Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: NEPTUNE 87    08/10/2012    4 recensioni
Se Haruka si sentisse male e Michiru cercasse con un quadro di farle capire l'importanza del loro amore?
In fondo loro sono speciale.. Come la luce e il Diamante
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TU LUCE E IO DIAMANTE

 

 

Mette il rossetto rosato e si fissa allo specchio per un attimo. Le guance rosse, il viso raggiante e gli occhi lucidi.

Era felice, finalmente felice. Tocca il suo profilo allo specchio con un dito, quasi a fissare per sempre quei tratti e quell'immagine nella sua testa e dolcemente lascia ricadere il braccio lungo il corpo.

Fissa nello specchio il riflesso del quadro che dietro di lei troneggia sul cavalletto. Sorride involontariamente al ricordo di quando l'aveva creato.

"Era triste, molto, non era riuscita a far star bene la sua donna, lei era in camera, depressa, si era fatta male, durante una gara di moto e doveva rimanere ferma per diversi mesi. Averla vista tornare sconfitta e delusa in casa le aveva spezzato il cuore. Aveva provato a parlarci, ma nemmeno una parola era uscita dalla sua bocca. Dell'incidente aveva saputo da Setsuna.

L'aveva cercata, in camera, erano rimaste sole, ma lei.. no, lei non l'aveva nemmeno guardata, era persa nel suo dolore . La mano che lei gli aveva posato sul viso era stata respinta da un brusco Vattene, non voglio nulla, che l'aveva fatta sprofondare ancora più nella tristezza, non aveva mai e poi mai rifiutato il suo aiuto.

Era tornata in camera afflitta, non riuscire a sollevare l'animo della donna che amavi era la sconfitta più grande che una persona innamorata potesse subire. Si era seduta davanti a una tela bianca, completamente bianca, aveva un blocco da diversi giorni, non riusciva a creare più nulla, niente , non aveva ispirazione.

Aveva preso il pennello tra le mani e aveva aspettato a occhi chiusi l'ispirazione. Improvvisamente le mani avevano preso a scivolare dolci sulla tela, leggiadre come quando suonava al violino, non sapeva cosa stesse facendo, ma si stava lasciando andare e questo la rendeva più tranquilla, sì stava creando qualcosa di speciale, ne era sicura, la sensazione che stava provando in fondo al cuore era quella che provava ogni volta che creava qualcosa per lei, per la sua donna. Sì quel quadro era per lei, solo per Haruka, ne era certa. Non sarebbe mai uscito da lì, dalla loro casa, no, quello era un quadro solo per lei.

Continuava a dipingere, i colori si mescolavano eleganti e pastosi sulla tela grezza ma pura, come il loro amore, puro, meraviglioso e senza macchie. Continuava a seguire un disegno ideale che nemmeno lei capiva, ma per una volta si stava lasciando andare all'istinto completamente, senza remore, voleva solo comporre, solo questo.

Un'ora dopo la tela era completamente finita e senza bisogno di ritocchi od altro, era perfetta così, nella sua prima mano, nella sua purezza.

La fissava dolcemente e sorrideva, era sublime, o almeno quello il suo cuore le suggeriva.

I soggetti rappresentati erano lei ed Haruka, in un paesaggio etereo , lucente e praticamente privo di connotazione vera, era una specie di luogo onirico, una sorta di oltre mondo perfetto dove loro erano solamente loro e felici. Haruka era a terra vestita di seta con l’abito celeste che seguiva le pieghe del vento, del suo elemento che dolcemente le disegnavano il corpo, una gamba piegata sotto l'altra una mano allungata verso l'alto, gli occhi verdi rivolti in aria, sorridenti e luccicanti, brillava di una luce calda, dorata, e calmante. Lei era di fronte alla donna, sollevata da terra con le ali da angelo, vestita solo di verde, nulla a connotare l’abito, una tunica angelica verde. Allungava la mano verso di lei e le toccava la punta delle dita . Sorrideva anche lei e veniva inondata dalla luce che la sua donna emanava, quasi potesse inglobarla e rifletterla.
Guardava soddisfatta la tela, sì, loro erano così lei era un angelo per Haruka ma la donna che amava era la sua luce, la sua vita.
Doveva farle capire quella cosa, doveva entrare per un attimo da lei e rompere quella barriera che aveva alzato per il dolore che stava provando.
Sorrideva come una sciocca, ma doveva farlo. Probabilmente non sarebbe stato così facile, l’avrebbe nuovamente cacciata dalla camera, ma lei sarebbe rimasta, solo per dirle quello che quel quadro rappresentava per lei, per loro.

In punta di piedi entrava in camera, silenziosa,lei era ancora lì, un braccio che copriva gli occhi. Stava piangendo, lo sentiva, e non perché singhiozzasse, ma perché il suo respiro non era regolare come sempre, era mozzato, spasmodico. Sorrideva amaramente, stava davvero soffrendo, non poteva continuare così.

-Haruka- aveva sussurrato piano il suo nome, per non spaventarla.

Lei aveva alzato gli occhi piano e aveva cercato di nascondere quelle lacrime. Lei si era avvicinata tranquilla sedendosi sul letto con lei.

-Non devi vergognarti di questo, sono io, la tua donna, posso sopportarlo, ma ti prego lascia che ti mostri qualcosa, di davvero importante per me-
Mentre parlava le carezzava la testa dolcemente, con la tela sulle gambe, coperta e girata.

Haruka aveva semplicemente annuito ed attendeva le sue parole.

Lei aveva preso il quadro e glielo aveva mostrato piano sorridendo, rimanendo per un attimo in silenzio facendo sì che lei lo guardasse bene.

-Siamo noi, e questo è per te, un mio regalo, un gesto per starti vicino. Probabilmente è complicato, te lo voglio spiegare-

Haruka annuiva estasiata da tanta bellezza di colori e disegno.
Lei si era seduta accanto alla donna bionda e le aveva preso una mano e la guidava sul quadro piano, solo con la punta delle dita le faceva sfiorare i soggetti sorridendo.

-Questa sei tu, la mia dea, la mia luce, come vedi tu irradi luce in ogni tua parte del corpo e ti spingi verso me, come sempre, in cerca della mia mano, come se avessi bisogno della mia presenza, perché ti senti debole, ma così non è tu sei luce, tu sei perfetta , tu sei la mia dea.- Le sorrideva sicura di quello che stava dicendo.

-E questa sono io, un angelo caduto dal cielo solo per vedere il tuo viso, solo per starti accanto, per risollevarti quando cadi, quando sei a terra, io vivo riflessa di te, io sono come un diamante, vivo della luce che tu mi regali e te la rimando più forte, per farti capire quanto tu sia speciale e forte. Io ci sarò sempre, per aiutarti, per vivere di te, per renderti felice, per fare in modo che tu possa essere perfetta. La luce, che tutto il mondo brama, che tutto il mondo desidera, è mia, solo mia.-

Le accarezzava una guancia dolcemente.

-Tu luce, ed io diamante- una mano sul petto mentre attendeva la sua risposta.

La risposta non era arrivata, o meglio non a parole. Haruka si era solamente voltata e l’aveva baciata sulle labbra con dolcezza, senza dire nulla.”


Sorride felice di quel ricordo e si alza dalla sedia posta davanti allo specchio e si avvicina al quadro. Sì lo avrebbero appeso sopra il letto per ricordare sempre quello che l’una era per l’altra.

Esce dalla camera e la vede aspettarla davanti alla porta.

-Sei pronta?-
Michiru sorride, dolce, lei era sempre pronta per la sua donna.

-Sì , possiamo uscire- La prende per mano e la porta verso la porta.

Prima di uscire la fissa mentre era sotto il patio illuminata dalla luce delle lampade e d’istinto la abbraccia alle spalle e le stringe la vita.

-Tu luce ed io diamante-

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: NEPTUNE 87