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Autore: Miriam Lay    09/10/2012    2 recensioni
“Mamma vedo che sta male, a scuola gli ho chiesto ‘che succede?!’ e lui neanche mi ha risposto, mamma lo vedo sempre piangere, mamma è morto qualcuno? Mamma ti prego, dimmi tutto, voglio aiutarlo. Anche solo con il pensiero.”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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13 settembre 2004. “Bambini, vi presento il vostro nuovo compagno di classe, si chiama Giulio, da oggi lui giocherà con voi e diventerà vostro amico!”
“Maestra, ma lui è brutto e antipatico! Io non lo voglio come amico!” la voce di una bambina dal fare strafottente rese Giulio il bambino più impotente del mondo e la maestra capì che quella, sarebbe diventata soltanto una povera sciocca senza valori.

Dopo un anno Giulio finalmente riuscì ad integrarsi nella scuola in cui era capitato, per colpa di Chiara, la bambina che lo mortificò davanti a tutti, passò un anno micidiale, in cui le umiliazioni davanti agli altri bambini erano la cosa migliore che capitava nella sua giornata. La situazione familiare di Giulio con il tempo peggiorò e successe un fatto gravissimo che lo traumatizzò, che gli fece capire quanto era dura la vita, e anche quella, fu un’umiliazione. Chiara nel frattempo, quando seppe la notizia, andò da sua madre e le disse: “Mamma, spiegami tutto!”
Chiara e sua madre avevano davvero un rapporto splendido, la madre anche se sapeva che sua figlia era piccola, parlava con lei come se fosse un’adulta, di modo che potesse farsi già delle idee sul mondo che la circondava. Però quel giorno, Cristina si trovò in difficoltà, non sapeva se fosse il caso di far capire a sua figlia la situazione, lo avrebbe preso in giro? “Mamma vedo che sta male, a scuola gli ho chiesto ‘che succede?!’ e lui neanche mi ha risposto, mamma lo vedo sempre piangere, mamma è morto qualcuno? Mamma ti prego, dimmi tutto, voglio aiutarlo. Anche solo con il pensiero.”
Una madre, dopo aver sentito la maturità precoce tra le parole di sua figlia decide che è il momento giusto, decide di spiegarle tutto, ovviamente con termini semplici. Chiara rimase senza parole e quella sera decise di chiamare suo padre e gli disse: “Sii sincero con me, non voglio soffrire, i padri devono rispettare i loro figli e anche se fanno scelte controcorrente, devono dirlo, devono ammetterlo”
Con un semplice gesto riattaccò senza dare la possibilità a suo padre di risponderle. Chiara era amareggiata, Chiara odiava tutto il genere maschile, escluso Giulio ovviamente, che era diventato in quel momento come suo fratello, aveva detto con il pensiero e così fu.

Oggi, nel 2012 Giulio e Chiara sono amici, tra loro sono trascorsi vari litigi, varie giornate di divertimento, varie giornate di confidenze e dimostrazioni di crescita. Mai una volta lui ha detto “Io so, che tu, sai”, perché è scontato, perché è ovvio che Chiara sappia ogni minima cosa su quanto è successo a Giulio. L’anno scorso si sono ritrovati nello stesso liceo, si vedeva che erano due persone intelligenti, hanno preso una scelta comune, sicuramente con il pensiero, perché loro non si sono mai abbandonati, anche quando non si sono parlati per 3 anni.

Beh, che dire, tra il 2011 e il 2012 Giulio e Chiara si sono legati non solo con il pensiero ma con un’amicizia intensa, fatta di poche parole, basata sul motto: “se tu ci sarai, io ci sarò” ma non come si dicono quelle bambinette che non danno il giusto valore ai propri sentimenti.

Chiara non vuole ammetterlo a se stessa, non vuole tenerla dentro questa cosa, sa che lui lo capirebbe, in fondo loro sono legati dal pensiero. Chiara dopo tanti ragazzi inutili ha capito che questo è proprio quello giusto, non c’è gelosia ma c’è intesa, ecco, forse deve ancora capire se ha solo bisogno di abbracciarlo visto che non lo ha mai fatto da quando lo conosce oppure se ha proprio bisogno di un suo bacio. Una cosa è certa. Lei lo ama.
  
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