporca di sangue. Draco Malfoy.

A quella vista, Harry sentì qualcosa rompersi dentro di sé. Non si capiva se fosse ancora vivo.

 

Recitò un incantesimo anti-intrusione e si tolse il mantello esclamando: “Eccoci qui, Voldemort. Io e te. Sei pronto a batterti con me?”

“Ma come siamo arroganti Potter. – si intromise Lucius – Non credi che dovresti un po’ di rispetto all’uomo che tra qualche minuto ti ucciderà?” ringhiò, puntando la bacchetta contro di lui.

“Questo è ancora da vedersi Lucius. Petrificus totalus!” disse velocemente e Malfoy senior si ritrovò a terrà, immobile.

“Maledetto Potter. – parlò finalmente Voldemort – Puoi aver immobilizzato Lucius, ma devi sempre vedertela con me e Nagini.

Harry non rispose, ma sorrise malignamente. Poi recitò una formula silenziosa ed apparve un pugnale impregnato di Magia Oscura, che scagliò sul serpente, colpendolo a morte, mentre l’altro lanciava una Cruciatus contro di lui. Riuscì a schivarla per un pelo.

“Tu! Come hai fatto?! Non è possibile!” imprecò a quel punto il Signore Oscuro adirato.

“Oh, sai… ho studiato parecchio. Lei era l’ultimo Horcrux e sono venuto preparato. Bentornato tra i mortali. – disse calcando l’ultima parola – Adesso più nessuno potrà aiutarti. E guardò con occhi pieni di rabbia l’uomo, se così poteva essere definito quell’essere informe, di fronte a sé.

 

Contemporaneamente, in una casa di Londra, Hermione irrompeva nella cucina di Grimmeauld Place dov’era riunito buona parte dell’Ordine sventolando un biglietto e urlando: “Harry è andato da solo a Malfoy Manor! Dobbiamo raggiungerlo immediatamente!”

Cinque minuti dopo, erano tutti pronti per raggiungere il Maniero della famiglia Malfoy.

 

Anni di dolori e sofferenze, di preoccupazioni, di studio… il sentirsi sempre braccato e sotto pressione, mentre tutti guardavano a lui come il Prescelto, l’Eroe, la Speranza… il dover sempre essere all’altezza delle aspettative… se gli avessero detto che tutto sarebbe finito in pochi minuti probabilmente non ci avrebbe mai creduto.

Una serie di incantesimi e qualche ferita superficiale. Poi l’anatema mortale. Da entrambe le bacchette partì l’Avada Kedavra e i due fasci luminosi si incontrarono a metà strada. HarryVoldemort avevano intenzione di arrendersi all’altro.Ma ad un certo punto, il Golden Boy sentì dei rumori provenire dal resto della casa, urla e altri incantesimi. L’Ordine doveva aver scoperto le sue mosse ed era venuto in suo aiuto. Pensò al ragazzo incatenato alla parete di fianco ed una rabbia cieca lo pervase. Prese con entrambe le mani la bacchetta e si concentrò. Fu la sua maledizione senza perdono ad andare a segno.

In un attimo, del Signore Oscuro restava solo un mucchietto informe.

 

Si precipitò sul ragazzo incatenato e sciolse gli incantesimi che lo tenevano legato. L’altro si accasciò a terra. *Merlino, fa che sia vivo, ti prego…* pensò, mentre stringeva quel corpo come se fosse fatto di cristallo, cercando di cogliere un respiro fievole, un soffio di vita…

 

Rumori fuori la stanza, urla. Pugni sulla porta.

Harry! Harry sei lì? Aprici, ti prego! Rispondici! Harry!!”. Le voci di Hermione e di Ron si sovrapponevano, mentre lui rimaneva seduto a terra, con Draco tra le braccia. Le lacrime che scorrevano sul suo viso.

Tolse l’incantesimo che bloccava la porta. In un certo senso, aveva vinto. Ma a che prezzo?

 

 

Una settimana dopo, in una camera del San Mungo, Draco riaprì finalmente gli occhi.

I medici, inizialmente, l’avevano dato per spacciato. Ma, evidentemente, non avevano fatto i conti con la testardaggine e l’orgoglio dei Malfoy.

Era stato torturato a lungo, sicuramente delle Crociatus e altro. Aveva perso molto sangue e dovevano averlo tenuto senza mangiare e bere da almeno un paio di giorni.

Per Harry erano stati giorni di veglia, di speranze e di spiegazioni.

 

La prima cosa che vide, fu Harry su una sedia al suo fianco, addormentato.

Sorrise.

Era spettinato anche più del solito, aveva la testa leggermente inclinata e la bocca leggermente socchiusa.

Harry… – lo chiamò – Harry mi senti?”

L’altro mugugnò un “Draco… ancora cinque minuti…” poi improvvisamente si ridestò, spalancando gli occhi, che iniziarono a brillare per l’emozione e le lacrime.

“Ti sei svegliato… Merlino, Draco, ho avuto così tanta paura di averti perso…” mormorò. “Sei tornato da me…” e sorrise, prendendo la mano dell’amante tra le sue.

“Te l’avevo promesso Harry, ricordi? Adesso baciami, ho bisogno di sentire il tuo sapore. Mi sei mancato così tanto…” ma non riuscì a proseguire perché il Grifondoro, come richiesto, posò le labbra sulle sue.

Draco…” sussurrò appena, staccandosi leggermente dall’altro.

Mhm…?” mugugnò l’altro.

“Ti amo anch’io” e lo baciò di nuovo.

 

La promessa era stata mantenuta e il futuro era tutto per loro.

 

 

 

Come ho già detto, è una storia piccola senza pretese. Grazie a chi la leggerà e a chi lascerà un segno del suo passaggio...

 

  
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