The Piano
Incident
Avvertenze:
cockblock Cooper – aka il miglior Cooper :) – leggero smut e
sì, ancora
fluff.
“It's the way we'll
always be, your kiss, your pretty smile…”
La voce e la
musica del pianoforte si arrestarono improvvisamente mentre il
campanello
suonava nell’ingresso.
«Vado io!»,
strillò qualcuno
dalla cucina.
Blaine riprese
a suonare, ma non tanto forte da coprire la voce di Kurt che salutava
allegramente suo fratello. Le note si ridussero a qualche accordo
leggero mentre
cercava di origliare l’ennesimo discorso delirante in cui
Cooper stava cercando
di coinvolgere il suo ragazzo.
«…
e credo che a lui piacesse seriamente. Non dico fosse gay
ma andiamo, non si può negare che ci fosse chimica fra
loro!».
«Sono
d’accordo. Non a caso Mulan era uno dei miei cartoni
preferiti da piccolo…».
«Vuoi
dirmi che l’hai capito a sette anni?!».
«Cooper,
possiamo parlarne dopo per favore?».
I passi si
avvicinarono al soggiorno mentre Blaine suonava
delicatamente le ultime note della canzone. Prima che potesse girarsi
un
braccio gli si avvolse attorno alle spalle, mentre un paio di labbra
incredibilmente soffici gli stampavano un bacio sul collo.
«Ehi».
Soffocò una risata mentre le labbra di Kurt gli
sfioravano la gola e si fermavano vicino al suo orecchio.
«Sei incredibilmente
sexy quando suoni il pianoforte».
Blaine
intrecciò la propria mano con quella sulla sua
spalla, girandosi per salutare il proprio ragazzo…
…
solo per vedere suo fratello appoggiato allo stipite della
porta, un sorriso largo trentadue denti e un succo di frutta in mano.
«Coop»,
sbottò irritato. Per tutta risposta il ragazzo mise
in mostra la sua migliore faccia da schiaffi.
«Cosa.
Il salotto è uno spazio pubblico, posso stare qui
quanto voglio, vero?».
«Certamente».
La voce di Kurt era flautata, in netto contrasto con le occhiate di
fuoco che
stava lanciando nella sua direzione. «Purtroppo se resti qui
è molto
probabile che i dolci con cui ho
riempito il Tupperware dentro la mia borsa non arrivino mai al tuo
stomaco».
Lo sguardo di
Cooper si fece sospettoso. «E per dolci
intendi…?».
«Muffin
alla banana», precisò Kurt con un sorriso
angelico.
Gli occhi di Coop si spalancarono mentre un sorso di succo di frutta
gli andava
di traverso.
«Io…».
Si diresse verso le scale mentre sputacchiava e
tossiva. «Io devo fare una telefonata. Privata. Di tre quarti
d’ora. Già.
Cercate di non sentire la mia mancanza,
piccioncini…».
La risatina di
Kurt venne prontamente soffocata dalle labbra
di Blaine, finalmente libero di salutarlo appropriatamente. Il ragazzo
rispose
dolcemente al bacio, affondando la mano in una manciata di riccioli
appena
lavati e profumati di shampoo.
Si separarono
dopo qualche secondo, prendendo fiato.
«…
dicevamo?».
«Ti va
di farmi sentire cosa stavi suonando?».
«Speravo
in questa richiesta…».
Blaine si
girò e batté una mano sullo sgabello
rettangolare,
facendo spazio a Kurt perché sedesse. Quando il ragazzo si
accoccolò di fianco
a lui intrecciò una gamba con la sua e gli lanciò
uno sguardo che fece saltare
un battito al cuore di Kurt – oltre che a fargli ringraziare
mentalmente Cooper
per avergli lasciato il soggiorno libero. Poi Blaine poggiò
le dita sulla
tastiera e iniziò a suonare.
Kurt riconobbe
la canzone fin dalle prime note e scosse la
testa con aria esasperata, mentre l’altro cantava a mezza
voce.
“Thank you for this
moment, I've gotta say how beautiful you are, of all the hopes and
dreams I
could have prayed for… Here you
are”.
Kurt si
limitò ad ascoltarlo mentre aspettava la battuta
giusta per accompagnare la melodia.
«Non
posso credere che tu stia suonando ancora questa»,
borbottò, ma l’altro ragazzo si
limitò a sorridere e lo ignorò.
“If I could have one
dance forever I would take you by the hand, tonight it's you and I
together I'm
so glad I'm your man”.
Kurt quasi
si dimenticò di dover iniziare a suonare la sua parte,
guadagnandosi una
spallata scherzosa da Blaine. Dopo qualche accordo unì la
propria voce a quella
dell’altro ragazzo.
“And if I lived a
thousand years you know I never could explain the way I lost my heart
to you
that day”.
Mentre le
loro voci si intrecciavano continuarono a scambiarsi sguardi e piccoli
sorrisi,
le mani che correvano sui tasti e suonavano le note giuste per pura
forza
d’abitudine.
“But
if
destiny decided I should look the other way then the world would never
know
the greatest story ever told and did I tell you that I love
you… tonight”.
Blaine tolse le
mani dalla tastiera, resistendo alla tentazione
di afferrare quelle di Kurt e portarsele al viso. Invece stette
semplicemente a
guardarlo, strofinandogli leggermente un piede contro la gamba.
«Ti ho
già detto qualcosa a proposito del tuo pianoforte,
vero…?», chiese debolmente Kurt mentre suonava le
sue ultime battute.
Per tutta
risposta Blaine lo afferrò per la vita, mordicchiandogli
scherzosamente il lobo dell’orecchio. Gli
accarezzò il collo con una mano,
spostando la camicia e scoprendo un lembo di pelle pallida, posandovi
un bacio.
La musica si fermò improvvisamente, sostituita da un sospiro
leggero. Blaine
sorrise e ripetè il gesto.
«Ho
sentito dire che sono piuttosto sexy mentre suono,
sì…».
Le parole quasi si persero, mormorate contro l’incavo del
collo di Kurt.
«Spaccone»,
sbuffò l’altro con voce appena roca.
Blaine si
tirò indietro improvvisamente. «Umh, forse hai
ragione…». Rimise le mani sulla tastiera,
riprendendo a suonare con
nonchalance.
«Torna
subito qui», protestò Kurt, cercando inutilmente
di
non sorridere mentre riconosceva la melodia.
«Non
credo proprio». Blaine piegò la testa verso di
lui,
lanciandogli un sorriso innocente e continuando beatamente a suonare Teenage Dream. Kurt sbuffò,
stizzito.
Non sarebbe mai riuscito a capire come facesse Blaine a sembrare
così scemo e
così irrimediabilmente dolce e desiderabile allo stesso
tempo. Come ogni volta
rinunciò ad ottenere una risposta e si limitò ad
afferrargli le mani e a
toglierle dalla tastiera, imprigionandole in mezzo ai loro corpi. Poi
si
puntellò sulle braccia, finché non
riuscì a mettersi a cavalcioni del ragazzo -
che per altro non sembrò affatto dispiaciuto da
quell’intrusione.
Si
chinò verso il viso di Blaine fino ad appoggiare le
proprie labbra contro le sue. Lui chiuse gli occhi e Kurt
osservò rapito le
lunghe ciglia che gli sfioravano appena le guance.
«Blaine.
Anderson», sottolineò ogni parola con un piccolo
morso sul labbro, ricevendo un mormorio di approvazione da parte di
Blaine.
«Noi non sprecheremo
altri dieci dei
nostri preziosi minuti suonando il piano…».
L’altro
riaprì gli occhi e sorrise, strofinando leggermente
il naso contro il suo, «Sono assolutamente
d’accordo…».
Poi
affondò una mano nei capelli del ragazzo, facendogli
abbassare gentilmente la testa e baciandolo con passione, mentre le
mani di
Kurt accarezzavano e stringevano i suoi riccioli. Le loro labbra si
intralciavano,
i nasi sbattevano e a volte uno dei due mordeva un po’ troppo
forte l’altro, ma
Blaine adorava quei baci: dopo quasi un anno erano ancora capaci di
fargli
andare il cuore a mille – tanto che il momento di tirarsi
indietro per riprendere
fiato arrivava sempre troppo presto. Fu costretto a staccarsi dopo una
manciata
di secondi, il respiro affannoso e il viso arrossato.
«Ti
amo», sussurrò strofinando il naso contro la
guancia di
Kurt. «Dio, ti amo da morire».
L’altro
non rispose e riprese a baciarlo con più trasporto,
cercando freneticamente l’orlo del suo maglione. Blaine lo
aiutò a sfilarlo e
improvvisamente le mani fresche di Kurt furono sulla sua pelle,
carezzandogli i
fianchi e affondando appena sotto l’orlo dei jeans. Kurt
posò un bacio sulla
sua spalla e soffocò un gemito di piacere quando tentando di
trovare una
posizione più comoda premette il bacino contro il suo, ma
Blaine si limitò ad
accarezzargli una guancia.
«Non
ancora», sussurrò, mentre slacciava con attenzione
i
bottoni della camicia di Kurt – sapeva che se ne avesse
staccato anche solo uno
sarebbe andato in bianco per una settimana. Quando aprì
finalmente l’ultimo
circondò dolcemente i fianchi del ragazzo e lo spinse contro
di sé, sentendolo
sospirare al contatto con la sua pelle nuda. Gli premette un ultimo
bacio sulla
bocca, per poi affondare il viso nell’incavo del suo collo,
lasciandosi cullare
dal profumo familiare di vaniglia. Kurt sorrise dolcemente e
continuò ad
accarezzargli le spalle e i fianchi, posandogli qualche bacio sui
riccioli
scompigliati.
Si permisero di
rimanere così qualche minuto: sapevano
entrambi che quei pochi momenti erano i migliori. Al sicuro nel piccolo
spazio
delle loro braccia e persi l’uno nel profumo
dell’altro; soddisfatti della loro
vicinanza eppure desiderosi di toccarsi di più,
più forte.
«Ti
amo anch’io», sussurrò Kurt
all’orecchio di Blaine, quando
questo ricominciò a baciargli una spalla, succhiando
leggermente la pelle
morbida. Blaine si limitò ad un mormorio soddisfatto,
spostandosi sempre più in
basso. Kurt ricominciò a spingere il bacino contro quello di
Blaine: ogni tocco
gli provocava un brivido di piacere che andava dritto al suo basso
ventre.
Peccato che
quando Blaine gli diede un leggero morso sulla
spalla le gambe iniziarono a tremargli – e non solo per
l’eccitazione, ma per
la posizione assurda in cui era incastrato. Cercò
disperatamente di ignorare
quel dettaglio – concentrandosi invece su come fare a
strusciarsi più a fondo
sui fianchi di Blaine, maledicendo i jeans skinny che gli impedivano i
movimenti – ma dopo qualche minuto la schiena
iniziò a fargli davvero male,
nonostante l’eccitazione che iniziava a farsi sentire.
«Blaine?»,
un suono umido e confuso gli rispose dal suo
petto. «L’ultima cosa che voglio è
interromperti, ma mi sto spezzando la
schiena… ti va se andiamo sul divano?».
Blaine si
allontanò e alzò lo sguardo un po’
annebbiato su
di lui. Il suo sorriso malizioso fece correre un brivido sulla schiena
dell’altro ragazzo.
«Ho
un’idea molto migliore…»,
improvvisamente afferrò Kurt
per i fianchi, sollevandolo apparentemente senza sforzo e facendolo
sedere
sulla tastiera del pianoforte.
Il dolore alla
schiena scomparve immediatamente, ma in
compenso lo strumento produsse una cacofonia di note che
rimbombò rumorosamente
per il soggiorno e fece ridere entrambi. Blaine spinse indietro lo
sgabello con
un piede, mentre Kurt lo attirava più vicino a sé.
«Altro
che Meg Ryan. Questo è molto Julia
Roberts…», gli
allacciò le gambe ai fianchi, scivolando in avanti e
producendo altre note
discordanti, che si fusero con i gemiti dei due ragazzi.
«Blaine», ansimò
Kurt mentre affondava le mani sotto i suoi jeans, sotto i boxer, e
spingeva il
bacino dell’altro ancora più vicino a lui,
iniziando a muoversi più
velocemente. L’altro gemette di rimando, appoggiando
rumorosamente le mani
sulla tastiera, sfilandogli completamente la camicia e iniziando ad
abbassargli
la zip dei jeans-
-quando un
orrendo rumore di legno spezzato li fece
sobbalzare e il piano si inclinò pericolosamente verso
destra.
Kurt perse
l’equilibrio e scivolò addosso a Blaine, che
cercò di prenderlo al volo ma nel tentativo
inciampò contro lo sgabello e cadde
lungo disteso sul tappeto del soggiorno. Con Kurt incastrato sopra di
lui.
«Che
diavolo… che diavolo è successo?»,
stava boccheggiando
il ragazzo, una mano premuta sul cuore che correva per lo spavento e
l’eccitazione di poco prima.
Entrambi
guardarono verso il pianoforte e aprirono la bocca,
inorriditi. Una delle gambe si era piegata e aveva fatto inclinare
leggermente
la tastiera – anche se non sembravano esserci danni troppo
gravi.
«Oh
no. Oh no».
Blaine gattonò fino allo strumento per esaminare il danno
più da vicino. «I
miei mi uccideranno. Questo pianoforte era della mia
bisnonna-»
«Questo
spiegherebbe i tarli…», borbottò Kurt.
«-se
scoprono che l’ho rotto la mia vita è
finita!».
«Blaine».
Kurt si avvicinò e lo zittì con un bacio. Poi
esaminò meglio la gamba del piano, toccandola con
circospezione e stando
attento a non pungersi con una scheggia. «I tuoi
genitori… quanto spesso
suonano questo pianoforte?».
«Mai».
gemette Blaine, passandosi una mano fra i capelli.
«Aspetta…
dici che glielo potremmo nascondere?».
«Credo
di sì. Vedi?», circondò con una mano la
gamba del
piano. «Non è nemmeno rotta. È solo
incrinata. C’è bisogno di una riparazione
semplice, ma con l’aiuto di Cooper potremmo
farcela…».
«Cooper».
Blaine aveva assunto un’aria sospettosa.
«Tu… dici
che ha sentito qualcosa?».
Entrambi
alzarono lo sguardo verso le scale, che sembravano
deserte. Abbassarono gli occhi e si scambiarono uno sguardo
d’intesa.
«Non
una parola sulla caduta».
«Non
una parola».
«E
ora», sorrise Blaine stringendo il fianco di Kurt,
«prima
di sistemare questo disastro mi piacerebbe finire un certo
discorso…».
Senza farsi
pregare il ragazzo intrecciò una mano fra i
riccioli neri e lo attirò in un altro bacio a cui Blaine fu
più che contento si
rispondere. Barcollarono verso il divano, mentre Cooper correva
silenziosamente
verso la sua stanza, assicurandosi di aver chiuso bene la porta prima
di
scoppiare a ridere come un pazzo.
A/N:
Eeeed ecco il
mio primo contributo alla Klaine Week, con il
prompt Cooper+Klaine!
Vorrei davvero
scrivere una one-shot per ognuno dei sette
magnifici prompt, ma so già che non ci riuscirò a
causa dell'università, delle
lezioni di guida e impegni vari... ma cercherò di fare il
possibile per questa
fantastica iniziativa!!
Diciamocelo...
ci serve più Klaine che mai in questo periodo
:(
La one-shot
è basata su un post di questo bellissimo blog:
ask the
anderson brothers, creato prima della comparsa ufficiale di
Cooper
Anderson nel telefilm, dove due blogger interpretano Cooper e Blaine e
rispondono
alle domande dei fan :)
Non credo sia
più in funzione ora... Ma potete sempre
leggervi le domande precedenti, vi faranno morire dalle risate!
In particolare, questo
è il post che menziona il "piano
incident".
Io ho solo
immaginato come potessero essere andate le cose
;)
Funny Fact:
Questa
è una delle prime one shot su Glee che ho scritto, e
all'epoca avevo anche pensato: "Come sarebbe bello se Blaine cantasse a
Kurt
Teenage Dream accompagnato solo dal pianoforte... Beh, ce lo metto dai,
tanto
su Glee non succederà mai, figuriamoci".
AH. AH. AH.
Facciamoci una
bella risata ç____ç
Baci
a tutti e...
HAVE
FAITH IN KLAINE!!
MM
PS:
Mi scuso in anticipo con tutti i pianisti per le immani
cazzate che potrei aver sparato sui pianoforti rotti. Non me ne
intendo!!
Sorry!