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Autore: Aika Morgan    09/10/2012    12 recensioni
Da qualche parte, durante una guerra.
Le sue dita erano talmente irrigidite dal freddo che quasi non riusciva a strappare la busta e a spiegare il foglio. Quando finalmente ci riuscì, attorno a lui cessò ogni altro rumore: niente bombe né colpi di fucile, solo il battito del suo cuore accelerato mentre fremeva dall'impazienza di leggere la lettera che aveva atteso per mesi.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettere da nessun dove.

 

Da qualche parte, in qualche tempo.

Durante la guerra.

 

Le sue dita erano talmente irrigidite dal freddo che quasi non riusciva a strappare la busta e a spiegare il foglio. Quando finalmente ci riuscì, attorno a lui cessò ogni altro rumore: niente bombe né colpi di fucile, solo il battito del suo cuore accelerato mentre fremeva dall'impazienza di leggere la lettera che aveva atteso per mesi.

Caro papà,

io sto bene, mi prendo cura della mamma proprio come mi hai raccomandato di fare prima di partire. Non piango mai anche se a volte mi manchi tanto. Ho anche imparato ad allacciarmi le scarpe da solo. Quando tornerai sarò così grande che nemmeno mi riconoscerai.

Ti voglio bene,

Jack.

Si strinse il foglio al petto e pianse, ripiegando poi quel prezioso cimelio e nascondendolo dove nessuno avrebbe mai potuto rubarglielo.

E poi tornò a combattere.

Fino alla fine.

***

Si ricordava perfettamente del giorno in cui Alfred aveva ricevuto la lettera. Lo aveva visto leggere febbrilmente quel foglio, baciarlo più di una volta e aveva sorriso quando lo aveva sentito raccontare a tutti i commilitoni di quanto adorabile fosse suo figlio che, nemmeno a quattro anni, era in grado di scrivergli una lettera per tranquillizzarlo circa le condizioni della sua famiglia.

Era accanto ad Alfred quando questi venne colpito dai proiettili dei nemici.

Lo vide cadere a terra e gli sorresse il capo mentre cominciava a sputare vita mista a sangue.

Alfred gli aveva afferrato la mano e, a parole smozzicate, gli aveva fatto capire che doveva rispondere a suo figlio per farlo stare tranquillo.

Era morto ancora prima che Danny potesse prometterglielo.

Danny aveva frugato sul suo corpo, alla ricerca di quella lettera, e l'aveva trovata nascosta dentro una tasca di fortuna della maglia che Alfred portava sotto la divisa.

Solo la notte, quando la battaglia era finita, i corpi dei morti ammassati in una fossa comune con solo una benedizione mormorata fra i denti come funerale, Danny aveva avuto qualche minuto di calma necessaria ad esaminare quel foglio spiegazzato.

E lì aveva pianto anche lui.

Le parole di Jack, quelle delle quali Alfred andava tanto fiero, non esistevano.

C'erano solo scarabocchi, su quel foglio, provenienti da chissà dove, senza un nome o un indirizzo al quale rispondere.

Gli tornò in mente solo in quel momento che Jack era ancora troppo piccolo per saper scrivere.

Eppure... eppure Alfred si era nutrito di quelle parole immaginarie, le aveva plasmate e aveva dato loro un significato concreto, fino a credere davvero nella loro esistenza.

Scarabocchi disuguali e disomogenei che in fondo non avevano fatto male a nessuno e che, anzi, erano riusciti a tenerlo in vita ancora per qualche giorno.

 



_________

Non so esattamente da dove sia spuntata questa flashfic.
Sto vedendo Dottor Who, e penso che in parte mi abbiano ispirata due puntate ambientate durante la seconda guerra mondiale.
Non so se sono riuscita a rendere esattamente l'idea di vuoto e precarietà, a dare una sensazione di nonsense ad una lettera che non si sa se sia mai esistita. 
Io lo sapevo che non dovevo iniziare Dottor Who, ecco.

Fatemi comunque sapere se questa storia vi ha trasmesso qualcosa, in qualche modo,
Aika.

   
 
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