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Autore: lubitina    10/10/2012    1 recensioni
"..Scrivo,scrivo,scrivo ciò che non ho mai potuto dirti." Una lacrima le scivolò lungo la guancia,e andò a posarsi sulla d di "dirti",sciogliendo l'inchiostro in una macchietta azzurrina.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Non ha mai capito che per essere felice ti sarebbe bastato soltanto un bacio. Un mio bacio",iniziò a scrivere la donna sul quaderno,in una calligrafia tonda. "Un mio bacio che ti avrebbe dato tutto ciò di cui avevi bisogno. Tutto l'amore e l'affetto,la comprensione e la pazienza,un vortice di passione notturna e segreta come Romeo e Giulietta. E invece sono qui,su questa scrivania,a scriverti le solite parole,le solite parole che risuoneranno in eterno nel vuoto perchè tu mai le ascolterai: sono qui a scrivere,con questa penna,con la chiara intenzione di consumare tutto l'inchiostro,perchè so che tu non mi ascolti e non mi ascolterai. Perchè non senti le mie urla,non le ha mai sentite,non hai mai udito nemmeno il mio sussurro più disperato. E io invece tendevo sempre l'orecchio verso di te,pronta a cogliere ogni tuo gemito,sussurro,sospiro. Scrivo,scrivo,scrivo ciò che non ho mai potuto dirti." Una lacrima le scivolò lungo la guancia,e andò a posarsi sulla d di "dirti",sciogliendo l'inchiostro in una macchietta azzurrina.

"Come Romeo e Giulietta. Come loro. Ci saremmo amati come loro,con la loro disperazione,la loro passione,tutto quanto il loro furore giovanile di un'età che fugge a gambe levate e non torna più. Avremmo dovuto bere appieno del calice della gioventù,inebriarci l'uno con l'altro con il sapore della nostra saliva,perderci in una lotta appassionata,in cui tu avresti sentito me urlare tutto l'amore per te;mi avresti sentito urlare verso le stelle che cadono la notte di San Lorenzo che tutto ciò era giusto,e tutto ciò doveva compiersi perchè lì è la felicità e dentro di te c'è più divino che in ogni chiesa su questa fottuta terra.

 

"Avresti avuto tutto quanto poteva darti una donna,in uno scambio equo perchè anche tu mi avresti amato come avrei fatto io. La colazione la mattina,il caffè e la marmellata. Le carezze più proibite,i baci più nascosti,che nascono solo da un'intimità profonda,come ci sarebbe stata tra noi. L'amore fatto in ascensore,quello nel bagno del ristorante di lusso mentre siamo invitati in chissà che cena di Gala. E non saremmo mai stati stranieri in nessun luogo,perchè il Mondo sarebbe stato piccolo e sconfinato con te al mio fianco. Con me al tuo fianco. Insieme avremmo potuto esplorare le paludi del Botswana,amarci nel deserto del Sahara,tenerci la mano e ridere come bambini sulla torre Eiffel,magari guardando te vomitare per le vertigini! Sì,insieme avremmo potuto fare tutto questo. Il mondo sarebbe stato minuscolo,esplorabile in così poco tempo,avendo l'eterno al mio fianco. Te. L'eternità persa in un tempo che fugge,ma che viene rapidamente raggiunto e agguantato in un atto d'amore desiderato. Enormemente desiderato,e sconfinato come solo l'unione di due anime può essere. Avremmo conosciuto mille modi per fare l'amore,mille modi per stenderci su un letto e lasciare che la mente e le voluttà del corpo scegliessero. Avremmo scoperto l'un l'altro tutti i segreti del corpo dell'altro,da ogni neo a ogni ruga che va avanzando sul viso. Avrei conosciuto e amato ogni tuo pelo della barba,dal primo momento che ti fosse spuntata,adolescente,a quando ti avrebbero adagiato nella tomba,vestito di tutto punto,con la cravatta che hai sempre odiato,con la barba grigia. E oltre. Avrei e avresti,continuato a baciare il mio collo nonostante l'età che avanza,nonostante quell'odore sgradevole che caratterizza le persone anziane. E avremmo imparato i nostri odori,imparato a riconoscerli anche tra milioni di persone a New York. Anche se nascosto dalla colonia al limone,quell'odore sarebbe stato sempre il miglior profumo tra MILIARDI. Perchè quando due anime gemelle si incontrano,allora è destino che si amino." Un'altra lacrima le rigò il viso. Sapeva anche lei quanto quella frase fosse falsa.

"Ma è una falsità. Non è affatto vero. La mente spesso comanda sull'anima,e nella mente sono assiepati tutti quei mostri grigi chiamati 'incertezze'. E son mostri,sì. Della peggior specie. Non son esseri viventi,sono ombre..ombre che non si possono toccare,uccidere soltanto soffiandoci sopra,o accendendo una candela. Non basta. Sono fantasmi,fantasmi di qualcosa che non può essere. Sono i fantasmi del fallimento. Sono,per meglio dire,i demoni del fallimento. Spronano all'inerzia,al non agire. All'apatia. Del resto,quant'è migliore starsene fermi sulla riva del fiume da attraversare,aspettando un periodo di siccità per guadarlo,invece che ingegnarsi risalendo il corso oppure costruendosi una zattera? E quei demoni hanno il compito,nella mente,di instillare il dubbio della morte,della fine,del fallimento. E se costruendo la zattera ci si dovesse far male? Se un chiodo dovesse finire nel ditino tenero? E se risalendo il corso un lupo dovesse aggredirti?" Sospirò.

"Un demone,così grigio,così ghignante in quel modo sdentato e giallo,con quell'alito mefitico,ti ha tentato. E tu hai ceduto. Hai rinunciato all'Amore. Hai avuto paura. Hai deciso di far a meno dell'Eternità,hai deciso di fare a meno di Dio,e hai fatto dell'apatia il tuo vivere. Un vivere così grigio,grigio come il demone che da quell'eterna festa in maschera qual è la tua mente. Perchè,sai,quel demone ha fatto calare anche sul tuo viso,il tuo bellissimo viso,una maschera. L'ha fatta calare così tanto tempo fa che tu non ricordi nemmeno come fossero i tuoi lineamenti,il colore della tua barba,la luce dei tuoi occhi castani. E quale fosse il sapore delle tue lacrime. Ormai quella maschera ha aderito al tuo viso,e non si può tornare indietro. Non potrai mai scoprirmi,non potrai mai amarmi e non potremmo mai andare mano per mano abbracciati nella tundra russa. Non conoscerai mai l'intensità del mio amore per te, non avrai mai idea neppure di quanto ho dato per te,quanto ho penato per uccidere il tuo demone grigio,e quanto ciò sia stato inutile."

"Non saprai mai se preferisco la pizza o la pasta,come mi piacerebbe far l'amore con te e come potrebbe essere argentina la mia risata ad una tua battuta. Non ricorderai mai più il sapore delle mie lacrime e della mia saliva,non conoscerai mai l'amore come potrebbe essere stato con me."

"Sono stanca,stanca di pensarti e di piangerti. Stanca di ricevere solo mezze parole mormorate da te,mentre il tuo vero viso sotto la maschera urla sproloqui interi. Sono passati sessant'anni da quel giorno di primavera che ci vedemmo per la prima volta. Quando saremo insieme,amore mio? Quando verrà il nostro tempo? Sarà in questo mondo o in uno dei tanti altri?"

La donna smise di scrivere,e si alzò lentamente. Sorrise. Lei poteva dire d'aver amato. 

  
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