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Autore: Alexys_Tenshi    09/10/2012    0 recensioni
" Buon compleanno. " urlò Killu mentre alzava le braccia e agitando le mani.
Il ragazzo la guardò per qualche secondo, poi si mise seduto sul letto. Aveva i capelli arruffati e gli occhi socchiusi. Si passò una mano sulla faccia, sbadigliando, e mormorò un “ Grazie ”.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Killu e Pako'
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Dedicata a Pakometallaro, che oggi compie gli anni.
Tu che mi sopporti, anche se in certi momenti sei un gran rompi scatole, ti voglio bene.
Tanti auguri migliore amico.

Alles Gute Zum Geburtstag, Sonne.

 

You're the best friend that I ever had
I've been with you such a long time
You're my sunshine
(Queen – You’re my best friend)

 

Percorreva il tragitto in punta di piedi, cercando di non fare rumore, sorreggendo il piccolo vassoio blu. Si avvicinò sempre più alla stanza, e con la mano destra aprì la porta lentamente, mostrandole il suo interno.

La camera era abbastanza grande, dalle pareti azzurre e piene di poster. Di fronte, la finestra era chiusa, e la persiana aperta quel poco che bastava per far entrare luce del sole. A destra della porta vi era la scrivania, occupata dal portatile e da mille oggetti, accanto era posto l’armadio a tre ante. Nel lato sinistro, occupava la maggior parte dell’area la libreria, colma di libri e fumetti. Il comodino si trovava a pochi metri, con sopra la sveglia, il cellulare ed una foto incorniciata. Nel letto matrimoniale si muoveva, ogni tanto, una figura nascosta dalle coperte.

La ragazza avanzò fino al letto e si sedette lentamente, posò il vassoio accanto a lei e si allungò per svegliare il coinquilino. Cercò tra le coperte la spalla e scrollandola fece girare il ragazzo che aprì prima un occhio, poi l’altro.

<< Buon Compleanno! >> urlò Killu mentre alzava le braccia e agitando le mani.

Il ragazzo la guardò per qualche secondo, poi si mise seduto sul letto. Aveva i capelli arruffati e gli occhi socchiusi. Si passò una mano sulla faccia, sbadigliando, e mormorò un “ Grazie ”. La giovane, allora, prese il vassoio e glielo mise avanti. << Ecco, ti ho portato la colazione a letto. >>

Nel vassoio vi erano un cornetto alla nutella, un rustico, una tazza di latte e un bicchiere pieno di succo d’arancia. Killu prese subito il rustico e cominciò a mangiare, Pako diede prima un morso al cornetto e poi sorseggiò il latte. Come inizio mattinata non era niente male. La scena poteva sembrare anche dolce da un certo punto di vista, ma non era questo l’importante. Un grande letto, una colazione, Pako appena sveglio e in pigiama, Killu con una felpa e la tuta. Sì, davvero un buon inizio.

<< Allora, stamattina andiamo in libreria. >> disse la ragazza prendendo il vassoio e alzandosi dal letto. Chiuse la porta della stanza e andò in cucina a posare le tazze ed il vassoio, poi corse a cambiarsi.

I due coinquilini si prepararono per scendere in città. Killu aveva deciso di indossare una camicia a quadri blu, grigia e bianca; jeans e le sue amate Tiger. Quando vide Pako uscire dalla porta dell’appartamento non poté non restare sorpresa. Anche lui indossava una camicia, bianca, i jeans e Converse.

<< E ti pareva che non mettevamo la camicia tutti e due. >> gli disse mentre chiudeva a chiave la porta e si sistemò meglio il suo solito ciuffo ribelle.

**

La porta automatica si aprì, ed i ragazzi entrarono velocemente, per poi bloccarsi e prendere un lungo respiro. L’odore dei libri, della carta, non c’era niente di meglio. Si precipitarono subito nel reparto Fantasy in cerca di qualche novità dei loro scrittori preferiti.

Killu girava per l’intera libreria, osservando ogni libro e soffermandosi su quelli che potevano essere interessanti. Stava davvero cominciando a prendere in considerazione di cambiare genere e –  perché no? –  provare a leggere anche qualche romanzo rosa. Pako, invece, aveva già tra le mani ben due libri e si dirigeva verso il bancone per pagarli.

Passò quasi un’ora da quando erano entrati, ed i ragazzi non si erano ancora stancati. D'altronde non era facile, per loro, uscire da una libreria. Poteva dirsi che era la loro seconda casa. Un luogo sacro.

**

Erano seduti al tavolino di un piccolo bar, Killu beveva il suo the e osservava Pako, immerso nella lettura del primo libro appena comprato. I suoi occhi scuri che seguivano ogni parola, le labbra che si muovevano cercando di catturare il testo. Ogni tanto, sempre senza smettere di leggere, prendeva la sua lattina di the e ne beveva un sorso. Aveva già rischiato di versarla sul libro ben tre volte.

All’improvviso il telefono della ragazza vibrò. Una chiamata in arrivo. Killu rispose senza perdere tempo a controllare il display, sapeva già chi c’era dall’altra parte.

<< Buongiorno! >> disse sorridendo e poggiando un piede sulla sedia di Pako.

Quest’ultimo alzò di poco lo sguardo dal libro per guardare l’amica, ma subito si tuffò, ancora una volta, nel suo prezioso libro. Era già a metà, quel divoratore di libri.

<< Ok, arrivo subito e pranziamo insieme. Un bacio. >> terminò la chiamata e si alzò dalla sedia. << Ei coinquilino, io devo scappare. Ho un impegno con Panda e pranzo con lui. Ma ci vediamo stasera, visto che mi avevi accennato che passavi il pomeriggio con i tuoi amici. >>

<< Va bene, allora io vado direttamente da loro. >> disse Pako alzandosi in piedi e chiudendo il libro.

La giovane si avvicinò a lui e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia sinistra, mentre Pako scombinava la sua “testa riccia”, com’era solito chiamarla.

<< Dai che stasera organizziamo qualcosa di bello. >> gli disse cominciando ad incamminarsi verso la sua macchina e salutandolo con la mano.

**

L’appuntamento di Killu era avanti al duomo della città. Panda l’aspettava seduto sui gradini della chiesa, naturalmente con una sigaretta tra le mani.

<< Dovresti smetterla. >> gli disse, a braccia conserte, quando si trovò avanti a lui.

Panda la posò nel pacchetto << Meno male che non era accesa. >> le disse prima di alzarsi per abbracciarla.

Panda era il ragazzo di Killu.

<< Allora… dove andiamo di bello? >> chiese la giovane stringendo la mano del ragazzo.

<< Avevo deciso di fare una passeggiata e andare a mangiare in un ristorante qui vicino. >>

<< Ok, ma dopo devo fare delle commissioni urgenti. Ti ricordo che oggi è il nove di Ottobre. >>

Panda la guardò per svariati secondi. << Ah, fagli gli auguri da parte mia. >> disse un po’ atono.

Ancora non era davvero contento che Killu abitasse nella stessa casa con Pako. D'altronde chi sarebbe contento nel pensare alla propria ragazza in casa con qualcun altro?

Passeggiarono lentamente per il corso, osservando tutte le vetrine in cerca di qualcosa di carino. Sì, perché Killu ancora non aveva comprato un regalo al suo migliore amico, poiché nell’ultima settimana era stata occupata a prepararsi per un test importante.

Arrivati al ristorante, dove avevano scelto un tavolo accanto alla finestra, i due scelsero il loro pranzo. Naturalmente Killu prese tutto a base di pesce: antipasto composto da salmone affumicato e gamberi, ravioli con gamberetti e zucchine e filetto di cernia. Panda invece prese un antipasto composto da salumi e formaggio, un primo con funghi e misto di carne. Come dolce scelsero un pezzo di torta al cioccolato.

<< Cavolo, è tutto squisito! >> disse la ragazza lasciandosi cadere sulla sedia.

<< Hai ragione. >> rispose lui osservandola con un sorriso sulle labbra. Lei era assorta nei suoi pensieri, come la maggior parte del tempo, e osservava la strada oltre la finestra.

C’era qualcosa che aveva particolarmente catturato la sua attenzione. Non il grande portone dove una coppia stava litigando, neanche la donna col suo bambino, intento a giocare con il suo pupazzo. Quasi all’angolo della strada, si notava un piccolo negozio, dall’insegna sbiadita.

Killu si alzò di scatto e corse fuori dal ristorante. << Torno subito! >> urlò al suo ragazzo mentre sfrecciava verso la porta. Panda restò sorpreso e seguì quella pazza scatenata uscire, attraversare la strada – facendosi quasi investire da due macchine – ed entrare nel negozio.

**

Intanto Pako passò la giornata a casa del suo migliore amico. Giocarono a playstation, fecero due tiri a canestro – dove il ragazzo era stato bravissimo – e, quando erano arrivati anche gli altri ragazzi, gli diedero il loro regalo, dopodiché presero delle lattine di birra e le bevvero, accompagnati da ogni sorta di cibo spazzatura che avevano in casa.

<< Ei Pako, il telefono sta squillando! >> gli dissero mentre, proprio in quel momento, uscì dal bagno.

Prese il telefono e visualizzò il messaggio. “ Sto tornando al nostro bell’appartamento. Non fare troppo tardi, oppure quando arrivi, ti prendi una testata delle mie! Killu ”

Quando finì di leggere, salutò tutti e tornò a casa.

**

La porta si aprì con uno scatto, e Pako entrò in fretta e furia… e quello che trovò nel salotto dell’appartamento non fu molto piacevole.

A terra, Killu – naturalmente in tuta – cercava di far partire il lettore DVD, con scarsi risultati.

<< Sono tornato >> Pako fece qualche passo nella sua direzione e prese il DVD da terra.

<< Ciao >>.

<< Che accoglienza >>. Disse guardando l’oggetto nella sua mano. Sul dischetto non era scritto il titolo, com’era solito fare in quella casa, quindi non aveva la minima idea di che razza di film fosse.

<< Oh, Pako sei tornato. Che bello averti di nuovo a casa. >> rispose girandosi verso il ragazzo con finta aria entusiasta. << Non vedi che sono occupata? >> indicò il lettore.

<< Almeno sai dove va inserito? >> chiese porgendole il cd. Cercò di non ridere troppo, alla vista della sua amica con il lettore in una mano e il cavo nell’altra, provando tutti i collegamenti possibili.

Killu mormorò tra sé e prese il dischetto con non poca grazia, inserendolo  nel lettore. << Almeno questo so farlo >> rispose mentre vide il suo amico entrare nella sua stanza, probabilmente per cambiarsi.
 

Quando Pako collegò il lettore alla tv, si sedette sul divano, con la ciotola di patatine accanto. Killu spense le luci e subito corse sul divano, rubando la ciotola dalle mani del coinquilino. Presero anche la bottiglia grande di the, quella riservata alle occasioni speciali, e Pako premette “Play”.

Così il film cominciò… V per Vendetta

<< Io ti adoro! >> urlò Pako lanciandosi contro Killu per stritolarla. Era il loro film preferito.

**

<< Non bisogna sottovalutare le parole, mai! Esse possono scaturire gli abbracci più sinceri che ci siano. >>

<< E questa da dove l’hai presa? >> chiese la ragazza mentre si spostò per far alzare Pako.

<< È una frase detta da me, a una persona riccioluta. Non ricordi più? >>

Lei frugò fra i suoi ricordi. Miliardi d’immagini, suoni, scritte… appartenevano a loro. Giornate intere passate al computer, con la webcam accesa. Ecco, a quei tempi, l’unico modo per vedersi era quello. Poche volte potevano incontrarsi dal vivo, ma nonostante tutto erano sempre uniti. Sì, naturalmente avevano avuto anche tante discussioni, ma si era sempre risolto tutto per il meglio.

<< Qualche giorno prima di litigare. Quella volta. >> rispose finalmente lei, alzandosi dal divano.

<< Allora ti ricor… >> gli sembrò che il fiato fosse sparito. Era sempre così quando riceveva quel tipo di abbracci. Quelli che assomigliano più a dei veri e propri placcaggi da giocatori di rugby, che sembrano spezzarti le ossa. Eppure in quegli abbracci così violenti, si vuole mostrare un immenso affetto.

Restarono abbracciati per circa due minuti, come se il tempo si fosse fermato. Poi, d’improvviso, Killu mise le mani sugli occhi di Pako, e cercò di portarlo in cucina. Quando tolse le mani, gli chiese di tenere gli occhi ancora chiusi. Sentì la ragazza muoversi per la stanza e, come sempre, combinare un grande trambusto.

<< Ora puoi aprire gli occhi! >>

La prima cosa che vide fu Killu con un sorriso smagliante, la seconda fu una gigantesca torta di profiteroles. Senza aspettare un secondo, la giovane mise un pacchetto sul tavolo e cominciò a tagliare il dolce. Pako prese il piccolo contenitore e lo aprì. Un bracciale borchiato. Quel bracciale borchiato. Era stato il suo primo regalo di compleanno da parte della sua migliore amica. Il bracciale dove dentro avevano scritto con un pennarello bianco i loro soprannomi.

<< L’ho trovato tempo fa tra le tue cose, così ho deciso di tenerlo io. Molto probabilmente sarebbe andato perso. >>

Lo mise subito al polso e prese il piatto di carta che Killu gli aveva porso. << Grazie. >>

<< Prima di mangiare, quasi mi dimenticavo, vieni ancora con me a prendere una cosa. >>

Non capiva il motivo dell’avvicinarsi allo sgabuzzino. Eppure la ragazza intendeva entrare proprio lì.

<< Non farti strane idee Lemure impazzito. >> apostrofò lei mentre apriva la porta e accese la luce.

<< Oh porca… >> restò fermò avanti alla porta per dieci secondi. Non poteva essere vero.

Quello che stava scodinzolando, con il pelo marrone e a tratti nero, era proprio un cane. In casa loro c’era un piccolo cane dagli occhioni scuri e la lingua di fuori. Un cane che si agitava verso Killu e che osservava Pako con curiosità.

<< L’ho chiamato Ganji >> disse lei mentre cercava di farlo stare fermo.

<< Ganji… >> sussurrò il ragazzo, mentre i suoi pensieri tornavano a quel pomeriggio di anni fa, quando buttarono un nome a caso per un ipotetico cane.

Pako si abbassò e cominciò a carezzare il cane. << Grazie per il regalo Furetto >> disse rivolto alla sua migliore amica.

**

Questa lunga giornata terminò con due ragazzi addormentati su un divano blu, e un cagnolino acciambellato sul pavimento.

Un anno in più per Pako, che restava sempre quello di tanti anni fa, e un giorno speciale anche per Killu, che ringraziava sempre qualcosa o qualcuno di indefinito per averli fatti conoscere. 

   
 
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