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Autore: Free air    08/10/2012    7 recensioni
Raccolta per la Klaine October Week che cercherò di aggiornare ogni giorno.
1 giorno: "Se c’era una qualità che Cooper Anderson possedeva in abbondanza, era la bellezza. Kurt aveva da sempre avuto un debole per lui (nonostante fosse più che soddisfatto del fratello) e questo gli aveva sempre provocato, nelle varie occasioni in cui aveva incontrato Cooper durante l’anno trascorso, un certo imbarazzo."
2 giorno: "Per questo ora siede alla sua scrivania, stringendo la penna talmente tanto da farsi venire le nocche bianche.
Blaine non sa come reagire di fronte al sentimento che lo sta divorando.
Per la prima volta nella sua vita, Blaine Anderson odia qualcuno."
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cooper&Klaine.

 

Quando Kurt entrò in ufficio quella mattina, era pronto alla solita routine: ormai Isabelle contava davvero sul suo aiuto ma, per quanto gliene fosse grato, in alcune occasioni avrebbe evitato volentieri di avere a che fare con i modelli capricciosi e le infinite lamentele dei suoi colleghi.

Quella mattina avevano in programma un photoshoot sulla moda invernale maschile, e, in particolare, sulla tendenza di colori pastello che si prospettava per la nuova stagione. Kurt era leggermente giù di morale: il lavoro era stressante, Rachel diventava ogni giorno più cupa a causa dei problemi con la sua insegnante di danza e la sua interessante vita amorosa, e, nonostante stesse vivendo il suo sogno, a volte Kurt rimpiangeva la sicurezza della sua camera a Lima, e di quella vita organizzata in cui sembrava impossibile sbagliare.

Oh, e poi ovviamente c’era anche il fatto che non aveva parlato con il suo fidanzato per due mesi, sei giorni e (controllò per sicurezza l’orologio) 13 ore. Da quando Blaine era andato via, in una mattina autunnale che Kurt era sicuro avrebbe ricordato per sempre, aveva evitato ogni sua chiamata, rifiutando di sentire spiegazioni o scuse. E aveva fatto ancora più male quando, sopo qualche settimana, Blaine aveva smesso di chiamare. Non avevano rotto, non ufficialmente; ma, anche durante la sua visita per il Ringraziamento, Kurt aveva fatto di tutto per evitare Blaine. Tutti, ormai, gli dicevano di dover chiarire; che non era giusto, per entrambi, restare in quel limbo di dolore dove non c’erano contorni definiti. Ma, per quanto si fosse sforzato con ogni fibra del suo essere, Kurt non era ancora pronto a perdonare Blaine. E riguardo al lasciarlo andare, bè, probabilmente non sarebbe mai stato pronto per quello.

*****

-Kurt! Finalmente sei arrivato! Ho un bisogno disperato di te!-

Isabelle gli corse incontro, drammatica come al solito, e afferrò con gratitudine il caffè che Kurt le porse.

-Che succede? Sembri sconvolta.-

-Il modello che doveva fare le foto non è più disponibile perché è caduto dalle scale.  Dalle scale, ci credi? Sembra una barzelletta. Comunque, hanno mandato un sostituto pieno di sé con il quale, in questo momento, non voglio avere nulla a che fare.-

Kurt era abituato ormai: Isabelle era incapace di trattare con i modelli. Per sua natura, la donna non sapeva essere ferma, né intimidire, e quindi si trovava spesso in situazioni spiacevoli, in proporzione all’ego del modello in questione.

-Va’ pure ad occuparti di altro, ci penso io.-

-Grazie, non so come farei senza di te!- rispose la donna, prima di chiudersi nel suo ufficio.

*****

La fonte dei problemi del suo capo si trovava al centro di una stanza colma di abiti, di schiena. Indossava al momento un cardigan grigio chiaro sopra pantaloni celesti, e Kurt si ritrovò, per un attimo, ad ammirare quanto aveva di fronte.

-Ehm… buongiorno, sono l’assistente della signorina Wright. Qual è il problema?-

L’uomo si girò, allora, e Kurt dovette aggrapparsi ad un tavolo vicino per lo stupore.

-..Kurt? Cosa ci fai qui?-

Se c’era una qualità che Cooper Anderson possedeva in abbondanza, era la bellezza. Kurt aveva da sempre avuto un debole per lui (nonostante fosse più che soddisfatto del fratello) e questo gli aveva sempre provocato, nelle varie occasioni in cui aveva incontrato Cooper durante l’anno trascorso, un certo imbarazzo.

-Io.. io, ehm, ci lavoro. Cosa ci fai tu qui? Sei… sei il modello?-

Domanda che, in effetti, era abbastanza stupida.

Cooper sembrò gonfiare il petto con orgoglio, e un sorriso che avrebbe illuminato una stanza buia gli percorse il viso.

-Si! Un’ottima opportunità, mentre aspetto che la mia carriera arrivi ad una svolta! Blaine ti ha detto del provino del mese prossimo, per la nuova serie Fox?-

In un secondo, l’atmosfera nella stanza mutò visibilmente. Cooper sembrò realizzare di aver detto la cosa sbagliata, perché si portò una mano alla bocca, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa. Kurt fissò il pavimento mentre si sentiva arrossire.

-ahem.. io… Scusa, per un attimo ho dimenticato…-

Le parole sottintese furono quelle più dolorose per Kurt, che, incredulo, sentì che gli occhi gli si stavano riempiendo di lacrime.

-Che… che ne dici se sbrighiamo in fretta il lavoro, e poi ti offro un caffè?-

******

C’era qualcosa di estremamente strano nell’essere seduto in un piccolo cafè di New York con di fronte un ragazzo talmente bello che sembrava essere uscito da un catalogo (cosa che, in effetti, non era lontana dalla verità).

Kurt non aveva mai parlato con Cooper faccia a faccia mentre erano soli, ma durante l’estate (durante la quale l’aspirante attore era tornato a casa perché, apparentemente, aveva “bisogno di riscoprire le sue origni”) in più occasioni aveva passato pomeriggi memorabili in compagnia dei fratelli Anderson (uno in particolare, in cui, nonostante lui e Blaine avessero certe “urgenze”, Cooper proprio non voleva lasciarli soli). Il silenzio tra loro era ora imbarazzante. Cooper continuava a specchiarsi nel suo cucchiaino, mentre Kurt, intimorito, fingeva di leggere il menù.

-Allora, come vanno le cose?-

Kurt si trattenne dallo sbuffare alla domanda assurda.

-Non molto bene- decise che sarebbe stato meglio essere sincero.

-Lo vedo. Non sei distrutto quanto lui, ma c’è qualcosa di diverso… Con la mia esperienza, sono molto abile nel riconoscere le emozioni.-

Il cuore di Kurt aveva rallentato alla prima frase.

-…Distrutto?-

Cooper annuì con aria grave.

-Si. Sono stato a casa per pochi giorni, prima di venire a New York, e Blaine non è più lo stesso. Si rifiuta di uscire, e c’era un ragazzo che veniva tutti i giorni…-

All’improvviso, Kurt si sentì sull’orlo di un precipizio.

-…un certo Sam, lo conosci, no?-

Kurt tirò un sospiro di sollievo.

-Ha cercato in ogni modo di aiutarlo, ma ormai si rifiuta anche di far parte del Glee club.-

Kurt non riusciva a crederci. Blaine stava davvero così male? In un attimo, alla rabbia che era stata parte di lui negli ultimi due mesi si aggiunse un’emozione, quasi altrettanto forte, che poteva descrivere solo con rimorso.

-Io… mi dispiace, non sono ancora riuscito a perdonarlo.-

Cooper bevve un sorso del suo caffè.

-Si, lo so. Però avresti potuto, almeno, rispondere alle sue chiamate.-

Il tono di voce del modello era passato, improvvisamente, ad essere accusatorio.

-Non ce l’ho fatta.-

-Crede che stiate ancora insieme! Non merita almeno una rottura?-

La rabbia prese il sopravvento.

-Noi stiamo ancora insieme! E no, per quanto quello che mi ha fatto sia stato orribile, non si merita una rottura! Io voglio sistemare le cose. So che anche io non sono stato esattamente il fidanzato modello da quando sono qui. Ma dimmi una cosa, Cooper. Tu, dov’eri?-

Cooper sgranò leggermente gli occhi, attonito. Kurt si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo: anche nei momenti più seri, Cooper non poteva evitare di essere il più teatrale possibile.

-Sai una cosa? Lasciamo perdere. In questo momento non farei che sfogare le mie frustrazioni su di te.-

Si alzò, afferrando la sua borsa.

-Kurt… promettimi una cosa, ti prego.-

Cooper lo stava guardando con occhi supplicanti. Occhi supplicanti fin troppo simili a quelli del suo fidanzato. Kurt poteva resistere solo fino ad un certo limite.

-So di non essere un buon fratello. Con Blaine.. ho sbagliato, spesso. Fino all’anno scorso, non mi rendevo neanche conto di quanto la cosa fosse invivibile per lui. Ma sono migliorato, davvero. Cerco di fare del mio meglio. E vedere mio fratello in quello stato.... non posso sopportarlo.-

Gli occhi del più grande si stavano riempiendo di lacrime.

-Per favore, anche solo per un minuto… chiamalo, rispondi ad un suo messaggio… digli quello che hai detto a me.-

Stringendo più forte la borsa al petto, Kurt si sforzò di trattenere le sue lacrime.

-Arrivederci, Cooper.-

********

Il telefono squillò per tre volte.

-Kurt? Kurt, è successo qualcosa? Stai bene?-

Kurt sorrise, tra le lacrime che ormai non poteva trattenere, nell’ascoltare la voce che aveva sognato per tre mesi.

-No. No, Blaine, va tutto bene.-

Una lunga pausa.

-Ti prego, non farlo. Non per telefono. Tornerai a casa tra poco, giusto? Fallo allora. Ti prego.-

Blaine aveva iniziato a piangere e Kurt ignorò le sue parole.

-In effetti, non sto bene.-

-…No?-

Kurt annuì, per poi rendersi conto che Blaine non poteva vederlo.

-No. Il fatto è che mi manchi.-

 

 

 

 

 

Fine.

  
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