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Autore: Dramione_    07/10/2012    1 recensioni
E' una giornata d'agosto, il sole è alto nel cielo; c'è tanto caldo nel distretto 12.
Gli uomini escono dalle miniere stanchi e si avviano verso le loro case, in attesa di consumare un misero pasto con le loro famiglie.
Fino a poco tempo fà tra questi uomini c'era mio padre, sempre allegro nonostante tutto, ogni domenica mi portava con lui al lago dove cacciavamo, pescavano oppure ci siedevamo su un tronco a cantare, era perfetto.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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E' una giornata d'agosto, il sole è alto nel cielo; c'è tanto caldo nel distretto 12. 
Gli uomini escono dalle miniere stanchi e si avviano verso le loro case, in attesa di consumare un misero pasto con le loro famiglie. 
Fino a poco tempo fa tra questi uomini c'era mio padre, sempre allegro nonostante tutto, ogni domenica mi portava con lui al lago dove cacciavamo, pescavamo oppure ci sedevamo su un tronco a cantare, era perfetto.
Ma tutto questo era finito più o meno un mese fa', quando un incidente nella miniera se l'era portato via. 

Trovarsi un giorno con il padre e l'altro senza, è una cosa che non si può capire se non si prova; mia madre da quel giorno ha smesso di cucinare, parlare, quasi di muoversi.
L'avrei fatto anch'io se non ci fosse stata Prima, la mia dolce sorellina di 10 anni, non l'avrei e non la farò mai morire di fame, è l'unica persona di cui mi fido, l'unica che amo veramente. 
Per un mese è stata lei a darmi la forza di continuare, di andare al forno, barattare qualche oggetto anche solo per un pezzo di pane.
Ma ormai sono giorni che non riesco più a comprare niente, non ho più niente da barattare e le guance di Prima sono tutte scavate, è una settimana che non mangiamo,  dovrei tornare a casa, ma non ce la faccio a ritornare a mani vuote.
Inizio a girovagare, ma le mie gambe sono deboli, così, mi accascio là; davanti alla bottega del fornaio.
Il che è una tortura viste certe torte esposte nelle vetrine, ma sono davvero troppo stanca per potermi spostare; ad un certo punto esce una donna dalla bottega insieme ad un ragazzo biondo, è la mia ultima speranza, non mi è mai piaciuto dover elemosinare, ma non posso fa morire di fame la mia famiglia. Arranco verso la donna, ma questa appena mi vede inizia a gridarmi contro di andarmene e rientra frettolosamente nel negozio insieme al figlio.
Bene. Ora ho la certezza che morirò di fame, anche se non è questo a spaventarmi. Anzi, è una cosa del tutto normale nel distretto 12; ma piuttosto la consapevolezza di lasciar morire la mia famiglia, Prim. Senza di me non riusciranno a procurarsi cibo, non da sole.
Sento una fitta al cuore quando mi immagino gli occhi grandi ed espressivi della mia sorellina mentre sta per morire di fame. 
Iniziano delle grida nella bottega, io però percepisco solo un lieve rumore di voci, sono seduta su un albero aspettando di morire, e cercando di non pensare a niente. 
Sto per chiudere gli occhi quando vedo il ragazzo di prima uscire dal panificio, ha un segno rosso sulla guancia e due pagnotte nelle mani, si gira intorno controllando che non ci sia nessuno. Ma come potrebbe esserci qualcuno? E' l'ora di pranzo, tutti sono con le loro famiglie; eccetto lui ed io.
Mi guarda e mi tira una pagnotta, poi l'altra, prima che posso anche solo realizzare scompare di nuovo nella bottega.
Prendo le due pagnotte ed inizio ad arrancare fino a casa, là vedo mia sorella, che sorride guardando le pagnotte, ne prende una e va a chiamare la mamma.
Dopo circa 10 minuti ci ritroviamo a divorare letteralmente una delle pagnotte, sono un po' bruciacchiate ma dopo la settimana che abbiamo passato avrei mangiato anche roba marcia.
Mi immagino di nuovo gli occhi azzurri del ragazzo posati su di me, il graffio sulla guancia, e soprattutto il gesto di tirarmi il pane: quel ragazzo mi ha salvato la vita.
Ed io non sono riuscita nemmeno a dirgli grazie. 

Ed io non sono riuscita nemmeno a dirgli grazie.
  
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