Questa fanfiction è basata
sul videogioco scandalo “Rule of Rose” e prende in considerazione uno degli
interrogativi che alcuni videogiocatori si pongono: e se ci fossi io al posto
del protagonista? Ecco, su questa tematica nasce la storia che state per
leggere. Non ho ancora finito il suddetto gioco, anzi, questa fanfiction prende
spunto solo fino all’arrivo all’orfanotrofio, anche perché la prima volta che ho
giocato questo gioco mi sono fermato giusto in quel punto (mia madre si
impressiona facilmente, così ho optato per smetterla lì e giocare ad altro).
Questa storia nascerà del tutto dalla mia fantasia e sarà ambientata ai nostri
tempi, tranne che per alcune cose che ho seguito per motivi molto semplici,
ovvero per non allontanarmi troppo dalla tematica di gioco (anche se so che alla
fine cambierò tutto…). Beh, non ho altro da dirvi, perciò passo a scrivere il
capitolo. In ogni caso, coloro che vorrebbero una fanfiction più aderente alla
vera storia dovranno aspettare che finisca il gioco, sennò come
faccio?^^
I)
Un Italiano a
Londra
Vediamo… First Love di Utada
Hikaru, If I Could Be Like That dei Three Doors Down, ecco, Easier to Run dei
Linkin Park, finalmente ho trovato la canzone che cercavo su questo diamine di
MP3. Che posso dire? Mi chiamo Giuseppe Citro, anche se su internet mi faccio
chiamare Shadow, per quanto mi riguarda sono un tipo abbastanza riservato,
sempre perso nel mondo dei sogni e posso dire con sicurezza che un essere più
strano di me non si può trovare sulla faccia della terra, mentre per il lato
fisico non sono né grasso né magro, ho capelli castani lunghi fino alle spalle, occhi castani e
porto gli occhiali. Sono Italiano
ed oltre ad essere u qualsiasi studente sono anche un Fanwriter. Peccato che
solo su un sito sia riuscito a mantenere inalterato il mio alter ego, anche
perché ho tardato ad iscrivermi. Vi aspetterete di trovarmi al computer, invece
mi trovo su un autobus di Londra. Come avrete già capito mi trovo in Inghilterra
per conto della scuola. Il motivo? Sto partecipando ad un seminario sulle
creature mitologiche e la magia. In realtà dovevamo essere in tre, ma
nell’intera scuola ero l’unico interessato all’argomento, infatti sono un
appassionato di draghi ed il mio pendente ha appunto la forma di uno di questi
potenti esseri. Alla fine mi hanno sbarcato qui, da solo, con albergo già pagato
e poco più di 800 euro tra soldi della scuola e dei parenti. Devo ammettere che
il posto è piacevole, anche se non è troppo amico del sole e la gente di queste
parti è un po’ freddina. La settimana prossima torno i Italia, però sono
riuscito a trovare qualcosa che mi piace da matti! Poco distante dal palazzo del
convegno c’è un vecchio fabbro che per l’occasione ha deciso di fabbricare degli
oggetti su misura a chi avesse voluto, il tutto a prezzi stracciati!
Naturalmente non ho perso l’occasione e quattro giorni fa ho fatto la mia
richiesta, descrivendo nei dettagli gli oggetti ed ho aspettato che fossero
pronti facendo una relazione su quanto ho appreso durante il convegno, anche se,
a dirla tutta, tra i venti studiosi che hanno mostrato le loro tesi solo due
sono da considerare esperti, anche perché usano un linguaggio talmente contorto
che se non avessi comprato il libro delle conferenze non ci avrei capito niente.
Ora però sono qui e tengo con me le armi che ho richiesto al fabbro con tanto di
documenti. È vero che sono costate 200 sterline, ovvero 300 euro, ma ne è valsa
la pena, sono delle vere opere d’arte, ma sarà meglio descriverle: ci sono due
kunai, una rossa ed una nera, ed ognuna peserà circa 4 chili, poi ho 8 shuriken,
di cui 4 sono rossi e pesano 2,5 chili, mentre gli altri sono neri e pesano 3
chili e sono tutti attaccati ad una cintura magnetica. Che altro ho? Ah, già,
una tracolla con 5 pugnali da lancio normali, ognuno del peso di 1 chilo, uno
scudo che nonostante la grandezza non ostacola i movimenti del braccio,
anch’esso 1 chilo, un arco con sopra inciso un drago ad ali spiegate assieme ad
una faretra con venti frecce, dei guanti in pelle resistentissimi e dulcis in
fundo le mie armi preferite: uno spadone ed un lungo pugnale. Lo spadone è lungo
Bimbo: Giuseppe, lo puoi
leggere?
Nonostante le cuffie nelle
orecchie sento senza sforzo quello che il piccolo mi dice. Come fa a sapere il
mio nome?
Giuseppe: Come hai
detto?
Bimbo: La storia, non riesco
a leggere il finale.
Inizio a sfogliare il libro,
ma non capisco perché il bambino corre subito via e scende. Raccatto la mia roba
e lo seguo, ma… dov’è finito? È sparito… mi giro per tornare al mezzo ma non
riesco a muovere un passo che quello riparte. Se questa non si chiama sfiga mi
chiedo cosa sia. Ora però come
faccio? Quello era l’ultimo bus della giornata e non mi pare che questa collina
sia molto trafficata. Vediamo un po’ che c’è scritto sul libro… più che un libro
di favole mi pare un rapporto su un caso di sparizione, ma che diamine leggono i
bambini qui in Inghilterra? Beh, questo non è affar mio, però voglio vederci
chiaro in questa faccenda. Sono le 19.50 e l’albergo disterà almeno
NDA: Ecco, il primo capitolo
è andato. Chi ha giocato il gioco ora probabilmente noterà molte cose del tutto
diverse, ma in fondo è normale, questa è una fanfiction che ho scritto prima di
iniziare a giocare e che ho plasmato usando le informazioni di un calendario
regalatomi da un mio amico e la fama che questo gioco aveva, perciò non
aspettatevi alcuni riscontri psicologici come quelli dell’originale, per quello
vi rimando alla successiva fanfiction che scriverò una volta finito il gioco
(per fortuna sono a buon punto, sono già al capitolo della Principessa Sirena e
credo di poter rendere abbastanza bene la storia pur modificandola). A presto a
chiunque stia leggendo questa fic e ricordate di commentare se vi piace,
dopotutto sono i vostri commenti che mi spingono a continuare le
storie!