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Autore: damndream    08/10/2012    3 recensioni
"Non credevo di poter mai arrivare fino a questo, l'ho fatta veramente grossa. Sto perdendo tutto piano piano e ho molta paura. Non riesco ad immaginarmi la mia vita senza fans, senza l'amore e la fiducia di mia mamma, ma soprattutto non riesco ad immaginare la mia vita senza lei." Dico al dottore mentre prende nota su un taccuino.
"Justin è tutto nelle tue mani. Sta a te affrontare la situazione per andare avanti."
"Lo so, devo uscire da questa stupida riabilitazione e riprendere in mano la mia vita." Mi scende una lacrima sul viso. L'asciugo velocemente senza farmi vedere dal medico. Da oggi comincia la mia nuova vita. Niente più lacrime, dolore, droga, alcool.. Niente più cazzate.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      Video trailer
                                                                     Justin
                                                              Evelynn
                                                                 Kayla

 

 


 No one’s POV.
“No Scooter, lui non può continuare così.” Disse Pattie mentre guardava il figlio sentirsi male sul palco.

Justin nell’ultimo periodo aveva un comportamento strano, menefreghista e passivo nei confronti di tutto e tutti, anche delle fan, cosa mai successa prima. La mamma aveva provato a parlagli ma lui non ne voleva sapere. –Sto bene, sono solo un po’ stanco.- era l’unica cosa che rispondeva quando gli si chiedeva qualcosa al riguardo. Ma tutti sapevano che non stava bene. Tutti tranne lui.

“Scott, sospendiamo il concerto. Non voglio che continui in questo stato”.
 
Justin’s POV. 
Mi stravaccai bene sul letto di camera mia prima di spegnere  la televisione dopo aver visto l’ennesimo stupido servizio riguardante ieri sera. Addirittura in un servizio hanno detto che mi drogo. Si va bene, adesso mi drogo pure. Sono solo un po’ stressato tutto qua. Solo un po’ di stress. Tutti pensano che stia male, ma io conosco bene i miei limiti. Avrei potuto tranquillamente continuare il concerto senza deludere tutte quelle fan. Mia mamma continua a dirmi che mi vede strano, ma sto benissimo così.

“Justin, come stai?” Parli del  diavolo..

“Bene dai.”

Si fermò a guardami un attimo. “Sei sicuro?” Disse avvicinandosi al letto.

“Anzi no. No che non sto bene, stanno cominciando a spalarmi merda addosso. Adesso mi drogo lo sapevi?”

Mi abbracciò per un attimo e senza nemmeno rendermene conto cominciai a singhiozzare, per smettere tre secondi dopo. “Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Vedi di riprenderti presto, e tutto andrà per il meglio.”

“Mamma riprendermi da cosa?” Sbottai sciogliendo l’abbraccio. “Si può sapere cosa cazzo avete tu e Scooter? Io sto benissimo.”

“Justin preparati e modera i toni. Scott sta arrivando. Dobbiamo parlare.” Si alzò e uscì dalla camera senza nemmeno voltarsi a guardarmi.
Ma non ce l’aveva una casa quello? Sempre da noi stava. Poi parlare di cosa?

Mi alzai per andare verso l’armadio, non avevo la minima voglia di vestirmi, sarei potuto rimanere in pigiama tutto il giorno, tanto non avevo intenzione di andare da nessuna parte, e anche volendo sarei potuto uscire in pigiama. Sono Justin Bieber e posso fare quel cazzo che mi pare. Uscii di camera per andare in salotto con tuta e vans, e Scooter era già li.

“Justin allora?” Mi disse dandomi una pacca sulla spalla.

“Apposto. Te? Di che dobbiamo parlare?” Risposi subito sulla difensiva, non avevo la benchè minima voglia di stare ad ascoltare le cose che avevano da dirmi.

“Amore..” Intervenne mia mamma. “Noi abbiamo pensato che hai bisogno di una pausa. Dai riflettori, dai fans, dai paparazzi.. Da tutto.”

“E perché dovrei allontanarmi da tutto?”

“Ti vediamo un po’.. un po’ stanco, ecco. Ultimamente sembri un po’ giù e senza voglia di fare niente. Quindi uno stacco da questa frenesia non può che giovarti.” Disse Scott.

“Esatto, sono solo stanco. Ma sto bene. Datemi il weekend libero, qualche bella ragazza e poi chiedetemi di nuovo se sono ancora giù di morale.” Scherzai cercando di battere cinque con Scott, che non ricambiò. Strano è sempre il primo a fare battutine  su queste cose per fare arrabbiare mia mamma.

“Justin!”

“Scusa mamma. Comunque no. No grazie, niente pausa. E adesso vorrei anche uscire. Se non avete nient’altro da dirmi.”
Scott mi fermò prendendomi dal braccio mentre stavo per andarmene. “La nostra non era una proposta. Noi abbiamo già deciso. Ti prenderai una vacanza. Andrai nel cottage in montagna dei tuoi nonni. Stasera partiamo.”  

Ma che hanno in testa? E i fans? E la stampa? “Scusami ma che faccio. Fermo tutto così dal nulla e sparisco dalle scene senza dire niente a nessuno? Scooter ti sei rincoglionito? Guarda che non fa bene ne al mio ne al tuo portafoglio una cagata del genere.”

“Justin! Il linguaggio!”

“Mamma non rompere il cazzo pure te. Vi rendete conto di cosa state dicendo? Io non vado da nessuna parte. ” Sciolsi la presa dalla mano del mio manager. Sentivo lo sguardo severo di mia mamma fisso su di me, ma non ci feci caso. Cercai di mantenere la calma, non avendo la minima voglia di litigare con loro. “Sai se Kayla è a casa?” Chiesi rivolgendomi a Scooter, che mi rispose con cenno affermativo.

“Da quando è che tu e Kay siete così amici?” Mi fermò ancora.

“Non sono affari tuoi e comunque lei è l’unica con cui mi riesco a sfogare. Grazie al cielo che me l’hai presentata, tua nipote è fantastica.” Mi svincolai di nuovo dalla presa e prima di essere fermato di nuovo, sgattaiolai fuori casa.

Entrai in macchina per dirigermi verso casa di Kayla, anche se avrei potuto benissimo andare a piedi. Kay era nipote di Scooter, e ormai era qualche mese che la conoscevo. Mi stava abbastanza simpatica se non altro era davvero l’unica con cui riuscivo a sfogarmi. In un modo o nell’altro, senza troppe parole, mi faceva sentire soddisfatto. Così in quattro e quattrotto mi ritrovai a casa sua.

Suonai il campanello e mi aprì lei. “Justin?  Che ci f--”

“Sei sola a casa?” Non le feci nemmeno finire la frase.

“Si.” Sorrise maliziosamente. Aveva già capito anche lei cosa volevo.

Senza pensarci mi attaccai subito alle sue labbra spingendola dentro casa e chiudendo la porta con un fianco.
Si staccò dal bacio. “Andiamo in camera.” Mi prese per mano e mi portò verso la sua stanza. Ormai avrei potuto fare quel pezzo di casa anche a occhi chiusi, nell’ultimo periodo ci ero stato parecchie volte. Sempre per lo stesso motivo. Sfogarmi, in quel senso, e Kayla non sembrava farsi troppi problemi al riguardo. Dentro camera sua non disse niente. Si riattaccò subito alle mie labbra e prima di rendermene conto eravamo già entrambi sul letto svestiti.

Se questo era l’unico modo per non pensare alle cagate di cui avevo parlato con mia mamma e Scooter poco prima, che ben venga allora.

Passai tutto il pomeriggio con lei, anche se oltre al fatto che sapeva baciare bene, non è che avessimo tanto in comune. Cercai di fare un po’ di conversazione, ma non riuscì proprio a reggerla. Non fece altro che parlare delle sue amiche, che erano invidiose del fatto che mi conoscesse e che loro mi amavano da morire. Ad un certo punto le dissi che se erano fighe poteva anche presentarmele, ma senza motivo mi fece una scenata di gelosia. Chi si credeva di essere? Non era mica la mia ragazza. E la prima volta che era successo quel che doveva succede le avevo messo subito le cose in chiaro. Noi eravamo amici, amici con qualche favorino in più.

--

“Justin dove sei stato tutto il pomeriggio?!” Non appena entrai sentì le urla di mia mamma.

“Ero in giro.” Salì in camera velocemente per cambiarmi e nell’armadio non c’era niente. Ma che cazzo? “Mamma! Dove minchia hai messo la mia roba?”

“Te l’ho detto. Da oggi ti prendi una pausa. Adam ha già portato tutta la tua roba al cottage. Muoviti, dobbiamo andare.” Prese le chiavi e fece subito per uscire. “Ti ho fatto dei panini, mangi in macchina.”

“Ma sono appena arrivato a casa! Io non vado da nessuna parte! Vi siete tutti rincoglioniti secondo me!” Le urlai contro.

“Non hai scelta, o al cottage o da nessuna parte.” Era seria, serissima.

“Mamma ti prego. Ti prego non farmi questo. Cosa devo fare? Rimango la da solo? Per quanto tempo poi?” Mi inginocchiai a lei, magari fare il bambino sarebbe servito a qualcosa.

Al contrario non mi calcolò, uscì di casa, salì e mise in moto la macchina. “Allora vieni o no?”

 “No che non vengo, porca troia!” Sospirai forte. Non volevo urlare così contro di lei, anche se l’unica cosa che mi veniva da fare era tirarle una scarpa in testa. Cosa significava tutto questo? “Io resto qua. Se vuoi vai te al cazzo di cottage, per la cazzo di pausa o cazzo di vacanza. Io resto qua.”

Scese dalla macchina, mi venne incontro  spingendomi  fuori  casa da un braccio e chiuse la porta. “Justin. Muoviti. Ho detto di entrare in macchina.”

“Ma cosa significa mamma! Tutti i miei amici? Ryan, Chaz? Kayla? Per favore..”

Mi guardò con aria severa e triste allo stesso tempo. “Lo sto facendo per te.”

Vidi  in lontanza un flash. Poi due, tre, quattro. Mancavano solo loro, i paparazzi. Adesso pure la mia vacanzina montagnola sarebbe diventata pubblica. Così senza dire niente, per non creare troppo scandalo davanti a loro, seguì mia mamma ed entrai in macchina.
 
--

Eravamo in viaggio da almeno due ore ormai e sentivo gli occhi ancora pizzicarmi, mi veniva da piangere, piangere di rabbia, frustrazione e tutto. In quel momento neanche Kayla sarebbe servita.
Io e mia mamma non avevamo parlato per tutto il tragitto, c’era un silenzio santuario e la cosa mi faceva incazzare ancora di più.

“Tutto questo non ha senso.” Ruppi il silenzio.

“Amore, stai tranquillo. Durerà poco, giusto il tempo per riprenderti e tutto tornerà alla normalità.”

Ecco, riprendermi da quello che solo lei e Scott sapevano. Ormai non avevo niente da aggiungere, oppormi sarebbe stato inutile anche perché eravamo quasi arrivati. Avevo riconosciuto la stradina. Infatti cinque minuti dopo eravamo fuori la villetta. Mamma andò dietro a parlare al telefono con qualcuno, probabilmente Scooter o i nonni. Mentre io rimasi per un attimo interdetto a guardare il giardino, la casa  e tutto da fuori, ormai stava calando il buio quindi non distinguevo tutti i particolari per bene. Però per un momento sentii lo stesso, un po’ di serenità dentro di me, un po’di –casa-. Guardai bene dentro una finestra e c’era una luce accesa. Probabilmente mamma era entrata dal retro, così bussai e con mia sorpresa mi aprì una ragazza sui 16 anni.

Mi salì subito un senso di rabbia, così senza motivo. Perfetto. Adesso chi era questa?








Ciao ragazze, siamo Belen e Francesca e questa è la nostra prima fan-fiction. Siate clementi e fateci sapere cosa pensate di questo primo capitolo. :-) 
  
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