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Autore: Emily89    08/10/2012    6 recensioni
Partiamo dall'ultima intervista di Emma in cui ci dice che le spezza il cuore sapere che Tom la vede solo come una sorella, e proviamo ad immaginare che per lui non sia esattamente così e che s'incontrino a New York. Scopriamo segreti del passato mai svelati e parole mai dette, scopriamo un amore che esisteva dietro le quinte di Harry Potter, ma adesso che sono cresciuti?
leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
La storia è ispirata alla canzone losing your memory, di Ryan Star, provate a metterla come sottofondo!
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Dalla one shot:
“ Tom non devi trattarmi come una bambina! “
“ Ma lo sei Emma, tu sei la mia bambina.”
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Watson, Tom Felton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You’re losing your memory, now
You’re losing your memory now
You’re losing your memory now
You’re losing your memory now
 
“ All’età tra i 10 e 12 anni ho avuto una terribile cotta per Tom Felton. Noi ragazze amiamo i ragazzi cattivi, lui era di qualche anno più grande di me, e aveva uno skateboard, e ci andava sempre sopra, era così figo.. e quello che diceva alla gente era: oh, vedo Emma come una sorella più piccola. E questo mi distrusse il cuore, lo fa ancora..”

Emma rise appena, mentre Tom cercava di interpretare ciò che le si leggeva negli occhi, attraverso uno schermo.

Il presentatore azzardò una battuta del tipo “ quel bastardo “, il ragazzo accennò un sorriso e poi spense la tv.

Jade apparve un minuto più tardi e si sedette vicino a lui sul divano della camera d’albergo di New York, in cui alloggiavano.

Premette piano le labbra sulle sue, poi appoggiò la testa nell’incavo della sua spalla, con stanchezza.

“ La tua manager non ha fatto che starmi dietro per tutto il giorno, assicurandosi che nessuno mi riconoscesse o potesse seguirmi, è matta, te lo dico io. Prima o poi si verrà a sapere che siamo qui, o no? “

La ragazza sospirò, poi alzò lo sguardo sugli occhi di Tom, che già la fissavano con dolcezza.

“ Jade, lo sai, inizierebbero a fare domande ed io non posso dare per certo che farò parte di questo nuovo film. Soltanto due giorni e ritorneremo nella nostra ed amata Inghilterra. “

Le diede un bacio sulla fronte e non passò nemmeno un minuto che la ragazza si addormentò; passò piano la mano tra le ciocche castane, ricordandosi di quanto tempo ci aveva messo per convincerla ad accompagnarlo nella grande mela.

A Jade non piaceva il troppo rumore e le grandi folle, soprattutto quelle che si accerchiavano intorno a lui.

Ce ne aveva messo di tempo per conquistarla, più di quanto qualunque persona al mondo potesse immaginare.

Tom era un uomo di bell’aspetto e di grande successo, ed era questo che la spaventava più di tutto.

Riaccese la televisione e la risata di quella ragazza gli fece vibrare il cuore, lei era Emma Watson, amica d’infanzia  e ragazza a cui aveva spezzato il cuore, ben più di una volta di quello che lei voleva far credere.

“ Tom non devi trattarmi come una bambina! “

“ Ma lo sei Emma, tu sei la mia bambina.”

“ Sei un egocentrico, pensi davvero che a 17 anni io caschi ancora in questi giochetti? Smettila, mi stai dando sui nervi. “

“ Sai cosa? Per una volta, solo per un momento, quando stavamo ballando un anno fa per le prove del ballo del ceppo, per un solo istante credevo che avremmo potuto costruire lo stesso rapporto che hai con Daniel e Rupert, ed io ci sto mettendo tutto me stesso per riuscirci, adesso.”

“ Ah allora è questo il punto, sei geloso. Tu conosci l’amicizia che stringe me a Daniel e Rupert, e sai anche che non potrà mai esserci niente di simile tra di noi. “

“ Tu dici? “

Il ragazzo si avvicinò piano, le accarezzò piano la guancia e l’attirò a sé, sfiorandole le labbra con un bacio.

“ Tom! TOM! Mi stai ascoltando? “

Il ragazzo si tirò su con fare distratto; si voltò a guardare Jane, che lo guardava in modo interrogativo, mentre dalla televisione risuonava la voce del presentatore: “

Signore e signori, l’incantevole Emma Watson!”

**

Call all your friends
And tell them you're never coming back
Cause this is the end
Pretend that you want it
Don't react
The damage is done

 
Tom si svegliò presto quella mattina, l’ansia lo stava distruggendo, sebbene non fosse la prima volta che affrontava un provino.

Prima di uscire posò lo sguardo su Jade decidendo che per ottenere la parte si sarebbe concentrato su di lei e su tutto l’amore che provava nei suoi confronti.

La parte in questione era quella di un ragazzo di nome Brody, ossessionato dalla sua vicina di casa, al punto di spiarla ovunque andava.

Pian piano l’ossessione si trasforma in desiderio, ancora più velocemente in amore; un amore troppo focoso prima e troppo ingenuo dopo.

Tom ne amava la trama ed aveva deciso di mettersi alla prova, in fin dei conti sapeva che stava andando in contro a qualcosa più grande di lui: non erano i generi dei film in cui era bravo, non gli riusciva proprio la parte dell’innamorato e del romanticone a lui.

Il provino era previsto per le nove, e lui da inglese che era fu puntuale; entrò in un grande albergo e chiese della sala in cui si teneva l’audizione.

Entrò in una grande sala, quella che secondo lui era destinata ai ricevimenti e lo accolse una grande troup, compreso il regista, Ryan Gross.

“ Tu devi essere Tom Felton, giusto? Molto piacere, ragazzo. Devo dirti, Tom, che il lavoro che hai fatto in Harry Potter è stato al dir poco straordinario, comunque si cambia, si cresce, è stata una bella avventura ma è acqua passata, non è così? “

Ryan era una di quelle persone che andava dritto al punto ed osservava le tue espressioni con occhi vispi e veloci attraverso le lenti degli occhiali da lettura; i capelli, quei pochi che gli erano rimasti, erano grigi mentre d’abbondante aveva la pancia ed una grande dose di ciccia sotto il collo.

“ Il piacere è mio signor Gross. La ringrazio per il complimento, ma devo capacitarmi del fatto che ormai è una porta chiusa; sì, davvero una bella avventura, la ringrazio. “

Tom ed il regista si strinsero amichevolmente la mano, poi Ryan fece cenno di seguirlo.
“ Vogliamo iniziare?” fece con un sorriso quasi spasmodico.

Tom chiuse gli occhi per un attimo, concentrandosi al meglio sulla figura della sua ragazza, Jade.

Prese in mano un po’ impacciato il copione che gli porgeva un assistente, lesse per un attimo ed incominciò a recitare.

“ Sono io. Sono Brody. Sono quel ragazzo che quando si affacciò alla finestra e ti vide per la prima volta diventò rosso come un bambino, da quel momento si invaghì di te, e del tuo sguardo. Sono il ragazzo che hai stregato, in un solo istante, ci hai messo meno di un secondo. Sono quel ragazzo che ti accompagna sempre con lo sguardo e spera che un giorno tu giri il tuo e vi incontriate, e in quel momento, lo so, sarebbe amore a prima vista.”

Una voce di sottofondo parlò, piano, e gli fece vibrare il cuore.

“ Tu sei pazzo, sei surreale.”

Emma Watson si avvicinava piano, con passi lenti e disinvolti, ma con il viso in fiamme per l’imbarazzo.

Tom le rivolse per un attimo lo sguardo ed un’emozione che sapeva di tristezza e nostalgia lo investì, incominciò a sudare freddo, ma mantenne la calma.

“ Solo perché sono romantico non vuol dire che io sia pazzo, il contrario, dovresti sentirti lusingata che un ragazzo con cui non hai mai parlato ti dice cose così profonde la prima volta.”

Emma e Tom erano l’uno a fianco dell’altra adesso; la ragazza continuò con voce profonda:

“ Grazie, ne sono lusingata, davvero, ma non ci conosciamo, perché mai dovrei crederti? Perché mai dovrei parlarti?”
“ Hai ragione, non ci conosciamo, io sono Brody.”

Tom allungò piano la mano verso Emma, senza spostare lo sguardo dal foglio.

La ragazza allungò la sua e disse: “ Piacere, io sono Ellen.”

Alzarono entrambi lo sguardo, sino a guardarsi negli occhi, mentre piano si stringevano la mano.

Una scarica d’emozioni li invalse, mentre le mani continuavano a stringersi e andavano su e giù, fu il regista a interromperli, loro non fecero altro che allontanarsi bruscamente.

“ Bene, molto bene, direi quasi ottimo. Signorina Watson, non sapevo che venisse oggi, l’appuntamento non era previsto per domani?”
Emma contorse le mani ed imbarazzata disse:

“ Sì Signor Ryan, ha ragione e me ne dispiaccio molto, davvero, ma domani non potevo proprio essere qui così ho chiamato la sua assistente che mi ha detto che non c’erano problemi per venire oggi, mi scuso.”

“ Non ti dispiacere, Emma, posso darti del tu, vero? Comunque, le vostre interpretazioni sono ottime, i migliori che ho visto, e la chimica che c’è tra voi due è fondamentale per questo film. C’è un solo problema: avete recitato insieme già in Harry Potter e non so quanto possa essere genuino che io faccia degli innamorati due dei personaggi che nella pellicola precedente si odiavano a morte. Tuttavia, la vostra recitazione è impeccabile, quindi ci penserò. “

Emma posò lo sguardo sul ragazzo che aveva vicino; lo guardò in un modo strano: non vi era più segno della ragazza di Harry Potter che con lui scherzava e rideva, si potevano intravedere le fiamme nei suoi occhi.

Si voltò verso il regista e cambiò volto, Emma era brava a recitare la parte della ragazza a cui mancavano i vecchi tempi.

“ Scusi se intervengo, signor Gross, ma anch’io penso che questa non sia davvero una buona idea. Io e Tom ci conosciamo da tanto tempo e siamo molto amici ma le persone non sono ancora abituate a vederci in altri film al di fuori di Harry Potter e dei ruoli che interpretammo in esso, per loro sarebbe come rivedere Draco e Hermione sul grande schermo, capisce?”

Tom guardava Emma interdetto, non sapeva se darle ragione oppure mandarla a quel paese all’istante.

Forse non sarebbe stato un’ottima idea quella di recitare di nuovo insieme, lui lo sapeva, avrebbe fatto del male ad entrambi, soprattutto a lei, che ora lo odiava a morte.
Di nuovo una forte nostalgia lo avvolse, la mancanza di quella ragazza e di un bacio rubato all’insaputa di tutti.

Purtroppo, ancora dopo tutto quel tempo, restavano i ricordi che bruciavano nello stomaco e le emozioni che imploravano di farla finita con le messinscene.
Poi, Ryan Gross intervenì:

“ Emma, dammi del tu. Comunque, sai una cosa? Anche Leonardo Di Caprio e Kate Winslet fecero un film dopo Titanic, e fu un vero successo.”

***
I would have died
I would have loved you all my life
(..) Remember the day
Cause this is what dreams should always be
I just want to stay
I just want to keep this dream in me

 
Sfiorò piano le sue labbra prima che Emma le posò prepotentemente sulle sue, portando quel tocco insicuro ad un desiderio del tutto nuovo, un desiderio sepolto tanto tempo fa con il rifiuto di Tom.

Ora quel desiderio la  possedeva, diventava sempre più forte, e non poteva fermarlo in alcun modo.

“ Vedi? Te lo avevo detto che non potevamo essere amici.”

Esordì la ragazza allontanandosi da lui ed interrompendo quel bacio.

Soddisfazione leggeva negli occhi di Tom, che sorrise e con delicatezza le sistemò i capelli.

“ No, infatti, chi lo ha detto che non potremmo essere qualcosa di più? “

Emma guardava Ryan con occhi sbarrati ed intanto si chiedeva come sarebbe andata a finire quella storia.
Pose lo sguardo verso Tom, lui sorrideva.

“ Già, potremmo pur sempre provarci, il problema è che non so se IO voglio davvero farlo.”

Rabbia e sgomento si impadronirono della ragazza, e quei sentimenti la fecero sentire la  più stupida del mondo.

Ancora, ancora dopo tutto quel tempo non era riuscita ad eliminare quel rancore che provava nei confronti di Tom
.
Il ragazzo fece scivolare la mano dai capelli alla sua guancia, accarezzandola piano, poi si avvicinò e le baciò la pelle liscia.

“ Lo so che sembra una follia, una pazzia in realtà. Perché fidarsi del ragazzo che ti ha spezzato il cuore già una volta? Perché ne varrà la pena, perché mi da fastidio quando Dan e Rupert ti si avvicinano, perché non sopporto vederti e non poterti parlare, odio sedermi vicino a te e guardare come ti volti dall’altra parte. Tutto questo serve a farti capire quanto tu in realtà sia importante per me. Puoi provarci?”

Il ragazzo si voltò verso Emma che dopo un attimo abbassò lo sguardo imbarazzata.

Tom provò di nuovo ed abbassò un po’ la testa in cerca dei suoi occhi; quando l’incontrò si limitò a sorridere e disse in un sussurro: “ Possiamo provarci.”

Emma lo guardò bene negli occhi, chiedendosi che cosa gli passasse per la testa, se stesse mentendo o meno.

Aveva diciassette anni, e per la prima volta si rese conto che pensava troppo, quando per una volta le bastava provare, le bastava buttarsi senza pensare alle conseguenze.

Così, invece di seguire la mente, provò a fidarsi del cuore; fece un lungo respiro, si avvicinò a Tom e si tuffò tra le sue braccia, respirando il profumo della sua camicia, respirando quel momento, quell’aria e tutto ciò che sapeva di lui.

“ Sì, voglio provare a fidarmi di te.”

A quelle parole Emma alzò piano gli occhi, cercando di trattenere a stento le lacrime.

“ La ringrazio Signor Ryan, per tutto, ma questo ruolo lo merita Tom, non io ed ho ancora tanti progetti che devo terminare. La ringrazio, ma non ne ho proprio tempo.”

E con questo girò su se stessa, chiudendosi la porta alle sue spalle.

Tom guardava Emma sparire dietro l’ingresso e, come uno stupido, le corse dietro.

***
Wake up, it's time little girl, wake up
All the best of what we've done is yet to come
Wake up, it's time  little girl, wake up
Just remember who I am in the morning


Tom arrivò appena in tempo e l’afferrò per il polso, costringendo Emma a voltarsi.

La guardò bene negli occhi, poi disse:

“ Possiamo parlare? E per una volta nella nostra vita desidererei farlo civilmente.”

Se avesse potuto Emma avrebbe fermato quel momento per sempre e lei e Tom sarebbero rimasti sospesi così nello spazio, a baciarsi su quel letto per l’eternità.

Il cuore di entrambi bruciava di passione, il corpo si alimentava del desiderio di possedere il corpo dell’altra, mentre i baci diventavano sempre più frequenti ed affannati.

E la ragazza lo sapeva che quel momento sarebbe arrivato, da un momento all’altro Tom avrebbe fatto la fatidica mossa durante la quale Emma avrebbe dovuto decidere se quello era il momento giusto, se si sentiva finalmente pronta.

“ Non è il nostro forte Tom, ma possiamo pur sempre provarci, giusto? Avanti allora, parla.”

“ Non qui Emma, non dobbiamo parlare solo di quello che è avvenuto oggi, dobbiamo parlare di tutto quanto, di tutto quello di cui non hai mai voluto affrontare l’argomento, guarda a cosa ci ha portato.”

La ragazza ci riflesse un attimo, poi annuì, e quasi in un sospiro disse:

“ Possiamo andare a casa mia allora, così che nessuno ci disturberà.”

Dopo un paio di minuti arrivarono alla casa della ragazza e si accomodarono sul divano in salotto.

Tom si contorceva le mani imbarazzato mentre Emma a stento lo guardava in volto, preferendo di gran lunga il vuoto ai suoi occhi azzurri.

“ Emma, guardami.”

Il ragazzo le prese il volto nelle mani e la convinse a girarsi.

“ Che cosa ci è successo? Non siamo mai stati amici, lo so, ma tutto quest’odio che provi per me io non riesco a sopportarlo. Abbiamo passato insieme la nostra infanzia, possibile che non riesci a capire quanto io ci rimanga male quando qualcuno ti chiede di Harry Potter e tu fai riferimento solo a Daniel e Rupert? C’è stato molto
di più tra noi due, molto di più.”

La ragazza gli afferrò la mano con cui le teneva il viso e la spinse via.

“ Davvero? A me non pare.”

Tom le accarezzò piano il ventre sotto la camicia e scese in basso lentamente, fino alla chiusura dei pantaloni e con un movimento veloce e deciso glieli slacciò.
Stava per toglierli quando Emma respinse la sua mano e la poggiò sul suo viso.

No, aveva deciso che quel momento non sarebbe stata vittima di Tom Felton, che in quel momento lei non si sentiva ancora pronta.

“ Mi dispiace, non posso.”

“ Non ti pare? Emma guarda in faccia la realtà, noi due siamo stati insieme per tutta la riproduzione del quinto film, siamo stati importanti per l’altro, tu sei stata
importante per me, io non lo sono stato per te?”

Tom tolse la mano dal suo viso, sospirò e si accasciò sul letto vicino a lei.

“ Qual è il problema, Emma?”

Decisa ma con un filo di vergogna nella voce disse:

“ Non me la sento, non sono ancora pronta, mi dispiace.”

Tom rise; non rideva di felicità, al contrario la sua voce era sprezzante:

“ Lo vedi, questo è perché sei ancora una bambina.

Emma si avvicinò piano a lui, accorciando la distanza che vi era tra di loro, così vicino che Tom poteva sentire il suo fiato leggero premere contro le sue labbra.

“ Tu lo sei stato, più di ogni altra cosa. Io non ero niente per te, ero soltanto una bambina, qualcosa con cui giocare ogni tanto, niente.

Tom sorrise e accorciò ancora un po’ le distanze tra loro.

“ Non provare a provocarmi Emma, e tu sarai sempre la mia bambina.”

La ragazza si alzò di scatto e lo guardò disgustata, mentre piano scandiva le parole:

“ E tu sarei sempre uno STRONZO!”

Si avvicinò ancora una volta e adesso la rabbia stava uscendo da ogni gesto, da ogni parte del suo corpo; gli afferrò la manica della camicia e cominciò ad urlargli
contro:

“ Avevo diciassette anni Tom, diciassette! Hai voluto giocare con i miei sentimenti, era sempre stato questo il tuo intento! E io ti avevo creduto, avevo provato a fidarmi di
te e tu hai distrutto tutto quanto! Quella sera mi hai ferito a morte..”

Lasciò piano la presa della manica e si accasciò a terra, premendo la schiena contro il divano, mentre scacciava via una lacrima che le era scesa in viso.

Tom fissava il vuoto, sconcertato dal comportamento di Emma.

Portò la testa tra le mani e ricordò, ricordò quella sera, il comportamento da perfetto idiota che aveva avuto, ricordò che, dopo quel giorno, la ragazza smise di rivolgergli la parola e a come lui aveva sofferto.

Ma dopotutto, non se lo era mai scordato.

Come avrebbe mai potuto? Perché i baci nascosti a tutti sono quelli che teneva gelosamente con se, quel piccolo amore portato via da una sciocchezza.

Quanti anni passati a ricordare quegli attimi in cui si sentiva sulle nuvole, in cui si sentiva a pieno ancora un adolescente.

Poteva far finta di dimenticare, ma poi una sua foto sul giornale e la sua presenza in uno show riaprivano quella voragine che ancora faceva fatica a cucirsi del tutto,
quella parte che gli mancava per sentirsi un po’ più ragazzo e meno uomo.

“ Emma, so che non risolve nulla dirlo adesso, ma hai ragione, mi sono comportato da vero stronzo. Forse dirtelo non avrebbe risolto le cose nemmeno prima, ma ciò
che conta è il presente, e io adesso ti dico che sei stata davvero importante.”

Tom si accasciò anch’esso vicino a lei, la guardò in viso e si soffermò su ogni dettaglio; anche quando stavano insieme non le aveva mai detto che era bellissima.

“ E se te lo dico adesso per favore credimi, sei stata e sei importante per me.”

La ragazza si voltò a guardarlo, sperando di riuscire a scorgere qualche segno che la potesse avvisare che Tom stava mentendo.

Purtroppo, quello che il ragazzo aveva in viso, era il sorriso più sincero che gli avesse mai visto indossare e, pur quanto le faceva male il cuore, pur quanto le emozioni la
stavano soffocando, Emma sorrise, e sorrise di gioia.

Tom non la vedeva rivolgergli un sorriso così da tanto tempo, troppo tempo ormai.

Qualcosa in lui scattò; dal profondo del suo cuore, dal profondo del suo animo si rese conto che la ragazza non era mai andata via perché lui non voleva lasciarla andare, era sempre stata una parte di lui.

E per quanto potesse odiarsi in quel momento, per quanto era sbagliato, imperdonabile, incorreggibile lui la baciò.

E per quanto fosse sbagliato, imperdonabile, incorreggibile Emma rispose a quel bacio, e fu l’emozione più bella che potesse provare.

L’emozioni ed il desiderio superarono l’equilibrio consentito, quell’equilibrio che quel giorno fu concesso ai ragazzi per andare d’accordo e per chiarirsi sul passato.

Tom le morse il labbro, poi lo succhiò lievemente mentre la ragazza accettava la provocazione.

Emma gli accarezzò il viso e passò una mano tra i suoi capelli, come le piaceva fare tempo fa.

Le labbra si posarono delicatamente sul collo di lui, mentre Tom le slacciava la camicia.

E, ancora una volta, Emma avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, avrebbe voluto che il tempo ed il mondo si fermassero, così che nessuno sarebbe venuto a sapere di loro due, insieme, con i cuori che battevano all’unisono, combattevano per un amore che si erano negati tempo fa.

La passione non può far altro che alimentare la fiamma, così che Emma e Tom si trovarono per terra, a far l’amore con tutto il sentimento che c’era.
E per quanto fosse sbagliato, tutto questo li rendeva felici.

Quando Emma raggiunse finalmente l’apice del piacere si porse verso il ragazzo, e in un sussurro disse:

“ Hai visto? Non sono più una bambina adesso..”

Tom sbarrò gli occhi, fermandosi di colpo.

Avvicinò il volto a quello di Emma, e le prese con rabbia il volto tra le mani.

“ Quindi è di questo che si è trattato? Di dimostrarmi che non sei più una bambina, ma una donna ormai? Rispondimi, è per questo che l’hai fatto?!”

Quello non era un tono che apparteneva a Tom; Emma ne rimase sbalordita, prese le due coperte in fondo al divano che teneva per se nelle giornate d’inverno e la pose una al ragazzo, poi si mise a sedere accanto a lui.

“ Io sono stata tanto innamorata di te, lo sai questo vero? E mi hai spezzato il cuore, e non mi andava bene, non mi va bene di aver sofferto solo io, dovevi sapere quello che avevo provato!”

Tom si voltò a guardarla, disgustato; si rivestì in minor tempo possibile mentre Emma, impassibile, osservava i suoi movimenti.

“ Bene, sii fiera di te stessa allora, Emma. Pensi davvero che da ragazzino pensavo quelle cose? Pensi davvero che io non abbia sofferto quando non mi hai parlato per
questi tre anni? Non sei diventata una donna, sei solo una stronza.”

La ragazza si voltò verso il basso, le parole che udiva le laceravano il cuore, le stavano pian piano ammazzando i ricordi adolescenziali di due giovani ragazzi che credevano nell’amore, ci credevano davvero.

“ Domani dirò a Ryan che la parte è tua, non voglio avere niente a che fare con questo film, ne con te, farebbe troppo male,sarebbe dannoso per entrambi.”

“ Quindi adesso ripartiamo da dove ci siamo lasciati, dico bene? Non ci parleremo mai più e fingeremo che siamo stati buoni amici, non è così? Bene, addio, Emma.”

E, detto questo, Tom si chiuse la porta alle spalle, dirigendosi verso casa.

Come gli anni passati insieme avrebbe custodito quel ricordo gelosamente, senza mai farne parola con nessuno.

Non si sentiva in colpa, non rimpiangeva niente, perché in quell’attimo contavano solamente lei e lui, e tutto sembrava essere perfetto, e sembravano finalmente felici
dopo tanto tempo.

Emma rimase con addosso quella coperta a lungo, ancora con l’aria che sapeva della passione di quella mattina, di quegli attimi.

E gli occhi cominciarono a piangere ricordi; non erano destinati a stare insieme, non avrebbero mai potuto.

Ancora una volta Emma non era riuscita a pensare solamente alla propria felicità.

Cosa avrebbe detto il suo ragazzo? E Jade?

Lei e Tom non avrebbero mai potuto ricominciare da dove si erano lasciati, perché lei conosceva bene il loro rapporto, e non sarebbe stata una relazione sana.

Le parole cambiarono nella sua testa e quelle parole d’attesa e d’amore si trasformarono in rabbia e sofferenza.

Si accorse che stava piangendo a dirotto quando tra un singhiozzo e l’altro pronunciò la sua citazione preferita:

“C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.”

**

Ok, mi farebbe tanto piacere se mi lasciaste una recensione, pleease! :3
  
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