Giuseppe Mazzini che nel 1831 infiammò studenti e patrioti con la Giovine Italia per un’ideale di libertà e unità repubblicana incitandoli con parole e capacità missionaria a un’Italia libera e repubblicana: non deambulava.
Il suo nome arrivò alla strada più significativa di Trieste. Là dove dal centro, per una prospettiva dritta incredibilmente perfetta, l’occhio vede sullo sfondo il mare.
E su questa strada converse nel 1970 per una processione dolorosa e inutile, le forze giovani e lavoratrici della città.
Stavano per chiudere i cantieri navali, la fabbrica macchine!
Stavo nella Piazza Goldoni e guardavo giù verso il mare. Era l’imbrunire e uomini in tuta blù, donne dal viso serio e rabbioso – a ognuno veniva data una torcia e si avviavano giù per la via Mazzini. Non c’erano grida, non parole, non un’automobile.
Tutti a piedi.
Migliaia di luci che ondeggiavano nella disperazione, nel saluto senza speranza, fino in fondo, un rettangolo più chiaro, dove le piccole luci parevano unirsi e sparire nell’acqua.
Dopo anni ci fu qualcuno che pensò di regalare alla città una rotaia d’argento.
Il costo enorme: lavori eterni, squassanti.
E quando fu messa in opera solo per breve tempo, solo sulla via Mazzini. “Se uno aveva logica e competenza, si sarebbe chiesto il perché della rotaia. Non serviva, non funzionava. Un tempo chi sbagliava veniva punito, doveva pagare.”
E infatti noi cittadini, attraverso il Comune dovremmo pagare. Ma non basta, adesso bisogna demolire e scavare (Ansaldo) la struttura inutile.
Perché? Dov’è l’utile, il bisogno?
C’è la vergogna di continuare a vedere quell’infrastruttura stolta e costosa che nessuno usa!
Ancora tempo e del cuore di Trieste giù per la via Mazzini vuota di traffici, negozi, automobili, clienti, morta, morta come tante altre strade di Trieste. Sullo sfondo riusciremo a vedere sul mare il potente indispensabile rigassificatore che porterà alla città lustro e lavoro.
La pedonalizzazione e le biciclette influiranno sulla salute di abitanti e turisti!!
Trieste unica, pulita, sana, allegra, economa.