Quando la luce del giorno inondò la stanza, Harry era già sveglio da un po’, incantato a guardare Draco dormire. Si rese conto chiaramente che la sua vita nell’ultimo anno era stata come quella di un fantasma, ma adesso era finalmente vivo e quale miglior modo per festeggiare la sua rinascita che amare Draco?

Così, lentamente, scivolò su di lui, iniziando a dargli piccoli morsi sul collo, sul petto, sui capezzoli, scendendo poi fino al suo ombelico. Il biondino sembrava ancora addormentato, ma il moretto sentì chiaramente la sua eccitazione premergli contro la gola. Alzò lo sguardo e fu come avere una visione. Draco era spettinato, accaldato ed eccitato, e si mordeva il labbro inferiore per trattenere i gemiti. Harry scese ancora più in basso, prendendo il membro del compagno in bocca, percorrendolo con la lingua, succhiandolo e mordicchiandolo delicatamente. Allungò un braccio sul petto, fino a sfiorare la bocca dell’amante con due dita, che vennero prontamente baciate e leccate, per poi riportarle in basso, all’apertura dell’altro, per cominciare a prepararlo, mentre continuava a dargli piacere con la bocca portandolo al limite.

Fu solo quando Draco si lasciò sfuggire un flebile: “Ha… Harry, ti… ti voglio… adesso!” che il moretto si spostò, accomodandosi tra le gambe del compagno e prendendo possesso del suo corpo, muovendosi dolcemente.

Il loro amplesso durò a lungo e fu devastante, il piacere che provarono li sconvolse ancora di più della sera precedente. In quel momento esistevano solo loro due al mondo e null’altro. Rimasero stretti in un caldo abbraccio, con le fronti appoggiate ed il respiro affannato. Le parole in quel momento sembravano futili. Ma c’era un cosa sola che sentivano il bisogno di dirsi e fu Harry a parlare per primo: “Draco…”

Draco lo guardò negli occhi, ancora perso nei respiri affannati.

“Ti amo.”

“Ti amo anch’io.”

 

Il bacio che seguì fu come un giuramento, niente e nessuno li avrebbe più separati.

 

Nei due giorni successivi, Harry si preparò a lasciare Parigi e tornare a casa.

C’era una domanda che si poneva dal momento in cui aveva parlato con Pansy *Cosa farò una volta rientrato? Tornerò ad essere Harry Potter? Come spiegheremo tutto al Mondo Magico?*

Non che gli importasse poi molto di quello che il Mondo Magico avrebbe pensato, ma sicuramente un suo ritorno gli sarebbe costato altra popolarità. Non sarebbe stato meglio restare James Black e vivere la vita tranquillamente?

 

Quando si ritrovò davanti la casa di Grimmauld Place, il suo cuore fu invaso da un turbinio di sensazioni ed emozioni. Sentiva la presenza di molte persone all’interno, ma l’agitazione non gli rendeva facile il compito di distinguerne le auree e identificarli, ma infondo cosa importava? Erano sicuramente tutti lì per dargli il bentornato.

Draco sembrò capire il suo stato d’animo, e avvicinandosi gli disse: “Sono le persone che ami, non devi aver paura. Andrà tutto bene, amore”

Gli occhi di Harry si illuminarono: “Dillo di nuovo!”

“Cosa?”

“Chiamami di nuovo amore”

“Tutto quello che vuoi, amore. Ma adesso entriamo.”

 

Dentro c’erano tutti. I suoi amici, l’intera famiglia Weasley, Remus, Minerva, persino Piton… sentiva i loro sguardi fissi su di sé, strinse con forza la mano di Draco e volse il suo sguardo su tutti gli occupanti del vecchio salone di casa Black. Doveva abituarsi al fatto che, fossero tutti cambiati, così come era cambiato lui; la prima volta che si era guardato allo specchio dopo essersi risvegliato, quasi non si era riconosciuto!

 

Ron lo guardava con un sorriso tremante mentre Hermione tratteneva a stento le lacrime, cosa che invece non stava facendo Ginny, abbracciata stretta a Dean. Luna e Neville si tenevano per mano ed avevano uno sguardo dolce, Seamus si teneva aggrappato a Blaise perché non riusciva a smettere di tremare, i gemelli avevano gli occhi che brillavano, Molly ed Arthur avevano invece lo sguardo tipico dei genitori che vedono un figlio appena tornato dalla guerra sano e salvo. Erano venuti persino Charlie e Bill. Remus era pallido, probabilmente per la luna piena appena trascorsa, pensò Harry, ma aveva il sorriso di un padre felice ed orgoglioso, Minerva lo guardava nel suo solito modo benevolo e affettuoso, in Piton poteva quasi vedere un senso di rispetto nei suoi confronti e la cosa lo stupì non poco. Nessuno riusciva a dire nulla o tanto meno muoversi.

 

Harry guardò Draco, strinse ancora un po’ la sua mano e poi la lasciò andare. Guardò Hermione e Ron e un attimo dopo erano tutti e tre stretti in un abbraccio fortissimo.

 

Poi, come se l’abbraccio tra i tre avesse reciso la barriera invisibile che li separava, Harry si ritrovò letteralmente travolto da tutti. Chi lo stringeva, chi gli diceva quanto gli era mancato, chi lo stritolava in un caldo abbraccio materno singhiozzando, chi gli dava una semplice pacca sulla spalla. Harry si sentì finalmente a casa, nell’unico posto in cui voleva essere.

 

“Adesso Harry, c’è da ‘sistemare’ il tuo ritorno nel Mondo Magico…” disse la McGranitt, accigliata, e tutti divennero improvvisamente seri.

“Veramente stavo pensando una cosa; io credo che preferirei rimanere nell’anonimato se fosse possibile”

“Cosa intendi dire con ‘anonimato’ Harry?” intervenne Hermione.

“Beh, semplicemente che se tornasse Harry Potter sarebbe di nuovo un fenomeno da baraccone, perennemente sotto i riflettori, tutti a chiedersi dov’è stato, cosa ha fatto, perché è stato creduto morto… invece potrebbe comparire qui James Black, un nipote alla lontana oppure un figlio illegittimo di Sirius. Io… vorrei poter vivere una vita normale, non credo di pretendere troppo.”

“Non credo ci saranno particolari problemi Harry.” Asserì la Preside.

“E con la cicatrice come farai?” ribatté Hermione. “Non puoi nasconderla per sempre.”

Il moretto sorrise, e spostandosi i capelli dalla fronte disse: “Quale cicatrice?”.

Gli amici spalancarono increduli gli occhi.

“Ma che fine ha fatto?” gemette Ron.

“Quando mi sono svegliato, Minerva e Remus mi hanno spiegato che era scomparsa il giorno della battaglia, evidentemente nel momento stesso in cui Voldemort è morto.”

“Harry, ma tu…” fece Hermione, esitante. “Ti… insomma,  cosa…”

“Cosa ricordo di quel giorno? In realtà molto poco. Ricordo di aver innalzato la barriera, che ci siamo scagliati contro parecchi incantesimi, poi solo di aver lanciato l’Avada Kedavra, e dopo più nulla. Ma adesso non ho voglia di parlare di questo, raccontatemi di voi… mi sono perso troppe cose.”

 

La serata trascorse tra i racconti, le risate e altri abbracci. Harry non lasciò mai la mano di Draco… era tornato a casa, circondato dal calore di una famiglia e degli amici. Tutto finalmente era come avrebbe sempre dovuto essere.

 

 

E così, finalmente siamo giunti al termine ragazzuole… oh beh, in effetti c’è ancora un epilogo conclusivo in cui verranno svelati altri piccoli particolari sulla vita dei nostri comuni amici, ma fondamentalmente la storia finisce qui.

Scusate il piccolo ritardo, ma prima di correggere questo capitolo mi son dedicata ad una shottina…

Tuta: Spero che la fine, più o meno se si considera che c’è sempre l’epilogo, sia stata di tuo gradimento!

Summers84: Si, sono dolcissimi insieme sti due!

Lasagne80: Son contenta che la lemon sia piaciuta delicata e non troppo particolareggiata, in effetti è in linea col resto della storia; qualche giorno da soli gli ci voleva proprio, vero? Grazie anche per aver commentato la shottina… sei stata l’unica e l’ho apprezzato molto!

Lake: Grazie, grazie… come sempre gentilissima!

Dark Poison: Pansy è una persona fragile e nel contempo forte e mi piace molto; Harry e Draco… beh, non c’è bisogno di dire quanto siano perfetti insieme!

Evil Angel: Già, un po’ di privacy dopo sei anni è d’obbligo!

Fann1kaoriyuki: Non so perché tu fossi convinta che il settimo fosse l’ultimo capitolo… comunque rieccomi qui!! Harry e Draco forever!!