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Autore: MeMedesima    08/10/2012    4 recensioni
Afferrò Kurt per i fianchi, sollevandolo apparentemente senza sforzo e facendolo sedere sulla tastiera del pianoforte. Lo strumento produsse una cacofonia di note che rimbombò rumorosamente per il soggiorno e fece ridere entrambi. Blaine spinse indietro lo sgabello con un piede, mentre Kurt lo attirava più vicino a sé.
«Altro che Meg Ryan. Questo è molto Julia Roberts…», gli allacciò le gambe ai fianchi, scivolando in avanti e producendo altre note discordanti, che si fusero con i gemiti dei due ragazzi.
«Secondo te Cooper ha sentito qualcosa?».
[Scritta per la Klaine Week, Day 1:Klaine+Cooper]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Piano Incident

Avvertenze: cockblock Cooper – aka il miglior Cooper :) – leggero smut e sì, ancora fluff.

 

“It's the way we'll always be, your kiss, your pretty smile…”

La voce e la musica del pianoforte si arrestarono improvvisamente mentre il campanello suonava nell’ingresso.

«Vado io!», strillò qualcuno dalla cucina.

Blaine riprese a suonare, ma non tanto forte da coprire la voce di Kurt che salutava allegramente suo fratello. Le note si ridussero a qualche accordo leggero mentre cercava di origliare l’ennesimo discorso delirante in cui Cooper stava cercando di coinvolgere il suo ragazzo.

«… e credo che a lui piacesse seriamente. Non dico fosse gay ma andiamo, non si può negare che ci fosse chimica fra loro!».

«Sono d’accordo. Non a caso Mulan era uno dei miei cartoni preferiti da piccolo…».

«Vuoi dirmi che l’hai capito a sette anni?!».

«Cooper, possiamo parlarne dopo per favore?».

I passi si avvicinarono al soggiorno mentre Blaine suonava delicatamente le ultime note della canzone. Prima che potesse girarsi un braccio gli si avvolse attorno alle spalle, mentre un paio di labbra incredibilmente soffici gli stampavano un bacio sul collo.

«Ehi». Soffocò una risata mentre le labbra di Kurt gli sfioravano la gola e si fermavano vicino al suo orecchio. «Sei incredibilmente sexy quando suoni il pianoforte».

Blaine intrecciò la propria mano con quella sulla sua spalla, girandosi per salutare il proprio ragazzo…

… solo per vedere suo fratello appoggiato allo stipite della porta, un sorriso largo trentadue denti e un succo di frutta in mano.

«Coop», sbottò irritato. Per tutta risposta il ragazzo mise in mostra la sua migliore faccia da schiaffi.

«Cosa. Il salotto è uno spazio pubblico, posso stare qui quanto voglio, vero?».

«Certamente». La voce di Kurt era flautata, in netto contrasto con le occhiate di fuoco che stava lanciando nella sua direzione. «Purtroppo se resti qui è  molto probabile che i dolci con cui ho riempito il Tupperware dentro la mia borsa non arrivino mai al tuo stomaco».

Lo sguardo di Cooper si fece sospettoso. «E per dolci intendi…?».

«Muffin alla banana», precisò Kurt con un sorriso angelico. Gli occhi di Coop si spalancarono mentre un sorso di succo di frutta gli andava di traverso.

«Io…». Si diresse verso le scale mentre sputacchiava e tossiva. «Io devo fare una telefonata. Privata. Di tre quarti d’ora. Già. Cercate di non sentire la mia mancanza, piccioncini…».

La risatina di Kurt venne prontamente soffocata dalle labbra di Blaine, finalmente libero di salutarlo appropriatamente. Il ragazzo rispose dolcemente al bacio, affondando la mano in una manciata di riccioli appena lavati e profumati di shampoo.

Si separarono dopo qualche secondo, prendendo fiato.

«… dicevamo?».

«Ti va di farmi sentire cosa stavi suonando?».

«Speravo in questa richiesta…».

Blaine si girò e batté una mano sullo sgabello rettangolare, facendo spazio a Kurt perché sedesse. Quando il ragazzo si accoccolò di fianco a lui intrecciò una gamba con la sua e gli lanciò uno sguardo che fece saltare un battito al cuore di Kurt – oltre che a fargli ringraziare mentalmente Cooper per avergli lasciato il soggiorno libero. Poi Blaine poggiò le dita sulla tastiera e iniziò a suonare.

Kurt riconobbe la canzone fin dalle prime note e scosse la testa con aria esasperata, mentre l’altro cantava a mezza voce.

“Thank you for this moment, I've gotta say how beautiful you are, of all the hopes and dreams I could have prayed for… Here you are”.

Kurt si limitò ad ascoltarlo mentre aspettava la battuta giusta per accompagnare la melodia.

«Non posso credere che tu stia suonando ancora questa», borbottò, ma l’altro ragazzo si limitò a sorridere e lo ignorò.

“If I could have one dance forever I would take you by the hand, tonight it's you and I together I'm so glad I'm your man”.

Kurt quasi si dimenticò di dover iniziare a suonare la sua parte, guadagnandosi una spallata scherzosa da Blaine. Dopo qualche accordo unì la propria voce a quella dell’altro ragazzo.

“And if I lived a thousand years you know I never could explain the way I lost my heart to you that day”.

Mentre le loro voci si intrecciavano continuarono a scambiarsi sguardi e piccoli sorrisi, le mani che correvano sui tasti e suonavano le note giuste per pura forza d’abitudine.
“But if destiny decided I should look the other way then the world would never know
the greatest story ever told and did I tell you that I love you… tonight”.

Blaine tolse le mani dalla tastiera, resistendo alla tentazione di afferrare quelle di Kurt e portarsele al viso. Invece stette semplicemente a guardarlo, strofinandogli leggermente un piede contro la gamba.

«Ti ho già detto qualcosa a proposito del tuo pianoforte, vero…?», chiese debolmente Kurt mentre suonava le sue ultime battute.

Per tutta risposta Blaine lo afferrò per la vita, mordicchiandogli scherzosamente il lobo dell’orecchio. Gli accarezzò il collo con una mano, spostando la camicia e scoprendo un lembo di pelle pallida, posandovi un bacio. La musica si fermò improvvisamente, sostituita da un sospiro leggero. Blaine sorrise e ripetè il gesto.

«Ho sentito dire che sono piuttosto sexy mentre suono, sì…». Le parole quasi si persero, mormorate contro l’incavo del collo di Kurt.

«Spaccone», sbuffò l’altro con voce appena roca.

Blaine si tirò indietro improvvisamente. «Umh, forse hai ragione…». Rimise le mani sulla tastiera, riprendendo a suonare con nonchalance.

«Torna subito qui», protestò Kurt, cercando inutilmente di non sorridere mentre riconosceva la melodia.

«Non credo proprio». Blaine piegò la testa verso di lui, lanciandogli un sorriso innocente e continuando beatamente a suonare Teenage Dream. Kurt sbuffò, stizzito. Non sarebbe mai riuscito a capire come facesse Blaine a sembrare così scemo e così irrimediabilmente dolce e desiderabile allo stesso tempo. Come ogni volta rinunciò ad ottenere una risposta e si limitò ad afferrargli le mani e a toglierle dalla tastiera, imprigionandole in mezzo ai loro corpi. Poi si puntellò sulle braccia, finché non riuscì a mettersi a cavalcioni del ragazzo - che per altro non sembrò affatto dispiaciuto da quell’intrusione.

Si chinò verso il viso di Blaine fino ad appoggiare le proprie labbra contro le sue. Lui chiuse gli occhi e Kurt osservò rapito le lunghe ciglia che gli sfioravano appena le guance.

«Blaine. Anderson», sottolineò ogni parola con un piccolo morso sul labbro, ricevendo un mormorio di approvazione da parte di Blaine. «Noi non sprecheremo altri dieci dei nostri preziosi minuti suonando il piano…».

L’altro riaprì gli occhi e sorrise, strofinando leggermente il naso contro il suo, «Sono assolutamente d’accordo…».

Poi affondò una mano nei capelli del ragazzo, facendogli abbassare gentilmente la testa e baciandolo con passione, mentre le mani di Kurt accarezzavano e stringevano i suoi riccioli. Le loro labbra si intralciavano, i nasi sbattevano e a volte uno dei due mordeva un po’ troppo forte l’altro, ma Blaine adorava quei baci: dopo quasi un anno erano ancora capaci di fargli andare il cuore a mille – tanto che il momento di tirarsi indietro per riprendere fiato arrivava sempre troppo presto. Fu costretto a staccarsi dopo una manciata di secondi, il respiro affannoso e il viso arrossato.

«Ti amo», sussurrò strofinando il naso contro la guancia di Kurt. «Dio, ti amo da morire».

L’altro non rispose e riprese a baciarlo con più trasporto, cercando freneticamente l’orlo del suo maglione. Blaine lo aiutò a sfilarlo e improvvisamente le mani fresche di Kurt furono sulla sua pelle, carezzandogli i fianchi e affondando appena sotto l’orlo dei jeans. Kurt posò un bacio sulla sua spalla e soffocò un gemito di piacere quando tentando di trovare una posizione più comoda premette il bacino contro il suo, ma Blaine si limitò ad accarezzargli una guancia.

«Non ancora», sussurrò, mentre slacciava con attenzione i bottoni della camicia di Kurt – sapeva che se ne avesse staccato anche solo uno sarebbe andato in bianco per una settimana. Quando aprì finalmente l’ultimo circondò dolcemente i fianchi del ragazzo e lo spinse contro di sé, sentendolo sospirare al contatto con la sua pelle nuda. Gli premette un ultimo bacio sulla bocca, per poi affondare il viso nell’incavo del suo collo, lasciandosi cullare dal profumo familiare di vaniglia. Kurt sorrise dolcemente e continuò ad accarezzargli le spalle e i fianchi, posandogli qualche bacio sui riccioli scompigliati.

Si permisero di rimanere così qualche minuto: sapevano entrambi che quei pochi momenti erano i migliori. Al sicuro nel piccolo spazio delle loro braccia e persi l’uno nel profumo dell’altro; soddisfatti della loro vicinanza eppure desiderosi di toccarsi di più, più forte.

«Ti amo anch’io», sussurrò Kurt all’orecchio di Blaine, quando questo ricominciò a baciargli una spalla, succhiando leggermente la pelle morbida. Blaine si limitò ad un mormorio soddisfatto, spostandosi sempre più in basso. Kurt ricominciò a spingere il bacino contro quello di Blaine: ogni tocco gli provocava un brivido di piacere che andava dritto al suo basso ventre.

Peccato che quando Blaine gli diede un leggero morso sulla spalla le gambe iniziarono a tremargli – e non solo per l’eccitazione, ma per la posizione assurda in cui era incastrato. Cercò disperatamente di ignorare quel dettaglio – concentrandosi invece su come fare a strusciarsi più a fondo sui fianchi di Blaine, maledicendo i jeans skinny che gli impedivano i movimenti – ma dopo qualche minuto la schiena iniziò a fargli davvero male, nonostante l’eccitazione che iniziava a farsi sentire.

«Blaine?», un suono umido e confuso gli rispose dal suo petto. «L’ultima cosa che voglio è interromperti, ma mi sto spezzando la schiena… ti va se andiamo sul divano?».

Blaine si allontanò e alzò lo sguardo un po’ annebbiato su di lui. Il suo sorriso malizioso fece correre un brivido sulla schiena dell’altro ragazzo.

«Ho un’idea molto migliore…», improvvisamente afferrò Kurt per i fianchi, sollevandolo apparentemente senza sforzo e facendolo sedere sulla tastiera del pianoforte.

Il dolore alla schiena scomparve immediatamente, ma in compenso lo strumento produsse una cacofonia di note che rimbombò rumorosamente per il soggiorno e fece ridere entrambi. Blaine spinse indietro lo sgabello con un piede, mentre Kurt lo attirava più vicino a sé.

«Altro che Meg Ryan. Questo è molto Julia Roberts…», gli allacciò le gambe ai fianchi, scivolando in avanti e producendo altre note discordanti, che si fusero con i gemiti dei due ragazzi.

«Blaine», ansimò Kurt mentre affondava le mani sotto i suoi jeans, sotto i boxer, e spingeva il bacino dell’altro ancora più vicino a lui, iniziando a muoversi più velocemente. L’altro gemette di rimando, appoggiando rumorosamente le mani sulla tastiera, sfilandogli completamente la camicia e iniziando ad abbassargli la zip dei jeans-

-quando un orrendo rumore di legno spezzato li fece sobbalzare e il piano si inclinò pericolosamente verso destra.

Kurt perse l’equilibrio e scivolò addosso a Blaine, che cercò di prenderlo al volo ma nel tentativo inciampò contro lo sgabello e cadde lungo disteso sul tappeto del soggiorno. Con Kurt incastrato sopra di lui.

«Che diavolo… che diavolo è successo?», stava boccheggiando il ragazzo, una mano premuta sul cuore che correva per lo spavento e l’eccitazione di poco prima.

Entrambi guardarono verso il pianoforte e aprirono la bocca, inorriditi. Una delle gambe si era piegata e aveva fatto inclinare leggermente la tastiera – anche se non sembravano esserci danni troppo gravi.

«Oh no. Oh no». Blaine gattonò fino allo strumento per esaminare il danno più da vicino. «I miei mi uccideranno. Questo pianoforte era della mia bisnonna-»

«Questo spiegherebbe i tarli…», borbottò Kurt.

«-se scoprono che l’ho rotto la mia vita è finita!».

«Blaine». Kurt si avvicinò e lo zittì con un bacio. Poi esaminò meglio la gamba del piano, toccandola con circospezione e stando attento a non pungersi con una scheggia. «I tuoi genitori… quanto spesso suonano questo pianoforte?».

«Mai». gemette Blaine, passandosi una mano fra i capelli. «Aspetta… dici che glielo potremmo nascondere?».

«Credo di sì. Vedi?», circondò con una mano la gamba del piano. «Non è nemmeno rotta. È solo incrinata. C’è bisogno di una riparazione semplice, ma con l’aiuto di Cooper potremmo farcela…».

«Cooper». Blaine aveva assunto un’aria sospettosa. «Tu… dici che ha sentito qualcosa?».

Entrambi alzarono lo sguardo verso le scale, che sembravano deserte. Abbassarono gli occhi e si scambiarono uno sguardo d’intesa.

«Non una parola sulla caduta».

«Non una parola».

«E ora», sorrise Blaine stringendo il fianco di Kurt, «prima di sistemare questo disastro mi piacerebbe finire un certo discorso…».

Senza farsi pregare il ragazzo intrecciò una mano fra i riccioli neri e lo attirò in un altro bacio a cui Blaine fu più che contento si rispondere. Barcollarono verso il divano, mentre Cooper correva silenziosamente verso la sua stanza, assicurandosi di aver chiuso bene la porta prima di scoppiare a ridere come un pazzo.

 

A/N:

Eeeed ecco il mio primo contributo alla Klaine Week, con il prompt Cooper+Klaine!

Vorrei davvero scrivere una one-shot per ognuno dei sette magnifici prompt, ma so già che non ci riuscirò a causa dell'università, delle lezioni di guida e impegni vari... ma cercherò di fare il possibile per questa fantastica iniziativa!!

Diciamocelo... ci serve più Klaine che mai in questo periodo :(

La one-shot è basata su un post di questo bellissimo blog: ask the anderson brothers, creato prima della comparsa ufficiale di Cooper Anderson nel telefilm, dove due blogger interpretano Cooper e Blaine e rispondono alle domande dei fan :)

Non credo sia più in funzione ora... Ma potete sempre leggervi le domande precedenti, vi faranno morire dalle risate!

In particolare, questo è il post che menziona il "piano incident".

Io ho solo immaginato come potessero essere andate le cose ;)

 

Funny Fact:

Questa è una delle prime one shot su Glee che ho scritto, e all'epoca avevo anche pensato: "Come sarebbe bello se Blaine cantasse a Kurt Teenage Dream accompagnato solo dal pianoforte... Beh, ce lo metto dai, tanto su Glee non succederà mai, figuriamoci".

AH. AH. AH.

Facciamoci una bella risata ç____ç

 

Baci a tutti e...

HAVE FAITH IN KLAINE!!

MM

 

PS: Mi scuso in anticipo con tutti i pianisti per le immani cazzate che potrei aver sparato sui pianoforti rotti. Non me ne intendo!! Sorry!

  
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