Alla Gleek Family più
bella che potessi mai desiderare.
all’evento free hugs a cui ho partecipato ieri, mi son
divertita un mondo,
ma per quanto abbia abbracciato un sacco di persone,
la mancanza del vostro hug si sentiva.
Spero di potervi abbracciare, un giorno
Free
Hugs
-ripetimi di nuovo che ci facciamo
qui-
-soffri di amnesia per caso? Siamo qui per il Flash Mob!-
esclamò Rachel,
saltellando.
-e quindi…?-
-e quindi sarà divertente! Siamo a New York da un sacco di
tempo che non
abbiamo mai partecipato a una cosa del genere!- disse lei, tirandolo
per un
braccio.
-ma ne organizzano tantissimi, perché dobbiamo andare
proprio a questo?- si
lamentò Kurt, facendosi trascinare malvolentieri.
-è uno come un altro…- disse lei, cercando di
sviare il discorso-… sarà già
iniziato, andiamo!-
-aspetta un attimo…- si bloccò Kurt, mettendo in
moto gli ingranaggi del suo
cervello -… è un altro dei tuoi piani per tirarmi
su di morale?-
-no, no, no!- disse, con la voce più acuta. Kurt gli
lanciò un’occhiataccia, e
lei fu costretta a confessare –senti Kurt,è vero
che da quando io e Finn
abbiamo fatto pace io e te non passiamo così tanto tempo
assieme, ma perfino da
chilometri vedo quanto stai male.- sospirò- non sono solo io
ad essere preoccupata,
lo sono anche i tuoi amici. E
adesso andiamo, perché volente oppure no, tu riceverai
centinaia di abbracci da
qualcuno!-
Kurt la seguì a malincuore, e dopo poco tempo raggiunsero
Times Quare, centro
principale dei Flash Mob di New York.
-io non ho bisogno di questo Flash Mob, sto benissimo così,
grazie- le
assicurò, facendo per tornare indietro.
Kurt non vedeva Blaine da quella volta che era venuto a New York.
C’erano stati
fiori, cioccolatini, lettere, frasi di scuse e sdolcinate, messaggi,
chiamate e
regali. Ma dietro tutto ciò vedeva solo il ragazzo che amava
a letto con un
altro, mentre lui era da solo in una grande città.
E Kurt si era chiesto più volte che ne fosse stato di quei
“ti prometto di
amarti per sempre”, di “amore della mia
vita” o “ho paura di perderti”.
Di sicuro Blaine non l’aveva perso. Nonostante quello che
aveva fatto, non
aveva perso Kurt, perché il suo cuore continuava ad
appartenergli.
E sebbene Kurt avesse davvero provato ad odiarlo o a dimenticarlo, non
ci
riusciva. Perché ormai non era più possibile
cancellare dalla sua mente il
piccolo usignolo che lo aveva conquistato anni fa.
In quel periodo, dove Kurt veniva
sommerso di inutili regali
dal suo fidanzato Blaine, ci fu una mail che lo
portò alla situazione di
stallo di oggi. Blaine gli aveva scritto solo “vengo a New
York”.
Ma quella piccola frase lo aveva fatto scattare, e ignorando il
proposito che
aveva fatto di ignorare Blaine, lo chiamò, la prima volta
che sentiva la sua
voce da settimane. Anche lui fu abbastanza diretto “non
venire, ho bisogno di
tempo”, e aveva attaccato il telefono.
Aveva capito che per quanto Blaine fosse davvero dispiaciuto, la
decisione
dipendeva solo da se stesso. E non sarebbe servito a nulla vederlo,
tranne che
a ricordargli che la persona che amava di più era stata di
qualcun altro.
Kurt doveva capire cosa fare, e doveva farlo da solo.
Blaine sembrava averlo capito, perché smise di mandargli
regali, di chiamarlo e
inviargli lettere.
L’ormai Newyorkese non si fece sentire, e
l’usignolo, per quanto ci stesse
male, non fece una piega.
E così erano arrivati alla situazione di oggi, con Kurt
depresso e abbattuto,e
Rachel che cercava di tirarlo su di morale.
Quale modo migliore del Flash Mob “Free Hugs”?
-no caro mio, tu vieni. E ormai hai
anche la maglietta,
vedrai tutte le persone che ti abbracceranno mentre torni a casa!- gli
disse
Rachel , indicando la T-shirt che indossava.
Non era decisamente da lui indossare una maglietta con un gigantesco
“Free
Hugs” scritto sopra a pennarello nero.
Si era dimenticato di quella maledetta maglietta che la perfida ragazza
gli
aveva costretto ad indossare.
Kurt sbuffò, e si decise a seguirla.
-ti prego, dimmi almeno che non siamo gli unici due pazzi dei nostri
amici che
partecipano ad un evento così deprimente- la
supplicò allora.
-non è deprimente! Farsi abbracciare è
bellissimo. Un gesto del tutto
disinteressato, che però può darti affetto e
amore…- disse lei, con occhi
sognanti- in ogni caso ci dovrebbero essere anche Santana e Brittany
qui in
giro. Santana non voleva venire, ma al pensiero che Brit fosse
abbracciata da
così tanta gente, ha cambiato idea-
Kurt sorrise. Era bello avere Santana a New York. Certo, erano rimasti
abbastanza sorpresi quando aveva bussato alla loro porta chiedendogli
un posto
dove stare perché aveva lasciato il college.
Ma era stata la decisione migliore che potesse prendere. Quei tre, in
crisi
amorosa, erano riusciti a sollevarsi e aiutarsi a vicenda, divenendo un
trio
molto affiatato.
E l’altra fortuna era che Kurt sapeva che il padre di
Brittany andava spesso in
quella città per lavoro, e che non gli sarebbe costato molto
portarsi la
figlia.
-non ho voglia di essere
abbracciato….-
-io penso che non è qualcosa che “vuoi”,
ma qualcosa di cui “hai bisogno”.
C’è
una bella differenza- gli fece notare.
Mentre chiacchieravano si erano avviati tra i gruppi di “free
hugs” con
magliette e cartelloni, che chiacchieravano tra di loro e abbracciavano
la
gente che passava.
-scusate ragazzi….- una voce alle loro spalle li fece
fermare. Si voltarono
trovandosi una ragazzina con i capelli castani corti, che teneva un
cartello
“abbracci gratis” tra le mani
–…volete un abbraccio?-
e lo disse con una dolcezza talmente disarmante, che Kurt aveva annuito
con
forza, e un attimo dopo si era trovato tra le braccia della sconosciuta.
E lei fu solo la prima di molti altri abbracci: ragazzi alti, bionde,
bambini,
signore, Dark, repper e chi più ne ha più ne
metta.
Perfino le persone che incutevano più paura (vestite con
giacche di pelle,
borchie e piercing), gli sorridevano in un modo tale e lo abbracciavano
con un
calore così disinteressato, che a Kurt scioglieva il cuore.
Poco a poco, si sentiva meglio. Ricevere tutti quegli abbracci, da
tutte quelle
persone, era così… bello.
Era spontaneo. Nessuno di quei ragazzi era costretto ad abbracciarlo,
eppure lo
facevano. Perché era bello dare un po’
d’amore, senza pretendere nulla in
cambio.
Ed era anche quello di cui Kurt aveva bisogno. E mentre abbracciava
quegli
sconosciuti, si rese conto che non sopportava tutte le attenzioni di
Blaine,
perchè si sentiva obbligato. Obbligato a perdonarlo
perché lo amava, obbligato
a accettare le sue scuse per tutti quei regali, obbligato a tornare con
lui
perché loro erano “Kurt e Blaine”, e
dovevano per forza stare insieme.
E mentre incrociava Santana e correva ad abbracciarla, si rese conto
che lui
non era mai stato obbligato, ma era ciò che voleva fare.
Kurt voleva stare con Blaine.
Chiuse gli occhi per un attimo, affondando la testa sulla spalla della
sua
amica. Quando riaprì gli occhi credette di avere le
allucinazioni.
~¯~
Blaine sapeva che non doveva essere
li, a New York. Nonostante
il tempo passato, si ricordava ancora la voce di Kurt che gli chiedeva
di
dargli tempo, e lo aveva accontentato.
Ma non ce la faceva più. Stare a Lima da solo, senza sentire
più Kurt, lo stava
uccidendo. Era letteralmente distrutto, e sapeva che vederlo di nuovo
era
l’unica cura possibile al male che lo logorava dentro.
Non c’era stato un giorno in cui non aveva provato ribrezzo e
odio verso se
stesso, per aver rovinato l’unica cosa perfettamente
imperfetta della sua vita.
Ma, egoisticamente, lui aveva bisogno di vederlo. Gli aveva causato
tanto
dolore, lo sapeva, ma sapeva che se non avesse rivisto quei bellissimi
occhi
azzurri, sarebbe impazzito.
Anche se non si sentiva più con Kurt, Blaine faceva di tutto
per sapere di più
su come passava le giornate a New York: chiamava Finn, interrogava
Brittany
quando tornava dai suoi Weekend al lavoro col padre, e soprattutto
seguiva
Rachel su twitter, amando il bisogno della ragazza di condividere con
il mondo
qualunque cosa faceva.
E quando giorni prima aveva letto della sua decisione di portare Kurt a
Times
Square per la giornata degli abbracci gratis, aveva deciso di partire.
Non sperava nemmeno lontanamente di poterlo abbracciare, ma se si fosse
mischiato tra la folla lo avrebbe visto, no? Era tutto ciò
di cui aveva
bisogno.
Per cui si era preparato, aveva fatto una maglietta per
l’occasione, e era
partito.
Una volta arrivato al Flash Mob, non sapeva dire quante persone gli
avevano
chiesto di abbracciarlo, e lui aveva detto di no.
Non voleva abbracciare nessuno fuorché una persona, e la sua
maglietta parlava
chiaro.
Aveva girato tutto Times Square senza
successo, e ormai si
era arreso. Magari avevano cambiato idea e non erano venuti, oppure
Kurt lo
aveva visto e se n’era andato.
In ogni caso aveva perso le speranze,
e
si faceva largo tra la folla per andarsene e piangere sul volo di
ritorno.
Incrociò il suo sguardo per caso: semplicemente aveva alzato
gli occhi nello
stesso momento il cui lui li aveva aperti.
Blaine si pietrificò, letteralmente. Non mosse un muscolo,
non modificò nemmeno
la sua espressione sorpresa, e lo fissò.
Kurt non si accorse di aver mollato
Santana e aver raggiunto
Blaine solo finchè non se lo trovò davanti.
Era visibilmente sorpreso, forse non si aspettava di trovarlo. Il
riccio
finalmente uscì dal suo stato di immobilità, solo
per trasformare la sua
espressione da sorpresa, ad addolorata.
Kurt si beò della vista del suo fidanzato: dai capelli
soffocati dal gel, alle
sopracciglia perfettamente triangolari, per finire sui pantaloni
rigorosamente
accorciati sull’orlo.
Ma fu la sua maglietta a colpirlo di più.
“I
want only one hug”
voglio un unico abbraccio
E anche se non lo disse, Kurt
capì che l’”unico abbraccio”
era il suo. Che Blaine era sempre stato suo.
Scattò in avanti, buttandosi addosso al ragazzo. Blaine, che
non era preparato
a una reazione simile, si sbilanciò un attimo, rischiando di
cadere a terra.
Quando realizzò che Kurt era realmente
tra le sue braccia, si aggrappò a lui come che ne dipendesse
la sua vita, e in
effetti era proprio così.
Poggiò la testa sulla spalla del più alto, e
iniziò a piangere e singhiozzare
forte. Kurt era li tra le sue braccia, e non riusciva ancora a crederci.
-mi dispiace Blaine- Gli disse Kurt, staccandosi un poco per poterlo
guardare
negli occhi- per averti ignorato per tutto questo tempo- Blaine fece
per
lamentarsi, ma Kurt poggiò l’indice sulle sue
labbra per zittirlo- ho rischiato
di perderti. Tu sei l’amore della mia vita Blaine, e non
posso stare senza di
te.
Ormai non si può cancellare quello che è
successo, ma adesso siamo qui, a New
York. Possiamo ricominciare, insieme-
Blaine era sorpreso, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine:
quando credeva che
Kurt avrebbe fatto zig, ecco che lui faceva zag*.
-non piangere, di qualcosa- lo supplicò Kurt, asciugandogli
una lacrima con l’indice.
Ma Blaine non fiatò, prese tra le mani la testa del ragazzo
e lo baciò.
-ricominciamo. Nessun rimpianto, solo amore-
ANGOLINO MIKY
*non so se si era capito, mi riferisco a quando Kurt regala i fiori a Blaine per la sua audizione come Tony :3
Eccomi qui, con questa one shot. Ieri
c’è stata la giornata
dei Free Hugs, e mi sono divertita. Ricevere tutti quegli abbracci,
è stato
qualcosa di meraviglioso. E da lì è partita
l’idea.
niente, spero vi piaccia. Per quelli che seguono le mie altre storie,
mi scuso,
ma sentivo il bisogno di fare questa one shot.
Non pretendo che succeda qualcosa del genere nella serie, ma se
tornassero insieme
in un modo simile sarebbe meraviglioso.
Spero che mi diciate che ne pensate, personalmente ci tengo moltissimo.
Ne approfitto per chiedervi se tra di voi c’è qualche roleplayer che cerca un gdr su Glee, perché vi consiglio quello dove sto io che è meraviglioso.
È a loro che dedico questa
fan fiction: che mi sopportano
tutti i giorni, che giocano e scherzano con me, che mi sono vicini
nonostante i
chilometri che ci separano.
Un ENORME grazie a tutto il mio Circus, che mi sta sempre accanto. I
love you
guys.
Vado adesso
Miky