Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Subutai Khan    10/10/2012    0 recensioni
Piccola raccolta disorganizzata di pensieri, dialoghi, arti che saltano e quant'altro. Non c'è un filo conduttore, non c'è un unico personaggio perno, non c'è senso.
Di tutto un po' è quel che troverete.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Madoka Kaname, Mami Tomoe
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Annegare fra rifiuti, fiatelle sataniche e ricordi distorti.
Personaggi: Kyōko Sakura.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Ricordi della Madre, orfana. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!”.
Mi sveglio. Erano anni che non mi svegliavo urlando.
Ho appena avuto un incubo su mia madre.
Koichi mi guarda stortissimo, la bocca mezza aperta, gli occhi mezzi chiusi e un simpatico filo di muco che gli cola dal naso. Cazzo, almeno passati sopra la manica, così non ti si può proprio vedere.
“Ragazzina maledetta, cos'hai da far tutto 'sto casino?”.
“Torna a dormire, ubriacone. E scusa se ti ho svegliato, non volevo”.
Grugnisce mentre riappoggia la testa sul muro. Toh, il suo ratto prediletto gli è di nuovo saltato in grembo. Sarà contento quando, domattina, si troverà sulla canottiera una cagata da rinoceronte.
Mi alzo cercando di non far rumore, gli altri non sono così comprensivi come lui.
Ora chi si riaddormenta più? Quelle immagini non mi abbandoneranno per le successive ore.
È sempre stato così e così sempre sarà, temo.
Vaffanculo, incubo di merda. Hai finito le vacanze alle Hawaii e hai deciso di tornare a casa, eh? Io pensavo di averti notificato lo sfratto ma, a quanto pare, hai pensato bene di fottertene alla grande.
Vabbè, per tanto così mi conviene fare una passeggiata. Tanto di dormire, per un po', non se ne parla neanche con le fucilate.
Mi avvio quatta quatta, evitando piedi e scatolame e bottiglie di vodka mezze vuote. Questo gruppo di lercioni non ha proprio nessun senso dell'ordine. E a me tocca vivere in mezzo a loro.
La sfiga di essere sola al mondo.
Il vicolo che per stasera ci fa da camera da letto è illuminato malissimo e c'è un lampione rotto ogni due. Faccio una fatica boia a non far rumore e a non inciampare in qualche oggetto. Ma, da brava acrobata qual sono, riesco nella non indifferente impresa.
Faccio un paio di giri casuali e mi ritrovo per una via principale di questa città a me estranea.
Mitakihara.
Dove, fino a pochi giorni fa, abitava quella che un tempo ho chiamato senpai.
Poi è morta. Raggiungendo così la mia famiglia.
Ecco perché ho gli incubi su mia madre.
E, stranamente, non ho sognato il momento in cui scoprivo i corpi di lei e Momo squarciati per terra, con tanto di quel sangue che si sarebbe potuto riempire due autocisterne. Che incubo banale. Io sono Kyōko Sakura e in tutto, anche nelle cose più tremende, mi piace distinguermi.
No. Quello che ho visto è per me mille volte peggio.
Ho visto me e mia sorella correre felici in un prato mentre i miei ci osservavano, tutti sorridenti, da sotto un albero. Piccolo particolare: tutti i coinvolti, inclusa me, erano orribilmente mutilati. A mia sorella mancava un occhio; mio padre aveva tre tagli obliqui lungo tutto il viso; mia madre aveva un buco in testa, come se l'avessero percossa a ripetizione con un oggetto molto pesante; io, tanto per non smentirmi, apparivo come deve apparire una persona su cui è caduto un intero schiacciasassi. Non vi sto a dire il sangue in quantità industriale che colava ovunque macchiando l'erba. La cosa peggiore, fra l'altro, era che ci comportavamo in modo normale, come se tutto fosse gaio e allegro.
Sembravamo la classica famiglia da pubblicità, di quelle che abitano nella casetta bianca col tetto rosso in mezzo a un campo di grano.
Succede questo quando si ha un'infanzia come la mia, cazzo. Odio la mia non-vita. La odio.
Vago come un'anima in pena, affogando in questi spaventosi ricordi. E dire che di solito non sono una tipa impressionabile.
   
 
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