Lo zampettare di un cane era l'unico suono oltre al fruscio del vento.
Le striature del tramonto le carezzavano i capelli biondi,
mentre un profumo di erba umida si insinuava nelle sue narici.
I ricordi affiorarono nella sua mente.
Fissava l'orizzonte notando il fumo del treno volare in cielo a ciuffi.
Su quel treno non c'era nessuno per lei.
Non sarebbe tornato presto, era appena andato via.
Quel piccolo vagabondo l'avrebbe raggiunto il suo scopo,
e solo dopo sarebbe tornato da lei.
Onde evitare qualche arto rotto,
in tal caso non avrebbe dovuto aspettarlo per molto.
“Stupido nanerottolo” pensava decisa la giovane
“Non permetterti più di romperti il braccio di proposito”