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Autore: xadhoom    20/04/2007    0 recensioni
L'ambiente universitario avrebbe rappresentato una svolta nella sua vita, di questo era convinto...Ma il giovane ignorava che madama sfortuna sarebbe stata al suo fianco ancora una volta per fargli incontrare vecchie e nuove conoscenze...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio la lettura di questa fanfic a coloro che hanno già avuto modo di vedere l'anime, a causa della presenza di numerosi personaggi non ancora comparsi nel manga.

Il vento della sera...Il silenzio della notte...e la luna, pallida e unica testimone di quell'evento...silenziosa come tutti i testimoni colpevoli di aver lasciato cadere inascoltato il grido di un innocente...
"Kaouru? Kaouru! Svegliati, tesoro...siamo arrivati"
Due stanche palpebre s'alzarono lentamente, lasciando intravedere due scuri occhi color della notte ancora assonnati. La luce del sole affatticava le stanche pupille del giovane ragazzo appena destato, ma quando il suo sguardo riuscì a focalizzare cosa gli stava di fronte, ogni residuo di sonno scomparve.
Kaidou Kaouru, ex membro della rinomata squadra di tennis del Seigaku, si cimentava ad intraprendere una nuova vita, quella dello studente universitario. Il suo sguardo vagò a lungo sull'immenso edificio all'interno del quale avrebbe vissuto, salvo incidenti di percorso, per quattro anni, seppure la mente del giovane ragazzo fosse impegnata altrove.
Il moro ancora non riusciva a capacitarsi di come il tempo fosse trascorso rapidamente...gli anni si erano susseguiti così in fretta che i ricordi contenuti nella sua mente si intercalavano l'un l'altro: la prima volta che aveva preso tra le mani una racchetta da tennis, gli iniziali allenamenti, l'incontro con persone animate dalla sua stessa passione sportiva, i mille giri di corsa attorno al campo che il capitano Tezuka soleva fargli percorrere...
Si ritrovò a ridere mentalmente di sé...Da quando in qua Kaidou era diventato così nostalgico? Cominciò a domandarsi se fosse l'unica persona a provare quel genere di sensazioni...
"Sigh...sembra solo ieri quando imparò a fare la pipì e la pupù senza utilizzare il vasino..."
"Eh, lo so cara, lo so...ti ricordi di quella volta, al supermercato, che fece tanti di quei capricci per indossare quell'uniforme alla marinara?"
"Come potrei scordarlo? Dovettimo passare delle ore a spiegargli il motivo per cui non poteva indossare abiti femminili...Ti ricordi come divenne rosso in quell'occasione, caro?"
"Eccome! Ma mai come quando finì per cadere accidentalmente nel lago durante una delle tante gite scolastiche organizzate dalla scuola assieme alla partecipazione dei genitori. Per non fargli prendere freddo fummo costretti a spogliarlo e a lasciarlo in mutande. I suoi compagni risero assai fragorosamente in quell'occasione..."
...no, decisamente non era l'unico...I suoi genitori sembravano totalmente incuranti di trovarsi in un luogo pubblico e continuavano a raccontare aneddoti sul suo conto con assoluta tranquillità. Ma il giovane soggetto in questione sentì dei brividi lungo la schiena quando si accorse delle occhiate curiose e attente che molti universitari stavano riservando loro...
"Non ne capisco ancora il motivo!" continuò nel frattempo la madre del moro, con rinnovato vigore "Stava così bene con quelle mutandine azzurre! Ricordo che avevano disegnato sopra due orsacchiotti, tanto carini...Oh, ma se i suoi compagni avessero potuto vederlo quando mi succhiava il latte da piccolo! Era proprio un amore! Rammento che all'inizio agitava freneticamente le sue piccole manine per attirare l'attenzione, poi stringeva la mia camiccetta per..."
"Fsss, mamma! Basta così! Credo che tu abbia rovinato la mia reputazione abbastanza!" la interruppe Kaidoh, squadrando ogni persona che si allontanava dalla loro postazione ridacchiando o lanciando ad un compagno uno sguardo d'intesa. Come inizio non era niente male...
"Ma cosa dici mai, caro?! Io non mi permetterei mai di rovinarti la reputazione!" una gentile ma allo stesso tempo energica mano andò a pizzicare la guancia sinistra del povero figlio, il quale emise subito dei mugugni di dolore "Come madre sono orgogliosissima del mio bambino!"
...al peggio doveva non esserci mai fine...Bene, era decisamente arrivato il momento degli addii.
"Sei sicuro, figliolo?" chiese Kaidou senior, ricambiando il breve abbraccio del figlio "noi potremmo rimanere ancora un po' qui con te, se lo desideri. Potremmo fare assieme una perlustrazione della tua università..."
"Fsss....!"
"...magari riusciremmo ad incontrare qualche tuo professore e parlare un po' con lui, tanto per verificare che siano adeguatamente preparati per istruirti a dovere..."
"FSSS!!! Grazie, papà, ma credo di poter affrontare qualsiasi situazione da solo. Sono grande, ormai..."
"Eh, già, ormai sei un uomo..." mormorò il padre, fissando il figlio con uno sguardo colmo sia d'orgoglio che nostalgia "e sono sicuro che riuscirai a superare anche questa impresa!" batté energicamente le mani sulle spalle del giovane "in bocca al lupo, ragazzo mio"
Un lieve rossore accese le guance dell'interpellato, il quale tuttavia non riuscì a reprimere un lieve sorriso di riconoscenza "Grazie, papà..."
"E mi raccomando, trovati una bella ragazza! Cercatene una che in particolare sappia cucinare bene come tua madre! E che magari sia esperta anche in altre faccende..."
"FSSS!!!"
"Ma cosa dici, caro?! Il nostro Kaouru non necessita di una brava cuoca! Per questo ci sarà sempre la sottoscritta...Deve invece trovare una ragazza giudiziosa e tranquilla, possibilmente desiderosa d'avere una famiglia numerosa! E il nostro tesoro avrebbe tutti i requisiti per soddisfare un simile desiderio..."
"FSSSSSS!! Ciao, vi telefonerò, ora partite! Salutatemi Kazue e ditegli buona fortuna per la partita di domani da parte mia. Ciao!"
E con queste parole i coniugi Kaidou salutarono il loro figlio maggiore il quale, chissà per quale recondito motivo, sembrava fortemente desideroso di vederli partire...Non appena la macchina si fu allontanata, il moro emise un sospiro di sollievo, il quale fu accompagnato da un'acuta risata
"Accidenti, che addio indimenticabile! Certo che come inizio verso una nuova vita non è proprio il massimo, eh Mamushi?"
"Chiudi il becco, idiota, e impara a farti gli affari t..." le parole finirono per perdersi col vento non appena la mente del giovane riuscì a collegare a quale persona appartenesse quella voce.
Un profondo senso d'inquietudine e nausea avvolse il corpo di Kaidou mentre si voltava, con circospetta lentezza, verso quella figura poggiata ad un muretto a pochi passi da lui. Finché la sua visuale non fu totalmente riempita l'ex membro del Seigaku sperò con tutte le sue forze di essersi sbagliato, di esser rimasto vittima di una crudele allucinazione...ma quando i suoi occhi incontrarono due paia di gemelle color chinotto, le sue speranze svanirono come neve al sole
"Ohi, mamushi, che faccia fai? Sembra che tu abbia visto un fantasma..."
...no, quella visione gli avrebbe causato meno problematiche, nonostante la sempiterna fobia che provava verso quegli esseri soprannaturali...Questa era la frase che Kaidou avrebbe desiderato pronunciare, ma le sue labbra erano incapaci di produrre qualsiasi sillaba:
Takeshi Momoshiro, diciannove anni, ex studente della scuola superiore del Seigaku e precedentemente giocatore di tennis della squadra della medesima scuola si trovava lì, davanti a lui, con quell'immancabile sorriso da ebete stampato sulla faccia...
Era forse un sogno? Si, doveva trattarsi sicuramente di una situazione onirica. Era ovvio. Ora Kaidou chiudeva gli occhi, contava fino a tre, e l'idiota dai capelli a punta sarebbe sparito e il moro lo avrebbe definito semplicemente il prodotto di una povera mente devastata dalle assurde chiacchiere dei suoi genitori...
"Sei entrato in coma, adesso? Ragazzi, in questi tre ultimi mesi che non ci siamo visti il tuo cervello deve aver subito un collasso senza precedenti..."
...non si trattava di un sogno...era la crudele realtà...
"Certo che qui ce n'è di gente..." continuò frattanto Momoshiro, assolutamente ignaro dell'enorme nuvola nera che aveva circondato la figura del compagno "speriamo che ci siano anche delle belle ragazze. Certo, sicuramente non si fileranno un mamushi come te...ma...ohi! Kaidou! Dove cavoli stai andando?!"
Incurante dell'appello dell'altro, il giovane moro si affrettò ad avvicinarsi il più rapidamente possibile all'ingresso dell'edificio universitario, all'interno del quale il giovane sperava di far perdere le proprie tracce, per non dover vedere mai più quel dannato incubo in formato reale
"Ohi, ma ti sembra il modo di comportarti con una persona, per di più un tuo vecchio compagno di scuola?!" urlò esasperato Takeshi, dopo aver raccolto velocemente i propri bagagli ed essere andato all'inseguimento del vecchio rivale "Tze! Non sei proprio cambiato..." brontolò, ma la sua espressione spazientita assunse connotati preoccupati e perplessi quando udì i deboli borbottì che fuorisciuscivano dalle labbra del compagno...Riuscì a capire solo mezze frasi, disconnese tra loro, delle quali non riusciva a cogliere il senso logico, che ovviamente vi era, almeno per Kaidou...
"Ma perché, perché, tra tutte le sventure, doveva capitarmi proprio questa..." sibilò il moro, lanciando delle occhiate di sfuggita a un'allibito Momoshiro al suo fianco, vista che non faceva altro che rinvigorire la sua dose d'ira "avrei preferito di gran lunga incontrare quell'idiota di Kamio! Fssss!"
"Ohi, stai decidendo che preferiresti la compagnia di Kamio alla mia?! Ma non avevi sempre detto che l'odiavi?!"
"Fsssi, ma odio in maggior misura te, quindi preferire di gran lunga la sua vista alla tua!"
"Dannato Mamushi! Dovevo aspettarmi un comportamento così sgradevole da te! Non sei cambiato proprio...ehi! Ma mi spieghi perché hai cominciato ad accellerare?!"
"Il motivo dovrebbe indovinarlo anche un baka come te! Fsss!" ringhiò il moro, cominciando a correre sempre più velocemente
"A chi hai dato del baka?! E fermati, porca miseria! Come faccio a parlarti se continui a correre?!"
"Continuo a correre proprio perché voglio evitare di dover affrontare una conversazione con te!"
"Maledetto mamushi!" urlò in preda alla rabbia, seguitando tuttavia a rincorrere il proprio avversario il quale, ormai entrato all'interno dell'edifico però ignaro della strada che stava percorrendo, continuava a camminare a gran velocità, nell'inutile tentativo di distanziare il suo inseguitore.
Quel giorno vari studenti universitari si trovarono a osservare una scena davvero inusuale: poteva capitare di notare dei bambini nel parco che giocavano a rincorrersi o talvolta anche degli adulti, indubbiamente...ma di rado si potevano osservare due ragazzi nel pieno della loro giovinezza rincorrersi lungo le scale di un'istituto universitario...
I due soggetti in questione, ad ogni modo, sembravano assolutamente all'oscuro degli sguardi stralunati di cui erano oggetto d'attenzione, tanto che seguitavano a correre a gran velocità per i vari corridoi. Il respiro di entrambi cominciò a diventare affannoso e sui loro corpi comparvero delle prime gocce di sudore, causate anche dal peso dei bagagli che i due si portavano appresso
Ad un certo punto uno dei due protagonisti sembrò ritrovare la connessione col mondo esteriore "Ohi, mamushi! Ma tu hai idea di dove stai andando?"
"Come potrei saperlo, idiota?! Questo è il mio primo giorno universitario!"
"Esattamente come il sottoscritto! Solo, vorrei sapere la direzione che stai seguendo...preferirei evitare di entrare all'interno della stanza del direttore della scuola..."
"Tranquilli, se sorpassate quella porta entrerete solo nella mensa, ma penso che causereste in ogni modo qualche disagio se entraste con una tale irruenza..."
All'improvviso i piedi dei due mori rallentarono la loro andatura, come se quella voce avesse azionato un comando in grado di fermarli. L'attenzione di entrambi si concentrò sulla persona a cui apparteneva quella voce e sia Kaidou che Momoshiro non riuscirono a reprimere la nota di sopresa nella loro voce
"Oishi-sempai!"
Sul volto dell'interpellato si disegnò un cortese sorriso, il che diede ulteriore conferma ai ragazzi appena arrivati della reale presenza del compagno davanti ai loro occhi "Benvenuti, ragazzi. Certo che avete già cominciato a farvi riconoscere, eh?" commentò divertito il giovane, incamminandosi verso i proprio amici
Nell'udire quell'affermazione le guance di Kaidou si colorarono di un lieve rosa, mentre Momoshiro continuò a fissare come inebito il volto del ragazzo che stava davanti a sé "Oishi-sempai! Che cosa ci fai tu qui?!"
"Studio" rispose ridendo l'ex membro della Golden pair "come fanno ormai da un anno Eiji, Fuji, Inui..."
"Vuoi dire che anche i nostri ex compagni frequentano questa università?!" esclamò stupito Momoshiro, incredulità che si poteva cogliere benissimo anche sul volto del suo eterno rivale
"Non solo" continuò Oishi "tra breve incontrerete altre nostre vecchie conoscenze...che in precedenza etichettavamo perlopiù come rivali..."
"Cioè?" lo incalzò il ragazzo coi capelli a punta, la cui sete di curiosità lo stava letteramente uccidendo. Diversamente dalle sue aspettative, sul volto del compagno più anziano si disegnò un'enigmatico sorriso
"Lo scoprirete a tempo debito...ora dovrete affrontare un altro genere di problema..."
"Che genere di problema, Oishi-sempai?" chiese educatamente Kaidou quando l'aurea di una presenza, a lui ben familiare, si manifestò improvvisamente dietro la sua persona.
Deglutendo sonoramente, il giovane si voltò, il volto sudato e il cuore che sembrava essersi fermato all'altezza della gola...Il suo sguardo intimorito girò lentamente finché non incontrò due pallide pupille marroni, protette da un sottile strato di lenti
"Tezuka-buchou!" esclamarono contemporaneamente i neo-universitari, incapaci di credere ai proprio occhi.
Avevano già provato un'indescrivibile, seppur lieta, sensazione di sorpresa nel trovarsi di fronte uno dei loro vecchi sempai del club di tennis, ma il sentimento che provavano nel fissare ancora una volta il loro stoico capitano era incomparabile...seppure sembrava di poter leggere una certa nota di disappunto sul viso del castano Lo sguardo imperturbabile del celebre giocatore del Seigaku vagò attentamente sulle due figure davanti a sé, soffermandosi su ognuna di esse per una manciata di minuti. Il silenzio nella quale erano caduti i quattro individui presenti era diventato così intenso che i due ragazzi più giovani sussultarono quando la voce di Tezuka proruppe all'improvviso
"Kaidou. Momoshiro..."
Entrambi gli interpellati degluitirono ancora una volta prima di ritrovare l'uso della parola "Tezuka-buchou..." sussurrarono all'unisono
"Fate venti giri di corsa attorno all'istituto"
"Cosa?!" esclamò il moro dai capelli a punta, mentre Kaidoh guardava il proprio ex capitano sbigottito
Affatto turbato, Tezuka rispose con la sua solita calma "Vi siete introdotti all'interni dell'università senza accompagnatori, nonostante nella vostra lettera d'ammissione a questa scuola vi fosse stato espressamente chiesto di aspettare all'esterno della sede l'arrivo dei vostri tutori. Inoltre avete corso all'interno dei corridoi disturbando l'operato degi altri studenti universitari. Per punizione correrete venti giri attorno alla costruzione"
Momoshiro continuava ad aprire e chiudere la bocca senza riuscire a produrre una sillaba, visione che dovette divertire molto Oishi, che infatti ridacchiò educatamente
"Posso comprendere il vostro stupore, ragazzi...Ma, vedete, Tezuka è membro del consiglio studentesco e ha il dovere di disciplinare l'ordine all'interno dell'istituto"
Kaidoh si voltò in direzione del proprio sempai, incredulo nel venire a conoscenza che il suo ex capitano avesse già ottenuto un incarico così prestigioso, quando un fulmine a ciel sereno si schiantò inevitabilmente sulla sua persona non appena Momoshiro riuscì nuovamente a parlare
"M-ma buchou...noi non sapevamo...cioè!non ricordavamo..." "TRENTA giri!"
In seguito a un rumoroso sussulto e al suono che vari bagagli produssero nell'essere gettati a terra, due giovani ragazzi da poco iniziati alla vita scolastica, cominciavano a viverla nella maniera più singolare possibile.

Continua...

  
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