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Autore: Equilibrista    09/10/2012    2 recensioni
[titolo vecchio della storia "tra sogno e realtà"]
Emma è un adolescente di 17 anni che ha sempre vissuto una vita tranquilla fatta di sogni e realtà.
A scoinvolgerle la vita, sono due ragazzi: il rispettivo ragazzo della sua prima cotta, che dopo un anno vissuta per lui in anonimato, incomincia a notarla ed il nuovo ragazzo di 4A scientifico, provolone Don Giovanni bello e affascinante che non passa di certo inosservato...un fulmine a ciel sereno per Emma!
La storia si snoderà tra decisioni ed indecisioni, pianti, risate e momenti di passione...Chi sceglierà tra i due Emma? Chi riuscirà a rubargli il suo cuore?
Dal capitolo 7
"-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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 8.I wanna kiss I wanna kiss....you...or...you?

 


Sentii la suoneria del cellulare e mentre guardavo chi era sul display, apparve un numero a me sconosciuto.
-Pronto?-risposi incerta sul da farsi.
-Ciao Emma!- Andrea!
-Ehm, ciao Andrea...scusa se non sono li ma...ero a fare una commissione...-gli dissi mentendo spudoratamente.
-Ok, tranquilla, ma dove sei? Ti raggiungo!-mi disse.
-Al parco. Ti aspetto qua.-gli dissi rosicchiandomi un'unghia.
-Ok, arrivo.-mi disse chiudendo la chiamata.
 
Dopo qualche minuto, lo vidi a  distanza di qualche metro da me. Mi sbracciai cercando di attirare la sua attenzione. Il metodo funzionò perchè mi stava venendo incontro.
-Ehi!-mi disse appena i nostri sguardi si incrociarono.-Ciao...-risposi sorridendo.
-Allora che vuoi fare?-mi chiese.
-Non saprei...andiamo a fare un giro.-gli chiesi sorridendo.
-Va bene.-mi disse. E così ci avviammo per le vie del paese. Parlammo di tante cose. Scoprii che giocava nella squadra di calcio della città, che era un secchione in matematica e che odiava vedere i tacchi alle ragazze (bene... con questo guadagnava gia 10 punti....odiavo i tacchi!). Ah, cosa molto importante, era simpatico e mi piaceva la sua compagnia. Paragonandola a quella di Francesco, non so, mi dava quasi fastidio... mi irritava, ecco. Invece Andrea, mi faceva sentire a mio agio.
Finimmo per parlare della mia difficoltà nella matematica. Per poi venirne fuori con una soluzione:-Ma se vuoi ti aiuto io!-mi disse.
Come non accettare!-Si, va bene!-risposi immediatamente, felice come una pasqua.
-Quando?-chiesi.
-Se vuoi pure adesso...-rispose.
Piuttosto di passare ancora del tempo con lui, avrei passato la giornata intera a studiare matematica.
-Si!-risposi, forse un po' troppo in fretta e mostrando un po' troppo entusiasmo.
Ci dirigemmo verso la mia amata casa, per altro deserta, e lo condussi verso camera mia.
-Eccoci qua...ti puoi accomodare li.- gli dissi indicandogli la sedia.
Seguì le mie indicazioni e si posizionò sulla sedia verde girevole accanto alla mia rosa. Quella verde era sempre appartenuta a mio fratello, mentre quella rosa, bè, a me!
Deposi il pesante volume di matematica sulla scrivania e indicai gli argomenti di cui non capivo un emerito cavolo.
-Ok, cominciamo.- mi disse, prendendo in mano una penna incominciando a scrivere cose che per me erano arabo!
Mi persi a fissare la sua bocca, desiderando ancora di assaggiarla.
Mi persi a fissare i suoi occhi, desiderando che s'incatenassero ai miei.
Mi persi a guardare le sue mani, desiderando ancora sui miei fianchi.
E poi mi persi...merda, mi persi la spiegazione!
-Capito?-mi chiese. Ed ancora una volta i suoi occhi incrociarono i miei.
-Ehm...si vagamente...-molto vagamente, mi dissi aggiungendo fra me e me...
-Devi solo esercitarti, tutto qua...poi vedrai che diventerà facile...-mi disse sorridendomi. Si, facile, contaci!
Annuii sorridendo alzando la testa dal libro. Anche lui fece la stessa cosa e poi rimanemmo li, come due rincoglioniti a fissarci senza dire niente. Poi lui si avvicinò, tanto , troppo, a me.
Il desiderio di sentire ancora le sue labbra sulle mie era prepotente in me, e quindi, come da specchio, mi avvicinai anche io. I nostri nasi si sfiorarono e poi le nostre bocche incominciarono ad accarezzarsi, così come le nostre lingue, dolcemente e lentamente.
Non resistetti più e infilai le mie mani tra i suoi capelli castani, morbidi, talvolta un po' spinosi a causa del gel.
Lui posò le sue mani sui miei fianchi e iniziò così un momento che mai avrei voluto interrompere, mai!
Ci staccammo per prendere fiato e ci guardammo per un lungo istante.
-Scusami.-mi disse Andrea.
-Non scusarti...-gli dissi.
Si  alzò dalla sedia e mi disse:-Devo andare, ho gli allenamenti...-
-Andrea.-dissi alzandomi dalla sedia mentre prendevo un suo braccio per fermarlo, raccogliendo un po' di coraggio.
Si girò e per un attimo rimasi destabilizzata dai suoi occhi. -Ascolta, non...cioè...non sentirti in colpa per quello che è successo prima...voglio dire, in un certo senso...lo volevo anche io.-dovevo essere diventata bordeaux, mi morsi un labbro e quando vidi che sul suo viso si dipinse un sorriso mi sollevai.
-Sai, cosa? Emma, tu mi piaci, mi piaci quando ridi, quando diventi rossa, quando ti arrabbi, quando fai finta di aver capito, ma in realtà non hai capito niente, perchè non credere che io abbia pensato che tu abbia veramente capito qualcosa dalla mia spiegazione...- mi disse sorridendo.
Cazzo, mi aveva scoperto. Ma come aveva fatto, facevo così schivo a mentire? Ma che cavolo andavo a pensare? Mi aveva detto che io gli piacevo! Capito? Gli piacevo!
Automaticamente, dopo quel pensiero, mi aprii in un sorrisone.
-Anche tu Andrea, cioè....in questi giorno ho imparato ad apprezzarti...ecco...-dissi sorridendo, diventando un pomodoro.
Andrea rise, prendendomi il viso tra le mani incollando ancora le labbra alle mie.
Poi si staccò, guardandomi di nuovo, abbracciandomi. Allacciai le mie braccia alla sua vita e posando il mio viso sul suo petto.
-Emmma!!!-Marco!
-Ma no cazzo!-dissi staccandomi da lui alzando lievemente la voce, tanto quanto bastava per far accorgersi della mia presenza Marco.
-Emma...sei su?-urlò Marco.
-Si, un attimo!-dissi.
-Andrea, scolta, il guasta feste è mio fratello, se mi vede con te, mi sfotterà a vita, oppure attaccherà con le sue solite prediche, quindi, scusami, ma ti chiedo di nasconderti...-gli dissi tentennando, torturandomi il labbro inferiore.
-Ok, tranquilla, ti capisco...dove mi metto?-mi chiese guardandosi in giro.
-Li-dissi indicando l'armadio.-
-Ok.-e poi entrò, prima di farmi un occhiolino!
 
-Ah, eccoti!-mi disse Marco entrando nella stanza -Ma perchè sei rossa?-mi chiese.
-E che ne so...-risposi gesticolando.
-Si, si, lo so io perchè sei rossa...stavi pensando al Presti...-mi disse ridendo.
Drizzai le antenne dopo quella frase. Volevo sparire, polverizzarmi, teletrasportarmi in un altro luogo della terra, ma anche dello spazio...
-Ci ho azzeccato vero? Dimmi Emmuccia, stavi pensando a lui mentre facevate...eh...ci siamo capiti...-mi disse gesticolando mentre mi faceva l'occhiolino.
-cretino, scemo, deficiente, esci dalla mia stanza, subito immediatamente!-gli dissi dirigendolo verso la porta a calci in culo.
-Me ne vado, me ne vado...ah, ora io esco, sai, la ragazza aspetta...-mi disse strizzandomi l'occhio.
Chiusi la porta e scivolai in terra con una mano in fronte mentre scuotevo la testa.
Poi da dietro la porta dell'armadio sbucò Andrea.
-Cos'è che stavi pensando?-mi disse con sguardo curioso.
Mi alzai puntandogli il dito contro-Tu, sta zitto e non credere ad una parola di quel rincoglionito!-dissi.
Sorrise dal mio comportamento.
-E dai...non c'è nulla di cui vergognarsi...-mi disse ridendo.
Si divertiva lo stronzo... lo guardai in cagnesco.
-Ok, la smetto.-mi disse ancora con il sorriso sulle labbra.
-Io quello proprio non capisco cosa ha nel cervello...- dissi ribollendo di rabbia.
-Va, be, ma stai tranquilla...ascolta, io ora devo andare perchè ho allenamento...ci vediamo a scuola domani...-mi disse mentre si incamminava per le scale.
-Si certo.-risposi accompagnandolo alla porta.
-Va bene, allora grazie di tutto...-mi disse sorridendomi.
-Grazie a te-risposi di rimando.
Poi mi si avvicinò e mi baciò sfiorandomi le labbra, aprì la porta e se ne andò.
Mi lasciai cadere sul divano immaginando chissà quali fantasie. Mi piaceva Andrea, si... Francesco...
Lasciai la frase a metà perchè il telefono incominciò a suonare.
-Pronto?-risposi alzando al cornetta.
-Ciao Emma, come è andato il pomeriggio?-mi chiese con voce impaziente.
-Tu, non sai...-incominciai raccontandole a raffica tutti gli episodi, prima Francesco, poi la confessione di Andrea, poi il bacio, poi mio fratello...insomma tutto nei minimi dettagli.
-Cazzo! Che pomeriggio...allora tu e Andrea...-incominciò Sofia.
-Io e Andrea cosa? Non farti strane idee. Poi sai come va, anche io ci spero troppo, mi illudo e poi sto male, quindi io e Andrea niente, amici e basta.-dissi quella frase sperando un pochino che quella non era la conclusione corretta.
-Ok, come vuoi...però cavolo...ed ora con Francesco?-mi chiese.
-Niente, Sofi...-risposi sbuffando.
-Ok, riformuliamo la domanda, cosa provi per Francesco? Sai, non puoi stare con un piede in due scarpe...-mi disse.
-Cosa provo...oggi pomeriggio, provavo quasi irritazione, te lo giuro, poi quando ha provato a baciarmi, non lo so era come se provavo disprezzo in quel gesto. Ma poi penso che anche Andrea l'ha fatto, ma con lui bo, non provavo fastidio, anzi!-dissi.
-Mmmm...ok, è definitivo tu odi Francesco.-mi disse Sofia.
-No, che non lo odio...Sofia, non è questione di odio o di amore è che la sua compagnia oggi mi infastidiva. Forse perchè sapevo che dovevo incontrare Andrea e quindi ero soltanto nervosa...Francesco, non lo so...è così complicato...-dissi sbuffando.
-Ok, e per Andrea, che cosa provi?-mi chiese.
-Provo attrazione fisica e poi simpatia. Mi piace la sua compagnia.-le dissi sorridendo.
-Le conclusioni sono due: hai il piede in due scarpe, te l'ho detto prima e te lo dico anche adesso. Francesco forse, e dico forse, ti irrita, Andrea ti piace molto, conclusioni:le hai per una settimana in in prova e poi decidi-disse Sofia.
-Si, grazie psicologa. Comunque vedrò cosa fare, anche perchè una settimana di prova è troppo poca! intanto grazie di tutto...ci vediamo domani a scuola.-
-Va bene...e comunque sappi che i negozi concedono solo una settimana di prova non di più!- disse ridendo. Risi anche io di rimando chiudendo poi la chiamata mentre riflettevo sulle parole di Sofia...una settimana...
 
Mi svegliai ancora con il mal di testa di ieri sera...
Ero andata a letto tardi, dal momento che avevo passato due ore a filtrare con Andrea struggendomi e scervellandomi nel capire cosa significava per me Francesco....comportamento a dir poco scorretto....anzi non scorretto, di più! Come si fa a filtrare con un ragazzo e nello stesso tempo pensare ad un altro?ma soprattutto, come si fa ad uscire con un ragazzo, baciarlo e poi uscire lo stesso pomeriggio con un altro e baciare anche lui?
Ero una doppia giochista e questa storia non sarebbe andata a buon fine se avessi continuato con questa farsa.
Si sarebbe conclusa con il far soffrire tutti e tre. Ma cosa ero diventata? Io che avevo sempre odiato quelle doppie giochiste che uscivano con uno e poi lo tradivano con un altro! Be, va bene,qua non stiamo parlando di tradimento, anche perchè non sono fidanzata con nessuno dei due, però era comunque una brutta azione.
Decisi di alzarmi e di andarmi a fare una doccia.
Mi asciugai e vestii e poi partii con lo zaino in spalla per dirigermi verso la scuola.
Destino volle che incontrassi proprio Andrea.
-Ehi Emma!-mi chiamò urlando e correndomi incontro facendomi segno d'aspettarlo.
-Andrea...che coincidenza...-dissi sorridendo.
-Ciao!-mi disse una volta di fronte a me, con il fiato corto e un sorriso da infarto, per poi lasciarmi un lieve bacio sulle labbra che mi lasciò destabilizzata a dir poco.
-Ehm...c-ciao...-dissi ancora frastornata.
-C'è qualcosa che non va?-mi disse carezzandomi il braccio.
-No nulla, solo che non mi aspettavo questo saluto...-dissi probabilmente rendendomi ridicola e automaticamente diventato un peperone.
-Ah, scusami....e che ...io....pensavo ti avesse fatto piacere...visto le cose che ci siamo detti ieri sera e ieri pomeriggio....-mi disse abbassando lo sguardo.
-No....tranquillo non ti preoccupare e che....diciamo che non sono abituata, ecco...-dissi sorridendo mentre lo presi per mano incamminandomi verso scuola....
 
Solo quando vidi in lontananza Francesco, lascai di scatto la mano di Andrea, come se mi fossi scottata. Mi guardò perplesso mentre io cercavo invano di sorridere.
-Scusami...è che....mi vergogno un po'....-dissi abbassando lo sguardo...vigliacca!
-Non c'entra vero lui?-mi chiese indicando Francesco.
-Lui?Ehm....no, no....lui è solo...un amico....-dissi diventando rossa.
Mi guardò ancora per un secondo incerto, per poi mormorare un flebile "va bene".
Ci incamminammo verso la porta d'ingresso, salutandoci per poi raggiungere i nostri amici.
Caterina, ormai guarita dalla febbre, mi si precipitò addosso, continuando ad urlare di spiegarle tutto perchè Sofia le aveva raccontato di Andrea e di Francesco e insomma, di tutto!
-Ok, ok, Cate stai tranquilla!pian piano ti racconto tutto- dissi cercando di calmarla.
Sofia mi guardò scrollandosi le spalle e sorridendo, come se lei non ne sapesse niente...oh cara e ingenua Sofia, dalla bocca troppo grande.
Al suono della campanella ci sedemmo ai nostri banchi....lo so cosa mi sarebbe aspettato...5 ore di interrogatorio da parte di Caterina ogni qual volta si fosse presentata l'occasione per parlarmi.
-Allora?-incominciò Caterina con un sorrisone a 32 denti. Eccola, ora non mi molla più...salvatemi!
-Ok vengo al dunque. In un pomeriggio sono uscita con Francesco e Andrea, Francesco mi ha baciata, ma mi ha dato fastidio guadagnandomi il suo odio nei miei confronti perchè non ho ricambiato il bacio. Andrea mi ha baciata ma con lui ci sono stata, facendomi quasi beccare da mio fratello. Totale, un gran casino, Andrea mi piace tanto, e anche a lui piaccio, Francesco è un grande punto di domanda quindi non farmi domande a riguardo di cui non saprei la risposta. Fine.- dissi senza nemmeno farla parlare e respirare.
-Cazzo!- mi dissi con gli occhi spalancati e un O che si era disegnata sulla sua bocca.
-Buongiorno ragazzi, prendete il libro di filosofia e incominciamo.-la nostra discussione fu troncata sul nascere dall'arrivo del professore. Grazie professore!
 
-Eh no carina, non pensare di svignartela così!-Mi disse Caterina dietro di me mentre io mi fiondavo letteralmente alle macchinette, pur di non spiegarle per filo e per segno le mie "avventure".
-Uff...Cate ti ho gia detto tutto mi pare!-dissi scocciata.-Eh no...ora mi devi descrivere nei minimi particolari baci, abbracci ed eventuali (che poi tanto eventuali non saranno stati) limoni.-mi disse Caterina con un sorrisetto. La guardai ad occhi spalancati. Da quando Caterina era diventata così schietta?
-Mio dio Cate, la febbre ti ha fatto diventare un mostro? Sei posseduta? C'è qualcun altro in questo corpo? Ridatemi Caterina!!-quasi urlai scuotendola per le spalle.
-Ehi ehi, frena! Mi stai facendo venire il vomito! Sono io C-A-T-E-R-I-N-A!- mi disse scandendo ben bene ogni parola.
-Mmmm va bene mi fido...ma ora...oh guarda c'è la macchinetta libera!-dissi sviando il discorso e dirigendomi praticamente a corse alla macchinetta lasciando per la seconda volta Caterina a bocca asciutta:Emma-Caterina 2 a 0!
Presi le solite schiacciatine a 0,40 centesimi, ma, logicamente, non potevo ritornare in classe, li c'era Caterina o colei che si diceva Caterina, quindi optai per salire le scale ed andare al secondo piano...piano in cui soggiornavano i liceali scientifici. Bella scelta, complimenti!
Arrivata in cima alle scale, spalancai gli occhi:Francesco rideva beato con una del terzo anno, per altro bionda (non nutrivo una particolare simpatia per le bionde, nella mia vita avevano procurato solo casini!).
Li fissai per un numero indefinito di secondi, quanto bastasse perchè Francesco mi notasse. Appena mi vide, scorsi una luce di "malignità" nei suoi occhi e dopo due secondi le sue labbra era incollate a quelle della bionda, che non dubitò nemmeno un istante ad aggrapparsi al suo collo. Rimasi impalata a guardare la scena e rimasi ancora più schifata quando Francesco la baciava ad occhi aperti puntati su di me.
Ora si erano capovolti i ruoli:se prima era Andrea quello schifoso che si baciava la rossa ferrari, ora il porco era Francesco che si baciava la bionda platino. Se proprio dovevo fare una disuguaglianza, il più viscido era stato Francesco a baciare la bionda solo per ripicca; almeno Andrea l'aveva fatto "ingenuamente" verso i miei confronti!
Mi allontanai nauseata, buttando le schiacciatine nel cestino della spazzatura perchè mi veniva l'urto. Scendendo velocemente dalle scale mi scontrai con qualche ragazzo, di cui uno Andrea. -Emma!dove vai?- mi urlò contro. -Scusami ma non sto tanto bene- cercai di replicare.
Corsi in bagno a rinchiudermi nel primo bagno disponibile che trovai. Vomitai nervosismo, schifezza, e incredulità. E poi le lacrime vennero da se. Un po' per il vomito, un po' per la scena di poco fa....mi sentivo come...umiliata e usata.
Avevo bisogno di conforto. Non ci misi molto a digitare un "ti prego vediamoci di fuori" ad Andrea, ed a ricevere subito il suo "ok".
Uscii dalla scuola e mi andai a sedere sulle panchine poste nel cortile. Poco dopo vidi Andrea venire verso la mia direzione. Si sedette accanto a me. -Ehi, tutto bene?- mi chiese scrutandomi con quegli occhi così sinceri e dolci, quegli occhi che mai avrei definito suoi qualche giorno fa.
-Insomma...scusami se ti ho disturbato e che volevo parlarti, volevo una persona che mi confortasse ecco...- dissi abbassando gli occhi.
Lui, mi fece una carezza  sul volto e poi mi disse:-Son qua...che c'è Emma, chi è che ti fa stare così male?-mi disse dolcemente.
Presi a  parlare, forse più del dovuto, gli raccontai di Francesco, della mia cotta per lui, della sua ricomparsa e del pomeriggio strambo. Non fece una piega, non mi insultò quando scoprì che quel pomeriggio ero uscita anche con Francesco, non mi urlò contro quando gli dissi che avevo le idee confuse. Non disse niente. Si limitò solo ad annuire e ad aggiungere qualche "capisco" di tanto in tanto.
Quando finii il mio monologo ero in un mare di lacrime. Qualche secondo dopo e mi ritrovai stretta tra le sue braccia.
-Scusami se ho detto qualcosa di sbagliato....ma...avevo bisogno di sfogarmi con...te...non riuscivo a tenermi tutto dentro...-dissi fra un singhiozzo e l'altro.
-Non preoccuparti...qualcosa avevo già intuito.-mi disse con un sorriso sincero, per poi sfiorarmi le labbra in un salato e dolce bacio.
Tirai su col naso per poi mormorare un flebile grazie, prima che la campanella suonò e ritornai in classe sotto lo sguardo curioso e compassionevole delle mie amiche. Mi sedetti al mio posto e dissi loro:-Forse ho trovato una persona speciale...- per poi ritornare con gli occhi bassi sul mio quaderno e vedere una macchiolina più scura che bagnava una pagina. Forse tutte quelle lacrime, avevano trovato qualcuno che le asciugasse.

NOTE

Ciao ragazze e ben trovate! mi scuso immensamente per l'assenza ma è da quando non pubblico che non apro world...ozio?delusione?mancanza di fantasia? non so di preciso cosa, ma la cosa che so è che ora sono ritornata!
come vedete la storia ha cambiato nome, perchè quello di prima (tra sogno e realtà) non era il titolo adatto....ho cambiato il prologo e lo fatto (spero) più attraente di quello precedente...insomma la storia ha preso una piega diversa da quella che avevo pensato...
in questo capitolo abbiamo visto un Andrea dolcissimo, rispetto ai primi capitoli, mentre un Francesco stronzo che più stronzo non si può...i ruoli si sono capovolti....si ricapolgeranno? lo scoprirete solo leggendo!:)
baci Equilibrista....

   
 
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