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Autore: mangakagirl    10/10/2012    10 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa è successo quella giornata a Tropical Land?
Cosa sarebbe successo se Shinichi non avesse seguito Vodka?
Come sarebbero andate le cose da quel momento in poi?
Dal capitolo 3:
-Scusami Ran! Va’ verso casa… ti raggiungo subito- le dico correndo nella direzione del tizio e alzando una mano in segno di saluto. Sento che posso risolvere un altro caso ma, non appena sto per entrare nel vicolo, una mano mi afferra saldamente il polso. Mi volto sorpreso e vedo Ran in lacrime che stringe di più la presa.
-Ran…?- domando sorpreso cercando di liberarmi ma lei scuote la testa col capo rivolto verso il basso.
-Non andare- dice piano facendomi sbarrare gli occhi -Non lasciarmi sola, Shinichi…- alza lo sguardo: è disperata -Ti prego non farlo… Ti supplico Shinichi, non andare!- singhiozza senza lasciarmi andare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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se Shinichi non avesse seguito Vodka?

Premessa:

in questa fict riprendo da capo il manga di Dc rielaborando le scene disegnate dalla sacra mano di Sir Gosho Aoyama (miglior mangaka di tutti i tempi, inchino in suo onore v.v)
I pensieri di Shinichi sono  frutto della mia immaginazione, inoltre la giornata al Tropic Land è ispirata alle scene ripescate dai film, dalle puntate e dalle opening o ending dell’anime, ovvero la pista di pattinaggio, la fontana, la torre in cui Shin porta la coca cola a Ran… Dalla fine della giornata al Tropical Land entra in gioco la mia testolina bakata ^^
Buona lettura :D

Dedicata a Paddy-chan,
che mi ha sempre dato preziosi consigli
e mi ha fatto morire dal ridere con le sue super pazzoidi recensioni ^^
Mangaka-chan

1.

Rido leggendo il giornale di oggi mentre cammino per tornare a casa, con il sole alle spalle che tramonta, dopo una lunga ed estenuante giornata di scuola. Odio l’autunno, ma è inevitabile che arrivi una volta l’anno a gelarci col suo vento freddo, spazzando via gli ultimi residui di estate e i ricordi delle giornate passate in spiaggia con 40°C all’ombra. L’articolo della prima pagina cita: Il suo nome è Shinichi Kudo.
Non posso non ridere tra me e me! Mi chiamano “la salvezza della polizia giapponese” alle tv mentre passo davanti al negozio che le vende; le ragazzine delle medie che sorpasso lentamente, ridendo dietro al giornale, dicono emozionate:
-Hai sentito? Lo studente detective ha colpito ancora!-
A questo punto scoppio definitivamente a ridere attirando l’attenzione di qualche passante, in particolare di una.
Una tremenda botta alla testa mi zittisce e il dolore mi fa lacrimare gli occhi.
-Sembri uno scemo a camminare ridendo…- mi dice Ran, la mia “amica di infanzia”, reggendo la sua sacca da karate, quella con cui mi ha colpito, e la cartella.
Eccola qui! Sempre pronta a guastarmi la festa!
Mi ricorda quella nuvola temporalesca che coprì il sole mentre ero in spiaggia qualche settimana fa e mi costrinse in fretta e furia a sbaraccare tutto e a correre a casa per non finire bagnato come un pulcino; o meglio mi ricorda l’autunno, che col il suo vento freddo spazza via ogni nota di felicità estiva -.-
-Eh? Sei arrabbiata con me?- le chiedo notando che ha un’espressione accigliata mentre mi guarda con i capelli castano scuro al vento.
-Certo che no…- mi dice chiudendo gli occhi con aria altezzosa e parlando con tono annoiato -…Anche se il tuo grande successo ha fatto diminuire il lavoro di mio padre non sono affatto arrabbiata!- sbraita facendomi la linguaccia e mettendoci dentro tutto l’odio che può.
Rido: viene a paragonare me con suo padre?! È messa male, povera!
-Eh?! Tuo padre fa ancora il detective?- le chiedo ridendo e, lo ammetto, subito non mi rendo conto che sto andando in contro ad un serio pericolo: il suo karate micidiale -Guarda che se non ha lavoro non è certo colpa mia, è lui che non…- mi faccio scappare reggendo la cartella dietro la spalla con una mano mentre lei ridacchia minacciosamente. Sento un veloce spostamente d’aria e, no, non è l’autunno questa volta!
È Ran che ha appena sferrato un colpo al palo della luce di fianco a me e lo ha sfondato con un pugno rischiando, per pochi centimetri, di prendermi in pieno lo stomaco.
-Infatti ti ho detto che non sono arrabbiata!- dice ridendo minacciosamente mentre estrae la mano dal palo senza nemmeno un graffio.
Me la sono vista brutta davvero!
-Si… si vede che sei il capitano del club femminile di karate…- balbetto mentre una goccia di sudore freddo mi scivola lungo la guancia e non riesco a non fissare il buco che ha provocato nel palo senza pensare che poteva essere nel mio stomaco se solo non mi fossi fermato in tempo!
Camminiamo qualche secondo senza dire nulla, ma con la coda dell’occhio noto che mi lanciata occhiate velenose: l’ho fatta grossa stavolta!
Mannaggia a me che non riesco mai a non dire quello che penso!
-PASSA LA PALLA!- mi urla un bambino mentre un pallone da calcio mi rotola tra i piedi. Mi volto e noto che sta giocando con altri due amichetti a calcio, la mia passione.
-Ecco!- rispondo sorridendogli mentre, senza nemmeno tirare fuori le mani dalle tasche, gli passo la palla con un movimento agile e perfetto. Ran mi guarda mutando la sua espressione in una malinconica.
Mentre saluto il bambino, che mi guarda ammirato e mi ringrazia ridendo, sento la sua voce:
-Anche tu, se non avessi lasciato il calcio, ora saresti un campione a livello nazionale…-
Ecco, è l’ennesima volta che me lo ripetono, ma non sono stufo di rispondere allo stesso modo.
-Giocavo a calcio solo per allenare i riflessi necessari ad un detective- le spiego sereno -Ecco… Holmes usava la scherma…-
-Ma lui è il personaggio di un romanzo…- mi fa notare un po’ contrariata fissandomi. Io non posso fare a meno di ridere.
-Sì… ma è un grande detective noto a tutti! È fantastico! Sempre freddo e razionale! Intelligente e colto. Il suo spirito di osservazione e la sua capacità di deduzione non hanno pari! È anche un eccelente violinista!- dico entusiasta con le mani dietro la testa -Shelock Holmes, il personaggio creato dal romanziere Conan Doyle, è il più grande detective del mondo!-
Inoltre le dico anche che a casa ho tutti i romanzi di Doyle e i gialli del mondo.
-Che ne dici Ran, vuoi leggerne qualcuno?- le domando ridendo.
So già la risposta, non a caso sono un detective!
-No grazie, non ci tengo a diventare una fanatica di gialli come te…- mi dice annoiata chiudendo gli occhi.
Lo sapevo! E quando mai! Ma tanto l’ho già obbligata quando era bambina a leggerli tutti…
Non riesco a trattenermi e tiro fuori dalla tasca della divisa blu un plico di lettere rosa e profumate e gliele sventolo sotto il naso.
-Però guarda quante ammiratrici! A loro questo fanatico di gialli piace!- le dico ridendo come un emerito pezzo di deficiente: me ne rendo conto -.-
Ran mi fissa con espressione accigliata e sbraita un “Buon per te” senza molto entusiasmo. Le prende in mano e comincia a leggere sul retro chi sono le mittenti, mentre io torno con le mani dietro la testa a fissare il cielo.
-Capisco che faccia piacere aver successo, ma faresti meglio a decidere chi ti piace di più!- mi fa notare con uno strano tono… preoccupato?
-Chi mi piace di più?- ripeto, ed ecco che riaccade: il mio sguardo si posa furtivo su di lei!
Perchè proprio ora che mi ha detto di dire chi mi piace di più?!
Semplice, in fondo lo so da sempre di essere innamorato di lei… Solo che non ho il coraggio di dirglielo… e poi sono sicuro che io a lei nemmeno piacio…
Siamo solo amici di infanzia…
-Ma guarda un po’…- Ran nota che la fisso e mi domanda imbronciata -Perché mi fissi in quel modo?
-Eh?-
Ecco, se n’è accorta dannazione!
Divento fucsia e subito distolgo lo sguardo -No, n-niente!- balbetto come un citrullo.
-Guarda che se continui ad immischiarti nel lavoro della polizia prima o poi finirai nei guai!- mi dice infastidita con gli occhi ridotti a fessure.
Sembra mia madre! Ma non faccio caso a quest’ultima frase, so quello che faccio.
-Sì, è possibile- le rispondo riponendo le lettere nella cartella sereno, ma lei non si arrende.
-E poi perché proprio il detective? Se ti piacciono tanto i gialli potresti diventare uno scrittore…- sta sicuramente per aggiungere “come tuo padre” ma la interrompo continuando a non farmi guastare il buonumore.
-Io non voglio scrivere storie di detective… Voglio diventarlo! Voglio diventare lo Sherlock Homes del Terzo millennio!- esclamo fissando il cielo come se potessi toccarlo con un dito mentre lei mi fissa stupefatta. Le dico che adoro i casi complicati, che adoro il brivido che si prova nell’incastrare il colpevole e che non si riesce più a smettere una volta che si risolve il primo caso…
-È  bellissimo essere un detective!- aggiungo ammiccando nella sua direzione.
Devo ammetterlo, quando si parla di Detective il mio cervello va in tilt e mi faccio trascinare dall’entusiasmo.
Siamo arrivati allo svincolo in cui ci separiamo di solito per andare ognuno a casa propria, la saluto alzando una mano e mi dirigo a destra ma lei mi fissa agitata e mi urla di aspettare. Sbuffo tra me e me e torno da lei per vedere cosa vuole.
-Ti ricordi di domani vero?- mi domanda accigliata.
Ma perché è così infastidita oggi? -.-
E… Domani?!?!?
-Domani?- Ah sì ricordo! Ma Ran non sembra in vena di scherzare oggi, tanto che alza la gamba destra e comincia a sferrare colpi di karate.
-Non-mi-avevi-promesso-che-se-avessi-vinto-il-torneo-nazionale-mi-avresti-portato-al-luna-park?- scandisce ogni parola affondando un calcio: fortuna che io sono agile e li manco tutti! Per un momento intravedo persino qualcosa di bianco ma non glielo dico: già qualche tempo fa me lo sono fatto scappare e mi ha inseguito per tutto il quartiere urlando: PERVERTITO!*
Con un agile scatto, perché se si è amici di Ran Mouri bisogna anche saper fare questo, salto sopra una cassetta della posta, e tra parentesi mi chiedo che diavolo ci faccia ancora una cassetta della posta in città se ormai c’è la posta elettronica!
-Eh? Di che parli?- le domando ridendo per tentare di farla sorridere, ma così non è visto che si gira furiosa dall’altra parte.
-BASTA! Tanto non volevo andarci con te in particolare!- sbraita, e io mi sento ferito nell’orgoglio: come sarebbe a dire?
Ci sarebbe andata con chiunque quindi?
-Portaci una delle tue ammiratrici!- dice altezzosa avviandosi a casa e piantandomi in asso. Allungo una mano verso di lei e tento di afferrarle una spalla, ma ci ripenso: si sa mai che mi afferra il polso e mi sbatte a terra!
-Scherzavo! Accidenti scherzavo! Calma!- le dico agitato -Me lo ricordo benissimo! Domani alle 10, Tropical Land!-
Come scordarlo? Gliel’ho chiesto io di venire! Ma perché è così nervosa oggi?!
-Ricordati anche che offri tutto tu!- aggiunge con tono annoiato andando verso casa senza guardarmi nemmeno.
-Eh? Avevo promesso anche questo…?-
Questa mi è nuova! Non me lo ricordavo proprio…!
-A domani, puntuale!- le sottolineo allora io mentre lei muove una mano all’indietro come se scacciasse una mosca, dandomi sempre le spalle e continuando a camminare.
-Sei tu Shinichi Kudo, non io- dice annoiata riferendosi a quella volta che l’ho lasciata 2 ore ad aspettarmi perché mi ero dimenticato dell’appuntamento*.
Che pignola! -.-
Sbuffo e mi dirigo verso casa: voglio vedere se arriverà puntuale…


*Magic file 5 xD Non lo chiama pervertito, ma il senso è quello.
*Conan lo racconta ad Heiji nel film “Incrocio nell’antica capitale”.

Mangakagirl's Corner:
Konnichiwa! ^^
Sono tornata con una nuova storia!
Lo so è passata un'eternità -.-"
Dunque, ne approfitto per dire ai miei vecchi lettori che ho deciso di interrompere "That dangerous fancydress ball" per motivi di scarsa fantasia nello scrivere i capitoli...
Gomennasen a tutti... ^^"
Però ora sono tornata con questa nuova Fict, che spero piacerà comunque ^^
Che ve ne pare?
Se qualcuno lasciasse una recensione, anche minuscola, sarei felicissima!
grazie 1000 e al prossimo capitolo ;)
Mangakagirl 
  
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